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Alla fine della seconda guerra mondiale la Corea era stata divisa in due parti: la Corea del Nord, guidata da un governo comunista e la Corea del Sud alleata degli americani. Nel 1950 la Corea del Nord aggredì quella del Sud. La guerra terminò nel 1953, con la riaffermazione del confine delle due Coree.
Ma la crisi più grave fu senz'altro quella che si svolse a poche migliaia della costa degli USA: a Cuba. Fidel Castro, uomo politico cubano (presso Santiago di Cuba 1926). Figlio di un facoltoso piantatore, si dedicò agli studi giuridici e conseguì la laurea all'università dell'Avana. Divenuto avvocato, partecipò a vari moti insurrezionali contro il dittatore dominicano Trujillo e contro il governo Batista. Il 26 luglio 1953 con alcuni compagni diede l'assalto alla caserma Moncada di Santiago, ma fu catturato e dovette esulare. Dal Messico, dove si era rifugiato, nel dicembre 1956 con il fratello Raàºl e ottanta seguaci sbarcò clandestinamente sulla costa cubana e nella Sierra Maestra organizzò la guerriglia contro Batista.
I continui colpi di mano dei guerriglieri castristi (chiamati barbudos) e l'abile propaganda costrinsero il presidente Batista a fuggire (1° gennaio 1959), mentre Castro diventava padrone effettivo dell'isola. Primo ministro il 15 febbraio 1959, iniziò una serie di riforme destinate a mutare profondamente il paese, come la riforma agraria e la nazionalizzazione dell'industria saccarifera; al tempo stesso il movimento castrista (detto "del 26 luglio" e il governo che ne era l'espressione assunsero sempre più l'aspetto di una dittatura. Per questo e per i contrasti di carattere commerciale con gli Stati Uniti, le cui proprietà furono radicalmente espropriate da Castro, un'acuta tensione si venne creando con il governo di Washington a partire dal luglio 1960.
L'accentuata tendenza marxista della politica di Castro (sostenuta dalla frazione estremista di Guevara) portò nell'aprile 1961 a uno sbarco nella baia dei Porci (baia Cochinos) di volontari cubani esuli appoggiati dagli americani, fallito il quale i legami di Cuba con l'URSS si rafforzarono ulteriormente. Negli anni Settanta Castro si legò ulteriormente all'URSS, assecondandone la politica di penetrazione in Africa con il sostegno cubano all'Angola e all'Etiopia. Nel 1995 ha rilanciato la sua immagine internazionale, in sede ONU, al vertice sullo sviluppo dei paesi del Terzo Mondo e l'anno successivo è stato ricevuto in Vaticano da papa Giovanni Paolo II che nel 1997 sarebbe andato in visita a L'Avana.
Nel 1953 morì Stalin. Il suo successore, Nick Kruscev, dimostrò subito di voler chiudere l'epoca scura del stalinismo e cercò di migliorare le relazione con il mondo occidentale. L'apertura di questo processo di pur cauta destalinizzazione fu accolto positivamente negli Stati Uniti, dove nel 1960 venne eletto presidente il democratico John Fitzgerald Kennedy. In Polonia i dirigenti di partito legati a Stalin furono sostituiti. Ma in Ungheria che si fece il tentativo più ambizioso. Il capo di governo volle portare l'Ungheria fuori dal Patto di Varsavia, ma fece intervenire l'Armata Rossa e soffocò nel sangue il tentativo riformatore.
Gli Usa hanno cercato di bloccare l'espansione del comunismo nel sud-est asiatico. Dal 1964 al 1973, particolarmente importante fu l'impegno americano contro il Vietnam del Nord, comunista, e a sostegno del Vietnam del Sud, filo-occidentale. L'intero Vietam cadde così sotto il controllo nordvietnamita.
Alle origini dei grandi rivolgimenti politici dell'Europa orientale è stata l'elezione, nel 1985, di Mikail Gorbaciov a segretario del PCUS (Partito Comunista dell'Unione Socùvietica). Infatti spetta a Gorbaciov il merito di aver rinunciato al principio della sovranità limitata sugli stati comunisti dell'Europa orientale, in base alla quale l'Unione Sovietica si sentiva autorizzata a intervenire, anche militarmente, quando si profilava il pericolo che fosse minacciato il potere comunista in uno stato soggetto alla sua influenza. La politica di Gorbaciov ha ridato fiato agli stati satelliti.
Nel settembre 1989 in Polonia, nacque un governo formato non soltanto dai comunisti. Contemporaneamente i comunisti della Germania Est lasciarono il potere ai riformisti a tra il 9 e il 10 novembre 1989 migliaia di tedeschi abbatterono il muro. Si trattava di un muro che nel 1956 il governo della Germania Est aveva fatto costruire lungo il confine tra i due settori di Berlino per impedire ai suoi cittadini di sfuggire nella Germania dell'Ovest. Dall'apertura delle frontiere alla riunificazione delle due Germanie il percoso è stato breve e rapido il primo luglio 1990 è entrata in vigore l'unificazione economica e monetaria e finalmente, il 3 ottobre, è stata proclamata l'unificazione politica. La strada della riconquistata democrazia non risulta facile per questi popoli. Sottomessi per decenni a un regime autoritario e quindi non abituati alla partecipazione attiva alla vita politica. Così si comprende il ritono al potere, in seguito ad elezioni, degli ex-partiti comunisti. Con la caduta dei regimi comunisti, le nuove autorità hanno deciso di vendere ai privati le aziende agricole e le industrie statali. Ma la privatizzazione delle imprese statali è un operazione difficile, perchè spesso si tratta di aziende poco efficienti o addirittura improduttive. Gorbaciov ha cercato di riformare dall'interno lo Stato, cioè di correggere gradualmente i principali aspetti negativi del sistema comunista. Rendendosi conto degli immensi problemi del suo paese, ha cercato di riformare il sistema comunista, redendo meno rigido il controllo sull'economia e concedendo libertà civili e religiose. Ha dato inizio a una nuova fase della politica internazionale, caratterizzata dalla conclusione definitiva della rivalità militare con gli Stati Uniti e dal progressivo disarmo atomico. Ma nel giro di pochi giorni la prudione agricola e industriale ha subito un gravissimo crollo. Così nell'agosto 1991 i conservatori tentarono un colpo di stato e destituirono Gorbaciov. Il colpo di stato guidato dal radicale Boris Eltsin fallì. Nel dicembre 1991 così i presidenti delle repubbliche sovietiche, ad eccezione di quelle baltiche che si erano proclamate indipendenti, sciolsero l'Unione Sovietica. Il 21 dicembre del 1991 ad Alma Ata, la capitale del Kazakistan, i dirigenti di undici repubbliche (Russia, Bielorussia, Ucraina, Moldavia, Armenia, Azerbajdzan, Turkmenistan, Uzbekistan, Tadzikistan, Kazakistan e Kirghistan) hanno proclamato ufficialemente la fine dell'Unione Sovietica e hanno dato vita alla Confederazione degli Stati Indipendenti (CSI). Con il crollo dell'Unione Sovietica la guerra fredda è veramente finita.