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Finale di champions 2009: chi vince?

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    00 26/05/2009 22:51
    2009-05-26 21:41
    CHAMPIONS, ROMA BRILLA DI STELLE
    (di Giorgio Svalduz)

    ROMA - La forza e la velocità devastanti di Cristiano Ronaldo, il gladiatore, o la creatività sopraffina della pulce argentina Leo Messi, la fantasia al potere nel calcio? C'é anche l'uno contro uno dei due assi più celebrati e remunerati nella notte magica dell'Olimpico. Domani Roma trattiene il fiato per godersi la finale Champions più attesa. Manchester United-Barcellona è una ghiottoneria sublime per gli innamorati del pallone, la ciliegina sulla torta Uefa, fortemente auspicata da Platini e dagli sponsor. Un appuntamento epocale perché convoca le due squadre più forti e più belle, le più vincenti, e anche le più convincenti.

    A fare ala al galà succulento tanti potenti della terra: la Spagna 'schiera' Re Juan Carlos a Zapatero, l'Inghilterra si affida a una...giovane promessa, il Principe William, mentre a fare gli onori di casa sarà Silvio Berlusconi, che di Champions vinte ha una sontuosa collezione, e certo penserà con struggente malinconia alla serata trionfale di Superpippo Inzaghi ad Atene 2007. In una città festosamente invasa da 70 mila tifosi ospiti, con ingenti forze dell'ordine mobilitate per scongiurare incidenti, ci sarà anche la sfida tra il vecchio timoniere Alex Ferguson, carico di trofei e che ha rimandato all'infinito il suo addio alla panchina, e il giovane stratega Pep Guardiola, che al primo impatto ha riportato il Barca in vetta.

    E proprio l'ex regista blaugrana gioca un po' in casa, avendo avuto una breve esperienza in giallorosso al crepuscolo della carriera. Guardiola ha creato una gioiosa macchina da gol che ha fatto sfracelli in Liga assestando uno storico ko al Real Madrid. Non solo Messi fa sognare il Nou Camp: il redivivo Henry e il rigenerato Etòo hanno segnato reti a grappoli in una squadra regolata dalla qualità e quantità di Xavi e Iniesta, autore del gol allo scadere che ha mandato in bestia il Chelsea. Problemi per Guardiola, tra squalifiche e infortuni, saranno invece in difesa. In una finale Champions così equilibrata i pronostici stonano ma certo il Manchester sembra avere qualcosa in più: la compattezza, la capacità di gestire, di aprirsi e chiudersi. A far coppia con Ronaldo sarà Rooney, lo sgobbone ideale per qualsiasi allenatore (con Berbatov e Tevez in panchina), a centrocampo Carrick e Anderson faranno quadrato e il veterano di mille battaglie Giggs vorrà togliersi un'ultima soddisfazione.

    Dietro danno solide garanzie Vidic, Rio Ferdinand (recuperato) e l'eterno portiere Van der Sar. Manchester e Barcellona, già plurivincitori in stagione, aspirano al trofeo più prestigioso, già vinto rispettivamente tre e due volte. Per Ronaldo e Messi è una sfida anche per il Pallone d'oro. L'Uefa vuole una finale da incorniciare con Platini impegnato nella sua battaglia contro il razzismo e per un calcio più a misura d'uomo. La Spagna è campione d'Europa, l'Inghilterra domina da anni le competizioni per club. E le stelle d'Italia stanno a guardare, dopo un'ennesima stagione deludente con eliminazioni prima dei quarti di finale.
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    00 27/05/2009 23:16
    Evviva il Barcellona
    2009-05-27 22:59
    IL BARCELLONA VINCE LA CHAMPIONS
    ROMA - Il Barcellona vince la Champions League, battendo nella finale di Roma il Manchester United per 2-0. Gol di Eto'o e di Messi, uno per tempo. Nei primi minuti due conclusioni di Cristiano Ronaldo. Ma passa il Barcellona al 10' con Eto'o: servito da Iniesta, conclude con un esterno destro. I catalani gestiscono bene il possesso palla e sfiorano il raddoppio nel 2/o tempo con Henry e Xavi (palo su punizione). Fino a raggiungerlo al 70' con un colpo di testa di Messi su cross di Xavi.

    ''Dedico questa Champions al calcio italiano e a Paolo Maldini, che non si preoccupi perche' ha l'ammirazione di tutta l'Europa''. E' il primo pensiero del tecnico del Barcellona, Pep Guardiola


    Allo stadio c'e' anche una passerella regale: "Benvenuto, Maestà". Così il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha accolto Re Juan Carlos di Spagna, accompagnato dal capo del governo iberico José Luis Zapatero, nella tribuna d'onore dello Stadio Olimpico dove tra poco si disputerà la finale di Champions League tra Barcellona e Manchester United. C'e' anche il principe William, primogenito di Carlo d'Inghilterra.
    Presente in tribuna anche Berlusconi.

    Si sono avuti due accoltellati e undici arrestati a poche ore dalla finale di Champions League tra Manchester e Barcellona. Colpiti dalle aggressioni, entrambe avvenute la scorsa notte, un inglese ed un americano, quest'ultimo scambiato per un supporter dei Red Devils. La cosa che preoccupa di più le forze dell'ordine e' l'antica rivalità tra tifosi del Manchester e quelli della Roma.

    A finire in cella infatti sono stati quattro giovani romani tra i 20 e i 22 anni, che hanno picchiato e accoltellato un americano di 23 la scorsa notte all'uscita da un pub ad Ostia, sul litorale di Roma. Sempre la notte passata un tifoso dello United è stato accoltellato, intorno alle due, nei pressi di piazza Risorgimento. Tre spagnoli sono stati arrestati e tre denunciati perché avevano manganelli e un giavellotto nella loro auto. Manette anche per quattro tifosi inglesi, due per avere mangiato nello storico Café de Paris e avere pagato con banconote false e due per avere aggredito dei poliziotti. Ma il sogno di vivere una notte da campioni nella città eterna resta per i tifosi del Manchester United o del Barcellona che già dalle prime ore dell'alba hanno invaso Roma per vedere la finale dell'Olimpico. Già dalle prime ore della mattina pattuglie miste di poliziotti italiani, inglesi e spagnoli girano in città per garantire la sicurezza.

    DIVIETO AGGIRATO, FUORI DALLO STADIO SI BEVE BIRRA
    Moltissimi i tifosi che all'esterno dello Stadio Olimpico bevono pinte di birra in barba all'ordinanza del prefetto che ne vietava la vendita. Seduti ai tanti locali di Lungotevere De Bosis tifosi del Manchester e del Barcellona attendono l'inizio della grande sfida sorseggiando boccali di 'bionda'. I vigili urbani stanno tentando di porre rimedio raccogliendo le bottiglie di vetro lasciate per terra dai tifosi e buttando i bicchieri rimasti sui tavoli.
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    00 28/05/2009 21:48
    Si torna a Barcelona...
    2009-05-28 21:28
    TRIPUDIO A BARCELLONA, GRAZIE 'PEP'
    BARCELLONA (SPAGNA) - Accoglienza da eroi a Barcellona per Pep Guardiola e i suoi campioni appena tornati da Roma. Decine di migliaia di tifosi blaugrana li hanno inseguiti e inneggiati con cori e grida per tutto il centro della capitale catalana non appena i due autobus scoperti con i colori del club sono sbucati nel porto della città. "Grazie Pep" si leggeva su decine di cartelli sventolati in tributo all'artefice del miracolo che, in un anno, ha portato una squadra irregolare e sbandata fino all'olimpo. Nessun club aveva infilato in Spagna la tripletta, quelle tre coppe che oggi rilucevano in bella vista sul cruscotto dell'autobus del club: coppa del Re, scudetto e Champions. Delirio Barca insomma, in una città che non smette di celebrare i suoi eroi. Ieri notte erano scesi in piazza in 100 mila fino alle quattro della mattina, e oggi altrettanti o più hanno preso d'assalto il centro e il Camp Nou, dove finirà la festa blaugrana a notte inoltrata. Una squadra che "é più di un club", secondo il motto che ormai è un simbolo, una marca consacrata in tutto il mondo: "Ferrari, i Lakers, il Barca", scriveva oggi El Pais, inserendo i catalani tra i grandi. Gli ingredienti del 'fenomeno Barca' sono alla vista di tutti: bel gioco e fantasia in campo; vicinanza con i propri tifosi - 180 mila de quali sono soci e con diritto di voto sulle decisioni del club -; e fede nei propri giocatori, fin dalle giovanili. Nella finale di Roma infatti c'erano in campo almeno sette calciatori cresciuti nelle divisioni minori del club: Xavi, Busquets, Iniesta, Messi, Puyol, Valdes o Piquet, sono del club da sempre. Una scelta marca della casa, che differenzia la squadra con la maggioranza dei club, più propensi ai grandi contratti con giocatori costosissimi e meno legati alla squadra. Una tattica che sembra vincente anche in bilancio: quest'anno il Barca prevede circa 15 milioni di euro di utili netti, quasi cinque in più dell'anno scorso. A coronare la traiettoria del club è stata quest'anno la decisione del presidente Joan Laporta di credere in un altro uomo del Barca, Pep Guardiola. Cresciuto nel club e tornato ad allenare squadre minori blaugrana dopo aver vinto come calciatore, Guardiola è divenuto la "cinghia di trasmissione" capace di "collegare il Barca con sue radici" e renderlo vincitore, scrive ancora El Pais. I risultati sono alla vista di tutti: "La storia ha restaurato il prestigio che ci meritiamo", spiegava ieri euforico il presidente Laporta. Più che un club, una marca, un fenomeno. Qualche apprensione da parte delle autorità catalane, che hanno invitato i tifosi a esprimere la loro gioia in maniera composta, dopo quanto avvenuto nella notte dopo la partita. Atti di vandalismo e incidenti si erano registrati dopo il fischio finale di Busacca: 153 i feriti e 119 le persone arrestate. Un uomo guardando la partita è morto è stato colto da una crisi cardiaca ed è morto.

    INGLESI CI RIPENSANO, FINALI SEMPRE A ROMA
    Era stata una campagna martellante quella della stampa d'oltremanica nell'affermare che Roma non era una città sicura per la finale della Champions League. Il Times aveva ribattezzato Roma, "stab city" ovvero "la città degli accoltellamenti" chiedendo lo spostamento della finale dalla città eterna a Wembley. All'indomani dell'evento Roma ha avuto la sua riscossa e direttamente da un giornale inglese, il Guardian, che ha proposto: "Perché non fare dell'Olimpico la sede permanente della finale del calcio europeo?". Non solo il quotidiano ha prima definito Roma "senza dubbio una buona sede" aggiungendo poi che "la scelta di Roma è stata anche più che semplicemente buona" per poi concludere "la miglior sede possibile". E così in un batter d'occhio Roma non è più una "stab city", ma viene ricordata la sua storia e gli viene riconosciuto "un glamour paneuropeo". "Duemila anni dopo l'imperatore Augusto - scrive il Guardian - l'idea che tutte le strade d'Europa portino alla Città eterna ha ancora un forte valore simbolico. Forse Roma non è più la capitale politica - e ancor meno artistica o spirituale - d'Europa. L'Italia può non essere all'altezza dell'immagine rosea con cui in troppi insistono a volerla vedere. Tuttavia, la capitale d'Italia mantiene un glamour parteuropeo e una vitalità che poche città - e men che mai la grigia capitale politica del continente, Bruxelles - possono vantare". "Tutto ciò - prosegue l'editoriale del Guardian - ha fatto di Roma la miglior sede possibile per una sfida che, mettendo di fronte la squadra preminente del nord Europa contro quella preminente del sud, ha unito e coinvolto la gente di questo continente in un modo con cui non possono competere le elezioni europee del prossimo mese. Il contrasto con la finale del 2008, giocata a Mosca e che è finita quasi all'una ora locale, è tutto a favore di Roma". E dopo tutto ciò la domanda al Guardian sorge spontanea: "Perché non fare dello Stadio Olimpico di Roma la casa permanente della finale europea di calcio?" e anche la risposta: "Una finale di Champions giocata ogni maggio a Roma avrebbe un'aura inevitabilmente irresistibile". E dal sindaco di Roma Gianni Alemanno arriva immediato il ringraziamento al quotiano inglese: "Ha sostituito le polemiche della vigilia con un grande riconoscimento per la nostra Città. Con questi giudizi positivi Roma si candida veramente ad essere una grande capitale internazionale dello sport".