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BOY LOVE DAY

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    centrosardegna
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    00 09/06/2007 19:19
    Il 23 Giugno si svolgerà il Boy Love Day...un avvenimento che tanti personaggi del mondo culturale, della politica, dello spettacolo e dello sport stanno cercando di bloccare in ogni modo perchè tutti quanti noi riteniamo sia un offesa al comune pudore e un offesa alla dignità di uomo.
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    centrosardegna
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    00 09/06/2007 19:35
    Stronchiamo la pedofilia !!!





    Il 23 giugno si celebrerà il “Boy love day”, la giornata dei pedofili. Un’iniziativa internazionale promossa da diverse associazioni che dialogano attraverso siti internet con lo scopo di diffondere la “cultura della pedofilia” e solidarizzare con i violentatori di bambini in carcere. Nei siti, oltre agli appelli per “accendere una candela azzurra”, compaiono foto di minori semi-nudi e chiari inviti al sesso libero tra adulti e adolescenti. Di fronte ad un tale scempio, ci appelliamo all’Unione Europea, all’Unicef e a tutte le istituzioni affinchè il “Boy love day” non si celebri e affinchè vengano oscurati tutti i siti Internet dove si sta propagando questa iniziativa.Occorre reagire con forza e sostenere questa battaglia di civiltà per la tutela dei nostri figli e dei bambini di tutto il mondo dall’orrore degli abusi e delle violenze.

    Noi del Gruppo d’Intervento Giuridico abbiamo sottoscritto l’appello promosso dal Gruppo editoriale E Polis, fatelo anche voi !


    da Il Sardegna

    Politica e spettacolo inorriditi «Si definisce amore la violenza». Il gruppo di intervento giuridico: vogliamo denunciare quei siti per istigazione a delinquere.

    La politica come lo spettacolo, la gente che affolla le strade e chi vive a Palazzo, si unisce al coro di proteste contro il “Love boy day”, la giornata dell'amore libero tra adulti e minorenni. Centinaia di messaggini da parte dei lettori continuano ad arrivare in redazione (solo da Cagliari ne sono stati spediti 350, assieme alle adesioni da parte di volti noti. Non ha tentennamenti il presidente del Consiglio regionale Giacomo Spissu, fermo nel condannare la manifestazione in programma per il 23 giugno, perché «qualsiasi manifestazione di morbosità nei confronti dei bambini è inaccettabile». Tanto da auspicare che i gruppi in Aula «si facciano avanti, per presentare un'interpellanza, produrre una mozione». È sconvolto anche don Salvatore Morittu, della comunità Mondo X, che elogia l'iniziativa del gruppo E Polis e denuncia «il decadimento della società», convinto che «nel caso della pedofilia la mobilitazione sociale e delle coscienze deve essere portata ai massimi livelli». Come lui hanno sottoscritto l'appello rivolto a Unicef e Commissione europea i Tazenda, lo
    scrittore Salvatore Niffoi, lo showman Gennaro Longobardi, il giornalista Paolo Pillonca, Piero Marras. «Stiamo arrivando ad una barbarie del terzo millennio», osserva preoccupato il cantautore. «Che si indichi la violenza come una forma d'amore è aberrante. Perché si tende a dare una patina di liceità a qualcosa di deviato, che non si può definire malattia perché sarebbe creargli un alibi». Inorriditi anche l'onorevole Federico Palomba e l'ingegner Gualtiero Cualbu, entrambi tra i firmatari dell'appello. «Nessuno per qualsiasi motivo può arrogarsi il diritto, né deve essere concesso, di violare gli infanti - afferma l'imprenditore edile - Come uomo e padre di famiglia plaudo all'iniziativa di E Polis». Passa ai fatti Stefano Deliperi del Gruppo di intervento giuridico. «Stiamo verificando se ci sono gli estremi per denunciare i responsabili dei siti per istigazione a delinquere - afferma l'ambientalista - È una cosa che va assolutamente combattuta».



    A.G.I.

    "ORGOGLIO DAY" FA PROSELITI SU WEB, 1.532 NUOVI SITI.

    I pedofili italiani si affidano alla riservatezza del Liechtenstein per propagandare le loro idee e celebrare la giornata dell'orgoglio pedofilo che si terra' il prossimo 23 giugno. Nel piccolo Stato tra Svizzera e Austria, i pedofili hanno trovato un porto franco telematico in cui collocare indisturbati i loro siti. La scoperta e' dell'Associazione Meter onlus (www.associazionemeter.it) di don Fortunato Di Noto, che ha denunciato tutto alla Polizia postale italiana e segnalato i siti allo Scoci (Servizio di coordinamento perla lotta contro la criminalita' su Internet) svizzero. Questo perche' la Federazione elvetica nel 2006 ha firmato un protocollo d'intesa con il principato del Liechtenstein per contrastare la pedofilia online. La richiesta di Meter e' chiara: "Oscurare questi portali e individuare chi da 10 anni celebra impunemente la Giornata, nient'altro che l'orgoglio della violenza sui bambini". Don Di Noto sottolinea che in vista della Giornata c'e' stato un inquietante aumento dei siti internet dedicati all'abuso di minori. In particolare, il sacerdote ha annunciato di averne denunciati ben 1.532 alla polizia postale di Catania In particolare, i portali presi di mira da Meter non sono quelli per cosi' dire 'classici', contenenti fotografie o filmati di violenze su bambini di pochi mesi o, a volte, giorni. La minaccia che proviene da questi siti e' piu' sottile. La pedofilia infatti sta cercando una legittimazione a livello culturale attraverso il 'boyloving', una forma di amore per i bambini che vive nelle zone grigie tra abuso sessuale e attenzioni troppo 'particolari'. E lo fa grazie ad Internet. Il tutto nel silenzio piu' totale. "Da 15 anni che denunciamo queste cose' - dice don Fortunato - da tanti anni la pedofilia culturale prolifera grazie ad una potente e strisciante lobby' Cosi' potente 'da fare passare per buona la pedofilia". Nel 2004 in Italia (su denuncia di Meter) e' stata condannata una persona per apologia di delitto di pedofilia. "Il problema e' - denuncia - che sono migliaia in tutto il mondo: dall'Italia al Cile, alla Spagna, passando per America, Australia, Cina, Russia'. E' stato troppo sottovalutato il fenomeno. Se ne accorgono solo ora", commenta amaro il sacerdote, che dopo la trasmissione 'Annozero' su Raidue e' stato oggetto di insulti e minacce sul web.


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    centrosardegna
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    00 09/06/2007 20:19
    Guardate quali forti segnali aveva già mandato nove anni fa la civilissima Olanda.

    La banda offriva i suoi video in tutto
    il mondo attraverso Internet ed e-mail

    Pedofili online...retata in Olanda




    "I nostri investigatori e agenti speciali hanno già conosciuto in servizio i crimini più atroci, ma quando hanno visto quelle riprese sui dischetti da computer e quelle foto non credevano ai loro occhi. Roba più orribile di quanto non si possa immaginare: bimbi di uno o due anni violentati nel modo più brutale, drogati, torturati... mai avevamo visto tanto orrore". I portavoce della polizia olandese non nascondono lo sgomento: quella che è stata scoperta a Zandvoort, l'elegante località balneare a un passo da Amsterdam, è forse la più vasta rete di pornografia per pedofili nel mondo. In partenza dall'Olanda, offriva ovunque i suoi video su Internet, guadagnando almeno quattro milioni per ogni esemplare venduto. La caccia ai mostri continua: un uomo e due donne sono stati arrestati ieri sera mentre cercavano di distruggere prove, e polizia e Koninklijke Marechaussée (i carabinieri olandesi) hanno lanciato i loro migliori reparti nelle ricerche degli altri membri della gang di Zandvoort. Secondo i media olandesi, i criminali avevano una base anche in Italia, che però sarebbe stata chiusa. Ancora una volta l'Europa ripiomba nel terrore dei pedofili assassini, come quando i crimini di Marc Dutroux e le sue complicità altolocate scossero il Belgio. Alla scoperta si è giunti grazie ai volontari della Morkhoven, un'associazione civica di lotta alla pedofilia, creata a Bruxelles sull'onda dell'indignazione e del trauma per le piccole vittime di Dutroux. Un membro della banda di Zandvoort, che probabilmente pentito o disgustato dai crimini si era deciso a confessare, aveva contattato Morkhoven fornendo alcuni esemplari dei dischetti e delle foto. Poco dopo, l'uomo sarebbe stato ucciso in Italia dalla gang decisa a punire il "traditore".

    A che punto sono le indagini, e quanti complici avevano i criminali di Zandvoort nel mondo? Gli inquirenti olandesi si sono chiusi nel più assoluto riserbo. Berlino, scrivono i quotidiani popolari tedeschi, è l'altra grande stazione della rete internazionale dei pedofili. L'indagine sarebbe partita dall'assassinio in Italia di un cittadino olandese, tale G.Ullrich. E' lui il criminale pentito che aveva messo i militanti antipedofilia belgi sulla strada giusta? Le autorità olandesi tacciono, ma secondo i giornali un uomo - del quale vengono fornite solo le iniziali, R.v.d.P., sarebbe in prigione in Italia, indagato per l'assassinio di Ullrich.

    Tutto era comunque filato liscio per i produttori dei video dell'orrore, fin quando, al primo mattino di mercoledì, gli agenti speciali olandesi armati hanno fatto irruzione nell'anonimo appartamentino con vista sull'esclusivo lungomare di Zandvoort. "La centrale del crimine era in uno dei tanti palazzoni dove molte famiglie olandesi e tedesche hanno la loro casa di vacanze".

    Nascosta dalla normalità circostante, la banda operava tranquillamente vendendo in tutto il mondo: aveva clienti negli Stati Uniti come in Russia, in Israele come in Germania. S'indaga anche su possibili contatti della la banda di Zandvoort con Warwick Spinks e il suo complice "Edward", i due pedofili criminali inglesi arrestati di recente a Hoofdorp, in Olanda, per aver filmato stupri, torture e uccisione di almeno cinque bambini.

    Da dove vengono, o venivano, i poveri bimbi violentati per produrre il materiale porno? E ora sono ancora vivi, o sono morti di sevizie? La polizia non risponde. L'indignazione di politici e osservatori è unanime, anche in Germania: "quei criminali meritano il massimo della pena", ha detto Otto Schily, ministro-ombra della Giustizia della Spd.

    Il procuratore Diego Marmo lancia l'allarme:
    il fenomeno è molto più esteso in Italia


    E quali furono i risvolti italiani, nello stesso anno...

    "Il partito dei pedofili"




    Il procuratore Diego Marmo non esita a definirlo "il partito dei pedofili". Da Napoli, dove coordina il versante italiano dell'inchiesta sulla pedofilia via Internet, il procuratore lancia l'allarme: "La pedofilia è molto più estesa di quanto sia uscito fuori finora da questa inchiesta. Le stesse famiglie si chiudono a riccio e non denunciano il fenomeno". Ma il fatto più pericoloso per Marmo è che in questa vicenda "entrano personaggi con un'alta collocazione sociale e con una cultura medio alta".

    "È l'aspetto più pericoloso" conferma il pm Paola Mastroberardino. "Molte persone coinvolte nell'inchiesta aderiscono al 'Fronte pedofilo internazionale' danese, ritengono liberticida la nuova legge antipedofilia entrata in vigore l'11 agosto scorso, predicano l'ideologia del perfetto pedofilo, e cioè, il riconoscimento della sua liceità".
    Secondo gli inquirenti nell'organizzazione esiste anche un divieto espresso di non trasmettere immagini raccapriccianti e materiale cruento. "Ma a dispetto del 'ruolo gentile', regola alla quale il club si è sottoposto" spiegano gli inquirenti, "esiste materiale cruento e masochista".

    La Procura di Napoli tira le somme dell'operazione "Cathedral": tre persone arrestate, cinque denunciate, 15 perquisizioni effettuate tra Roma, Napoli, Catanzaro, Firenze e altre città italiane; 30 computer, otto hard disk, 2600 floppy-disk, 440 videocassette Vhs e migliaia di fotografie ritraenti bimbi nudi, ma anche immagini - queste tutte provenienti dall'estero - di bambini seviziati e uccisi. I particolari dell'operazione, avviata contemporaneamente in Gran Bretagna e in molti paesi europei e non, sono stati forniti oggi dagli inquirenti della procura di Napoli e del Dipartimento di polizia delle telecomunicazioni di Roma.

    L'indagine scattata nei mesi scorsi, e che è ancora in corso per l'individuazione di eventuali altri complici, ha consentito di individuare una vera e propria rete italiana che era collegata via Internet con la Gran Bretagna e che aveva il punto di riferimento negli Usa, in California. I tre italiani arrestati erano i "capofila" e i referenti nazionali della rete di pedofilia via Internet che aveva ramificazioni di Austria, Finlandia, Belgio, Gran Bretagna, Russia, Francia e altre nazioni europee. Tra il materiale sequestrato, anche foto di bambini seviziati che però, hanno precisato gli investigatori, non erano "prodotte" e messe in rete dai pedofili italiani, pur essendo nella loro disponibilità.

    Secondo l'accusa, coordinatore della rete italiana di pedofili via Internet, era il fisico nucleare napoletano Enrico De Marinis. Le foto scattate e inviate in rete venivano realizzate, secondo quanto accertato dalle indagini, anche usando, a loro insaputa, i bambini di conoscenti e parenti. Le instantenee sono state scattate anche su litorali e spiagge, e ritraggono bimbi sia nudi sia vestiti ma in pose definte "inequivocabilmente" sessuali, e "rubate" persino all'interno di negozi "premaman" e della prima infanzia. Le immagini diffuse da quelli che sono stati definiti dei veri e proprio "collezionisti" della pedofilia, professionisti e persone di cultura medio-alta, venivano scambiate tra di loro, ma non risultano corrispettivi in denaro dati ai bimbi per le istantanee realizzate. Le indagini sono cominciate nei mesi scorsi dopo una segnalazione fornita dalla polizia inglese agli inquirenti italiani, sulla presenza di una rete di pedofili via Internet in Italia collegata a centrali estere.

    Intanto arriva la confessione del medico di Catanzaro che ha ammesso le proprie responsabilità, nel corso dell' interrogatorio cui è stato sottoposto oggi pomeriggio. Guido Ferreri per circa due ore è stato interrogato dal sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Simone Luerti. Il medico ha spiegato come alcuni anni fa è entrato in contatto con l'organizzazione ed i canali che venivano utilizzati dai pedofili per l' accesso alla rete telematica attraverso la quale mantenevano i loro contatti, scambiandosi le immagini dei bambini ripresi in pose oscene. Ha precisato di essersi limitato allo scambio di immagini con gli altri componenti l' organizzazione e di non avere mai prodotto materiale pornografico nuovo da mettere a disposizione degli altri pedofili. Ha negato, dunque, di avere ripreso egli stesso o fotografato bambini di Catanzaro ripresi in atteggiamenti particolari. Le foto di bambini che il giovane, secondo l' accusa, avrebbe scattato su alcune spiagge del litorale jonico catanzarese non sarebbero servite, dunque, a suo dire, per incrementare il patrimonio d' immagini che veniva utilizzato dall' organizzazione di pedofili. Un' affermazione di cui gli investigatori stanno cercando adesso di accertare la veridicità.