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La Guerra era ormai scoppiata nei Sette Regni.
Quando si erano divisi sulla strada del ritorno a casa dopo il torneo di Harrenhal, suo fratello il principe Doran aveva dato degli ordini anche a lei.
Doran aveva deciso di dirigersi personalmente sulle marche dorniane per rafforzarne i confini. A lei spettava il compito di governare su Dorne fino al ritorno del fratello, con l'indicazione di seguire i precisi ordini del fratello stesso.

Ma Elia aveva dei progetti...

Quando Areo Hotah entrò in una delle sale grandi del palazzo di Sunspear su convocazione della Principessa Elia, lei si fece trovare vestita con brache comode e tunica di cuoio imbottito.

Elia non trattenne un sorriso vedendo l'espressione sorpresa del capitano della guardia.

"Coraggioso Hotah, sono consapevole del fatto che probabilmente non combatterò mai sul campo di battaglia come mio fratello Oberyn o mio zio Lewyn e che quanto ti sto per ordinare sembrerà inutile o eccessivo, ma se c'è una cosa che ho imparato da mio fratello Doran è che è meglio farsi trovare pronti."

Areo Hotah si avvicinò ma sul suo viso continuava ad aleggiare un'espressione perplessa.
"Vivo per servire, mia principessa. Ordinate e quest'uomo obbedirà."

"Non ho la pretesa di diventare come il prode ser Arthur Dayne, ma voglio che tu mi insegni i rudimenti del combattimento. Come si brandisce una spada corta e anche un pugnale...
Quando arriverà ser Daemon gli chiederò di insegnarmi qualcosina sull'uso della lancia dorniana.
Come dicevo, non penso di dover mai finire sul campo di battaglia... ma se dovesse rendersi necessario, voglio saper difendere almeno me stessa."

Areo Hotah annuì.
"Quando volete cominciare?"

"Subito."



Dopo un paio d'ore di allenamento Elia aveva le spalle e le braccia indolenzite, ma non si era mai sentita così fiera in vita sua.


Ser Arthur Dayne
The Sword of the Morning


«Tutti i cavalieri devono sanguinare.
È il sangue il sigillo della nostra devozione.»