The Iron Throne Il Forum per gli appassionati della mitica saga, "Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco", di George R. R. Martin

TWoW: Arianne (PdV Intero)

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    AXL BARATHEON
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    00 09/01/2013 12:16
    Regalo di nuovo anno dallo zione:
    Arianne.

    Mandon dove sei?!?!?!? [SM=x204879]


    Walder Frey, Lord delle Twins

    "Se un uomo non ha sogni da inseguire, o i suoi sogni non valgono nulla o non vale nulla lui"

    "O al problema c'è soluzione e allora è inutile preoccuparsi, o al problema non c'è soluzione e allora è inutile preoccuparsi"

    "Meglio tenere la bocca chiusa e sembrare stupidi, che aprirla e togliere ogni dubbio"
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    Waymar Royce
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    00 09/01/2013 12:21
    Se vieni da Chris te lo traduco in diretta...




    HOSTER TULLY Lord of RIVERRUN
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    Jason Mallister
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    00 09/01/2013 13:22
    Bravo Zione datti da fare che non si vuole aspettare altri 5 anni :P
    _______________________________________________



    Nella quarta partita: Lord Eddard Stark, Signore di Grande Inverno e Protettore del Nord dei Sette Regni e delle Isole di Ferro

    Nella terza partita: Bronn Blackspears, RE di Picche, Principe di Lancia del Sole e Capitano Generale dei Neri Mercenari

    Nella seconda partita: Ser Vardis Egen, Comandante delle Cappe Bianche di Re Garlan Tyrell, esiliato alla Barriera
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    schieppo
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    Lord Feudatario
    00 09/01/2013 17:11
    È quello ke ha letto in una fiera non cè molta carne al fuoco ma comunque godibile

    LORD MACE TYRELL, SIGNORE DI ALTO GIARDINO, GRAN MARESCIALLO DELL'ALTOPIANO E PROTETTORE DEL SUD

    __________________________________________________
    Nella scorsa partita: ROLAND "FURIOSO" CRAKEHALL
    Nella mia prima partita: THEON IL BELLO DEI GREYJOY
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    Ser Arthur Dayne
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    00 11/01/2013 17:25
    Anche Doran è dubbioso in merito all'identità di Aegon.

    Comunque mi è piaciuto molto questo pdv, anche se sono di parte adorando il Dorne.


    Ser Arthur Dayne
    The Sword of the Morning


    «Tutti i cavalieri devono sanguinare.
    È il sangue il sigillo della nostra devozione.»
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    Ser Andrew
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    00 14/01/2013 15:50
    Appena letto anch'io, dopo che me ne hanno segnalato l'esistenza al raduno. Un bel pdv, anche se forse un tantino lento (ma del resto mica ci si può aspettare l'alleanza Dorne-Aegon in un botto solo, e in anticipo rispetto a TWOW).
    Bella la chiaccherata a cena che lascia aperti due interrogativi:
    1. ci sono metamorfi (dormienti) aanche nel Dorne?
    2. ma non è che questo misterioso Lord of the Waters è il buon Salladhor Saan?
    Per il resto, pur con le sue paranoie, Arianne Martell acquista punti!!!


    Io sono Balon Greyjoy, il Coraggioso, il Benedetto, il Creatore di Vedove, il Figlio del Vento Marino e l'Erede di Pyke.

    E pago il prezzo di ogni cosa con il ferro.







    *** TIME LINE ***
    nella seconda partita (entrato in corso): Arianne Martell
    nella terza partita: Lord Randyll Tarly
    nella quarta partita: Gran Maestro Pycelle
    nella quinta partita (fino al turno 18): Re Aerys il Folle
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    Mandon
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    00 14/01/2013 17:16
    Certo che Arianne deve continuare a fare la maialina, eh?

    Vi interessa una traduzione entro fine mese oppure non ce n'è bisogno?




    Ser Mandon Moore

    Drappeggiato nel candido mantello della Guardia reale, ser Mandon Moore sembrava un cadavere avvolto in un sudario.
    Gli occhi di ser Mandon erano grigio chiaro, spenti e senza vita.
    Il cavaliere era un'ombra di acciaio bianco, i suoi occhi due scintillanti schegge scure dietro la celata.
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    AXL BARATHEON
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    00 14/01/2013 17:23
    Ovviamente sì!!!!


    Walder Frey, Lord delle Twins

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    Mandon
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    00 15/01/2013 02:20
    Aye ser!


    La mattina in cui partì dai Giardini dell'Acqua, suo padre si alzò dalla sedia per baciarla sulle guance. “Il destino di Dorne viaggia assieme a te, figlia,” disse, mentre le metteva in mano la pergamena. “Viaggia rapida, viaggia sicura, sii i miei occhi, le mie orecchie e la mia voce... Ma più di ogni altra cosa, fai attenzione.”
    “Lo farò, padre.” Non versò una lacrima. Arianne Martell era una principessa di Dorne e i Dorniani non sprecavano acqua a cuor leggero. Però ci mancò poco. Non furono i baci di suo padre né le sue parole soffocate che le fecero venire gli occhi lucidi, ma lo sforzo che lui aveva fatto per mettersi in piedi, le gambe che tremavano, le articolazioni rigonfie e infiammate dalla gotta. Alzarsi in piedi era un gesto di amore. Alzarsi in piedi era un gesto di fede.
    Crede in me. Non lo deluderò.
    Partirono in sette, montati su sette destrieri dorniani. Un gruppo piccolo viaggia più rapidamente di uno grande, ma l'erede di Dorne non cavalca da sola. Da Grazia degli Dei veniva Ser Daemon Sand; già scudiero del Principe Oberyn, ora scudo giurato di Arianne. Da Lancia del Sole due giovani e intrepidi cavalieri, Joss Hodd e Garibald Shells, per unire le proprie spada a quella di Daemon. Dai Giardini dell'Acqua sette corvi e un giovanotto alto per badarvi. Si chiamava Nate, ma aveva lavorato tanto a lungo con gli uccelli che tutti lo chiamavano Penne. E siccome una principessa deve avere delle donne per assisterla, la sua compagnia includeva anche la graziosa Jayne Ladybright e la ribelle Elia Sand, una fanciulla di quattordici anni.

    Si diressero a settentrione prendendo una pista a nordovest, attraverso terre brulle, pianure prosciugate e distese di sabbia pallida verso Collina degli Spettri, la roccaforte di Casa Toland, dove li attendeva la nave che li avrebbe trasportati attraverso il Mare di Dorne. “Manda un corvo ogni volta che hai notizie,” le aveva detto il Principe Doran, “ma riporta solo ciò di cui sei sicura. Qui siamo persi in una nebbia di menzogne, voci e racconti di viandanti. Non oso agire finché non avrò saputo per certo cosa stia succedendo.”
    Sta succedendo la guerra, aveva pensato Arianne, e questa volta Dorne non verrà risparmiata. “Stanno arrivando morte e dannazione,” li aveva avvisati Ellaria Sand, prima di congedarsi dal Principe Doran. “E' tempo che le mie piccole serpi si sparpaglino, per sopravvivere meglio al massacro.” Ellaria stava ritornando a Hellholt, dominio del proprio padre. Con lei viaggiava la figlia Loreza, che aveva appena compiuto sette anni. Dorea rimaneva ai Giardini dell'Acqua, una bambina in mezzo a cento. Obella sarebbe stata spedita a Lancia del Sole, per servire da coppiera alla moglie del castellano, Manfrey Martell.
    Ed Elia Sand, la più grande delle quattro figlie che Ellaria aveva dato al Principe Oberyn, avrebbe traversato il mare di Dorne assieme ad Arianne. “Come una dama, non come una lancia,” aveva affermato con severità sua madre ma, come tutte le Serpi delle Sabbie, Elia aveva i propri piani.
    Attraversarono il deserto in due lunghi giorni, avanzando anche durante parte della notte, fermandosi tre volte per cambiare i cavalli. Fu un momento di solitudine per Arianne, circondata da così tanti estranei. Elia era sua cugina, ma ancora a metà una bambina, e Daemon Sand... le cose non erano state più come prima tra lei e il Bastardo di Grazia degli Dei dopo che suo padre aveva rifiutato la sua offerta di sposarla. All'epoca era un ragazzo, e un bastardo, non un consorte adatto per una principessa, avrebbe dovuto pensarci prima. Ed era volontà di mio padre, non mia. Conosceva a malapena il resto dei propri compagni.
    Arianne sentiva la mancanze degli amici. Drey, Garin e la Dolce Sylva Maculata erano stati parte di lei fin da quando era piccola, confidenti in cui poteva credere che avevano condiviso i suoi sogni e segreti, la avevano rallegrata quando era triste, aiutata ad affrontare le proprie paure. Uno di loro la aveva tradita, ma le mancavano tutti comunque. Non è stata colpa mia. Arianne li aveva coinvolti nel progetto di fuggire assieme a Myrcella Baratheon e incoronarla regina, un atto di ribellione per forzare la mano al proprio padre, ma la lingua troppo sciolta di qualcuno la aveva fatta scoprire. La cospirazione maldestra non aveva ottenuto niente, tranne costare parte della faccia alla povera Myrcella, e la vita a Ser Arys Oakheart.
    Arianne sentiva anche la mancanza di Ser Arys, più di quanto avrebbe mai creduto possibile. Mi amava alla follia, si ripeteva, eppure a me stava solo simpatico. L'ho usato nel mio letto e nel mio complotto, ho preso il suo amore e il suo onore, dandogli in cambio niente altro che il mio corpo. Alla fine non è riuscito a vivere col peso di quanto avevamo fatto. Per quale altra ragione il suo cavaliere bianco sarebbe partito alla carica contro l'ascia lunga di Areo Hotah, per morire come aveva fatto lui? Sono stata una ragazzina sciocca, che giocava al gioco dei troni come un ubriaco che getta i dadi.
    La sua follia aveva avuto un prezzo alto. Drey era stato mandato a Norvos, in capo al mondo, Garin esiliato a Tyrosh per due anni, la sua dolce e sciocca Sylva sposata a forza con Eldon Estermont, un uomo vecchio abbastanza per essere suo nonno. Ser Arys aveva pagato con la vita, Myrcella con un orecchio.
    Solo Ser Gerold Dayne era scappato indenne. La Stella Nera. Se il cavallo di Myrcella non si fosse ritratto all'ultimo momento, la sua spada l'avrebbe squarciata dal torace alla vita, invece di staccarle solo un orecchio. Dayne era il suo peccato più grave, quello che Arianne più rimpiangeva. Con un fendente della propria spada, aveva trasformato quel fragile piano in qualcosa di orrendo e sanguinario. Se gli dei erano misericordiosi, a quel punto Obara Sand lo aveva messo con le spalle al muro nella sua fortezza montana e lo aveva tolto di mezzo.
    Lo disse a Daemon la prima notte, quando si stavano accampando. “Attenta a ciò per cui preghi, principessa,” rispose lui. “Stella Nera potrebbe togliere di mezzo Obara altrettanto facilmente.”
    “Lei ha con sé Areo Hotah.” Il capitano delle guardie del Principe Doran aveva ucciso Ser Arys Oakheart con un solo colpo, eppure si diceva che i membri della Guardia Reale fossero i migliori cavalieri di tutto il reame. “Nessun uomo può resistere a Hotah.”
    “E la Stella Nera è questo? Un uomo?” Il volto di Ser Daemon si contorse in una smorfia. “Un uomo non avrebbe fatto quello che lui ha fatto alla Principessa Myrcella. Ser Gerold è una vipera più di quanto tuo zio fosse mai stato. Il Principe Oberyn riusciva a vedere che era velenoso, ne aveva parlato più di una volta. E' proprio un peccato che non sia mai arrivato a ucciderlo.”
    Veleno, pensò Arianne. Sì. Un veleno grazioso, però. Era così che lui la aveva ingannata. Gerold Dayne era duro e crudele, ma così bello all'apparenza che la principessa non aveva creduto nemmeno alla metà dei racconti che aveva sentito riguardo a lui. I bei ragazzi erano sempre stati la sua debolezza, soprattutto quelli che erano anche oscuri e pericolosi. Quello era prima, quando ero solo una ragazza, si disse. Sono una donna adesso, figlia di mio padre. Ho imparato la lezione.
    All'alba si rimisero in viaggio. Elia Sand apriva la strada, la treccia nera che sventolava alle sue spalle mentre galoppava attraverso la pianura secca e screpolata, su per le colline. La ragazza andava matta per i cavalli, il che forse spiegava perché spesso puzzasse come uno di loro, per la disperazione di sua madre. A volte Arianne era dispiaciuta per Ellaria. Quattro ragazze, ciascuna figlia del proprio padre.
    Il resto del gruppo tenne un passo più tranquillo. La principessa si trovò a cavalcare accanto a Ser Daemon, ricordando altre escursioni quando erano stati più giovani, cavalcate che spesso finivano con l'una tra le braccia dell'altro. Quando si ritrovò a fissarlo di nascosto, alto ed elegante sulla sella, Arianne dovette ricordarsi di essere l'erede di Dorne, mentre lui non era niente più che il suo scudo giurato. “Dimmi ciò che sai di questo Jon Connington,” ordinò.
    “E' morto,” rispose Daemon Sand. “Morì nelle Terre Contese. Per il troppo bere, ho sentito dire.”
    “Quindi è un morto ubriaco che guida questo esercito.”
    “Forse questo Jon Connington è un figlio del precedente. O solo un mercenario furbo che ha preso il nome di un morto.”
    “O non è mai morto.” Avrebbe potuto Connington fingersi morto per tutti quegli anni? Ci sarebbe voluta una pazienza degna di suo padre Doran. Il pensiero mise a disagio Arianne. Trattare con un uomo così sottile poteva rivelarsi pericoloso. “Che tipo era prima di... prima di morire.”
    “Ero un ragazzo a Grazia degli Dei quando fu mandato in esilio. Non conobbi mai l'uomo.”
    “Allora dimmi cosa hai sentito di lui da altri.”
    “Come ordina la mia principessa. Connington era Lord di Posatoio del Grifone, quando Posatoio del Grifone era ancora un possedimento che valesse la pena di tenere. Scudiero del Principe Rhaegar, o comunque uno dei tanti. In seguito amico e compagno d'armi del Principe Rhaegar. Il Re Pazzo lo nominò Primo Cavaliere durante la Ribellione di Robert, ma lui fu sconfitto a Tempio di Pietra durante la Battaglia delle Campane e Robert riuscì a sfuggire. Re Aerys era furioso e mandò Connington in esilio, dove morì.”
    “Oppure no.” Il Principe Doran le aveva già detto tutto quello. Ci doveva essere di più. “Queste sono solo le cose che ha fatto. Che tipo di uomo era? Onesto e onorevole, venale e avido, orgoglioso?”
    “Orgoglioso, di certo. Fino al punto di essere arrogante. Un amico fedele per il Principe Rhaegar, ma scostante con gli altri. Robert era il suo signore, ma ho sentito dire che Connington non era felice di servire un lord come lui. Anche allora, si sapeva che Robert amava vino e prostitute.”
    “Quindi niente prostitute per Lord Jon?”
    “Non potrei affermarlo con certezza. Alcuni uomini lo fanno in segreto.”
    “Aveva una moglie? Una concubina?”
    Ser Daemon si strinse nelle spalle. “Non che io sappia.”
    Anche quello poteva rivelarsi un problema. Ser Arys Oakheart aveva infranto i propri voti per lei, ma non sembrava che Jon Connington avrebbe potuto essere incantato allo stesso modo. Posso fronteggiare un simile uomo solo con le parole?
    La principessa si chiuse nel silenzio, riflettendo su quello che avrebbe trovato alla fine del viaggio. Quella notte, quando si accamparono, scivolò nella tenda che condivideva con Jayne Ladybright ed Elia Sand e sfilò la pergamena dalla manica per leggere di nuovo le parole.

    Al Principe Doran di Casa Martell
    Mi ricorderai, spero. Conoscevo bene tua sorella
    ed ero un fedele servitore di tuo cognato. Li rimpiango
    quanto te. Non sono morto, non più di quanto lo sia
    il figlio di tua sorella. Per salvargli la vita lo abbiamo tenuto nascosto,
    ma il tempo dei sotterfugi è finito. Un drago è tornato
    a Westeros per reclamare il proprio diritto di nascita e cercare vendetta
    per il proprio padre e la principessa Elia, propria madre.
    Nel suo nome, mi rivolgo a Dorne. Non ci abbandonate.
    Jon Connington
    Lord di Posatoio del Grifone
    Primo Cavaliere del Vero Re

    Arianne lesse la lettera tre volte, quindi la arrotolò e la rimise nella manica. Un drago è tornato a Westeros, ma non il drago che mio padre si aspettava. Da nessuna parte nelle parole c'era un riferimento a Daenerys Nata dalla Tempesta... o al Principe Quentyn, fratello di Arianne, che era stao mandato a cercare la regina dei draghi. La principessa ricordava come suo padre le avesse premuto in mano il pezzo di onice del cyvasse, la voce roca e bassa mentre confessava il proprio piano. Un viaggio lungo e pericoloso, con un'accoglienza incerta alla fine, aveva detto. E' andato per riportarci ciò che desideriamo dal profondo del cuore. Vendetta. Giustizia. Fuoco e sangue.
    Fuoco e sangue era quello che offriva anche Jon Connington (se davvero si trattava di lui). O no? “Si presenta con mercenari, ma senza draghi,” le aveva detto il Principe Doran, la notte in cui il corvo era arrivato. “La Compagnia Dorata è la migliore e la più grande delle libere compagnie, ma diecimila mercenari non possono sperare di sconfiggere i Sette Regni. Il figlio di Elia... piangerei di gioia se qualche parte di mia sorella fosse sopravvissuta, ma che prova abbiamo che questo sia Aegon?” La sua voce si era spezzata quando lo aveva detto. “Dove sono i draghi?” aveva chiesto. “Dove è Daenerys?” e Arianne sapeva che in realtà stava dicendo “Dove è mio figlio?”
    Sulla Strada delle Ossa e al Passo del Principe, si erano ammassate due armate dorniane e lì aspettavano, affilando le lance, lucidando le armature, giocando a dadi, bevendo, litigando, il loro numero che si riduceva ogni giorno, aspettando, aspettando, aspettando che il Principe di Dorne li scatenasse sui nemici di Casa Martell. In attesa dei draghi. Di me. Una parola da Arianne e quegli eserciti avrebbero marciato... posto che la parola fosse drago. Se invece la parola inviata fosse stata guerra, Lord Yronwood e Lord Fowler sarebbero rimasti al proprio posto con le armate. Il Principe di Dorne era tutto fuorché poco sottile; in questo caso guerra significava aspettare.
    A metà mattina del terzo giorno Collina degli Spettri si erse sopra di loro, i suoi muri bianco gesso che si riflettevano splendenti nel blu profondo del Mare di Dorne. Dalle torri quadrate agli angoli del castello sventolavano gli stendardi di Casa Toland; un drago verde che si mordeva la coda, su campo dorato. Il sole e la lancia di Casa Martell sventolava sul maschio centrale, dorato, rosso e arancio, come un gesto di sfida.
    I corvi li avevano preceduti annunciando il loro arrivo, infatti i cancelli del forte erano aperti e la figlia maggiore di Nymella cavalcò verso di loro accompagnata dal proprio attendente, per incontrarli ai piedi della collina. Alta e superba, con capelli rosso fuoco che le arrivavano alle spalle, Valena Toland salutò Arianne gridando: “Finalmente siete arrivati! Quanto sono lenti quei cavalli?”
    “Abbastanza veloci da precederti ai cancelli del castello.”
    “E' quello che vedremo.” Valena fece voltare il proprio destriero dal manto rossiccio, lo spronò ed ebbe inizio la gara attraverso le stradine polverose del villaggio ai piedi della collina, mentre polli e villici si mettevano al riparo. Arianne era a tre lunghezze di distanza quando la sua giumenta passò dal trotto al galoppo, ma solo a una quando ormai era a metà del pendio. Le due ragazze erano fianco a fianco mentre sfrecciavano verso il corpo di guardia, ma a mezza dozzina di metri dai cancelli Elia Sand emerse dalla nube di polvere alle loro spalle e le superò entrambe sulla propria puledra nera.
    “Sei mezza donna e mezza giumenta, piccola?” chiese Valenda, ridendo in mezzo al cortile. “Principessa, hai portato una stalliera?”
    “Sono Elia,” annunciò la ragazza. “La Lady della Lancia.”
    Chiunque le abbia affibbiato quel soprannome, ha molto di cui rispondere. Con ogni probabilità, però, era stato il Principe Oberyn e la Vipera Rossa non giustificava le proprie azioni a nessuno, tranne che a se stesso.
    “La ragazza dei tornei,” disse Valena. “Sì, ho sentito parlare di te. Visto che sei arrivata per prima nel cortile, ti sei guadagnata l'onore di abbeverare e legare i cavalli.
    “E dopo averlo fatto, vedi di trovare la stanza dei bagni,” aggiunse la Principessa Arianne. Elia era cosparsa di gesso e polvere dalla testa ai piedi.
    Quella sera Arianne e i suoi cavalieri cenarono con Lady Nymella e le sue figlie nel salone del castello. Teora, la figlia minore, aveva gli stessi capelli rossi della sorella, ma a parte quello non avrebbe potuto essere più diversa. Bassa, grassottella e così timida che avrebbe potuto passare per muta, dimostrava più interesse per il manzo speziato e per l'anitra al miele che per i giovani cavalieri attraenti e sembrava ben disposta a lasciare che la madre e la sorella parlassero per la Casa Toland.
    “Abbiamo sentito gli stessi racconti che avete sentito voi a Lancia del Sole,” disse loro Lady Nymella mentre il coppiere le mesceva il vino. “Mercenari che approdano a Capo Tempesta, castelli sotto assedio o catturati, campi occupati o bruciati. Da dove vengano questi uomini o chi siano, nessuno lo sa per certo.”
    “All'inizio si parlava di pirati e avventurieri,” aggiunse Valena. “Poi pareva trattarsi della Compagnia Dorata. Ora si dice che è Jon Connington, Primo Cavaliere del Re Pazzo, tornato dalla tomba per reclamare la propria eredità. Di chiunque si tratti, Posatoio del Grifone è caduto nelle loro mani. Casa della Pioggia, Nido dei Corvi, Bosco delle Piogge, persino il Castello delle Pietre Verdi sulla sua isola. Tutti conquistati.”
    Il pensiero di Arianne corse subito alla sua dolce Sylva Maculata. “Chi potrebbe desiderare il Castello delle Pietre Verdi? C'è stata una battaglia?”
    “Non ne abbiamo sentito parlare, ma tutti i resoconti sono confusi.”
    “Anche Tarth è caduta, come ti diranno alcuni pescatori,” disse Valena. “Questi mercenari adesso tengono la maggior parte di Capo Tempesta e metà delle Stepstones. Abbiamo sentito parlare di elefanti nella foresta pluviale.
    “Elefanti?” Arianne non sapeva cosa pensare. “Siete sicure? Non draghi?”
    “Elefanti,” confermò Lady Nymella senza esitazione.
    “E kraken a largo del Braccio Spezzato, che colano a picco galee danneggiate,” aggiunse Valena. “Il sangue le attira in superficie, affermano i nostri maestri. Ci sono corpi nell'acqua. Alcuni sono arrivati sulle nostre spiagge. E non sono nemmeno la metà. Un nuovo re pirata si è installato sulla Fossa del Torturatore. Il Signore delle Acque, così si definisce. Ha delle veri navi da guerra con tre ponti, mostruosamente grandi. Avete fatto bene a non venire per mare. Da quando la flotta Redwyne è passata attraverso le Stepstones, le acque brulicano di strane vele, fino a nord, allo Stretto di Tarth e alla Baia dei Naufragi. Myriani, Volantiani, Lyseniani, anche pirati dalle Isole di Ferro. Alcuni sono entrati nel Mare di Dorne per sbarcare uomini sulla riva meridionale di Capo Tempesta. Vi abbiamo trovato una nave solida e veloce, come ha ordinato tuo padre, ma anche così... fate attenzione.”
    Allora è vero. Arianne voleva chiedere notizie del proprio fratello, ma suo padre la aveva esortata a soppesare ogni parola. Se queste navi non avevano riportato Quentyn a casa con la sua regina dei draghi, meglio non nominarlo neanche. Solo suo padre e alcuni dei suoi più fidati consiglieri sapevano della missione di suo fratello alla Baia degli Schiavisti. Lady Tolad e le sue figlie non erano comprese nel numero. Se si fosse trattato di Quentyn, avrebbe sicuramente portato Daenerys a Dorne. Perché avrebbe dovuto rischiare un approdo a Capo Tempesta, tra Lord ostili?
    “Dorne è in pericolo?” chiese Lady Nymella. “Lo confesso, ogni volta che vedo una vela strana, ho il cuore in gola. E se queste navi virassero verso sud? La maggior parte delle forze Toland è con Lord Yronwood, sulla Via delle Ossa. Chi difenderà Collina degli Spettri se questi stranieri approdano sulle nostre coste? Dovrei richiamare a casa i miei soldati?”
    “I tuoi uomini sono necessari dove si trovano, mia signora,” le assicurò Daemon Sand. Arianne annuì rapidamente. Qualsiasi altro consiglio avrebbe portato l'armata di Lord Yronwood a sfaldarsi come un vecchio arazzo, mentre ogni uomo sarebbe tornato di corsa a difendere la propria casa contro un ipotetico nemico che avrebbe anche potuto non arrivare mai. “Una volta che avremo scoperto oltre ogni dubbio se questi estranei siano amici o nemici, mio padre saprà cosa fare,” concluse la Principessa.
    Fu allora che Teora, pallida e grassoccia, alzò gli occhi dalle torte alla crema sul proprio piatto. “Sono i draghi.”
    “Draghi?” ripetè sua madre? “Teora, non essere sciocca.”
    “Non lo sono. Stanno arrivando.”
    “E come faresti a saperlo?” le chiese la sorella in tono sarcastico. “Un altro dei tuoi sogni?”
    Teora annuì appena, il mento che tremava. “Stavano danzando. Nel mio sogno. E ovunque i draghi danzassero, la gente moriva.”
    “Che i Sette ci proteggano.” Lady Nymella sbuffò. “Se non mangiassi tante torte alla crema non avresti questi sogni. I cibi grassi non sono adatti alle ragazze della tua età, che hanno ancora umori così poco equilibrati. Maestro Toman dice...”
    Odio Maestro Toman,” rispose Teora. Poi si alzò da tavola e corse via, lasciando la Lady sua madre a scusarsi per lei.
    “Sii clemente con lei, mia signora,” si raccomandò Arianne. “Mi ricordo di quando avevo la sua età. Mio padre si disperava per me, ne sono certa.”
    “Lo posso confermare.” Ser Daemon bevve un sorso di vino e proseguì, “Casa Toland ha un drago sul proprio vessillo.”
    “Un drago che si mangia la coda, aye,” confermò Valena. “Risale ai giorni della Conquista di Aegon. Non vinse qui. Da ogni altra parte bruciò i propri nemici, lui con le sue sorella, ma qui ce la squagliammo prima che arrivassero, lasciandogli solo roccia e sabbia da bruciare. E i draghi cominciarono a girare in tondo, mordendosi la coda per la fame, finché non furono tutti aggrovigliati.”
    “I nostri antenati ebbero una parte in quella vicenda,” disse con orgoglio Lady Nymella. “Azioni ardite vennero compiute e uomini valorosi morirono. E' stato tutto scritto dai maestri che ci servirono. Abbiamo dei libri, nel caso la mia principessa volesse saperne di più.”
    “Forse un'altra volta,” rispose Arianne.
    Quella notte, mentre Collina degli Spettri dormiva in silenzio, la principessa indossò un mantello con cappuccio per proteggersi dal freddo e camminò sui bastioni del castello per schiarirsi le idee. Daemon Sand la trovò appoggiata a un parapetto, lo sguardo fisso verso il mare, dove la luna danzava sull'acqua. “Principessa,” disse. “Dovresti essere a letto.”
    “Potrei dire lo stesso di te.” Arianne si voltò a guardarlo in faccia. Un bel viso, decise. Il ragazzo che conoscevo è diventato un uomo affascinante. I suoi occhi erano blu come il cielo del deserto, i suoi capelli marrone chiaro come le sabbie che avevano appena attraversato. Una barba ben curata seguiva la linea forte della mascella, ma non riusciva a nascondere le fossette quando sorrideva. Ho sempre amato il suo sorriso.
    Il Bastardo di Grazia degli Dei era anche uno dei migliori spadaccini di Dorne, come ci sarebbe potuti aspettare da qualcuno che era stato scudiero del Principe Oberyn ed era stato investito cavaliere dalla Vipera Rossa in persona. Alcuni dicevano che era stato anche l'amante dello zio di Arianne, ma di rado quando lui era presente. La Principessa non sapeva se fosse vero. Però lui era stato il suo amante. A quattordici anni gli aveva concesso la propria verginità. Daemon non era molto più grande, quindi il loro amoreggiare era stato tanto maldestro quanto loro erano vogliosi. Era stato comunque molto dolce.
    Arianne gli elargì il proprio sorriso più seducente. “Potremmo dividere il letto.”
    La faccia di Ser Daemon pareva scolpita nella pietra. “Hai dimenticato, principessa? Sono un bastardo.” Prese la sua mano nella propria. “Se sono indegno di questa mano, come posso essere degno della tua fica?”
    Lei ritrasse la mano di scatto. “Ti meriti uno schiaffo per questo.”
    “La mia faccia ti appartiene. Fanne ciò che vuoi.”
    “Sembra che tu non voglia quello che voglio io. Sta bene. Parla con me, invece. Potrebbe davvero trattarsi del Principe Aegon?”
    “Gregor Clegane strappò Aegon dalle braccia di Elia e gli fracassò la testa contro un muro,” rispose Ser Daemon. “Se il principe di Lord Connington avrà il cranio sfondato, crederò che Aegon Targaryen sia ritornato dalla tomba. In caso contrario, no. E' solo un ragazzo che recita, niente di più. Il complotto di un mercenario per ottenere aiuto.”
    Mio padre teme la stessa cosa. “Ma se non... se si tratta davvero di Jon Connington, se questo ragazzo è figlio di Rhaegar...”
    “Stai sperando che lo sia o che non lo sia?”
    “Mio padre sarebbe tanto felice se il figlio di Elia fosse ancora vivo. Amava la propria sorella.”
    “Ho chiesto a te, non a tuo padre.”
    Così era. “Avevo sette anni quando Elia morì. Dicono che una volta ho tenuto in braccio sua figlia Rhaenys, quando ero troppo piccola per ricordare. Aegon sarà un estraneo per me, vero o falso che sia.” La principessa fece una pausa. “Abbiamo cercato la sorella di Rhaegar, non suo figlio.” Suo padre aveva confidato in Ser Daemon, quando lo aveva scelto come scudo giurato per la propria figlia; almeno con lui poteva parlar francamente. “Preferirei comunque veder tornare Quentyn.”
    “O almeno così dici,” commentò Daemon Sand. “Buonanotte, principessa.” Si inchinò e la lasciò sola.
    Cosa intendeva con quell'affermazione? Arianne lo osservò allontanarsi. Che razza di sorella sarei, se non volessi veder tornare mio fratello? Era vero che aveva provato del risentimento nei confronti di Quentyn durante tutti quegli anni in cui aveva pensato che il loro padre volesse nominarlo erede al posto di lei, ma si era rivelato tutto frutto di un'incomprensione. Era lei l'erede di Dorne, aveva la parola di suo padre. Quentyn avrebbe avuto la sua regina dei draghi, Daenerys.
    A Lancia del Sole era appeso un ritratto della Principessa Daenerys che era venuta a Dorne per sposare uno degli antenati di Arianne. Quando era più piccola, Arianne aveva passato ore a fissarlo, quando ancora era una ragazzina grassoccia e senza seno, alle soglie della pubertà, che pregava ogni notte gli dei perché la rendessero bella. Cento anni fa, Daenerys Targaryen venne a Dorne per fare una pace. Adesso ne viene un'altra per fare una guerra e mio fratello sarà suo re e consorte. Re Quentyn. Perché suonava così ridicolo?
    Ridicolo quasi quanto l'idea di Quentyn che cavalcava un drago. Suo fratello era un ragazzo onesto, educato e diligente, ma ottuso. E insignificante, così insignificante. Gli dei avevano dato ad Arianne la bellezza per cui aveva pregato, ma Quentyn doveva aver pregato per qualcos'altro. Aveva la testa troppo grossa e i capelli color fango secco. Le sue spalle erano cadenti e aveva la vita troppo larga. Somiglia troppo a nostro Padre.
    “Amo mio fratello,” disse Arianne, ma solo la luna poteva sentirla. Anche se, a dire il vero, lo conosceva appena. Quentyn era stato allevato da Lord Anders di Casa Yronwood, il Sangue Reale, figlio di Lord Ormond Yronwood e nipote di Lord Edgar. Da giovane, suo zio Oberyn aveva combattuto un duello con Lord Edgar e gli aveva inflitto una ferita che si era infettata, uccidendolo. Dopo di allora la gente aveva inziato a chiamarlo 'Vipera Rossa0 e a parlare di veleno sulla sua lama. Gli Yronwood erano un'antica casata, fiera e potente. Prima dell'arrivo dei Rhoynar erano stati sovrani di oltre metà Dorne, con domini che superavano di gran lunga quelli dei Martell. Faide e ribellioni avrebbero certamente seguito la morte di Lord Edgar, se suo padre non avesse agito tempestivamente. La Vipera Rossa andò a Vecchia Città, quindi attraversò il Mare Stretto diretto a Lys, anche se nessuno avrebbe avuto il coraggio di chiamarlo esilio. E a tempo debito, Quentyn venne affidato a Lord Anders per essere allevato, in segno di fiducia. Questo aveva aiutato a sanare la ferita tra Lancia del Sole e gli Yronwood, ma ne aveva aperta una tra Quentyn e le Serpi delle Sabbie... e Arianne era sempre stata più vicina alle proprie cugine che al fratello lontano.
    “In ogni caso abbiamo ancora lo stesso sangue,” sussurrò. “Certo che lo voglio a casa. Lo voglio.” La brezza marina le stava facendo venire la pelle d'oca sulle braccia. Arianne si strinse nel mantello e tornò verso il letto.
    La loro nave era chiamata Pellegrino. Salparono con la marea del mattino. Gli dei erano clementi, il mare calmo. Anche con buoni venti, l'attraversamento richiese un giorno e una notte. Jayne Ladybright soffriva il mal di mare e passò la maggior parte del viaggio a vomitare, cosa che Elia Sand sembrava trovare esilarante. “Qualcuno deve sculacciare quella bambina,” venne sentito dire Joss Hodd... ma Elia era tra quelli che lo sentirono.
    “Sono quasi una donna, ser,” rispose in tono altezzoso. “Lascerò che tu mi sculacci... ma prima dovrai giostrare con me e disarcionarmi.”
    “Siamo su una nave, e senza cavalli,” replicò Joss.
    “E le Lady non giostrano,” insistette Ser Garibald Shells, un giovane molto più serio e posato del proprio compagno.
    “Io sì. Sono la Lady della Lancia.”
    Arianne aveva sentito abbastanza. “Puoi essere una lancia, ma non sei una lady. Vai sottocoperta e restaci finché non raggiungiamo la terraferma.”
    A parte questo, la traversata fu priva di eventi. Al tramonto avvistarono una galea in lontananza, i remi che si alzavano e si abbassavano illuminati dagli astri serali, ma si stava muovendo in un'altra direzione e presto sparì all'orizzonte. Arianne fece una partita a cyvasse con Se Daemon, un'altra con Garibald Shells e riuscì in qualche modo a perderle entrambe. Ser Garibald fu abbastanza gentile da dire che si era battuta con valore, ma Daemon la prese in giro. “Hai altri pezzi oltre al drago, principessa. Prova a muoverli qualche volta.”
    “Mi piace il drago.” voleva togliergli il sorriso con uno schiaffo. O forse con un bacio. L'uomo era tanto fastidioso quanto era bello. Di tutti i cavalieri in Dorne, perché mio padre ha scelto questo per essere il mio scudo? Sa di noi. “E' solo un gioco. Dimmi del Principe Viserys.”
    “Il Re Mendicante?” Ser Daemon sembrò sorpreso.
    “Tutti dicono che il Principe Rhaegar era bello. Anche Viserys era bello?”
    “Immagino di sì. Era un Targaryen. Non l'ho mai visto.”
    Il patto segreto che il Principe Doran aveva mantenuto per tutti quegli anni richiedeva che Arianne sposasse il Principe Viseryn, non che Daenerys sposasse Quentyn. Era stato sciolto nel mare dei Dothraki, quando Viserys era stato ucciso. Incoronato con una pentola di oro fuso. “E' stato ucciso da un khal dei Dothraki,” disse Arianne. “Il marito della stessa regina dei draghi.”
    “Così ho sentito. E allora?”
    “Perché Daenerys ha lasciato che accadesse? Viserys era suo fratello. Tutto quello che rimaneva del suo sangue.”
    “I Dothraki sono dei selvaggi. Chi può sapere perché uccidono? Forse Viserys si è pulito il culo con la mano sbagliata.”
    Forse, pensò Arianne, o forse Daenerys aveva capito che una volta incoronato suo fratello e sposato con me, lei sarebbe stata costretta a spendere il resto della propria vita a dormire in una tenda e a puzzare di cavallo. “E' la figlia del Re Pazzo,” disse la principessa. “Come possiamo sapere...”
    “Non possiamo sapere,” la interruppe Ser Daemon. “Possiamo solo sperare.”


    Secondo me il Signore delle Acque è Aurane Waters, con i dromoni gentilmente offerti da Sua Maestà.
    [Modificato da Mandon 24/01/2014 00:59]




    Ser Mandon Moore

    Drappeggiato nel candido mantello della Guardia reale, ser Mandon Moore sembrava un cadavere avvolto in un sudario.
    Gli occhi di ser Mandon erano grigio chiaro, spenti e senza vita.
    Il cavaliere era un'ombra di acciaio bianco, i suoi occhi due scintillanti schegge scure dietro la celata.
  • Jon_Re
    00 15/01/2013 16:06
    Re:
    Mandon, 15/01/2013 02:20:

    Aye ser!

    WORK IN PROGRESS




    Grazie Mandon...
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    Mandon
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    00 23/01/2013 16:25
    Per caso qualcuno ricorda la traduzione di "Stepstones"? Ora non ho sottomano la mappa dei Sette Regni.




    Ser Mandon Moore

    Drappeggiato nel candido mantello della Guardia reale, ser Mandon Moore sembrava un cadavere avvolto in un sudario.
    Gli occhi di ser Mandon erano grigio chiaro, spenti e senza vita.
    Il cavaliere era un'ombra di acciaio bianco, i suoi occhi due scintillanti schegge scure dietro la celata.
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    00 23/01/2013 16:36
    Sì, è Stepstones....non mi sembra sia mai stato tradotto come nome.




    HOSTER TULLY Lord of RIVERRUN
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    AXL BARATHEON
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    00 23/01/2013 18:03
    Questo mi fa venire in mente un altro obrobrio del nostro Altieri:
    nel primo libro italiano, "Il Trono di Spade", viene scritto che l'ultimo dei Blackfyre è stato ucciso "sulla scala di pietra della Fortezza Rossa da ser Barristan Selmy".
    Andando avanti coi libri si viene a sapere che in realtà il riferimento è alle Stepstones, appunto, e alla Guerra dei Re da nove soldi, e l'aggiunta "della Fortezza Rossa" fu un'altra incompetente uscita fuori luogo, fuori tema e anacronista dei simpatici traduttori scelti dalla Mondadori, che non hanno mai guardato evidentemente neanche le mappe.
    [Modificato da AXL BARATHEON 23/01/2013 18:03]


    Walder Frey, Lord delle Twins

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    Lord Yhon Royce
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    Campione del Regno
    Lord Protettore dell'Est
    00 19/02/2013 14:18
    Scusate l'ignoranza ma la fossa del torturatore dov'è di preciso?

    Lord Yohn Royce

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    Nella Seconda Partita: Re Robert Baratheon
    Nella Terza Partita: Lord Jeor Mormont
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