stupro

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barbarade
00martedì 10 febbraio 2009 16:26
la vergogna continua....
non abbiamo a che fare solo con il patrigno, lo zio, il cugino, il vicino di casa...
non ci sono solo "poveri contadini" dalla mentalità ristretta, o giovani adulti con turbe psichiche...
ci sono ragazzini di 14-15 anni che vanno alle feste dove sono distribuiti alcolici e si possono permettere di stuprare una coetanea senza avere nemmeno paura delle conseguenze....
io sono amareggiata, stupita, schifata, spaventata, incredula, arrabbiata, furiosa davvero!
che crescita attende quella piccola bambina (a 14 anni si è ancora bambini) che ha dovuto subire tutta questa violenza?
che educazione viene impartita a quei 4 quattordicenni e quale ai minori di 14 anni che riferiscono fossero coinvolti ma non imputabili?
a chi il diritto di decidere di concedere gli arresti domiciliari (dando per scontato che in questi casi sono come "regali")?
perchè tanto tempo per portare avanti un processo (tanti in realtà) che vedono lesa profondamente la dignità di una giovane donna o di una adulta e messa in serio pericolo una sana crescita?
chi ha realmente la responsabilità di formare la mente e gli intenti di questi giovani adulti.... io mi domando... la catechesi non serve più a niente, i genitori sono spariti nell'ombra e non sono più capaci di avere potere educativo, le istituzioni scolastiche pensano solo alle rivendicazioni dei precari... e lo STATO?????
la famosa/famigerata certezza della pena.... ci sono paesi in europa che, confrontandosi con la delinquenza minorile hanno già riformato il diritto penale minorile, a volte rendendo imputabili anche i dodicenni...
siamo realistici, vi prego...
accetto qualunque tipo di commento, purché sensato e costruttivo...
aiutiamo noi stessi a riflettere, non soltanto sulla nostra professione in senso stretto.
la iena [SM=g27822]
(Zuccherina)
00martedì 10 febbraio 2009 17:14
Secondo il mio modesto parere non deve esserci un limite d'età per essere imputabili.....ma si deve valutare caso per caso. Secondo voi,il ragazzo che ha stuprato magari convinto di cavarsela perchè non imputabile era cosciente?Per me lo era fin troppo...fin troppo cosciente.....!In questi casi dovrebbe esserci anche l'aggravante!!!!! Ma siamo in Italia....
monica1967
00mercoledì 11 febbraio 2009 08:54
"chi ha realmente la responsabilità di formare la mente e gli intenti di questi giovani adulti.... io mi domando... la catechesi non serve più a niente, i genitori sono spariti nell'ombra e non sono più capaci di avere potere educativo, le istituzioni scolastiche pensano solo alle rivendicazioni dei precari... e lo STATO????? "


Proposta provocatoria:

ALLONTANAMENTO D'URGENZA E COLLOCAZIONE DEL MINORE IN APPOSITA COMUNITà DI RECUPERO ALMENO FINO AI 18 anni

Chi ha 13 anni, 14 anni,15 anni e ha stuprato ha dimostrato che il proprio contesto
- scuola, gruppo di pari, ma sopratutto famiglia poichè l'educazione alla sessualità e al rispetto della donna si apprende in famiglia -

non è in grado di farlo crescere secondo delle basi di rispetto dei diritti dell'altro e delle regole MINIME dello stare in società per cui va posto in un contesto dove lui possa riflettere su se stesso e sui propri errori e far eun percorso socializzante e terapeutico.

Sì potrebbe, per assurdo, configurare una trascuratezza educativa e una inadeguatezza dei genitori che non hanno saputo insegnare al figlio a moderare le sue pulsioni più aggressive nè contenerlo.

Ergo, non punibilità penale per il minore che compie atti di violenza sessuale su coetanea ma allontanamento URGENTE dalla famiglia e relative valutazioni, sia di lui che dei genitori.

Si potrebbero creare delle case-famiglia con un numero limitato di utenti apposite per minori con questi problemi di aggressioni sessuali a danno di altri

Credo che dopo qualche caso di ragazzo allontanato dalla famiglia e messo in comunità ci penserebbero un pò altri prima di commettere un atto del genere....


FANTASCIENZA????


ugo.albano
00mercoledì 11 febbraio 2009 10:52
No, non è fantascienza, può già essere realtà: il codice di procedura penale minorile già prevede tutto ciò, almeno per gli imputabili.

Piuttosto, sappiamo riflettere sui perchè retrostanti la "normalità" di questi agiti. Spesso ci sono genitori poco presenti nell'educazione. Spesso c'è una società che avalla la violenza ogni giorno. Spesso ci sono modelli in cui il rapporto con l'altro sesso è solo la genitalità. Spesso la sessualità viene imparata dalla pornografia in cui il corpo "viene preso ed usato" senza che ci sia una relazione. Spesso c'è un'abitudine negli adulti a non rispettare le regole (dai parcheggi ai vicini di casa...) che abitua i minori a vedere se stessi e non gli altri. Spesso ci sono genitori non più abituati a dire di no e a dare un "sacrosanto" ceffone.

Non giustifico nulla e sostengo pure a gran voce il grido delle vittime, solo perchè donne. Mi sforzo solo di capire perchè succedono sempre più spesso queste cose: un maschio ancora animale nonostante la civiltà e l'educazione e in tale dimensione sostenuto dai modelli sociali (checcè se ne dica....).

Io sono padre e, se capitasse una cosa del genere a mia figlia, userei come minimo la clava e l'accetta per castrare i soggetti. Beninteso......

Ugo Albano
monica1967
00mercoledì 11 febbraio 2009 13:36
Beh io suggerivo per i non imputabili di togliere o limitare comunque la potestà al genitore, e allontanare il minore

Ampliando ( con una opportuna legge) le motivazioni dell'art 330 del codice civile io predisporrei l'allontanamento e la decandenza della potestà del genitore se il figlio non imputabile perchè troppo giovane compie un atto del genere.

perchè:

1) il ragazzo è in grado di capire la gravità o meno di quello che fa e allora è imputabile

2) il ragazzo non è in grado di capire da solo e allora caro genitore sei tu che ne sei responsabile e in questo caso la sanzione te la becchi tu ( non sanzione penale ma di perdita della potestà e allontanamento del figlio)

Scusate la durezza ma anche io sono madre e di una ragazzina di pochi anni + giovane...e se ci penso.... [SM=g27816] [SM=g27826]

ugo.albano
00giovedì 12 febbraio 2009 08:04
il problema è pure di tipo giuridico. Tu invochi iniziative civili (gli art.330 e ss. CC) pensati per la protezione del minore, mente, nello specifico, si tratta di fatti penali cui si richiama il CPP minorile che, al massimo, prevede un progetto di riabilitazione.

Se insomma in un reato minorile vedo carenze genitoriali, io su queste agisco ben poco. Se il primo, in via ipotetica, deriva dalle seconde, in ambito penale la relazione è poco influente. Al massimo, nella progettualità di recupero, con il collocamento in comunità, si lavora sul minore, non certo sulla famiglia.

Resta il problema della "particolare considerazione" che il nostro Ordinamento riserva ai minorenni, pur con reati gravi. Lo stesso reato, dai 18 anni in sù, ha tutto un altro trattamento.

Questo fatto dovrebbe spingere il legislatore a rivedere il CPP minorile, oggi come oggi (a mio parere) un pò troppo "perdonistico" verso questi delinquenti. La stessa malavita lo sa, affidando a minori spaccio e delitti vari.

Il problema è che siamo in Italia: succede il "fattaccio", e poi tutto si spegne, pure il dibattito sul "cambiare le regole". E' un pò come il fatto ultimo di Eluana Englaro: da anni si chiede il testamento biologico, da ultimo Berlusconi fa le corse con i decreti per "salvare Eluana", poi morta lei la discussione in Parlamento si ferma.

Ripeto: viviamo in un sistema incoerente, questi "piccoli rei" sono figli di questo sistema, in cui tutti si permettono tutto. Se chi sta in alto si fa l'impunità, sa che messaggi si danno a tutti i cittadini.................

Ahimè, che Dio ci aiuti......

Ugo Albano

Ugo Albano

barbarade
00martedì 3 marzo 2009 15:34
ogni giorno...ogni santo giorno, sulla cronaca locale e sugli esteri...leggo di bambine stuprate, di donne violate, picchiate e costrette al silenzio. non ne posso più. mi fa così male al cuore...non è l'indignazione, non solo quella... mi fa provare un dolore tale e la disperazione di non sapere più che fare, di non voler mettere al mondo figli che vedranno un mondo così.
la iena
anacrusi
00domenica 14 giugno 2009 13:19
a chi invoca la comunità come luogo riparativo
L'assessore Valdegamberi si dice sconvolto per quanto riportato dalla stampa ed auspica che la magistratura faccia piena luce e giustizia affinché siano risarcite le vittime, e sia restituita l'onorabilità all'istituto. Si meraviglia anche che dei fatti non siano stati informati i servizi territoriali. L'assessore sa meglio di noi che quei reati sono ormai prescritti. A quei preti spetta solo il castigo divino. D'altronde vicende come questa sono all'ordine del giorno. E' sufficiente digitare su qualsiasi motore di ricerca le tags minori, violenza, comunità, per essere subissati di documenti. Certo, simili fatti accadono ovunque, in tanti altri paesi, ma non è un buon motivo per infilarli sotto al tappeto. Perchè non ci spiega invece come mai la Curia non ha mosso un dito, nonostante fosse a conoscenza dei fatti da tre anni, così come si evince dalla conferenza stampa tenutasi oggi presso la camera dei deputati? Perché i nostri servizi territoriali, in seguito alla legislazione regionale, seguita alla riforma del titolo v della costituzione, stanno subdolamente insinuando che dietro ad ogni padre , zio, fratello, si cela un bruto? Perché vengono sottratti bambini alle famiglie sulla scorta di ingenui disegnini, dietro i quali si costruiscono teoremi che poi si rivelano spesso infondati? Ci sono molte altre cose che l'assessore Valdegamberi dovrebbe spiegare: Perché nonostante esista una legge dello stato che riconosce ai bambini in difficoltà il diritto al calore di una famiglia, (UNA VERA FAMIGLIA), nel caso la loro sia impossibilitata a rispondere adeguatamente ai loro bisogni, ci sono le comunità che scoppiano? Perché vengono utilizzate risorse destinate alle famiglie bisognose per rimpinguare le casse delle cooperative sociali? Perché nella nostra regione ogni tre minori fuori dalla famiglia ben 2 sono in comunità? Perché si fa passare l'idea, attraverso la stampa, che è difficile trovare famiglie disposte ad accoglierli? Perché solo una famiglia affidataria su cinque è disponibile a ripetere l'esperienza dopo un primo affido? Perché si riconoscono 436 euro/mese alle famiglie affidatarie e 3.600 alle comunità? Perché ci sono regioni dove i rapporti sono invertiti.. (due su tre in affido familiare)? Perché nonostante l'esistenza di una legge quadro che promuove la partecipazione attiva della cittadinanza, nel rispetto del principio di sussidiarietà, ai piani di zona si siedono associazioni che sono una emanazione del coordinamento delle comunità di accoglienza? Perché esistono giudici onorari che sono contemporaneamente presidenti di comunità di accoglienza? Perché nel nostro paese è cosi difficile istituire la figura del garante dell'infanzia? Da un anno queste domande attendono una risposta. Ma l'assessore Valdegamberi ci nega un incontro. C'é infine un inquietante interrogativo che vorremmo sottoporre all'assessore Valdegamberi. Un anno fa, mentre noi eravamo nelle piazze, in piena campagna elettorale, quando non era difficile avvicinare in corso Palladio, nei bar, nelle sedi dei partiti, politici di primo piano, ne incontrammo uno, non di primo pelo, uno stimato signore, che certamente conosce il peso ed il significato delle parole, con il quale ci siamo intrattenuti a lungo. Noi stavamo li a svolgere il compito che la nostra associazione s'era data per statuto: diffondere la cultura dell'accoglienza. Appena sentì nominare i tribunali per i minorenni, tuonò: i tribunali per i minorenni? Sono covi di pedofili. L'assessore Valdegamberi abbia la bontà di tranquillizzarci. Omero Faggionato ANACRUSI-associazione di promozione sociale www.anacrusi.org



PS: c'è una miriade di ragazzzi e ragazze che hanno conosciuto la comunità, che avrebbero molto da raccontare.Per quanto attiene, infine il tema del testamento biologico, e la vicenda "Eluana" in particolare mi piacerebbe sapere come la pensate.
barbarade
00lunedì 26 ottobre 2009 07:56
riapro questo post perchè....vorrei un vostro commento sulle ultime vicende. sopratutto mi riferisco all'onda mediatica che ha invaso ogni programma (anche la domenica pomeriggio) in merito agli ultimi eventi e al processo che ne è conseguito. una ragazzina stuprata da un gruppo. ieri pomerigio a domenica 5 hanno intervistato gli abitanti del paesello che.....ORRORE!!!! hanno dichiarato che quella era una ragazza di facili costumi e che per questo avevano preso le parti dei maschietti che, a loro parere, erano stati sedotti dalla maliarda.....
NON HO PAROLE!
voi che ne pensate?
la iena [SM=g27822]
mauri!
00lunedì 26 ottobre 2009 17:29
Cara Iena
Poni un problema che ha due focus diversi, uno è il fatto in se (e ne possiamo parlare se vuoi) un altro è la comunicazione del fatto in se, o meglio la comunicazione mediatica.
Io personalmente ormai accetto passivamente il fatto di avere un pregiudizio, ci ho provato a combatterlo, ma mi torna sempre indietro confermato (come un boccone assolutamente non digeribile)
Il mio pregiudizio è che chi fa comunicazione dei fatti sociali in modo massificato (la televisione in questo caso, ma non solo) non cerca una “verità” (ammesso che esista una verità) ma tira direttamente a intuire, e conseguentemente a proporre, una "attesa di verità", quella più “vendibile” al grande pubblico.
Si elabora allora una “cosa” che semplifichi la realtà (la realtà invece è una cosa dannatamente complicata), una “cosa” che rassicuri, e sotto sotto confermi il cosiddetto comune sentire (o quello che comunemente si ritiene “comune sentire”). Quello alla fine è considerato un bravo giornalista, magari non dai suoi colleghi seri, ma dal suo capo redattore che -con i dollari negli occhi - vede aumentare le copie vendute (o il famigerato audience che commercialmente è la stessa cosa).
E’ più rassicurante accettare l’idea che era lei che faceva la zoccola che non l’idea di crescere una generazione deviante, perché questa cosa colpevolizza lei, le altre considerazioni colpevolizzano noi.
Francesca.Cagliari
00lunedì 26 ottobre 2009 20:25
Io continuo solo a notare che quando gli stupratori sono stranieri....quasi li si vuole mettere al rogo senza manco farli parlare...
Quando invece sono italiani...è la ragazza ad essere zoccola......e a meritarsi la violenza...
Dico solo che, in un senso e in un altro, provo cmq un grossissimo schifo per le nuove generazioni sinceramente....
Mi capita leggere commenti anche su tiscali o forum..e leggo cose oscene.......
Come se la colpa fosse sempre della donna.....Come se non fosse normale per una ragazza appartarsi con un ragazzo che vuole conoscere....Come se non fosse normale per lei uscirci da sola....
Limfjorden
00martedì 27 ottobre 2009 09:24
a prescindere dal fatto che da un po' ho deciso di non guardare più la tv. scusate se appaio snob ma il basso livello che si riscontra in queste trasmissioni mi disturba seriamente. la cosa pessima tuttavia è che, trattandosi di trasmissioni che tentano d'imporsi sulla quantità dei telespettatori, modificano e abbassano atteggiamenti verso i fatti e fanno passare dei messaggi che sono anche questi tra le conseguenze dell'imbarbarimento dei rapporti tra persone (e non solo tra i giovani)... non so se vi capita mai di leggere i commenti sui video di youtube o sui giornali on line o su Facebook o quant'altro! credo che, dallo strupro allo sfogo violento su internet, dall'episodio di violenza all'accanimento in liti in tv, sia tutta la stessa solfa: un imbarbarimento dilagante! e questo a dire il vero mi fa paura! come se oggi fossimo tutti frustrati, pronti a sfogarsi dove che sia!
ugo.albano
00mercoledì 28 ottobre 2009 08:06
Al di là dello stupro, che tutti condanniamo, ci sono anche i fenomeni a cui Limfjorden faceva cenno, ovvero l'aggressività come "normale stile relazionale" (dal politico in TV al cretino al volante che suona), ma anche una "mercificazione" del corpo della donna.

Al di là della prostituzione e della pornografia, modalità consolidate di vendita del sesso senza relazione, a me preoccupa la "normalità" degli italiani nel valutare le persone dall'apparenza. Mi preoccupa non poco il modello che hanno i ragazzi ora, "corpo" senza altro.

Ma come fa un ragazzino a considerare l'altro oltre al corpo, se a casa nessuno glielo dice? Non è una questione di "educazione al rispetto" come imposizione, bensì come quotidianità di valori che parte dalla famiglia.

Il fenomeno degli "stupri di gruppo" deriva proprio dalla "normalità" del considerare la donna come un oggetto. ...."Lo fanno nei film pornografici, vuoi che non sia normale?..." Il fatto ancora assai più grave è il "perdonismo" non solo delle famiglie, ma pure del sistema penale stesso (a volte complici alcuni colleghi), il quale "archivia" col perdono giudiziale o con una blanda messa alla prova: significa abilitare questi piccoli delinquenti di fatto.

Il problema è l'esempio dei grandi, secondo me. Ed è una fatica per me padre, vedendo che il mio sforzo di coerenza verso mio figlio deve poi fare i conti con i "non buoni esempi" altrui.

Per non parlare dei politici, se pensate agli ultimi scandali: comportamenti poco consoni alla "normalità" conditi con l'arroganza di chi non vuole intromissioni e si nasconde dietro la privacy. Meno male che, almeno le mogli, il "mazzo" glielo fanno.

Però -ripeto- c'è sotto pure un problema culturale generale: in Italia strutturiamo troppo le relazioni sull'estetica e poco sulla sostanza, troppo sulle impressioni e poco sui contenuti. Ci sarebbe un grande bisogno di "educazione civica" nel senso di "educazione alle emozioni e alle relazioni". Altro che educazione sessuale......

Ugo Albano
Limfjorden
00mercoledì 28 ottobre 2009 10:45
Ugo condivido in pieno!
[SM=g27811]
Bisby King
00venerdì 6 novembre 2009 17:17
Quando lavoravo come operatore sociale, in mezzo a ragazzi con alcune problematiche, quella sorta di educazione civica la avevo chiamata "educazione sentimentale". Purtroppo anno dopo anno i modelli imperanti sono altri, e di questo i ragazzi hanno colpe relative.
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