saludi e trigu...

Parli di Sardegna e parli di tradizioni... parli di Sardegna e parli di antiche usanze... alcune delle quali ormai si sono perse nei meandri della memoria...
Ecco, per esempio, come si svolgeva il rito del fidanzamento nel Gerrei, narrato brevemente dallo scrittore sardo Marcello Serra...

Protagonista del rito è il paralimpiu, al quale il fidanzato affida l'incarico di presentare la sua richiesta di matrimonio. Viene sempre prescelto un uomo esperto e assennato, che goda della stima generale. Nel giorno stabilito, questo ambasciatore, con amici e parenti del giovane, va a bussare alla porta della ragazza e chiede, lamentandosi, di un'agnella che si è smarrita. L'agnella, naturalmente, è la fidanzata. Oltre la porta, che non s'apre ancora, rispondono i parenti della fanciulla, negando d'aver visto s'angionedda.
Il paralimpiu ribatte e, sempre restando sulla soglia dà inizio ad un dialogo serrato che dovrà vincere la resistenza degli interlocutori. Finalmente la porta si spalanca ed il padrone di casa si decide a mostrare il suo gregge, ossia a presentare una per volta le donne della sua famiglia, introducendo persino degli uomini con vesti femminili per prolungare lo scherzo. Da ultimo giunge la fanciulla sospirata, accolta con grida festose dal paralimpiu e dai suoi compagni, che non stentano adesso a riconoscere in lei la dolce agnella che cercavano...


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Il rito nuziale, invece, è più semplice. Ma è pur sempre uno spettacolo commovente e gentile, specie al momento del ritorno dalla chiesa. Anche in questi paesi, come in altri della Sardegna, da tutti i davanzali e da tutte le soglie la gente benedice ed asperge di grano, di mandorle e di nocciole tutto il corteo.
Sulla soglia della nuova casa, la donna più anziana della famiglia attende gli sposi. Ella infrange, ai piedi dei due giovani, un piatto colmo di frumento e di sale, augurando "Saludi e trigu po medas annos", cioè "salute e grano per molti anni"...