Tularis 800 2T

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MRT75Roma
00mercoledì 20 maggio 2009 18:49
franci250
00mercoledì 20 maggio 2009 19:05
sarà mica questa bestia??

MRT75Roma
00mercoledì 20 maggio 2009 19:19
proprio quella!
mai sentito della sua esistenza ...

ha letto l'articolo? orgasmatica!
MRT75Roma
00mercoledì 20 maggio 2009 19:21
da Motonline:

183 CV e 119 kg di peso. Questi i fondamentali della Tularis 800, nata nel garage di un celebre tecnico della Formula 1. Partendo da un motore da motoslitta


Sembra la trama di un film hollywoodiano. La storia inizia con un primo piano sulla maglia del protagonista, la stessa del resto della squadra, dove c'è scritto: "Siamo scienziati aerospaziali!"
Questo personaggio fuori dagli schemi, con un quoziente intellettivo impressionante, nasce e cresce in Germania, dove il padre iraniano vende tappeti persiani. Poi, però, la sua famiglia si trasferisce negli Stati Uniti e lui prosegue i suoi studi di dottorato in astrofisica all'Università della California. E' a questo punto, però, che la passione per il mondo delle moto diventa talmente forte da convincerlo, nel 1996, a mollare galassie e buchi neri per diventare il responsabile tecnico telaista della Victory, società inglobata nella più grande azienda americana produttrice di motoslitte e ATV, la Polaris.
La persona di cui stiamo parlando si è anche cimentata in qualche gara per moto d'epoca con una Norton bicilindrica e ha perfino trovato il tempo per costruire un'originale monocilindrica da corsa spinta dal motore di una Honda CR500 a due tempi. Poi, un bel giorno, mentre stava girando in azienda, c'è stato l'incontro che ha cambiato la sua vita, quello con il prototipo di una motoslitta.
La sua fertile immaginazione, infatti, si è subito messa in moto e, dopo tre anni di duro lavoro, il nostro eroe è riuscito a finalizzare gli sforzi portati avanti nella cantina della sua casa di Minneapolis, dove insieme a un piccolo gruppo di sostenitori ha dato vita a un vero e proprio capolavoro, un'opera d'arte a due ruote che non assomiglia a niente di già visto finora.
Tra l'altro questo progetto, caratterizzato appunto dal bicilindrico a due tempi di una motoslitta inserito in una struttura davvero inedita (che rappresenta lo stato dell'arte in tema di telai motociclistici), non è nato con l'obiettivo di gareggiare in una classe specifica, nonostante preveda numeri assolutamente sorprendenti, come dimostrano i 183 CV all'albero di potenza massima e i 119 Kg di peso a secco.
Solo una cosa, in questa vicenda, è andata storta, anzi due. La prima è che il protagonista della storia ha testato la moto a Daytona, nel 2000, rendendosi conto che l'esperienza maturata vincendo quattro titoli nazionali AHRMA non era affatto sufficiente per domare una simile belva e la seconda è che, nel frattempo, è stato "costretto" a cambiare lavoro per dedicarsi all'impegnativo ma gratificante compito di sviluppare una piattaforma che i principali team di Formula 1 e Formula Indy hanno poi utilizzato per simulare il comportamento delle loro vetture in qualsiasi tipo di condizione immaginabile, sia in pista che su strada. Pertanto, il nostro eroe ha dovuto appendere il casco al chiodo, delegando ad altri il compito di guidare la sua creatura.

Ebbene, questa moto non ha fatto in tempo a muovere i primi passi negli Stati Uniti, dove si è dimostrata subito vincente per mano di Robert Jensen, che il suo progettista ha ricevuto un'offerta impossibile da rifiutare, dopo che già aveva detto di no alla possibilità di trasferirsi in Italia, nella fattispecie a Bologna, per prendere parte alla progettazione del telaio della Ducati Desmosedici!
Del resto, a lui piaceva l'idea di vivere in Gran Bretagna, in qualità di responsabile del reparto di ricerca e sviluppo di uno dei più importanti team di Formula 1, dunque così è stato. Insieme alla moglie Kate, il nostro personaggio ha fatto le valige e si è trasferito nelle campagne vicino a Oxford, dove molte squadre di Formula 1 hanno il loro quartier generale.
Naturalmente, nel bellissimo cottage dove è andato ad abitare non poteva mancare un ampio garage nel quale ha trovato posto la sua incredibile motocicletta, che nel frattempo è stata affiancata da una Supermotard costruita sulla base della Yamaha YZ450 e portata in gara con successo da Doug Henry, secondo nel campionato AMA Supermoto del 2003.
Il resto della storia è presto detto. Al termine del primo anno di impiego nel suo nuovo ruolo, il team del nostro eroe ha vinto il titolo in Formula 1 per mano di un giovane pilota spagnolo, il che dimostra che l'operato del protagonista di questa storia ha effettivamente fatto la differenza.
Naturalmente, il finale del film prevede che al termine della stagione, durante un test privato del team, il nostro uomo colga l'occasione per far provare a un amico la sua creatura, giunta nel frattempo al quarto anno di sviluppo, prima che quest'ultima venga di nuovo messa in garage a svernare... Così, mentre il fortunato si avvia lungo la corsia box in sella a questa fantastica motocicletta, con un bellissimo tramonto sullo sfondo, partono i titoli di coda…

Non c'è che dire, sarebbe davvero un gran bel film, se non fosse per il fatto che è tutto vero! Robin Tuluie, questo il nome del personaggio, è riuscito a realizzare una moto assolutamente eccezionale nella cantina di casa sua. Un mezzo che, oltre ad essere straordinario dal punto di vista tecnico, si è anche dimostrato competitivo nei confronti della più agguerrita concorrenza giapponese all'interno della classe Open americana.
Tuluie ha attraversato l'Oceano nel 2004 per guadagnare le fila del Team Renault in F1 come capo del reparto di ricerca e sviluppo, giocando un ruolo fondamentale nella conquista del titolo da parte di Fernando Alonso. Il quarantunenne astrofisico, convertitosi in ingegnere, ha dunque dato vita alla Tularis 800 Formula USA, questo il nome che identifica la moto in questione, partendo dal motore di una motoslitta Polaris e, soprattutto, facendo quasi tutto da solo!
Il progetto è partito appunto nel 1997, quando a Robin è venuta l'idea di utilizzare alcuni ricambi Polaris per dar vita alla Formula USA. Il suo bicilindrico parallelo a due tempi con perni di manovella sfalsati di 180° aveva inizialmente una cilindrata di 700 cc, ma poi è stato maggiorato a 772 grazie a misure caratteristiche di 85 mm di alesaggio e 68 mm di corsa. Così configurato e senza alcun tipo di ulteriore messa a punto, il motore erogava già 148 CV alla ruota (165 all'albero), allorché Tuluie ha allungato la corsa di altri 2 mm, portandola a 70, per un totale di 792 cc e 173 CV a 8700 giri all'albero, corrispondenti a 152 CV alla ruota. Dopo il trasferimento in Inghilterra, lo sviluppo è proseguito fruttando altri 10 CV in più, per una potenza massima di 183 CV a 8700 giri all'albero (161 alla ruota) racchiusi in un motore piccolissimo, capace di spingere la Tularis a 291 Km/h sui banking di Daytona nel marzo del 2003 e senza contare i 14,38 Kgm di coppia, valore superiore a quello di una MotoGP di 990 cc.
Se infatti paragoniamo simili prestazioni con i 131 CV a 10.500 giri e i 102 Kg della NSR 500 che Sete Gibernau guidava nel campionato del mondo del 1999 è evidente come la Tularis vanti un rapporto peso/potenza di gran lunga migliore.

E' bene ricordare ancora una volta che stiamo confrontando una moto costruita da un'unica persona nella cantina di casa sua con un mezzo ufficiale progettato, realizzato e messo a punto dal reparto corse più grande e facoltoso del mondo: la HRC.
A tutto ciò, poi, va aggiunta la presenza di una valvola parzializzatrice che Tuluie ha introdotto nell'ultima fase dello sviluppo, vale a dire poco prima che mi fosse concessa la straordinaria occasione di testare la moto sul circuito di Silverstone, tra un'uscita e l'altra della Renault da Formula 1. Prima d'allora, avevo provato la Tularis sul tracciato di Brainerd, in Minnesota, con il suo lungo rettilineo dove negli anni Novanta il Mondiale Superbike vide per la prima volta superato il muro dei 300 Km/h.
Una volta inforcata, la moto di Robin appare assai spaziosa, anche per un pilota che supera il metro e ottanta di altezza, nonostante che a vederla da lontano sembri piccolissima. Le sovrastrutture snelle, piuttosto sviluppate in senso verticale, denotano un'ottima ergonomia e chi sta in sella si sente perfettamente inserito nel corpo macchina.
Non appena il motore prende vita, grazie al contributo di un apposito avviatore, le vibrazioni si fanno sentire, soprattutto attraverso i semimanubri, così come la fantastica tonalità di scarico emessa dalle due espansioni sotto il codone, cupa e potente, diversa da qualsiasi altro bicilindrico a due tempi.
Per fortuna che le vibrazioni scemano un po' con il salire dei giri, diventando meno invasive, anche se passano comunque in secondo piano per via della concentrazione richiesta dalla guida. Una volta inserita la prima attraverso il cambio rovesciato, si scopre infatti come il motore abbia una fascia di utilizzo molto particolare, caratterizzata da una cospicua riserva di coppia. La spinta del bicilindrico si fa interessante già a partire dai 3000 giri, tant'è che bisogna stare attenti a non sfrizionare troppo, come si fa di solito su una normale moto a due tempi, se non ci si vuole mettere la moto per cappello, soprattutto quando si è ancora leggermente piegati.

Questo perché intorno ai 5700 giri c'è un incredibile incremento di potenza, pari a circa 50 CV in soli 500 giri! Un picco quasi istantaneo che richiede una certa abitudine per cominciare a spingere. In pratica, bisogna rialzare la moto in fretta prima di poter aprire il gas in modo deciso, altrimenti c'è il rischio di essere catapultati in aria senza tanti complimenti, e in ogni caso occorre ricordarsi di spingere con forza sulle pedane per cercare di mantenere la ruota anteriore a contatto col suolo. A tal proposito, un valido espediente può essere quello di mantenere il motore costantemente al di sopra dei 6000 giri, anche se la tonalità di scarico gutturale e la robusta spinta ai medi regimi potrebbero far pensare che il modo migliore per guidare un motore del genere sia quello di far leva sulla curva di coppia. Ciò sarebbe vero se non ci fosse quell'enorme scalino nel bel mezzo dell'erogazione (che la valvola parzializzatrice ha successivamente smussato).
Viceversa, rimanendo sempre sopra i 6200 giri, si ha modo di apprezzare come la Tularis sia davvero molto, molto veloce, sia in termini di accelerazione che di velocità massima, oltre a dimostrarsi piacevolmente stabile, in rettilineo come nei curvoni in appoggio, anche in presenza di dossi o buche e nonostante il corto interasse e l'alto baricentro.
Evidentemente, gli studi che Tuluie ha portato avanti sulle simulazioni al computer in ambito automobilistico gli hanno permesso di definire una ciclistica davvero efficace, con un ottimo comportamento sia in curva che in frenata. In quest'ultimo frangente, tuttavia, bisogna fare i conti con il frequente sollevamento della ruota posteriore, che perde contatto con l'asfalto sotto la potente azione dell'impianto frenante anteriore con pinze AP a sei pistoncini.
Per quanto riguarda la maneggevolezza pura, invece, sono convinto che la Tularis risulti un po' troppo alta, sia davanti che dietro. Ciò, se da una parte favorisce il trasferimento di carico, e quindi la trazione, in fase di accelerazione, dall'altra penalizza un po' i rapidi cambi di direzione, soprattutto laddove vi sia un asfalto non perfettamente liscio. La sospensione posteriore, inoltre, sembra piuttosto rigida e questo impedisce al retrotreno di assorbire le eventuali asperità, con ripercussioni negative anche sulla ruota anteriore. Per contro, in accelerazione l'avantreno non ha la tendenza ad allargare la traiettoria e rimane fedele alla linea impostata nonostante che lo sterzo abbia talvolta delle leggere oscillazioni.

Ad ogni modo, il motore della Tularis non è rapidissimo nel prendere i giri come un bicilindrico a due tempi di piccola cilindrata, ma ha comunque una progressione vigorosa che lo porta fino a quota 8500 giri, in prossimità dei quali è meglio passare al rapporto successivo, evitando così di imbattersi nel limitatore, posto dopo altri 500 giri. Naturalmente, cercare di mantenere sempre un elevato regime di rotazione significa essere costretti a un intenso uso del cambio, che sulla Tularis non è particolarmente morbido e mal digerisce l'inserimento delle marce senza l'utilizzo della frizione, cosa piuttosto insolita su un motore a due tempi.
Di sicuro, su una moto del genere farebbe comodo un dispositivo elettronico, ormai di uso comune nelle competizioni, che consenta di passare al rapporto successivo senza chiudere il gas e senza tirare la frizione, oltre a un contagiri munito di led luminosi che si accendano progressivamente segnalando il momento giusto per cambiare.
Come detto, la presenza della valvola parzializzatrice che Robin ha introdotto prima del test di Silverstone è servita a mitigare un po' il temperamento del bicilindrico, rendendolo meno repentino nel passaggio tra medi e alti regimi. La fascia di utilizzo si è dunque allargata, a beneficio della possibilità di affrontare le curve più lente senza dover fare i conti con furiose impennate e con un uso frenetico del cambio.
Alla luce di questo miglioramento, dunque, è davvero un peccato che una moto così geniale e innovativa venga oggi impiegata solo a scopo dimostrativo all'interno di eventi come il Festival della Velocità a Goodwood, per poi tornare nel garage di Robin Tuluie.
"Costruire questa moto ha rappresentato per me un'esperienza bellissima – racconta Tuluie – soprattutto per il divertimento e la soddisfazione che ho provato durante il suo sviluppo, oltre che per le persone che ho potuto conoscere lungo questo cammino. Grazie alla Tularis ho potuto incontrare dei veri amici e questa è la cosa migliore che potesse capitarmi, oltre naturalmente alla famosa vittoria ottenuta nella Formula USA!".
Chi ha le corse nel sangue, si vede...
Alberto2811
00mercoledì 20 maggio 2009 20:33
alla fine del terzo paragrafo:

Se infatti paragoniamo simili prestazioni con i 131 CV a 10.500 giri e i 102 Kg della NSR 500 che Sete Gibernau guidava nel campionato del mondo del 1999..


non ditelo a littebarski che s'impicca! ahahahaha
littebarski
00giovedì 21 maggio 2009 18:50
Re:
Alberto2811, 20/05/2009 20.33:

alla fine del terzo paragrafo:

Se infatti paragoniamo simili prestazioni con i 131 CV a 10.500 giri e i 102 Kg della NSR 500 che Sete Gibernau guidava nel campionato del mondo del 1999..


non ditelo a littebarski che s'impicca! ahahahaha




... ah! ... ma proprio te le cerchi? ... allora ti spiego le cose con il "cucchiaino" ...

... guarda, io ti voglio bene (vedi mio post Magione) ... ma dopo il tuo Magione 09 ... quell'azione indicata per me ... forse sarebbe utile per te ...

... a riguardo poi di "tecnica", la Honda NSR 500 di Gibernau era un bicilindrico a due tempi (detto V2), era la moto meno potente del lotto ufficiali ... aveva più di 50 cv in meno dell'ufficiale HONDA NSR 500-V4.
... ed era un ripiego, perchè la V4 ufficiale era di un certo Doohan (per notizia questo tipo di motore il V4, già con Eddie Lawson sviluppava 185 cv all'albero, nell'anno 1989), quindi? ...

... nel post poi ... riguardante la tularis 800 ... è una bella moto ma ... comunque è una bicilindrica ... con ammissione lamellare e comunque, sono arrivati ad una determinata potenza ... bravi!

...l' RG ha 4 cilindri ed è a disco rotante!

... ne hai fatta un'altra ... cmq ti voglio bene ... ma non sono gay
Alberto2811
00giovedì 21 maggio 2009 19:14
lo so bene che era un V2 ma.. si parla di moto da gran premio di 15 anni successive alla tua rg..

comunque io l'ho detto scherzando tant'è che ci ho messo la risata dopo (forse non era abbastanza lunga? la prossima volta la faccio di 3 righe) e poi... magione 09.. sono andato lì convinto di fare bene con una moto che invece ha avuto dei problemi.. ma non mi sono presentato a tutti come IL MAESTRO ONNIPOTENTE, come invece ha fatto qualcun'altro.. continua pure la tua favoletta tra cappuccetto rosso e i 191 lupi.. ops.. cavalli.. che si aspetta una prova al banco finale. perchè è quello che si contesta. :D


comunque.. tanto per tornare IT abbandonando le cagate... ho trovato qualche foto

















tryton
00giovedì 21 maggio 2009 20:39
Cavolo che spettacolo...
Rimarrei a fissarla per ore...
Bravi veramente...
KOKAL78
00giovedì 21 maggio 2009 22:26
Il radiatore sotto il serbatoio pero' non mi sembra un'ideona, o no?
Per il resto è un capolavoro!!!Sarebbe bello sapere in quanto gira su circuiti dove ci sono riferimenti cronometici delle vecchie 500 GP.
MRT75Roma
00venerdì 22 maggio 2009 12:14
col calore sotto il sedere vedi il pilota come corre!!!
:-)
Aprilia250_LT
00venerdì 22 maggio 2009 17:32
non si capisce bene dalle foto... ma il motore ha funzione portante? Cioè è parte stressata della ciclistica o no? Dalle foto sembra che le termiche siano avvolte da piastre del telaio che poi vanno a chiudersi sul canotto, mentre sembra che il forcellone vada a collegarsi direttamente al basamento del motore.... una soluzione alla desmosedici per intenderci...
dottflash72
00domenica 24 maggio 2009 13:07
è fantastica. Se il radiatore l'ha messo sotto la sella credo che abbia avuto i suoi motivi, ma magari ci vuole uno del forum per spiegargli che non è una buona idea, sicuramente da solo non ci arriva........ma fatemi il gavore ragazi.......

Senza carena è + piccola di una bicicletta, srebbe bello provarla...

Eppoi non va solo sul dritto..Albi grazie delle foto.....la prox volta lamoto fattela prparare dla braski ....ahahahahahahaha.......ahahahahahaha...uhuhuhuhuhuhuhuhuh

....ahahahahahahaha.......ahahahahahaha...uhuhuhuhuhuhuhuhuh

....ahahahahahahaha.......ahahahahahaha...uhuhuhuhuhuhuhuhuh


(sono tre righe per far capire che scherzo)

....ahahahahahahaha.......ahahahahahaha...uhuhuhuhuhuhuhuhuh

....ahahahahahahaha.......ahahahahahaha...uhuhuhuhuhuhuhuhuh

....ahahahahahahaha.......ahahahahahaha...uhuhuhuhuhuhuhuhuh

Alberto2811
00domenica 24 maggio 2009 14:19
Re:
dottflash72, 24/05/2009 13.07:

è fantastica. Se il radiatore l'ha messo sotto la sella credo che abbia avuto i suoi motivi, ma magari ci vuole uno del forum per spiegargli che non è una buona idea, sicuramente da solo non ci arriva........ma fatemi il gavore ragazi.......

Senza carena è + piccola di una bicicletta, srebbe bello provarla...

Eppoi non va solo sul dritto..Albi grazie delle foto.....la prox volta lamoto fattela prparare dla braski ....ahahahahahahaha.......ahahahahahaha...uhuhuhuhuhuhuhuhuh

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(sono tre righe per far capire che scherzo)

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sei semplicemente il mio idolo [SM=g27811]


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FabioRACE
00lunedì 25 maggio 2009 18:24
io penso che più che paragonarla a una delle 500 gp ufficiali come chrono bisognerebbe compararla a una 250 gp attuale.
ricky86ts
00lunedì 25 maggio 2009 19:26
il tipo di motori ne saprà parecchie ma a vederla è abbastanza alternativa come moto.

soluzioni di questo tipo non è che abbiano riscosso grande successo.
a vedere quel telaio o struttura che dir si voglia mi lascia abbastanza perlplesso.

poi magari è na schegggia. sarebbe da trovare na recensione seria.
nelloperformance
00domenica 31 maggio 2009 16:02
lo stimo quell'uomo è un grande...
turboazeta
00mercoledì 3 giugno 2009 15:50
secondo me questa moto la puo aver costruita solo un genio... INFATTI utlizza soluzoni nn comuni....

secondo me non puo competere con le vecchie 500 gp e 250 gp attuali......a livello di tempi al giro.....

ma sicuramente è una moto spaventosa....con soluzioni FANTASTICHE.... come il motore portante....cilindrata 800 2t...carburatori rivolti in avanti ..posizionamento mono post...levraggi...e un miliardo di altre cose....
desmorisi
00martedì 8 dicembre 2009 21:28
Concordo una moto stupenda con soluzioni eccezzionali, forse non efficacissima in pista ma comunque valida...Risi.
=mika89=
00giovedì 7 gennaio 2010 19:29
stupenda ragazzi è a dir poco,cmq non credo abbia fatto tante cappelle nel costruirla,si è fatto aiutare dagli ingengeri di f1,mica pivelli^^
banjo900
00lunedì 1 febbraio 2010 20:40
belle soluzioni innovative miscelate a qualche soluzione dubbia ...
primaria a cinghia?? ma avra' una resa del 97% contro un 99% della coppia di ingranaggi!!! Ok la complessita' costruttiva degli ingranaggi, ma 2% su una moto del genere sono 3 cv! e 3 cv, per uno che lavora in F1 sono tanti, in ogni caso, e sempre!
Ammirevole comunque!
loregenna
00lunedì 15 febbraio 2010 21:59
credo abbia fatto una buona scelta invece, con la cinghia ha potuto utilizzare un banco motore semplicissimo, credo tra l'altro sia stato importato identico al motore originario credo di una motoslitta polaris.

Realizzare un carter apposito "convenzionale" credo sarebbe stato un impegno impossibile, ovvero progettare e realizzare le fusioni con tutto il cambio ecc

Quella soluzione ha semplificato il tutto per la progettazione, e quel 2% di rendimento perso (forse neppure vero, trascuri che la frizione è cosi a secco e la rotazione della primaria nell'olio) e probabilmente ha fatto la differenza tra una realizzazione originalissima ma reale e una forse meno realizzabile.
Poi insomma credo che la potenza sia più che abbondante.

La cinghia poi ha una caratteristica molto utile di essere leggermente elastica ed attutire vibrazioni e contraccolpi che una cilindrata cosi sicuramente mette in terra, ipotizzo che questo poi gli ha permesso di tilizzare un cerchio senza parastrappi, a cui non riuscirei a pensare senza quella sozuzione a cinghia.

Il cambio ha l'alloggiamento realizzato nel telaio e forse il progettista voleva realizzare proprio la connessione diretta tra cannotto e perno forcellone.
Da quanto avevo capito il telaio è realizzato DAL PIENO!!! da un blocco da quasi 1 metro cubo di alluminio!

Secondo me non è assolutamente da criticare una persona che probabilmente quanto a preparazione tecnica ci fa le scarpe a tutti noi messi assieme, soprattutto perchè è stato capace di realizzarla.

Semmai ho un altro dubbio, da quanto trovato in giro quella moto è stata un esercizio di tecnica, in realtà pare non aver mai visto una piega decente ne la possibilità di sfruttare quel motore e forse non hanno avuto perciò la possibilità di metterla un minimo a punto e verificare come si poteva comportare realmente.
Il che è il vero peccato!
zuck90
00martedì 16 febbraio 2010 21:40
il cambio è inglobato nel telaio (anche se non si capisce molto la costruzione da queste foto).
quello di cui parla loregenna dovrebbe essere questo:
www.melly-bike.com/accueil1.htm

la cinghia comunque potrà avere anche i vantaggi da voi citati ma a sentir certe voci pare che la cinghia sia poi stata sostituita da una trasmissione a catena in quanto la cinghia non era sufficientemente resistente.

se si riusce a sfruttare in pista bisogna chiedere a chi l'ha provata, c'è da dire però che i cavalli di certo non le mancano :D
31.
00giovedì 18 febbraio 2010 11:29
il genio ha montato i filtri bezina per evitare che non entri sporcizia nei carburatori e nel carter dopo di che non ha previsto un airbox provvisto di filtro d aria cosi proprio non vedo che scopo hanno quei filtri
zuck90
00venerdì 19 febbraio 2010 23:09
se guardi le carene hanno delle prese d'aria ai lati.. quindi immagino che l'airbox lo abbia..
Ottaviano1
00sabato 20 febbraio 2010 02:42
Re:
31., 18/02/2010 11.29:

il genio ha montato i filtri bezina per evitare che non entri sporcizia nei carburatori e nel carter dopo di che non ha previsto un airbox provvisto di filtro d aria cosi proprio non vedo che scopo hanno quei filtri




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mbrizzo
00sabato 20 febbraio 2010 11:41
spettacolo, ne sto preparando una su base rs250 aprilia e disco rotante bicilindrico di 583cc, presto le foto del progetto , però questa è bella bella
31.
00lunedì 22 febbraio 2010 11:06
Re:
mbrizzo, 2/20/2010 11:41 AM:

spettacolo, ne sto preparando una su base rs250 aprilia e disco rotante bicilindrico di 583cc, presto le foto del progetto , però questa è bella bella




Grande, forza e corraggio, ti auguri di riuscirci. E' sempre bello sentire che in giro ci sono ancora 2tempisti con la passione dentro [SM=x151852] . Peccato che mamma Aprilia non ci lavori su su un nuovo progetto 250 o piu'! [SM=g27829]
Ottaviano1
00lunedì 22 febbraio 2010 11:31
Re:
mbrizzo, 20/02/2010 11.41:

spettacolo, ne sto preparando una su base rs250 aprilia e disco rotante bicilindrico di 583cc, presto le foto del progetto , però questa è bella bella




chiavari dove? posso venire a vedere sti lavori? [SM=g27828]
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