Squalo killer in California

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martee1964
00lunedì 28 aprile 2008 09:26
Alle 7 del mattino un esemplare della "Morte bianca" ha segato in due un natante, scambiandolo per una foca. Si teme che sia ancora nell'area. Gli elicotteri gli danno la caccia

"C'è una creatura ancora vivente al giorno d'oggi che è sopravvissuta a milioni di anni di evoluzione senza un cambiamento, senza passione e senza logica. Vive per uccidere. Stupida macchina mangiante, attacca e divora ogni cosa. E' come se Dio avesse creato il diavolo e gli avesse dato le mascelle”. Nel 1975, per presentare il suo film mozzafiato "Jaws", mascelle, che in italiano diventò "Lo squalo", il regista Steven Spielberg usò questa descrizione horror. Ora in California l'horror replica, ma è sangue vero nell’oceano dei divi di Hollywood, non fiction come nell'omonimo romanzo best seller di Peter Benchley del 1970 a cui si è ispirato il regista, californiano di adozione, per la trama di Jaws.

Un bagnante di 66 anni, David Martin, atletico veterinario in pensione, è stato attaccato al largo della costa di San Diego e ucciso da un grande squalo bianco mentre si allenava per una gara di triathlon con altri compagni. E’ realtà tragica, come le quattro persone vittime di attacchi di squali al largo del New Jersey, sulla costa atlantica, in 12 giorni nel luglio del 1916, episodio che diede lo spunto per il racconto di Benchley. L’incontro tragico tra squali e umani, insomma, alterna fantasia e verità, arte e angoscia umana, perché è raro e spesso fatale: un vero thriller in natura.

Secondo gli esperti gli squali non sono frequenti nelle acque al largo della California meridionale, sebbene le femmine capitino più spesso al sud per partorire, lasciando il freddo delle profondità di fronte alla costa del nord e del centro dello Stato. Ma poche fanno l'errore di scambiare gli umani per le foche e le otarie che popolano il Pacifico in abbondanza: di queste specie ne sono state stimate 188.000 dai ricercatori americani una decina d'anni fa. L'altro ieri, alle 7 del mattino, è capitato il qui pro quo: un grande squalo bianco (Carcharodon carcharias), chiamato anche "squalo da punta", o, direttamente e macabramente, "morte bianca", si stava dirigendo verso riva al seguito di una foca nera o di qualche altra preda ortodossa. Martin, che vestiva la muta nera da triatleta, s'è trovato a portata di mascelle dello squalo ed è stato letteralmente segato in due, le gambe inghiottite dalle fauci di "morte bianca". Da sotto, lo squalo ha scambiato i riflessi neri e ondeggianti dell’uomo per il profilo di una foca.
"Veramente una bella sfortuna per quel poveretto", ha commentato Richard Rosenblatt, professore emerito di biologia marina alla Scripps Institution di Oceanography in San Diego. E' stato Rosenblatt a riconoscere, dal morso inflitto agli arti di Martin, la specie dello squalo assalitore: un esemplare lungo almeno dai 3,70 ai 5,20 metri. Questa razza, i più grandi predatori degli oceani, può arrivare a pesare oltre due tonnellate.
Le autorità di polizia costiera, dopo la tragedia che è la seconda davanti a San Diego dal 1994, hanno vietato alla gente di fare il bagno nel tratto di mare da San Diego a Carlsbad, ma non arresteranno i disobbedienti, ha detto David Ott, il direttore della sicurezza pubblica della spiaggia di Solana. "Cercheremo di convincerli a non rischiare inutilmente, parlando con loro e dandoci così del tempo per rintracciare lo squalo killer", ha aggiunto il capitano dei bagnini. La caccia allo squalo è condotta da elicotteri che volano bassi, ma le speranze di individuarlo sono minime.
gioiaedolore
00lunedì 28 aprile 2008 19:56
non è una novita' .. purtroppo questi micidiali assassini fanno il bello et il cattivo tempo..negli oceani.
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