Signor Martin, come si costruisce un mondo fantastico?

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Lord Renly Baratheon
00giovedì 3 novembre 2005 19:14
Vi posto qui un resoconto di una conferenza di Martin stavolta non tradotta da altri siti, ma condotta proprio da noi, con i miei appunti, or ora. [SM=x204884]

Conferenza interessantissima, devo dire: si è fatta il giorno Martedì 1 Novembre, il giorno dopo la cena, e già avevo quindi l'idea che Martin fosse simpaticissimo, ma qui ho avuto la conferma anche del fatto che è un genio, non ne ha per nessuno...

Ci sediamo con il veloce Renly che sfrutta la sua giovine età per prendere subito posti per tutti (Eravamo, oltre a me, anche Axl, Brynden, Edmure, Sandor, Mancio e Kevan, e poi si sono aggregati anche Dago e Nestor), ma c'è un effetto collaterale: andiamo così presto che ci dobbiamo sorbire 20 minuti di un'altra conferenza, prima dello zione, di una compagnia di GDR dal vivo. Cosa carina e interessante, comunque.

Entra Martin che ero girato a parlare con Umberto e Camillo (Brynden ed Edmure), quindi neanche lo vedo arrivare. Al tavolo conferenziale si siedono da sinistra Emanuele Vietina, il gentilissimo e disponibilissimo organizzatore di Lucca con cui siamo stati in contatto, Gabriele, il traduttore-accompagnatore di George Martin, e, ovviamente, George Martin. [SM=x204884]

La conferenza si apre in sordina, senza applausi: forse nessuno aveva davvero visto Martin arrivare, sta di fatto che Vietina prende subito la parola. Ringrazia Martin per la sua disponibilità (questa conferenza sarà l'ultima della sua quattro-giorni a Lucca), e ci dice come dev'essere stato stressante per lui, in questi giorni stancanti con programmi intensissimi e sessioni di autografi con file lunghissime come non si vedevano al Lucca Comics & Games da 5 anni.

E questo possiamo confermarvelo, mi sono fatto assieme ad altri una fila dalle 15 per prendere il numero ed essere chiamato per la fila degli autografi veri e propri alle 17...

Poi Vietina passa a ringraziare noi tutti fan educati e pazienti, che non abbiamo dato nessun motivo all'organizzazione di vergognarsi o di doversi scusare con Martin di qualcosa. Ringraziamenti dovuti anche alla Nexus (produttrice del gioco da tavolo del Trono di Spade) e alla Stratelibri (produttrice del gioco di carte delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco), che hanno anche loro collaborato a far venire Martin in italia, avvenimento che, ricordo, è avvenuto per la prima volta in assoluto.

Vietina ha poi ricordato la cena, avvenuta la sera prima e alla quale non aveva potuto essere presente per cause a noi ignote. Ci ha detto di come comunque gli altri coordinatori della cena gli avessero comunicano di come era stata davvero coinvolgente, bella e toccante. Per questo, ringraziava tutte le community che vi avevano partecipato.

Si accenna anche alla Spagna: una volta era stata organizzata per Martin una cena con i fan, che però si era dovuta spezzare in due, dato che alcune community si odiavano talmente tanto a vicenda da non poter sopportare di dover condividere una cena così con loro. "Invece," dice Vietina, "abbiamo dimostrato al Signor Martin di come tutto questo non rientri proprio nella natura di noi italiani."

Prende quindi la parola Martin, dopo un applauso a Vietina, e si fa subito silenzio: è lui il re, la scena è sua, tutti i presenti non si aspettano altro che gustarsi fino all'ultimo questa sua ultima apparizione.
E lo Zio George non delude nessuno: parte dicendo di come questi quattro giorni siano stati davvero incredibili, di come sì sono stati stancanti, ma che sono stati anche ben ripagati. I fan italiani sono straordinari, dice, e non si divertiva così tanto da molto tempo.
"E' già abbastanza che leggiate i miei libri," ci dice, "che poi ci mettiate tutto questo entusiasmo mi lascia davvero senza parole."

Chiaramente molti di questi sono riferimenti alla cena del giorno prima: Martin cita anche i regali che tutte le community gli hanno fatto, tutti bellissimi, fatti con passione, e ringrazia di cuore.

Alla cena, alla sua entrata in scena, tutti i fan da tutti i tavoli si sono alzati in piedi e lo hanno applaudito deliranti - decisamente tutti noi eravamo tra loro - per almeno cinque minuti ininterrottamente. A questo riguardo ci ha raccontato l'aneddoto del generale romano, che dopo aver sconfitto le truppe barbare torna vittorioso a Roma, sotto scrosci di applausi e di complimenti dalla folla romana, si porta sempre dietro un piccolo schiavo in catene che gli ricordi sempre di come lui rimanga sempre un essere mortale e non sia un dio.
"Ecco," dice, con voce sincera, "diciamo che in questi giorni, e specialmente alla cena, avrei dovuto avere anche io questo schiavo con me."
Applausi commossi del pubblico.

Dopo questa breve introduzione, prende la parola Vietina, che introduce la conferenza nel suo topic principale:
D: "Mr. Martin, come si crea un mondo fantastico?"
Ha detto, ricordandoci che l'esperienza di Martin non si limita alle sole Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Martin ha sempre alle spalle una lunga esperienza di scrittore.
Vietina aggiunge che forse per creare il suo mondo fantastico qualche spunto dal mondo reale l'ha preso: la Barriera ricorda molto il Vallo di Adriano.
Altre similitudini, che abbiamo notato noi, sono come i Dothraki equivalgano ai Mongoli, i Dorniani agli Arabi, i Greyjoy ai Vichinghi, come poi il Westeros geograficamente ricordi la Gran Bretagna, di come tutta la guerra ricordi un po' la Guerra dei Cent'anni, e ovviamente anche qualcosa di minore, come le famiglie della guerra delle due rose: York ---> Stark, e Lancaster ---> Lannister.

R: Martin ha risposto che dipende generalmente dal tipo di scrittore, quanto un mondo fantasy possa essere tratto dal mondo reale: c'è chi vuole inventarselo completamente da se', c'è chi inventa tutto da solo ma che trae solo qualche base dal mondo reale, e c'è chi, come lui, si basa quasi unicamente su modelli reali di città, per descrivere il suo mondo fantastico.

Ma la cosa veramente importante che nessuno scrittore dovrebbe mai dimenticare è che la cosa più importante di un libro è la trama. Non si devono creare luoghi mirabolanti a discapito della trama, il libro ne risentirebbe tremendamente. E queste descrizioni di luoghi non sono che dettagli: i dettagli sono quello che devono venire fuori solo quando e se hai una solida base di storia e personaggi alle spalle.
I dettagli si aggiungono se ve ne è l'occasione, ma la storia non deve esserne così piena zeppa, altrimenti cose più importanti ne sarebbero oscurate.
Se c'è l'occasione, però, il dettaglio ben inserito è quello che da la scintilla realistica che fa piacere di più il libro.
L'ordine di importanza che uno scrittore dovrebbe quindi sempre seguire è:
1) Trama.
2) Personaggi.
3) Dettagli.

La storia reale è una grande fonte per i romanzi fantasy, continua Martin. Nello specifico, l'epoca che offre più spunti è, naturalmente, quella medievale.
E qui Martin fa una critica: nel medioevo il mondo non era come appare in alcuni libri.
Lo zio George fa l'esempio del bambino che corre in strada passando tra le gambe delle guardie per andare incontro alla principessa. In alcune storie vediamo la principessa correre incontro al bambino, abbracciarlo e proteggere il bambino dalle guardie, ma queste cose sono assolutamente false, non possono essere considerate fondate. Nella realtà sarebbe molto più probabile che la principessa si disinteressi totalmente al bambino mentre le guardie lo raggiungono e lo uccidono.
(Una similitudine a questo esempio che mi viene in mente è quello tra Arya, Mycah e il Mastino)

Chiaramente non c'è nulla di male se uno scrittore vuole volgere la sua trama in questo piano, ma allora il genere di scrittura cambia. La storia reale medievale è la base per una storia del tipo delle Cronache: perché appunto vi è approccio storico, che nell'esempio della principessa che abbraccia il bambino è assente.

Martin fa quindi un altro esempio, su come invece i romanzi fantasy dovrebbero essere scritti. E fa un signor esempio, citando Tolkien. Lui ha fatto le cose davvero per bene, e lo loda: è stato infatti il primo ad iniziare questo modo di scrivere, con fondamenti storici e con dettagli precisi e perfetti: ogni personaggio aveva una sua discendenza, ogni discendenza aveva una sua storia passata, e la storia passata aveva avuto luogo in posti descritti con incredibile realismo. La differenza tra Tolkien e i romanzi pre-Tolkien è abissale.
I background (o dettagli) di Tolkien sono numerosissimi.

Martin però non evita di fare una piccola critica a Tolkien, che comunque ribadisce apprezzare e stimare tantissimo.
Cosa manca nel mondo di Tolkien? La religione. Sebbene nel Silmarillion viene descritta una qualche specie di "Bibbia", i personaggi non ne fanno mai davvero uso come una religione, e questa è una grave falla, in un romanzo di questo genere.

D: Interviene nuovamente Vietina, che dice che Martin non ha veramente risposto alla sua domanda, e che cercherà di essere più preciso: il Vallo di Adriano è diventato la Barriera quando Martin è stato in Scozia: può essere ora, ad esempio, che Lucca, Firenze o Pisa diventino almeno in parte una delle sue città? Insomma: i suoi viaggi quanto influenzano le sue scritture?

R: Martin ha risposto che sicuramente qualcosa di Lucca, Firenze e Pisa verrà inserito nelle Cronache. Quello che praticamente fa è inserire nelle Cronache qualunque cosa che visita e lo colpisca, così da dare ancora più spessore ai dettagli del racconto. I particolari di molti dei suoi castelli sono stati descritti nel libro precisamente come lui li ha visitati. Chi ha letto AFFC, poi, avrà notato di come la Libera Città di Braavos sia tratta proprio da... Venezia!
A questo riguardo ha fatto un commento a parte: ognuno di noi dovrebbe provare almeno una volta nella vita a fare uno scritto documentato. Così apprezzerebbe ancora di più nel leggere queste altre storie: saprebbe a quanto ammonta tutto il lavoro che c'è dietro!

Poi Martin ha spiegato un po' di come ha preso questa idea dei PDV, limitata al singolo personaggio e molto realistica, che non ha molti precedenti.
L'ha cominciata scrivendola in una serie non pubblicata in Italia, dove la chiamava "Romanzo a Mosaico": questa serie era scritta da più scrittori tutti assieme, e uno di questi appunto era lui, e ogni scrittore scriveva un capitolo dal punto di vista di un personaggio. Così la storia andava avanti, e così è nato il PDV, che ha deciso di riprendere nelle Cronache.

D: A questo punto Vietina ha ceduto la parola alle domande dal pubblico, e un ragazzo ha preso la parola, chiedendo se lo Zione usava anche Internet per documentarsi sui suoi lavori.

R: Martin ha risposto di sì, che usa Internet, ma davvero poco: come alcuni di noi hanno avuto modo di imparare a contatto con lui via mail, conferma di essere veramente impedito ad usare il computer, e ha detto di aver dedicato A Feast for Crows ad un tale Stephen Boucher, mago di Windows e del DOS, che gli ha recuperato una grossa fetta del libro che sembrava andata perduta in un crash del computer.
Quello che preferisce fare per le ricerche dei suoi libri è praticare delle "Full Immersion": legge tutto quello che potrebbe contenere informazioni interessanti per i suoi libri, assorbe le notizie e se riesce le riutilizza quando scrive il racconto. Perché, dice, detesta doversi fermare nella fase di scrittura per dover andare a ricercare qualche informazione. Preferisce prima assimilare tutte le informazioni necessarie, avendo bene in mente la scaletta della storia, e poi buttarle giù con tutto il resto.
Esempio pratico, il suo libro Fevre Dreams, il Battello del Delirio: prima di scriverlo si è dovuto documentare alla perfezione su come funzionassero i battelli a vapore dell'epoca.

D: Stavolta a fare la domanda è una donnina bassa: in che atmosfera si trova meglio per scrivere le Cronache?

R: "Senz'altro non ascolto musica" chiarisce subito Martin. Non ha preferenze particolari, deve solo essere nel suo ufficio. Solo li riesce a scrivere per bene.

D: A questo punto, dopo un lungo meditare tra noi, visto che l'intervista pianificata con Martin appariva insicura, mi alzo e gli pongo la domanda più contorta tra quelle nell'elenco che avevamo preparato. Non per nulla l'autore della domanda era Brynden. Così, mi alzo, prendo il microfono, e gli chiedo:
"Leggendo 'La Luce Morente' abbiamo notato di come diversi luoghi di quel romanzo assomiglino ad alcuni luoghi delle Cronache. La cosa poi che maggiormente abbiamo notato in fatto di similitudini è questo incremento di eventi drammatici che portano alla progressiva perdita di luce e calore. E' vero che ogni libro che scrivi è sempre in qualche modo un 'test' per il prossimo libro che scriverai? Che altri libri in passato pensi che abbiano contribuito maggiormente alla stesura delle Cronache?"
E mentre parlavo guardavo un po' Martin e un po' Vietina, notando che quest'ultimo faceva cenno di sì con la testa. [SM=x204884]

R: "This one's a tough one!" è il commento di George alla domanda. Vale a dire: "Questa è proprio una domanda tosta!"
Grande punto messo a segno dal Brenno...
"Sì, potresti dire così," esordisce. Martin pensa che ogni tanto tutti gli scrittori tornino sui propri passi, sui loro antichi scritti, che proprio perché i primi significano sempre qualcosa per l'autore. Questo ritorno al passato poi non è assolutamente in passo indietro. "La Luce Morente" è un suo romanzo giovanile, e gli è rimasto nel cuore, gli piace molto e gli è molto affezionato. Si è poi rivolto a noi con un sorriso dicendo: "Trovate poi per caso qualche nesso tra 'La Luce Sta Morendo' (Traduzione esatta di Dying of the Light, NdT) e 'L'Inverno sta arrivando"?
Una curiosità: il titolo de "La Luce Morente" inizialmente doveva essere "Dopo il Festival", ma l'editore ha bloccato questo titolo per cambiarlo appunto ne "La Luce morente": questo perché a Martin piace sempre scrivere di queste "decadenze": qui si narra del dopo-festival, di dopo la parte allegra, quindi della decadenza in negativo della storia.

Rispostona di Martin che scatena per la prima volta un applauso dal pubblico.

D: A questo punto si alza un altro ragazzo, che pone una domanda non indifferente:
"Nei suoi primi romanzi (Quelli di Fantascienza, NdR) lei aveva un modo di scrivere più fiabesco, con più atmosfera Howardiana. Ora invece le Cronache sono molto più realistiche, con meno elemento fiabesca e più elemento reale e tecnologico, anche. A cosa è dovuto, questo?"

R: "In pratica mi stai dicendo che i miei romanzi di fantascienza sono romanzi fantasy e i miei romanzi fantasy sono romanzi di fantascienza?"
Risata generale.
Segue poi la risposta vera e propria: secondo Martin, ogni cosa è importante in un romanzo che scrivi. E' anche più vecchio ora, rispetto a quando ha scritto i suoi romanzi di fantascienza, quindi forse sono state esperienza e... "mancanza di innocenza" a cancellare quell'elemento fiabesco dei suoi primi racconti, ma queste due cose sono le stesse due cose che influenzano dall'inizio alla fine la razza umana...
Da notare poi che i suoi racconti erano pubblicati da un settimanale di fantascienza "purissima", tale "Analog", e probabilmente questo si spiega anche dicendo che la fantascienza è il genere di scrittura con meno limiti in assoluto.

A questo punto riprende la parola Vietina, che dice come il tempo sia purtroppo giunto a conclusione. Applausi, saluti e ringraziamenti a Martin, che ci lascia, con l'augurio però di tornare ancora in Italia: come potrebbe non farlo, dopo tutto questo calore?

Prossime tappe accennate: Roma.

Calato il sipario, raggiungo Vietina, e gli parlo a nome della community: lo ringrazio della squisita gentilezza e disponibilità, e lui ricambia, dicendo che siamo stati davvero straordinari, e ci siamo dati appuntamento alla prossima.

Ragazzi, che fiera è stata. Davvero.

[Modificato da Lord Renly Baratheon 04/11/2005 18.33]

emilgollum
00giovedì 3 novembre 2005 20:15
ciao ragazzi, avete fatto qualche foto?

molto interessante...complimenti.
blond121
00giovedì 3 novembre 2005 23:35
è vero, bellissima conferenza!Bravissimo Renly!
Joachim Fargorn
00giovedì 3 novembre 2005 23:54
Grande Ren! Io non prendevo così tanti appunti nemmeno a scuola! Un MITO! [SM=x204884]
AXL BARATHEON
00venerdì 4 novembre 2005 12:09
Grande resoconto Renly, complimenti. Peccato che non ci siamo stati alle conferenze dei primi 2 giorni, giusto per ammirare questi tuoi lavori, bravo. [SM=x204878] [SM=x204884]

Una piccola nota:
non è "Il Battello del Delirio" che doveva intitolarsi "Dopo il Festival", ma proprio "La Luce Morente", perchè considerato dall'editore non un titolo di fantascienza.

Per Gollum: trovi tutte le foto e non solo in questa sezione.
AsTiNuS of PaLaNThaS
00venerdì 4 novembre 2005 18:58
Io sono riuscito a registrare i primi dieci minuti di conferenza con il mio I-pod (dopo è morta la batteria....) se vi interessano ve li mando (l'unica cosa degfna di nota è Renly che ride [SM=x204865] )
Carturello
00giovedì 10 novembre 2005 00:15
Mi sono sempre dimenticato di postare quanto sei stato bravo Renly!! ungrazie di cuore anche da chi non c'era
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 06:56.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com