da "Il messaggero"
CHI PUO' LO COMPRI!!!
UN INTERO PAGINONE!!!
BELLISSIMO!!!
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Cornetto Free Music a San Giovanni con Beck, Elisa, Velvet, Blunt e il quintetto inglese che ha messo su qualche chilo di troppo
Musica, acqua e nostalgia
In duecentomila alla festa bagnata dei Duran Duran
di MARCO MOLENDINI
ROMA Altro che cornetti, sotto l’afa bollente di fine giugno a piazza San Giovanni acqua e gelati l’hanno fatta da padrone finchè non ci ha pensato il cielo a rovesciare una pioggia torrenziale e a rinfrescare i bollori musicali. Così va di questi tempi. Qualche settimana fa la pioggia se la prese con l’Africa day a piazza del Popolo, ieri è toccato al Cornetto free music festival, uno degli eventi gratuiti dell’estate, di quelli che fanno disperare gli impresari privati, ma fanno la felicità del pubblico: musica gratis per tutti. E, se piove, pazienza. Alla fine della maratona, sette ore abbondanti e eccessive, (più della celebre corsa di Abebe Bikila che il sindaco Veltroni vuole ricordare a settembre, a 45 anni dal suo svolgimento alle olimpiadi romane), non c’è nessun podio, ma il concerto di cinque ex ragazzi ritrovati. Un gruppo travolto negli anni ’80 da insolito successo, poi inghiottito dalla voglia di fare altro e alla fine di nuovo insieme, ormai signori quarantenni, provati e vaccinati dalla vita e dal successo.
Meglio rifare se stessi (e, per fortuna, ritrovando le folle di un tempo) che annaspare alla ricerca di spazi impossibili da trovare, è la lezione. Così eccoli, i Duran Duran, campioni di un pop da cantare. Il bello della compagnia, il biondo Simon LeBon, il cantante che faceva impazzire le ragazzine con la sua aria dandy, oggi è un signore paffutello che forse porta la pancera ma si dimena come può e fa di tutto per far vedere di non avere la ruggine addosso. E con lui i suoi amici storici, proprio quelli del grande successo senza bisogno di ricorrere a sostituzioni. È l’ultimo grido in fatto di rimpatriate come insegnano i Pink Floyd che, sia pure a fine benefico, propongono di ritrovarsi per il Live 8 di Londra, dimenticando litigi, separazioni e aspirazioni: Roger Waters accanto a David Gilmour, Richard Wright, Nick Mason. Ed ecco, facendo le naturali proporzioni, Simon assieme a quel che resta dei ”belli guaglioni” Nick Rhodes, Andy Taylor, Roger Taylor e John Taylor, un quarto di secolo, settanta milioni di dischi e parecchi chili dopo. E, se le reunion band sono un piatto servito tutti i giorni e spesso sanno di stantio, la loro ciambella non differisce dalle altre perché punta semplicemente a risvegliare la nostalgia. Il gruppo suona, qualche canzone gode, addirittura, dell’effetto benefico del tempo (basterebbe questo per capire lo stato della musica attuale). Lo show, così, è costruito in buona parte sul passato (il pubblico è lì per questo), anche se ad aprire è Sunrise , il singolo di Astronaut , seguono Ordinary world, Notorius, Carless memory chiude in festa Rio , ma in mezzo c’è tempo anche per un happy birthday per John (che oggi compie 45 anni).
Evviva, è notte fonda (una scaletta sadica ha messo il gruppo più atteso a mezzanotte). D’altra parte il Cornetto Free festival ha l’ambizione di seguire il format delle maratone rock dove contano i numeri (gli spettatori sono arrivati fino a duecentomila) e si ascolta fin che se ne ha la forza. E, allora, avanti c’è posto (e chi non ce l’ha fatta potrà aggiornarsi con i tre speciali che Mtv manderà in onda nei prossimi giorni). Si comincia con una figlia d’arte, Irene (Sugar anche lei?) Fornaciari la figlia di Zucchero che non ha remore nel cantare un formidabile hit degli U2, One . A seguire un altro giovanotto da lanciare, Gianmarco Martelloni, poi ecco un gruppo che ha già avuto modo di farsi conoscere i Velvet. Cantano mentre le nuvole si fanno nere. Quando finiscono è il fuggi fuggi generale. La piazza si svuota, la musica si ferma per almeno tre quarti d’ora. Poi torna il sereno e la cavalcata ricomincia. Passata la tempesta, c’è da sorbire la nenia del cantautore britannico ex militare in Kosovo James Blunt, che si sbatte fra la folla distratta.
La piazza comincia a riempirsi di nuovo per l’energica Elisa che dà una lezione a Blunt e sfodera un saggio del suo repertorio da Together a Labyrinth, a Luce , passando all’omaggio a Mia Martini con Almeno tu nell’universo . Quindi spazio al californiano Beck che fa una musica ricca di idee e suggestioni e spazia dal rock più trascinante alla bossa nova, al country, all’acustico (in scena c’è perfino una tavola imbandita con stoviglie che vengono usate come percussioni). Quando arrivano i Duran Duran la piazza, miracolosamente (siamo ormai alla mezzanotte) è ancora piena.