Perché ci son piante e piante!

Joglar1
00mercoledì 28 gennaio 2015 21:46
Alex e Anya in serra
RIASSUNTO: la Suprema porta in gita l'Istruttrice... quasi un pic nic sull'erba della serra, in mezzo a piante reali e piante magiche, le mostra tutto quel che c'è e la subissa di compiti per il futuro, contando su una predisposizione che le aveva già riconosciuto nel laboratorio alchemico. Infine, le spiega i vari metodi per estrarre la linfa vitale e la mette alla prova con foglie e fiori di genziana.

COMMENTO: a parte i ringraziamenti per il tempo che mi dedica la player, la role è datata a circa un mesetto fa, pubblicata sul forum maghi, la riposto qua solo per la richiesta della skill.




ALEXANDRA {{ > Serra}} § [[ E’ una mattina quieta, piacevole. S’è svegliata pochi istanti prima ch’il sole sorgesse, vestita comodamente con una tunica, pantaloni di pelle e stivali alti, poi agghindata con pozioni, veleni e i due affilati pugnali che porta sempre con sé: uno al fianco sx, uno nascosto nella parte interna dello stivale del medesimo lato. I capelli son stati raccolti in un severo chignon, fermato con molte forcine per impedire che si disfi facilmente, dato che s’era preposta, il giorno prima, di passare una lunga giornata lavorativa ai piani bassi. E’ scesa nelle cucine per saziare il proprio corpo e far pieno d’energie, in questo Dierna eccelle, essendo prima fra tutte un’ottima cuoca, poi anche un’eccellente governante e tuttofare. Ma non ha perso molto tempo, seduta sul tavolo della cucina, accanto al caminetto in piena attività. Dopo essersi rimpinzata, soddisfacendo le membra, è scesa in gran silenzio nei sotterranei, guardandosi attorno di tanto in tanto, come se s’aspettasse un attacco da parte di qualche creatura oscura dei sotterranei. Troppa quiete. Troppo silenzio. Giunge infine alla Serra, dove molte piante attendono d’essere piantate, altre curate, altre ancora raccolte e preparate per essere utilizzate nell’altro laboratorio. Poi ci sono altre piante e fiori, d’indubbia bellezza, portate lì dagli elfi che fecero parte delle file ancestrali. Sì, alcune piante esotiche non sopravvivrebbero all’esterno. Ma ce ne sono altre che potrebbero benissimo stare altrove, come il giardino o altre locazioni della Fortezza. Potrebbe essere un ordine da impartire ai giovani maghi, perché no? Noterebbe la presenza di strani funghi colorati, molto colorati, di tonalità talmente accese da sembrarle tutt’altro che normali. Come non lo è quella pianta dai frutti piuttosto grandini e inquietante, certamente è venuta fuori da quei strani semi che trovarono l’ex gemma verde e l’arendal. Alti arbusti di cannella e menta, un bel mandorlo e una palma da dattero (che ha visto solo nei libri prima che comparisse lì), poi anche diverse orchidee nere, piante di passiflora e gigli, che si son riprodotti coprendo quell’angolo dedicato alle stranezze. Se ne vorrebbe occupare personalmente, ma no, lascerà che sia la magistra a occuparsene. ]]

ANYA [serra] i rumori della fortezza sono ovattati in quell'ora mattutina, il sole è sorto da poco ma il silenzio forse dipende dalle ronde notturne che i maghi son stati chiamati a fare dalla Suprema in persona. Dorme poco Anya, s'era ripromessa di prendersi cura di se stessa, ma per il momento è riuscita soltanto a rendersi presentabile esteticamente. Comode brache in canapa che s'infilano entro stivalacci alti fino al ginocchio, consunti, camicia in lino con un ampio scollo che lascia alla vista in pentacolo con la sua pietra gialla, fermata in vita da un cingifianchi in cuoio, i capelli sono raccolti sommariamente in una coda dalla quale, tuttavia, sfuggono alcune ciocche scure che ricadono sul volto. Il pugnale è legato all'interno dell'avambraccio sinistro con semplici strisce di stoffa, celato dalla manica della camicia e con l'impugnatura rivolta verso il polso. Non che pensi di averne bisogno qui dentro, è più un'abitudine la sua, un vezzo. C'è chi s'adorna di gioielli, chi ama far accompagnare ogni passo dal clangore di pesanti armature, lei s'alza dal letto e lega il pugnale al braccio... in ogni caso è più propensa all'uso della Magia che a quello delle armi, ma un pugnale può trovar uso per un sacco di altre cose. Non porta con sé veleni nè pozioni, non il Forsin né quella dell'invisibilità da lei stessa creata... le boccette son fragili e vorrebbe evitare di romperle accidentalmente... troppo preziose. Qualche tintinnio dalle cucine, poi la vedrebbe, in fondo al corridoio, scende le scale, verso i sotterranei. Ne seguirebbe i passi da distante, lasciandola ai suoi pensieri, senza però perderla di vista. La vedrebbe varcare l'ingresso della serra. Qualche battito di ciglia e l'istruttrice ne imiterebbe i movimenti, ritrovandosi così nell'ambiente più strano che abbia mai visto, forme e colori noti che si alternano ad esplosioni di natura magica e arcana. Quasi dimentica della presenza dell'altra, in un sussurro poche favelle le uscirebbero dalle labbra pallide {...per la miseria...}


ALEXANDRA {{ Serra }} § [[ Se si è accorta d’esser stata seguita non sembra darlo a vedere, sembra piuttosto sì, persa in qualche pensiero o nuovo progetto, ma senza isolarsi eccessivamente dalla realtà e mantenendosi a essa ancorata. Avanza in silenzio nella Serra, fulcro d’un potere incredibile che è stato fatto assorbire dalla pietra e dal terreno di quella piccola bolla sotterranea, ove le piante crescono e maturano velocemente e sane oltremisura, in modo addirittura invidiabile da chi coltiva in superficie in solo alcuni periodi dell’anno. Lì invece la magia è perenne e dona a ogni singola pianta la quantità e qualità d’energia elementare di cui necessitano. Potrebbero crescere, a poca distanza, una pianta che necessita di molta acqua e una ch’abbisogna invece d’un terreno arido per crescere al meglio, senza rischiare di marcire. E’ una magia meravigliosa, frutto del sapere e potere degli Avi. A un certo punto udirebbe l’esclamazione della magistra e, senza voltarsi, avanzerebbe d’un altro passo, piegando il busto in avanti quanto basta per permetterle di carezzar una foglia di genziana, pronta per il raccolto. ]] Arcane Imperia, Anya. [[ La saluta col suo vero nome, non con quello che gli è stato donato dagli Antichi. Le labbra si flettono in un sorriso impercettibile, il volto si distende maggiormente. E’ nel suo elemento naturale, nel suo regno. La passione per il mondo naturale è stato il trampolino che le ha permesso di accedere al casale dei maghi di Crysanies molti anni prima, quand’era poco più che adolescente. Si parla d’un ventennio e oltre fa. ]] E’ la prima volta che entri qui, giusto? Le tue conoscenze delle erbe sono al principio o hai già assorbito qualche concetto base? [[ Và dritta al sodo, non si perde in convenevoli. Desidera già da subito saggiare la sua conoscenza in merito, così da poterla opportunamente ampliare. ]]


ANYA [serra] non sta più guardando Alex, volge il capo a dritta e a manca, attirata dai profumi e dai colori in cui si trova immersa, dopo il grigiore che tutto pervade alla Fortezza. La traiettoria che seguiva l'andare della Suprema, ora si perde in zigzag senza meta e senza scopo, mentre passa i palmi aperti da una pianta all'altra, sul muschio d'un tronco o sulle carnose foglie d'una pianta grassa... profumi di terre lontane, mai conosciute e forse addirittura inesistenti {no beh... credo di avervi parlato di Tyana... o forse no... è ospitaliere, sono andata con lei in foresta luce a raccogliere foglie e cortecce, mi ha spiegato come si fa e abbiamo parlato di infusi e distillati... in effetti ero tentata di provare un decotto di alloro, ho letto da qualche parte che dona il potere della chiaroveggenza. Nelle mie stanze ho un rametto intero di sambuco con tanto di corteccia, foglie e fiori e un bel sacchetto di foglie di alloro} come sempre, per lei lo studio è finalizzato alla pratica, non può nemmeno immaginare di incamerare nozioni fini a se stesse [//conoscenze naturali liv 1]. Ruoterebbe facendo perno sul piede destro, cercando di abbracciare con lo sguardo quanto più è possibile, fino a soffermarsi a livello terra, ove alcuni funghetti puntinati attirerebbero di più l'attenzione. Infine, si metterebbe in ginocchio, poggiando e natiche sui talloni e carezzando l'erba fresca e umida.


ALEXANDRA {{ Serra }} § [[ Annuisce, confermando alla magistra che le aveva già parlato della sua amica e di quell’esperienza di raccolta, che di certo non può che averle giovato e che ancora l’aiuterà nei tempi a venire per apprendere come trattare le erbe. L’esperienza pratica, infatti, è molto più solida e facilmente assimilabile rispetto allo studio teorico sui numerosi libri posti ai piani alti. ]] La raccolta è una fase molto importante. Bisogna capire come raccogliere le parti di una pianta senza danneggiarla, o evitando di danneggiarne le radici, ovviamente laddove se ne utilizzi solo una parte. Comprendere quand’è giusto il momento ideale, così come la luna più adatta e anche la stagione, se ignoriamo questo posto ovviamente.. Qui, in questa serra, nessuna pianta riuscirebbe a crescere, poiché manca la luce, elemento essenziale per la loro crescita. Infatti è per merito dell’Ars, presente in ogni centimetro di queste rocce e in ogni granello di questa terra, a donar loro tutto ciò di cui abbisognano per crescere in modo così sano che non ha eguali con le serre all’esterno, o i campi coltivati. [[ Fa una breve pausa, continuando a passeggiare molto lentamente fra i vari piccoli selciati fra le varie aree coltivate. ]] Iniziai a studiare l’erbologia quand’ero poco più che bambina, e per rendere completa la mia istruzione iniziai a tenere un erbario tutto mio. Creai dei vasetti e dei registri in tela per conservare dei campioni di ogni pianta. Il loro nome, la famiglia, nomignoli locali, luogo di raccolta, poi anche la data e il mio nome e quello di chi seguiva la mia raccolta. Creai un piccolo magazzino, pian piano, e registrai su un erbario in pergamena ogni cosa, così da ordinare le varie informazioni della pianta. Il tempo di crescita, di fioritura, se produceva frutti, i colori, le forme, la tipologia di radici e mano a mano introducevo altre informazioni, s’erano commestibili, se possedevano delle proprietà benefiche o venefiche e quali parti della pianta queste sostanze erano più concentrate. E’ un ottimo modo per imparare, anche se certamente siete una maga, non un’ospitaliera e venefica, perciò non avrete mai abbastanza tempo da specializzarvi anche in queste arti, che richiedono un’intera vita da dedicarvi. Nemmeno io ho osato, ho giusto appreso come rallentare degli avvelenamenti, evitando di introdurmi nell’arte della creazione di antidoti puri. Assorbi l’essenziale, Anya. Apprendi tutto ciò che è necessario per te stessa e per gli Ancestrali. [[ Una breve pausa, per chinarsi accanto a una piantina d’artiglio del diavolo, senza sfiorarla con le dita. ]] Questa pianta si chiama, in latino, Harpagophytum procumben. Il suo nome volgare è artiglio del diavolo, ed è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Pedaliacee. Non sopravvivrebbe all’esterno, poiché proviene da terre molto più a sud di qui. Come vedi ha dei fusti striscianti, che non s’ergono in alto, ma si allargano sul terreno. La radice principale è molto spessa, e da lì si diradano radici secondarie tuberi formi. Le foglie son d’un verde grigio irregolarmente lobate, i fiori son tubulari, gialli e violetti. Sono i frutti a dargli il nome volgare, poiché son provvisti di spine. Viene usato come tonico ed ha proprietà distensive, aiutano per i dolori della vecchiaia. [[ Si frena, evitando d’approfondire alcune proprietà della pianta ed evitando eccessivi tecnicismi nella sua analisi tecnica. ]] Ora prova a definire questa pianta qui accanto… La riconoscete? [[ Sussurra, indicandole con l’indice un giovanissimo arbusto di Agrifoglio. ]]

ANYA [serra] si rialza per seguire i suoi passi lungo i viottoli, alle volte si attarda ad osservare qualcosa di strano, poi riprende, accelerando l'andatura per raggiungerla, poi di nuovo rallentando per fermarsi e così via. E' quasi un atteggiamento infantile il suo, come quello di bimbo entro una stanza colma di balocchi. E lentamente anche i lineamenti di lei potrebbe distendersi... si, questo è senz'altro l'ambiente più adatto a rilassarsi, anche se non avesse il tempo necessario per imparare tutto, , a prendersi cura di tutto... sarà l'Ars che sapure l'aria, sarà la natura o i colori o i profumi, Anya sente che potrebbe stendersi qui e lasciarsi cullare per riprendere le forze. Si accuccia per osservare quella strana pianta che Alex le mostra e ascolta paroloni che non sa se sarà mai in grado di ripetere {artiglio del diavolo mi sembra molto appropriato} commenterebbe con un sorrisetto. Seguirebbe poi l'indice della donna {si si, quello è facile, quasi inconfondibile direi... è un agrifoglio e si capisce che è un esemplare giovane perchè ha le spine sul bordo, che si presenta con quelle caratteristiche... beh, sembra tutto morsicato} le viene da ridere, ma non trova modo migliore per descrivere il bordo delle sue foglie {quando diventa adulto perde le spine e le foglie diventano ovali... comunque, le foglie sono lucide e di un verde scuro. Si presenta un po' come un roveto, arbusti intricati che possono diventare anche molto grandi, ci sono i maschi e le femmine e solo queste ultime danno quei caratteristici grappoletti di bacche rosse... naturalmente devono avere un maschio nelle vicinanze hihihi} sogghigna all'idea che anche le piante a loro modo possano fare sesso, ma non le darebbe il tempo d'intervenire o di bacchettarla {so che fin dai tempi dei romani è un simbolo di buon augurio e di fertilità, viene usato per decorare le case ma se non mi sbaglio le bacche sono velenose per l'uomo, anche se a piccole dosi radici e foglie possono essere usate per fare dei decotti... credo come ogni cosa in natura... o quasi} concluderebbe. Non ricorda a memoria il nome latino delle piante, per ora le basta quello dell'uso comune [//conoscenze naturali 1]. Attende la risposta dell'altra, giocherellando con una foglia giovane, toccando leggermente e ritmicamente una spina col polpastrello.


ALEXANDRA {{ Serra }} § [[ L’osserva mentre studia e riconosce la pianta, piuttosto comune in quelle nordiche terre, più rara a sud, sebbene sia una pianta molto robusta. ]] Ilex Aquifolium. [[ Le mormora il nome in lingua romana. ]] I suoi semi rossi sono tossici per l’uomo, sebbene siano un ottimo spuntino per molte varietà di uccelli e venga usato come mangime per gli animali durante i periodi più freddi dell’anno. Fra i nordici si pensa che appendere un ramoscello sulla porta di casa tengano lontani gli spiriti maligni, è una controparte invernale della Quercia, proprio perché a differenza di quest’ultima è una pianta sempreverde. Le foglie si utilizzano per fare degli infusi e decotti, mentre i semi con moderazione so che ha proprietà energizzanti e purganti, ma sono pericolosi da trattare. Le foglie sortiscono il medesimo effetto, ma più lieve. [[ Le spiega queste proprietà affinché impari a domandarsi anche gli effetti sul corpo di ogni singola pianta, oltre la commestibilità. E’ il passo successivo nello studio del mondo naturale. Continua a passeggiare fra le piante, cercandone lo sguardo di tanto in tanto per scrutare a quanta distanza si tiene lontana la giovane, o se la sta osservando. Si fermerebbe accanto a una pianta e ruoterebbe il corpo di 180°, in modo di aver la magistra al fianco sinistro. ]] Valeriana Officinalis. [[ Continua l’esplorazione della serra. Non sarà facile spiegarle ogni singola pianta, ma cercherà di farle conoscere l’essenziale, o meglio le erbe più utilizzate nei laboratori affini. ]] E’ una pianta perenne e molto utilizzata in ambito curativo, poiché dalle radici –che possiedono un odore sgradevole ti avverto- possiedono proprietà sedative e calmanti, favoriscono perciò il sonno e affievoliscono i malesseri dei pazienti. Sapresti descrivermela? Non è facile apprendere il gergo, ma devi imparare ad affinare il linguaggio… E la collezione completa di Naturalis Historia che ho acquistato mesi or sono ti sarà enormemente utile in ciò, puoi trovarla in biblioteca. Persino gli Ospitalieri potrebbero invidiarcela. [[ Si sposta verso destra, come a cederle il posto dinnanzi alla piantina. Non ce ne sono molte, giacché non viene utilizzata molto di frequente. ]]


ANYA [serra] per la miseria, è riuscita ad aggiungere parecchie cose a quello che ha detto Anya... e pensare che credeva di aver già parlato parecchio dell'agrifoglio! Annuisce {...ilex aquifolium...} ripeterebbe a bassa voce, così, giusto per vedere se riesce a mettersi in testa quei nomi latini. Continuerebbe a seguirla, seppure ogni tanto rimanga indietro, ma ode chiaramente l'altra pianta nomata dalla Suprema. Anche quella non è una domanda difficile, ma sarebbe abbastanza scaltra da riuscire ad imparare dai propri sbagli. Attenderebbe qualche istante, per raccogliere i pensieri, riportare alla memoria ciò che ha studiato, sceglierebbe con più cura le parole, prendendosi il tempo necessario ad articolare un discorso più coerente, senza far accavallare le parole come poco prima... {valeriana sì... è una pianta erbacea, perenne, che si trova in molte aree boscose e anche a notevoli altezze, i fiori sono raccolti in mazzetti, leggermente profumati ma non troppo e hanno un colore che va dal bianco al rosa al lilla. I mazzetti si trovano all'apice di steli piuttosto resistenti, scanalati e alla loro base sono presenti le foglie, di un bel verde intenso. Come dice il suo nome, officinalis... viene usata in medicina prevalentemente per l'azione sedativa... ehm... lenitiva, aiuta il sonno e il rilassamento, forse anche i crampi allo stomaco, ma come tutte le cose, in dosi massicce si ottiene l'effetto contrario} sospira, tutto bello certo, ma ci sono gli Ospitalieri... e l'attenzione viene rivolta altrove {parlatemi di quelle che vengono usate in magia...}



ALEXANDRA {{ Serra }} § [[ Non manca di tacere quando la magistra richiama a sé le sue conoscenze, per poter dire tutto ciò che sa riguardo la pianta erbacea che gli ha mostrato poco prima. Stavolta è più precisa e metodica, chiaro segno che sta comprendendo come esporre la descrizione della valeriana e come catturarne i particolari sapendoli spiegare. Certo, mancano certi tecnicismi, ma la sua abilità è degna di nota. ]] Ogni pianta coltivata in questa serra si sfrutta in laboratorio, per creare pozioni alchemiche. Ma direttamente non utilizziamo le erbe, anche perché le loro proprietà vanno attivate, a meno che non siano magiche di nascita… Ma sarebbe qualcosa di più unico che raro. Come quella pianta strana laggiù. [[ Sussurra, indicandole quell’albero dal fusto nero come la pece e dall’apparenza compatta, che sembra formato da un intreccio di numerosi rami. Foglie rosse e larghe che terminano a punta, innervate e colme di linfa scarlatta. I fiori sono bianco perlacei, a cinque petali, luminosi e dall’apparente fragilità di cristallo. ]] Quell’albero è un’incognita. Un mistero. Potrei studiarlo io, certo, e riuscirei a sviscerarne ogni mistero ma… Mi son già prefissata molti obiettivi. Perciò lo lascio a te, Anya. Così come quei funghi colorati, ma attenta alle spore, la fu Precettrice Suulime rimase vittima dei suoi spiacevoli effetti allucinatori, e rimase macchiata dei loro colori per molto tempo… Tutte le altre piante andrebbero sistemate per la prossima primavera nel giardino esterno, quelle che possono sopravvivere al nostro clima s’intende. [[ Ad esempio la palma da dattero, la passiflora e le orchidee nere non riuscirebbero a sopravvivere di certo. Come neanche gli arbusti di cannella, che fortunatamente non è cresciuto ancora molto. ]] Ma per adesso proseguiamo con questa lezione d’erbologia. [[ Preferisce saltare l’argomento “piante anomale” per un’altra occasione. ]] La pianta più sfruttata nelle pozioni alchemiche è indubbiamente la Genziana, detta anche Gentiana. Esistono centinaia di varietà e possono essere annuali, biennali, perenni, sempreverdi oppure no. Quella che utilizziamo noi è la Gentiana Acaulis. E’ una pianta piccola, con radici a fuso e quasi del tutto priva di caule. Le foglie sono tutte raccolte alla base e sfumano dal verde al giallo, oblunghe e lanceolate coi margini dentellati. Il fiore posto all’apice è a forma di corolla tubolare penta lobata, di colore azzurro. Si utilizza per la febbre, come tonico, digestivo. So che la Gentiana Lutea si utilizza per curare piaghe e ferite di vario genere e viene sfruttata come estratto secco, infuso, tinture madri e molto altro. Noi in laboratorio ne utilizziamo il distillato, l’estratto, l’infuso e il succo del fusto, foglie e radici fresche. Almeno per adesso. [[ Fa un’altra breve pausa, per dar il tempo alla magistra di registrare le informazioni che le ha trasmesso. Una parte forse già le sa, ma forse non tutte. ]] Si utilizza nelle pozioni di Ascendente, Distacco, Aura Resistenza, Contrasto, Aura Sfiducia, Prolungamento, Invisibilità, Vista Interiore e… [[ Ci pensa un attimo, dopotutto sono parecchie le pozioni in cui è implicata. ]] …Cambiamento Aura.


ANYA [serra] lo strano albero di cui parla Alex le si para davanti, certo è strano davvero e non ha idea da dove cominciare per studiarlo... le mancano tante informazioni ancora, le manca l'esperienza, la saggezza e forse anche la furbizia per avvicinarsi a qualcosa di arcano e sconosciuto come quello. Lo osserva da vicino... ma non troppo, in fondo, per quel che ne sa, potrebbe anche essere carnivora e l'aspetto invitante esser concepito apposta per attrarre gli sventurati. Poi passerebbe ad osservare i funghi, senza dimenticare di piegare il braccio dx e respirare attraverso la stoffa della manica. Anche a loro si avvicinerebbe con cautela, lateralmente, piegando gambe e schiena in maniera da non ritrovarsi col capo al di sopra... starebbe già pensando a come studiarli... forse mettendosi un lenzuolo addosso con due buchi per gli occhi e utilizzando due vetri sottili per riparare anche quelli... potrebbe tagliarli, osservarne l'interno, cuocerli, farli mangiare ad una cavia, ridurli in polvere... ci penserà più avanti {è presto per spostare le piante all'esterno, per ora potrei fare un elenco di ciò che è presente qui e fare un'accurata cernita di quello che può sopravvivere anche alle temperature invernali, verso marzo o aprile, vedremo quando il sole comincia a scaldare, penserò a trasferirle... potrei chiedere aiuto a Reidha, dubito che Dierna con a sua schiena a pezzi, possa aiutarmi, ma non si sa mai...}. Poi torna ad ascoltare la lezione, impartita con voce musicale e sincera passione. E' così evidente la sua conoscenza del mondo naturale che non avrebbe altro da commentare, cercherebbe soltanto di ricordare i termini da lei utilizzati, così da poterli usare la prossima volta... in fondo ha già contattato lady Ophelia, potrebbe presto doversi trovare lei stessa ad impartire lezioni a qualcun altro {questa dovrebbe essere una pianta che può stare all'aperto, in fondo non cresce in montagna e su terreni rocciosi? Non dovrebbe nemmeno aver bisogno di cure particolari no?} conclude [//conoscenze naturali 1].



ALEXANDRA {{ Serra }} § [[ Le permette d’avvicinarsi alle due piante ignote e alle altre più rare e introvabili sul nordico terreno, dopotutto se fossero velenose o pericolose per l’incolumità e salute dei Maghi non starebbero certamente ancora lì. ]] Certo. Al limite ci sarebbe il teletrasporto, ma lascio a te l’atto decisionale. In teoria ci sarebbe un’altra pianta, Tiuma… E’ di sopra, piano alloggi, seconda porta a sinistra. [[ Non spiega per quale ragione sia isolata dal resto delle erbe, e non sembra disposta a farlo poiché torna a scrutare le Gentiane che ha dinnanzi, pronte per essere raccolte. ]] Prendi una cesta e raccogli un po’ di Genziana, è pronta per essere raccolta e abbiamo bisogno di metterne a essiccare un po’ di piante per poterne farne l’infuso. Utilizziamo le foglie e il fiore, senza il gambo, perciò dovrete sacrificare l’intera pianta, ma lasciate quelle più giovani, almeno una decina. [[ Le dà delle istruzioni, affinché con la pratica impari più rapidamente la precisa arte dell’erbologia. ]] Sapete qual è la tecnica più comune utilizzata per essiccare perfettamente una pianta? [[ Le domanda, con tono quieto, lasciandole il suo spazio e i suoi tempi per fare tutto ciò che le ha chiesto. Fa due passi indietro e, se ne abbisognasse, le indicherebbe le ceste con athame e cesoie di varia forma poste in un angolo della serra. Sono molto attrezzati, in tanti anni non ha mai lasciato sguarnito un solo laboratorio, anzi, ha ordinato in eccesso in modo tale d’avere persino dei sostituti nel caso si danneggiassero gli strumenti arcani. Potrebbero andare avanti per un altro paio di decenni con tutto quello che c’è di là, fra scaffali, bauli, altri mobili e magazzino. ]]


ANYA [serra] continua la passeggiata in quell'ambiente magico, ove erbe e piante che si trovano in natura vivono a fianco di esemplari sconosciuti e d'incerta origine, per non dire arcana... ove l'Ars permette e dona acqua o aridità, a seconda delle esigenze. E come coesistono quelle condizioni opposte, così l'istruttrice si sentirebbe totalmente rilassata e, al contempo, coi sensi all'erta, la mente sgombra per poter assimilare la linfa intellettuale dell'altra, suo superiore e Maestra, di vita oltre che di Magia. La guarda di sottecchi mentre le spiega di una pianta posta al piano alloggi, è curiosa di saperne di più, ma forse se Alex non l'ha fatto un motivo ci dev'essere, oppure è semplicemente una pianta ornamentale che sta bene li... mah, lei stessa dubita di quella possibilità, difficile che nella Fortezza qualcosa sia messo in un dato luogo solo per bellezza. Dunque le lancerebbe solo uno sguardo interrogativo, se volesse aggiungere qualcosa potrebbe farlo leggendo la curiosità nello sguardo di Anya, altrimenti... si guarderebbe intorno, fino ad individuare l'angolo dove la cesta e tutti gli strumenti necessari sono riposti nei rispettivi scaffali, pochi minuti le basterebbero per andare e tornare, si inginocchierebbe accanto alle piantine e, afferrando le cesoie con la dx e spostando di lato il corpo gambo delle piantine, comincerebbe a tagliare alla base. Sceglierebbe quelle con i fiori più grossi e aperti, d'un bel azzurro intenso o blu, lasciando in posto i boccioli più piccoli e chiusi, attenta a non strappare le radici mentre sposta di lato le piantine. Solo dopo averne raccolto una quantità sufficiente a riempire la cesta, comincerebbe a separare foglie poste alla base dello stelo in una sorta di rosetta e i fiori, eliminando ciò che resta del gambo, indecisa se gettarli nel sacco di iuta o se lasciarli a terra perchè marciscano e concimino la terra... in fondo non sa se quella terra ha bisogno di concime naturale. Si attarderebbe qualche istante a inebriarsi col profumo dei fiori, prima di rispondere {penso che i modo migliore per essiccare una pianta sia esporla al calore del sole, cosa che qui da noi è piuttosto rara, almeno in inverno... oppure si possono appendere in mazzetti a testa in giù in un ambente caldo e secco... diciamo deve c'è un focolare sempre acceso...} pensa Anya, soprattutto al fatto che mai nella Fortezza s'è imbattuta in sale con mazzetti di fiori appesi, dunque dev'essere un altro in metodo che viene utilizzato {si possono anche stendere e pressare, forse ponendole tra stoffe particolarmente assorbenti, oppure ancora metterle per un po' all'interno di un forno caldo... ma forse il processo è troppo rapido... insomma ci sono molti modi, non so quale utilizziate voi} risponderebbe infine.



ALEXANDRA {{ Serra }} § [[ Dalle sue labbra non sfuggirà una sola parola riguardo Tiuma, desidera che scopra da sé le peculiarità di quella pianta, sempre se la curiosità la spingerà ad aprire quella porta. Lascia intendere volutamente di aver notato il suo sguardo curioso, al quale risponderà semplicemente con un sorriso sibillino, appena accennato. Indi osserva le sue movenze femminili e sicure di sé, mentre s’allontana per afferrare il cesto di vimini e torna con esso, più le cesoie ben affilate. Si avvicina di mezzo passo mentre taglia ad una ad una le piante all’apice del loro ciclo vitale, eliminando il gambo e trattando con molta cura le foglie e il grande fiore azzurro. ]] L’ambiente del laboratorio è molto asciutto e ventilato, data la presenza di un particolare athanor e altri strumenti ch’abbisognano di fuoco per funzionare, la corretta aerazione è gestita da un sistema complesso di condotti che potete vedere sul soffitto. Quindi è il luogo migliore per essiccare, poiché per essere ottimale il processo deve tener conto di ben tre condizioni: oscurità, aria e calore. L’eccessiva luce deteriora la pianta, così come la danneggia quand’essa è scarsa. Il buio altri strumenti ch’abbisognano di fuoco per funzionare, la corretta aerazione è gestita da un sistema complesso di condotti che potete vedere sul soffitto. Quindi è il luogo migliore per essiccare, poiché per essere ottimale il processo deve tener conto di ben tre condizioni: oscurità, aria e calore. L’eccessiva luce deteriora la pianta, così come la danneggia quand’essa è scarsa. Il buio invece preserva con costanza, senza rischio le sostanze contenute in ogni foglia o stelo, purché siano rispettati gli altri due requisiti. [[ Fa cenno alla giovane d’alzarsi in piedi per raggiungere il laboratorio, un grande ambiente attiguo alla serra. ]] Io generalmente utilizzo stoffe, o pergamene molto assorbenti, in base alla pianta. Le appendo a mazzetti solo se si trattano di erbe molto asciutte, con poca linfa, in questo caso l’essiccazione è comunque omogenea per tutta la pianta. Si può usare anche una gratella di metallo nobile. Prima di coprirle, però, vanno pulire con un panno umido, per evitare che le impurità danneggino il risultato finale, se sono interrate si possono lavare in acqua fredda e asciugare tamponando molto velocemente. Inoltre durante il processo vanno girate piuttosto spesso per evitare ristagni di muffe e umidità, e permettere l’essiccazione omogenea e perfetta. In caso di emergenza, come dite voi, si possono usare i forni, ma il rischio è il medesimo del sole, poiché basta solo un tanto così di calore in più e la pianta è da buttare. [[ Spiega, con tono leggero, ma deciso, mentre muove dei passi in indirizzo del laboratorio, il cui ingresso è ben visibile e a forma d’arco scavato nella nuda roccia. ]] La durata di questa fase varia da pianta a pianta, può andare da uno a undici, dodici giorni talvolta, e il metro di misura dovranno essere i vostri sensi, perché una volta può servire un giorno in più, o meno. Le foglie devono diventare fragili, ma non ridursi in polvere appena toccate, o è tutto da buttare. I gambi si devono spezzare senza piegarsi, le radici asciutte e non spugnose. Disponetele voi, sulle pezzuole o sulle pergamene, ma badate ad aprire bene le foglie, non devono arrotolarsi sui bordi per una buona essiccazione.


ANYA [serra] oscurità, aria e calore, ha capito e si guarderebbe ben bene intorno mentre varca l'arco in roccia ed entra nell'anfratto che fa da laboratorio. S'aspettava forse una sorta di caverna ed invece si ritroverebbe in una sala piuttosto ampia. Ecco perchè non aveva mai visto mazzetti di erbe e fiori in giro... e osserverebbe anche quello strano soffitto, percorso da strutture futuristiche che trasportano calore e chissà cos'altro. Se trovasse tutto, potrebbe prendere una bacinella con dell'acqua e un panno pulito, che verrebbe bagnato e strizzato in modo da essere umido e non intriso, per passarlo velocemente sulle foglie di genziana, una alla volta, delicatamente e senza fretta, così come spiegato poc'anzi. Eviterebbe però quel passaggio sui fiori, più delicati, preferendo soffiarci sopra se e quando vi fosse della polvere. Di tanto in tanto getterebbe delle brevi occhiate ad Alex, ascoltando le sue parole e i suoi insegnamenti. Se non avesse ragione di fermarla, proseguirebbe prendendo alcuni quadrati di stoffa, ne stenderebbe un paio affiancati su di un tavolo e inizierebbe ad appoggiarvi sopra le foglioline su uno e i fiori sull'altro, in file ordinate, distanziati di qualche centimetro perchè non rischino di toccarsi se si dovessero spostare leggermente quando verranno coperti e per lasciare il posto pulito e asciutto quando dovrà girarli. Una volta soddisfatta da quel lavoro metodico, svolgerebbe altri due teli con cui coprire il tutto, con particolare attenzione a quello con le foglie, aiutandosi con i palmi e con le dita per mantenerle ben tese. Il lavoro avrebbe impiegato un bel po' di tempo e sarebbe stato anche piuttosto noioso ma, d'altra parte, qualcuno deve pur farlo se poi si vogliono avere gli ingredienti per le pozioni. Il silenzio del loco ed il lavoro meccanico lascerebbero il tempo ad Anya di pensare ad altre cose, ai suoi nuovi compiti, ai contatti che potrebbe prendere coi venefici e con il governo, alla cura delle piante, alle nuove scoperte... questo ciò che attendeva da tempo.


ALEXANDRA {{ Serra }} § [[ E’ normale che il lavoro risulti ripetitivo, è così per ogni cosa tecnica e pratica. Nulla si crea dal nulla, ogni stilla di quegli ingredienti pronti in fialette nel laboratorio d’alchimia son stati lavorati fra quelle mura, a parte quelli acquistati che non son poi molti in confronto agli altri. Osserva attentamente ogni azione della shalafi, che mostra una certa abilità a maneggiare le piante, come se vi avesse già preso confidenza in precedenza, e sa già che è così per l’appunto. Attende che finisca di appoggiare le foglie e fiori delle piante sui teli di lino, che ne assorbiranno l’acqua gradualmente, essiccandoli, prima di arretrare di due passi e proferire di nuovo parola. ]] Questa è l’essiccazione. Poi ci sono molte altre tecniche per estrarre la linfa, per ottenere la cenere più congrua all’uso alchemico e così via. Ma non vi parlerò di questo, bensì degli Oli Essenziali. [[ Mormora, avvicinandosi lentamente all’athanor, senza un’apparente motivazione, forse desidera unicamente bearsi del calore ch’esala. ]] Gli oli essenziali sono sostanze molto odorose presente nei fiori di molte piante. Sono molto delicati, perciò la loro estrazione è difficoltosa e per ottenerne solo una stilla bisogna sacrificare molta materia prima. Principalmente conoscerai quello di timo, lavanda, rosmarino e cipresso, per l’uso che se ne fa non solo in pratiche curative, m’anche per uso personale. [[ Sì utilizza per dare un buon odore ai saponi per esempio, ma non lo dice a parole. ]] Ci sono molti metodi di estrazione. Per gli agrumi si spreme la buccia. L’enfleurage è la più delicata ed è una tecnica antica, utilizzata molto per la creazione di profumi, consiste nel depositare petali su uno strato di grasso, così che quest’ultimo non ne assorba gli oli essenziali sino alla saturazione. Poi basta scioglierlo e l’olio si separa, formano due strati che posson essere disgiunti con molta semplicità. Si può usare inoltre un distillatore, utilizzando l’alcool e il calore, che rimane anch’esso separato dall’olio in quanto quest’ultimo rimarrà a galla sul primo. Sono tutti metodi molto utilizzati in questo laboratorio, tranne il primo in quanto non usiamo agrumi, a parte che Dierna in cucina. E ci vogliono ore, giorni, per ottenerne un terzo della fiala più piccola sul mobile alle vostre spalle. [[ Avanza ancora, oltrepassando l’athanor e raggiungendo quindi uno scaffale, sul quale sono poste in esposizione diverse bocce dalle più svariate dimensioni e forme, alcune di vetro scuro, altre chiaro. ]] Delle volte bisogna ordinarle dai mercanti proprio per tale ragione. Molte piante non sopravvivono all’esterno di questa fortezza, e non possiamo piantare tutto nella Serra, in quanto non è abbastanza ampia d’accoglierle tutte.


ANYA [serra] {allora è per questo che mi avete affidato il compito di trasferire all'aperto quanto possibile...} risponde non appena l'altra termina il discorso, non una domanda, quanto piuttosto una riflessione, la sua. La segue con lo sguardo, senza avvicinarsi al macchinario, e continuerebbe a pensare a voce alta, seppure appena udibile {gli oli essenziali... come dire estrarre lo spirito stesso di un fiore o di una pianta, quasi intangibile e volatile, ma abbastanza denso da poter essere racchiuso in una boccetta...} chissà se si può estrarre l'essenza di qualsiasi cosa viva, penserebbe tra sé per un istante. Scuoterebbe allora il capo, come a voler allontanare l'idea e alzerebbe il tono di voce, a dimostrazione che non sono più riflessioni ma è tornata ad interagire con la Magistra {sì, mi piacerebbe provare a distillare la linfa vitale d'una pianta, o quella dei fiori... immagino che quello serva allo scopo!?!} e indicherebbe col mento lo strumento a cui Alex s'è avvicinata, prima di voltar le spalle ad osservare le boccette {presumo che il vetro scuro sia per le essenze cui la luce altera le proprietà o le deteriora in qualche modo} una considerazione semplicemente dettata dalla logica, mentre da ancora una volta dimostrazione di essersi ben applicata nello studio {sotto forma di pomate e unguenti venivano già impiegati dagli egizi nel processo di mummificazione, ma probabilmente sono ancora più antichi, invece per ingestione possono essere terapeutici quanto potenzialmente tossici, tutto dipende dalla quantità -ma d'altra parte è un discorso che vale per tutte le cose- in alcuni casi addirittura non differiscono molto da una droga, come l'assenzio, e possono provocare una tossicità cronica...} sì, le piace l'idea di produrre oli essenziali, ma sembra propri che gli aspetti che più intrigano l'Istruttrice siano sempre legati ai risvolti più subdoli. Il Giglio forse si sta macchiando di aloni scuri, come quelli che circondano i suoi occhi? Oppure è mero interesse scientifico il suo? Ma Anya continua a dare le spalle alla Suprema, non permettendole di leggerle nell'animo, gli occhi fissi sulle boccette di vetro e la mente concentrata sul pensiero degli usi pratici di quei prodotti, bruciarli, respirarli, ingerirli, spalmarli.

ALEXANDRA {{ Serra }} § [[ Annuisce alla filosofica definizione della fase alchemica che le ha spiegato poch’innanzi. Ce ne sono molte, ma quella della magistra ha una sfumatura poetica, piacevole per il suo udito. ]] Esatto, la luce altera le sue proprietà e non permette una lunga conservazione. E sì, i primi ad averne fatto uso sono gli Egizi, ma potrebbe essere qualcosa di ben più antico, solo non si hanno dei reperti, papiri od incisioni che possano proiettare la loro esistenza ancora più indietro nel tempo. Come ogni cosa in natura ogni cosa può possedere qualità tanto benefiche quanto venefiche. Vi basti pensare alla salvia, ha delle proprietà discrete, e so che viene utilizzata per curare ferite, ma il suo olio essenziale è estremamente velenoso. [[ Non specifica i suoi effetti nefasti, ovvero dei stati convulsivi piuttosto gravi, poiché non vuole entrare eccessivamente nello specifico, almeno per adesso. ]] Diceva appunto Paracelso: Omnia venenum sunt: nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit, ut venenum non fit. Letteralmente: tutto è veleno, e nulla esiste senza veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto. [[ Mormora, scandendo lentamente ogni parola detta in latino, lingua che ogni mago conosce, proprio come greco, geroglifico e altri linguaggi considerati ormai morti, non più in uso fra i regni del mondo conosciuto. ]] Troverai anche qualcuna di queste nozioni nel Naturalis Historia. Hai domande? Altrimenti direi di finire, per adesso, questa lezione. Presto ci sarà altro lavoro da fare, fra questo e l’altro laboratorio… Inoltre… Perché dopo aver approfondito sui tomi non torni quaggiù e tenti di studiare quello strano albero e quei funghi di là? [[ Non cita la pianta Tiuma, preferisce che sia una sua scelta se entrare o meno in quella stanza ai piani alti. ]]

ANYA [serra] tace per tutto il tempo in cui parla Alex, non la interrompe e fa sue le parole della Suprema, le conosce, le ha intuite ormai da tempo, per quello aveva pensato che si potrebbero realizzare delle sostanze che rendano immuni dai veleni, ma non insiste su quel punto... c'è tempo. {molto bene} direbbe infine {mi procurerò quel libro e tornerò a studiare l'albero e i funghi, ma anche a distillare l'olio essenziale di questi fiori} conclude. Nemmeno lei nomina Tiuma, se Alex non insiste ci sarà un motivo, ma è altrettanto vero che l'Istruttrice non terrà a freno la sua curiosità, lo scoprirà da sola. [//gdr end]
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