Lo stress favorisce la progressione del cancro al seno

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martee1964
00lunedì 20 settembre 2010 09:03
È lo stress, in particolare quello cronico, che fornisce l’energia al tumore che così si diffonde più rapidamente

Lo stress non causa solo danni all’umore o alla qualità della vita ma può influire significativamente sulla progressione del cancro mammario. Ecco quanto scoperto da uno studio dell’Università della California a Los Angeles (UCLA).

Gli scienziati del Jonsson Comprehensive Cancer Center che hanno condotto uno studio su modello animale sono rimasti di sicuro sorpresi quando hanno scoperto che lo stress è in grado di riprogrammare le cellule immunitarie trasformandole, da combattenti contro gli attacchi al corpo, in aiutanti dei nemici della salute: in questo caso, le cellule tumorali.

Un bel problema. Se le cellule che dovrebbero combattere il tumore diventano, per così dire, sue alleate, allora la situazione diventa davvero drammatica.
Ed è proprio quello che è successo ai topi oggetto dello studio: in quelli sottoposti a stress la diffusione del cancro è aumentata di ben 30 volte, rispetto a quelli che non erano sotto stress.

«Ciò che abbiamo dimostrato per la prima volta è che lo stress cronico causa una fuga delle cellule tumorali dal tumore primario che finiscono con l’andare a colonizzare in organi distanti», ha spiegato la dottoressa Erica Sloan, coordinatrice dello studio e ricercatrice presso il Cousins Center for Psychoneuroimmunology.
Questo fatto non fa che gettare altra benzina sul fuoco, alimentando il sospetto che lo stress faccia da carburante alla crescita del cancro negli esseri umani, così come ritenuto da diversi esperti.

Questo studio, quindi, «non solo ha dimostrato che tutto questo accade, ma ci ha fatto vedere come lo stress “parla” al tumore e l’aiuta a diffondersi», ha aggiunto Sloan.
Bloccando questo processo può essere possibile bloccare la diffusione del tumore, ritengono i ricercatori che hanno provato a bloccare questa progressione agendo direttamente sullo stress.

Per mezzo di farmaci che agiscono sul sistema nervoso come, per esempio, i beta-bloccanti è possibile interrompere questo scambio d’informazioni tra lo stress e le cellule cancerogene.
Questi stessi farmaci sono sotto esame per comprendere il potenziale ruolo nella prevenzione della diffusione del cancro e delle possibili recidive, si legge nella rivista Cancer Research, dove è stato pubblicato lo studio.

Il prossimo passo è quello di concentrare le proprie attenzioni sulle giovani donne, spiegano gli scienziati, poiché quando viene loro diagnosticato un cancro vi è una moltitudine di fattori che pesano su di loro e, in genere, lo stile di vita a cui sono sottoposte le espone maggiormente allo stress.
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