Le reliquie

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2
Walter.Simoni
00venerdì 24 luglio 2009 11:39
E' risaputo che nel cattolicesimo, particolare venerazione viene resa alle reliquie di santi e madonne. A parte che tale venerazione/adorazione cozza col divieto divino/biblico di non adorare alcuna cosa o persona a parte Dio, e che, per logica, se san Pietro o san Paolo non vollero alcuna forma di devozione da vivi, immaginiamoci se la richiedano da morti. Tuttavia, ironia della sorte, quantunque volessimo non dare ascolto a tali appunti, sembra davvero assurdo che, dei pezzi della croce sulla quale sarebbe stato ucciso Gesù, ci siano in circolazione sufficienti pezzi di legno, venerati e attribuiti alla VERA croce di Cristo, tali da essere in grado, unendone i pezzi, di costruire una vera e propria nave da guerra.
Per non parlare poi dei due/quattro chiodi usati per inchiodare il corpo di Gesù al legno, i quali, se raccolti, si potrebbe inchiodare una palizzata sufficientemente lunga.
Cosa significa questo per quei fedeli che si accostano alle reliquie con la convinzione che siano appartenute davvero a Gesù, alla Madonna o a qualche santo? Si è consapevoli del fatto che tali oggetti, nella stragrande maggioranza dei casi, sono privi di valore?
Perchè accostarsi a Dio attraverso un inganno, dal momento che Dio stesso ci mette in guardia a tal proposito?

pavel43
00venerdì 24 luglio 2009 15:54
"Oltre che della Liturgia dei sacramenti e dei sacramentali, la catechesi deve tener conto delle forme della pietà dei fedeli e della religiosità popolare. Il senso religioso del popolo cristiano, in ogni tempo, ha trovato la sua espressione nelle varie forme di pietà che circondano la vita sacramentale della Chiesa, quali la venerazione delle reliquie, le visite ai santuari, i pellegrinaggi, le processioni, la« via crucis », le danze religiose, il rosario, le medaglie, ecc. Queste espressioni sono un prolungamento della vita liturgica della Chiesa, ma non la sostituiscono: « Bisogna che tali esercizi, tenuto conto dei tempi liturgici, siano ordinati in modo da essere in armonia con la sacra liturgia, derivino in qualche modo da essa, e ad essa, data la sua natura di gran lunga superiore, conducano il popolo cristiano ». È necessario un discernimento pastorale per sostenere e favorire la religiosità popolare e, all'occorrenza, per purificare e rettificare il senso religioso che sta alla base di tali devozioni e per far progredire nella conoscenza del Mistero di Cristo. Il loro esercizio è sottomesso alla cura e al giudizio dei vescovi e alle norme generali della Chiesa".

(dal Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 1674 — 1675 — 1676)


Roberto Carson
00venerdì 24 luglio 2009 20:16
Con tutto il rispetto per il Catechismo... credo che questo sia un modo alquanto furbo di deviare il problema dell'adorazione sincretistica sviluppatasi in ambito cattolico, con delle giustificazioni che trovano un riscontro pressocchè nullo nelle Sacre Scritture.
Roberto Carson
00venerdì 24 luglio 2009 20:23

Il senso religioso del popolo cristiano, in ogni tempo, ha trovato la sua espressione nelle varie forme di pietà che circondano la vita sacramentale della Chiesa, quali la venerazione delle reliquie, le visite ai santuari, i pellegrinaggi, le processioni, la« via crucis », le danze religiose, il rosario, le medaglie, ecc. Queste espressioni sono un prolungamento della vita liturgica della Chiesa, ma non la sostituiscono



Che "non la sostituiscano" non è vero. E' risaputo che il folkore religioso è l'unica forma di "adorazione" conosciuta in molti paesini di provincia, dove le processioni, le sagre, i rosari, o la preghiera dinnanzi alla statua di Padre Pio costituiscono i principale aspetti della vita spirituale dei fedeli.

Per i TdG, che spesso si trovano a predicare in queste zone, come nel mio caso, tutto ciò è un dato ampiamente osserbabile.
Teodoro Studita
00venerdì 24 luglio 2009 23:46
Al di là della discutibile espressione (discutibile in ciò che cerca di porsi come un "forum serio") "reliquie di santi e madonne", è evidente che chi propone questa riflessione non abbia mai letto san Giovanni Damasceno, che illustra – a valle della controversia iconoclasta – il senso della venerazione (non culto idolatrico) di icone e reliquie. Magari ortodox potrà fare una sintesi del discorso. Che poi tante reliquie siano ampiamente fasulle ciò non ha nulla a che vedere con il concetto in sé, è solo un mero accidente storico, questo dovrebbe essere evidente.
Probabilmente ai fini della discussione sarebbe utile scindere il discorso relativamente agli oggetti della venerazione del popolo di Dio: le sante icone, le reliquie dei santi trasfigurati in Cristo, le altre reliquie (gli oggetti della passione, etc).
Cordialità,
Walter.Simoni
00sabato 25 luglio 2009 00:49
Re:
Teodoro Studita, 24/07/2009 23.46:

Al di là della discutibile espressione (discutibile in ciò che cerca di porsi come un "forum serio") "reliquie di santi e madonne", è evidente che chi propone questa riflessione non abbia mai letto san Giovanni Damasceno, che illustra – a valle della controversia iconoclasta – il senso della venerazione (non culto idolatrico) di icone e reliquie. Magari ortodox potrà fare una sintesi del discorso. Che poi tante reliquie siano ampiamente fasulle ciò non ha nulla a che vedere con il concetto in sé, è solo un mero accidente storico, questo dovrebbe essere evidente.
Probabilmente ai fini della discussione sarebbe utile scindere il discorso relativamente agli oggetti della venerazione del popolo di Dio: le sante icone, le reliquie dei santi trasfigurati in Cristo, le altre reliquie (gli oggetti della passione, etc).
Cordialità,



"Il senso" della venerazione di icone e reliquie?
San Giovanni Damasceno? ... Sarà stato pure un grande teologo e filosofo del suo tempo, ma è anche vero che visse in un frangente in cui ci si era già allontanati fin troppo dalla limpidezza del cristianesimo primitivo, tanto che si battè a favore della venerazione delle statue e delle immagini sacre. Pietro, Paolo o Giovanni,...avrebbero mai lottato a favore delle icone sacre da venerare?
La filosofia di Damasceno non è Bibbia, e ciò che per te ha un "senso" (la venerazione di immagini e resti umani)...per il Testo Sacro = la Bibbia, è un "non senso"!
Non parlo in questi termini per offendere la sensibilità religiosa di chi crede con fede al potere spirituale delle reliquie, ma in difesa delle verità alitate dallo Spirito santo di Dio, nelle pagine del Suo sacro Libro.

Incollo di seguito un brano tratto da “L‟Europeo” del 23 novembre 1981, firmato da Fiamma Arditi e Fabio Troncanelli, ove si legge:
"Le reliquie si moltiplicano. Le più curiose le elenca Collin De Ploncy nel suo „Dizionario delle Reliquie‟ scritto all‟inizio dell‟Ottocento (in Italia presso le edizioni Newton Compton). Gocce di latte della Madonna, ultimo sospiro di Cristo sulla croce, piuma dell‟arcangelo Michele, membro di San Bartolomeo (protettore delle donne!), cervello di San Pietro, ombelico e lacrime di Gesù, coccige di Sant‟Ignazio di Loyola, grasso di San Pantaleo, un‟esclamazione di San Giuseppe chiusa in bottiglia, e denti, arti, membra di tutti i martiri veri o presunti. C‟è anche chi è arrivato ad inventare il santo; come i parrocchiani di un villaggio vicino a Pescara: Loreto Aprutino. Nel 1711 chiedono al Papa il permesso di prendersi da una catacomba qualche osso per la loro chiesa che non ha nemmeno una reliquia. Su una lapide leggono l‟iscrizione latina Sopitus in Domino (“addormentato nel Signore”) e cominciano senza esitazione a venerare San Sopito".

Il professor Di Nola aggiunge al succitato articolo: "Ci si trova così in presenza di otto prepuzi di Gesù Cristo, conservati in varie chiese (a Roma e nel Lazio se ne venerano due), a ettolitri di latte della Madonna, a chilometri di frammenti di vera croce ... Nel nostro Paese l‟Evangelo, così teso verso la ragione, così denso di annunzi che toccano l‟uomo, è restato sommerso nel cimitero delle tibie, dei prepuzi, delle perdite bianche della Vergine Maria. Ed è così triste!".

Non tratto questo tema per ridicolizzare la fede di milioni di credenti, ma per analizzarne "il senso" dal punto di vista biblico, e alla luce delle testimonianze storiche dei cristiani, fino al I secolo.
I primi cristiani non si sono mai curati di possedere le reliquie di Cristo o dei martiri. Stefano, dopo essere stato lapidato (vedi Atti degli Apostoli cap.7), fu seppellito ma, anche se si fece gran cordoglio, nessuno cercò di possedere, a scopo di devozione, pezzetti del suo abito o del suo corpo per farne reliquie. Anche se hanno vissuto una vita devota su questa terra, i cristiani non possiedono alcuna speciale potenza di mediazione a favore di altri uomini. Di questi cristiani si può dire tutt'al più: "Beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, essendo che si riposano dalle loro fatiche, poiché le loro opere li seguono" (Rivelazione 14:23). La Bibbia non insegna che siano oggetti, persone o resti di anime pie a fungere da mediatori tra noi e Dio, piuttosto, è Cristo l'unico mediatore: "C'è un solo mediatore fra Dio e gli uomini: l'uomo Cristo Gesù, il quale diede se stesso quale prezzo di riscatto per tutti." (1Timoteo 2:5)

Sostituendo al culto voluto da Dio un tipo di adorazione creata dalla superstizione, non sarà possibile piacere al Signore: "Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini." (Matteo 15:9)
Infine, degne di massimo rispetto sono sempre le parole con cui Cristo sconfisse definitivamente la tentazione di Satana: "Adora il Signore Iddio tuo; a lui solo rendi il culto." (Matteo 4:8-10).

Forse bisogna tornare un pò più indietro rispetto a san Giovanni Damasceno, per risalire al sano insegnamento apostolico!

pavel43
00sabato 25 luglio 2009 08:04

"Il senso" della venerazione di icone e reliquie?
San Giovanni Damasceno? ... Sarà stato pure un grande teologo e filosofo del suo tempo, ma è anche vero che visse in un frangente in cui ci si era già allontanati fin troppo dalla limpidezza del cristianesimo primitivo, tanto che si battè a favore della venerazione delle statue e delle immagini sacre.



Vedi se affermi che non è tua intenzione ridicolizzare la fede di milioni di credenti potresti cominciare a non giudicare in modo sommario e semplicistico una grande figura come Giovanni Damasceno per il quale non era certo un problema l’intervallo temporale dal cristianesimo primitivo per trattare il problema delle immagini.



Pietro, Paolo o Giovanni,...avrebbero mai lottato a favore delle icone sacre da venerare?
La filosofia di Damasceno non è Bibbia, e ciò che per te ha un "senso" (la venerazione di immagini e resti umani)...per il Testo Sacro = la Bibbia, è un "non senso"!


Neppure quello che tu scrivi è la Bibbia, solo che pensi che il tuo intendimento delle scritture abbia un senso, di contro non l’abbia quello che dice il Damasceno
Ecco un brano di lui, tratto dalla sua opera intitolata appunto alle Immagini: " Va' via, Satana, con la tua invidia - vi si legge - tu che non puoi tollerare di farci contemplare l'immagine di Nostro Signore e di santificarci alla sua vista; tu che non vuoi farci considerare le sue salutari sofferenze, ammirare la sua condiscendenza, godere lo spettacolo dei suoi miracoli per trarne occasione di meglio conoscere e lodare la potenza della sua divinità.
" Invidioso dei Santi e degli onori che hanno ottenuto da Dio, tu non puoi sopportare che abbiamo sotto gli occhi la loro gloria, per paura che quella vista ci muova ad imitarne il coraggio e la fede; non puoi sopportare l'aiuto che ci ripromettiamo ai corpi e alle anime per la fiducia che in esse riponiamo ".``

Per quel che riguarda la ferma condanna dell'idolatria nelle Scritture:
Il popolo di Israele uscito dall'Egitto quando vide di trovarsi in una situazione difficile si costruì e adorò il vitello d'oro.
Momenti di stabilità con altri di insicurezza si alternano nella storia di questo popolo.
A quei tempi popoli vicini, molto spesso sullo stesso territorio avevano i loro dei.
Poteva essere una tentazione ritenere l'idolo di coloro che dominavano fosse ritenuto più forte.
Ricordiamo che anche i popoli che perseguitarono Israele riconobbero quando il momento fu loro avverso la potenza del Dio di Israele e ne ebbero timore.
Per i politeisti, vedi i Romani, a volte non era un problema affiancare ai propri anche dei stranieri ("non si sa mai!").
La storia di Israele si sviluppa invece con l'elezione di Dio a popolo lui prediletto con un rapporto che non permette deviazioni.
Quindi si giustifica la condanna sia di "sostituire" che "affiancare" altri idoli al vero Dio.
Idoli che alle invocazioni si mostrano muti e impotenti


Nel venerare i Santi di Dio, e specialmente la Madre di Dio, noi tributiamo ad essi il dovuto onore in vista dell'eccellenza soprannaturale che in essi riconosciamo come derivata da Dio stesso attraverso i meriti di Gesù Cristo. La venerazione dei santi si risolve così nella gloria di Dio, che è meraviglioso nei suoi santi ed è giusto che nei suoi santi sia glorificato.
Processione delle immagini, fuochi d’artificio, luminarie, pesca, gastronomia, musica e danze sono l’aspetto folkloristico di contorno che servono creare un momento di aggregazione della comunità religiosa nella giornata di festa.
I sacerdoti responsabili non mancano mai di puntualizzare questi aspetti.
Per i cristiani le reliquie sono collegate al culto dei santi, sono segni, simboli, memorie, testimonianze della loro presenza. Reliquia è tutto ciò che ricorda un santo, che lo rende vivo allo spirito degli uomini. La reliquia non ha valore in se stessa, non si onora come si onorerebbe un feticcio. Si tratta, in realtà, di un culto “relativo”: attraverso il reperto corporale o da contatto è il santo che si venera, l’oggetto acquisisce “valore” proprio per la relazione che è intercorsa con la persona del santo.
Per quel che riguarda le innegabili e ridicole esagerazioni ti consiglio i leggere la novella dal Decamerone di fra Cipolla letterariamente più gustosa dell’articolo dell’Europeo.
Walter.Simoni
00sabato 25 luglio 2009 09:06
Re:
pavel43, 25/07/2009 8.04:



Nel venerare i Santi di Dio, e specialmente la Madre di Dio, noi tributiamo ad essi il dovuto onore in vista dell'eccellenza soprannaturale che in essi riconosciamo come derivata da Dio stesso attraverso i meriti di Gesù Cristo. La venerazione dei santi si risolve così nella gloria di Dio, che è meraviglioso nei suoi santi ed è giusto che nei suoi santi sia glorificato.
Processione delle immagini, fuochi d’artificio, luminarie, pesca, gastronomia, musica e danze sono l’aspetto folkloristico di contorno che servono creare un momento di aggregazione della comunità religiosa nella giornata di festa.




Fermo restando che rispetto assolutamente l'idea religiosa degli altri, pur non condividendola, tu sostieni che nemmeno le mie parole sono Bibbia. Dal momento che la mia adorazione a Dio assume la forma voluta e trasmessa da Egli stesso nelle Scritture, e per me ha valore SOLO ciò che Dio ci trasmette attraverso la sua Parola, ... potresti aiutarmi a capire da quali passi o principi biblici posso dedurre che Dio ha piacere nel ricevere adorazione attraverso la venerazione dei resti umani di un individuo che cmq ha vissuto una vita dedicata a Dio?
Trovo assai difficile collocare la venerazione delle reliquie nel contesto biblico. Invece, testimonianze storiche mi fanno intravedere in tali pratiche spirituali, una comunanza con riti e sistemi di adorazione tipiche delle religioni pagane.
Ripeto: personalmente non ti sto presentando il pensiero di uno dei Padri della Chiesa, nè il pensiero del Corpo Direttivo dei testimoni di Geova. Vorrei che dnq mettessi da parte la citazione di un santo o del Catechismo Cattolico, per mostrarmi solo con la Bibbia, da dove dovrei trarre spunto per accettare la dottrina delle reliquie.

Cordialità

pavel43
00sabato 25 luglio 2009 15:47
Il Magistero della Chiesa attraverso i suoi documenti è per me fedele interprete di ciò che Dio trasmette attraverso la sua Parola. Le stesse scritture nascono sono conservate e trasmesse dalla Chiesa. Questo vale per i cattolici. Per quanto riguarda i tdG non sta a me dirlo.
Detto questo ribadisco che ho parlato sempre di venerazione e non di adorazione che va solamente a Dio.
In sintesi noi chiediamo ai santi di pregare Dio con noi e per noi. La liceità di tale operazione nel nostro paradigma è più che ovvia, infatti noi crediamo alla comunione dei santi, e cioè che la Chiesa sia tutta unita, e la Chiesa è tutto il popolo di Dio, defunti compresi.
Per le reliquie si ricordi il caso delle ossa del profeta Eliseo, al cui contatto un morto risuscitò, come si narra in 2 Re 13,20-21.
Atti 8:2
Uomini pii seppellirono Stefano e fecero gran cordoglio per lui.
Certo un po’ poco, purtroppo inizieranno di lì a poco le persecuzioni ed i martiri saranno tanti, difficile forse immaginare quale profondo rapporto si dovette instaurare fra la presenza fisica e l’eroicità dei martiri nello spirito dei fratelli che mentre continuavano a professare il vangelo fra enormi difficoltà onoravano coloro che erano morti nella fede comune.
Walter.Simoni
00sabato 25 luglio 2009 19:03
Re:

Il Magistero della Chiesa attraverso i suoi documenti è per me fedele interprete di ciò che Dio trasmette attraverso la sua Parola.



Lo stesso io potrei dire del Corpo Direttivo della Congregazione Cristiana dei testimoni di Geova!
Eppure, immagino troveresti qualcosa da ridire al riguardo, non è vero? E allora perchè io dovrei accettare il Magistero della Chiesa Cattolica, se a suo tempo l'ho rinnegato e abbandonato volontariamente, divenendo un "apostata" per i cattolici, e subendo tutto l'ostracismo che di solito è riservato a coloro che abbandonano una fede, da parte degli ex fratelli cattolici, degli amici cattolici e degli stessi parenti cattolici... persino da parte dei miei genitori, che mi hanno buttato letteralmente fuori di casa, ancor prima di diventare maggiorenne?

Secondo me, fintanto che io parlo in nome della mia Chiesa d'appartenenza, e tu mi parli in nome della tua, non troveremo mai un punto di comunanza. Proviamo a mettere da parte la chiesa d'appartenenza e parliamo in nome dell'unica cosa in comune: la Bibbia. Se proviamo a dimostrare con la sola Bibbia (unica unità di misura della Verità) tutta la dottrina a cui noi crediamo, forse tutto ciò che sosteniamo avrà davvero un valore.


ho parlato sempre di venerazione e non di adorazione che va solamente a Dio.



Faccio molta fatica a capire la differenza tra venerazione e adorazione! [SM=g27988]
pavel43
00sabato 25 luglio 2009 20:39


Lo stesso io potrei dire del Corpo Direttivo della Congregazione Cristiana dei testimoni di Geova!
Eppure, immagino troveresti qualcosa da ridire al riguardo, non è vero?


E infatti l’argomento è uno dei più ricorrenti della stampa WTS cui aggiungi l’espressione “madonne” che implica di per sé una considerazione di dubbio gusto come già l’utente Teodoro ha rilevato.



E allora perchè io dovrei accettare il Magistero della Chiesa Cattolica, se a suo tempo l'ho rinnegato e abbandonato volontariamente, divenendo un "apostata" per i cattolici, e subendo tutto l'ostracismo che di solito è riservato a coloro che abbandonano una fede, da parte degli ex fratelli cattolici, degli amici cattolici e degli stessi parenti cattolici... persino da parte dei miei genitori, che mi hanno buttato letteralmente fuori di casa, ancor prima di diventare maggiorenne?


Brutta storia l’ostracismo, dubito che gli amici e i fratelli siano cattolici, veramente triste il rifiuto dei genitori che ovviamente non giudico. Hai tutta la mia solidarietà come l’ho sempre data ai disassociati tdG.



Secondo me, fintanto che io parlo in nome della mia Chiesa d'appartenenza, e tu mi parli in nome della tua, non troveremo mai un punto di comunanza. Proviamo a mettere da parte la chiesa d'appartenenza e parliamo in nome dell'unica cosa in comune: la Bibbia. Se proviamo a dimostrare con la sola Bibbia (unica unità di misura della Verità) tutta la dottrina a cui noi crediamo, forse tutto ciò che sosteniamo avrà davvero un valore.



Vedo che tu sei tanto bravo da saper ricavare da solo dalla Bibbia tutta la dottrina tdG, io più modestamente ho ancora bisogna di mediazione e accolgo fiduciosamente gli insegnamenti del magistero che per me fanno un tutt’uno con la Parola.

Faccio molta fatica a capire la differenza tra venerazione e adorazione!



Forse dal punto di vista semantico c'è attinenza, ma il contesto dei miei interventi dovrebbe chiarire.
Teodoro Studita
00sabato 25 luglio 2009 22:38
Io penso che tutto nasca da un atteggiamento superficiale e fondamentalista nei confronti della Bibbia, di certo retaggio della "cultura" tdg, che discende recta via dal terzo protestantesimo, che dipinge la bibbia come qualcosa di piovuto dal cielo così come lo abbiamo oggi il giorno dopo la morte di Gesù.
Niente di più ridicolo.
La Bibbia come la conosciamo oggi è il frutto dell'aggregazione tardiva di libri che hanno avuto circolazione propria per secoli, con l'esclusione (volontaria e ponderata) di alcuni libri e l'inclusione (volontaria e ponderata) di altri. Tutte le prime generazioni di cristiani – quelle a cui secondo Simoni dovremmo rifarci per riscoprire il genuino messaggio cristiano – non avevano neanche una bibbia. Nella migliore delle ipotesi avevano qualche epistola di Paolo, forse un vangelo, e più fortunati delle antologie dell'AT dal pentateuco, Isaia e i Salmi, e nulla di più. Poi magari avevano (come testimoniato ampiamente dalla codicologia) Pastore d'Erma, Epistola di Barnaba, Didaché, senza parlare della circolazione dei libri apocalittici come il corpus enochico nelle chiese etiopi, i vangeli gnostici nelle chiese egiziane, e così via.
Chi ha determinato cosa è Bibbia e cosa non lo è sono esattamente i padri che tanto Simoni deplora, gente come Ireneo di Lione, che pur non avendo affatto una bibbia nel senso moderno del termine, sapeva ciò che sapeva perché lo aveva ricevuto (Tradizione) dalla viva predicazione dei discepoli di Giovanni (San Policarpo). Paradossalmente potremmo dire che possiamo anche fregarcene di quanto dice la Bibbia, purché riteniamo il 100% della Tradizione, perché in questa c'è compreso di certo il 100% di ciò che oggi chiamiamo Bibbia, e molto di più.
Se non si ha chiaro questo, siamo nel fondamentalismo delle "religione del libro", ciò che di certo il cristianesimo non è.
Cordialità,
bruciolis
00sabato 25 luglio 2009 22:46
Re:
pavel43:


cui aggiungi l’espressione “madonne” che implica di per sé una considerazione di dubbio gusto come già l’utente Teodoro ha rilevato.





caro pavel43, checchè ne diciate tu e Teodoro di "madonne" perlomeno ce ne sono due
(sufficiente quindi per usare un plurale):
la madonna bianca e la madonna nera.
poi, se vogliamo parlare:
dei vari luoghi di apparizioni mariane, (ognuna con un nome diverso)
dei vari santuari mariani, (ognuno con un nome diverso)
dei vari culti alle varie "Santa Maria..." (ognuna con un nome diverso),
delle varie reliquie "venerate" dai fedeli...
ecc... ...
senza che nessuno si "scandalizzi",
per me è una bottega, mio caro pavel43, perchè
più "madonne" ci sono più introiti entrano.

in quanto alla parola "venerare", la Bibbia cattolica della CEI
la mette allo stesso piano dell'"adorazione":

poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna
e hanno venerato e adorato la creatura
al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.
(Romani 1:25 CEI)

________________________________________________________________________________








bruciolis
00sabato 25 luglio 2009 22:56
Re:
Teodoro Studita, 25/07/2009 22.38:

Paradossalmente potremmo dire che possiamo anche fregarcene di quanto dice la Bibbia, purché riteniamo il 100% della Tradizione, perché in questa c'è compreso di certo il 100% di ciò che oggi chiamiamo Bibbia, e molto di più.
Se non si ha chiaro questo, siamo nel fondamentalismo delle "religione del libro", ciò che di certo il cristianesimo non è.
Cordialità,



ma certo, vale di più la tradizione, la quale dice di rendre culto alla creatura, che non la bibbia , la quale afferma categoricamente
di render culto solo al Padreterno!




Walter.Simoni
00domenica 26 luglio 2009 01:15
Re:

Per i cristiani le reliquie sono collegate al culto dei santi, sono segni, simboli, memorie, testimonianze della loro presenza... Si tratta, in realtà, di un culto “relativo”



Il Decalogo scritto col dito di Dio, inizia dichiarando: "Adora il Signore Iddio tuo, e a Lui solo rendi il tuo culto".

Ok, ... non commentiamo la prima parte del succitato comandamento, visto che, a quanto pare, non è chiaro stabilire il confine tra venerazione e adorazione.

Soffermiamoci nella seconda parte del comandamento divino: "...a Lui solo rendi il tuo culto".
Ecco, non mi sembra che queste parole diano spazio ad interpretazioni e giustificazioni. E' volontà di Dio che "solo a Lui si renda il culto". Se Dio è così geloso da pretendere un culto ASSOLUTO, chi sono io da forzare la Sua volontà, e rendere culto ai santi e alle loro reliquie, giustificandole come "culto relativo"?


(Gladio)
00domenica 26 luglio 2009 01:50
Aggiungo che inevitabilmente queste forme di venerazione innescano un giro di denaro notevole oggi come ieri e stante alle storia le reliquie hanno aiutato sempre parecchio le casse della chiesa......abbiamo notizie del primo mercimonio di reliquie e relativo sfruttamento già dal IX SECOLO .
EMBLEMATICO IL caso di un Diacono romano di nome DEUSDONA FORSE DIRETTORE DELLA CATACOMBA DEI SANTI PIETRO E MARCELLINO.

Le cronache riferiscono che questi mette un ricco reliquario dei santi e di un martire di nome Tiburzio,e ne fà smercio come un odierno tour operator porta in giro i pellegrini da una catacomba all'altra con tanto di campionario,queste ultime ovviamente hanno perso l'uso cimiteriale ma si rivelano come oggetti di culto in dettagliati itinerari dove si và a far incetta di qualche pezzo di marmo o di osso E I GUADAGNI PER QUALCUNO FIORISCONO..........

Ultimo caso l'ostensione di padre Pio......dopo anni di flessioni nelle presenze perchè oramai non c'era più nulla che richiamasse folle oceaniche ecco servita l'ostensione del cadavere trattato e levigato come fosse un pezzo da collezzione d'arte .

Ecco a voi servito su un piatto d'argento fiumi di denaro che entrano alla chiesa locale e direttamente ai commercianti agli albergatori..........le reliquie sono un ottimo modo per fare cassa è sempre stato così.

Nella bibbia sempre che per alcuni di voi abbia valore questa forma di venerazione è semplice idolatria.

pavel43
00domenica 26 luglio 2009 08:05
in quanto alla parola "venerare", la Bibbia cattolica della CEI
la mette allo stesso piano dell'"adorazione":

poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna
e hanno venerato e adorato la creatura
al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen. (Romani 1:25 CEI)

Qui Paolo condanna la venerazione e adorazione di idoli che “sostituiscono” il vero Dio.
La Chiesa insegna che la venerazione tributata ai santi per le loro virtù “derivate” da Dio,o “portarci” a riconoscere la gloria di Dio stesso.
Più che alle due parole l’attenzione va posta su due diversi contesti

Purtroppo questo discorso della pluralità delle madonne è un classico per ridicolizzare tale devozione, ma noi cattolici ci sentiamo in buona compagnia:Dante,Raffaello,Leonardo,Verdi...; se proprio dobbiamo parlare di “madonne” preferisco ricordare, io ho qualche anno in più, quando Rabagliati cantava:

È primavera... svegliatevi bambine
alle cascine, messere Aprile fa il rubacuor.
E a tarda sera, madonne fiorentine,
quante forcine si troveranno sui prati in fior.

Ma questa è tutta un’altra storia.
pavel43
00domenica 26 luglio 2009 11:18

Il Decalogo scritto col dito di Dio, inizia dichiarando: "Adora il Signore Iddio tuo, e a Lui solo rendi il tuo culto".

Ok, ... non commentiamo la prima parte del succitato comandamento, visto che, a quanto pare, non è chiaro stabilire il confine tra venerazione e adorazione.
Soffermiamoci nella seconda parte del comandamento divino: "...a Lui solo rendi il tuo culto".
Ecco, non mi sembra che queste parole diano spazio ad interpretazioni e giustificazioni. E' volontà di Dio che "solo a Lui si renda il culto". Se Dio è così geloso da pretendere un culto ASSOLUTO, chi sono io da forzare la Sua volontà, e rendere culto ai santi e alle loro reliquie, giustificandole come "culto relativo"?



Non sono un esperto di semantica e può essere che i confini fra le due parola non siano così netti, ma certamente è netta , nel suo contesto,la differenziazione data dalla Chiesa che ripeto per l’ennesima volta con parole mie:

La chiesa insegna che la venerazione tributata ai santi è per le loro virtù “derivate” da Dio,che devono “portarci” a riconoscere la gloria di Dio stesso.
Tutto “deve andare” a maggior gloria di Dio
L’idolatra “sostituisce” nel suo cuore il vero Dio con altri dei.
Anche chi “sostituisce” i santi a Dio e’ sulla via dell’idolatria
pavel43
00domenica 26 luglio 2009 12:13

Aggiungo che inevitabilmente queste forme di venerazione innescano un giro di denaro notevole oggi come ieri e stante alle storia le reliquie hanno aiutato sempre parecchio le casse della chiesa......abbiamo notizie del primo mercimonio di reliquie e relativo sfruttamento già dal IX SECOLO .
EMBLEMATICO IL caso di un Diacono romano di nome DEUSDONA FORSE DIRETTORE DELLA CATACOMBA DEI SANTI PIETRO E MARCELLINO.

Le cronache riferiscono che questi mette un ricco reliquario dei santi e di un martire di nome Tiburzio,e ne fà smercio come un odierno tour operator porta in giro i pellegrini da una catacomba all'altra con tanto di campionario,queste ultime ovviamente hanno perso l'uso cimiteriale ma si rivelano come oggetti di culto in dettagliati itinerari dove si và a far incetta di qualche pezzo di marmo o di osso E I GUADAGNI PER QUALCUNO FIORISCONO..........

Ultimo caso l'ostensione di padre Pio......dopo anni di flessioni nelle presenze perchè oramai non c'era più nulla che richiamasse folle oceaniche ecco servita l'ostensione del cadavere trattato e levigato come fosse un pezzo da collezzione d'arte .

Ecco a voi servito su un piatto d'argento fiumi di denaro che entrano alla chiesa locale e direttamente ai commercianti agli albergatori..........le reliquie sono un ottimo modo per fare cassa è sempre stato così.

Nella bibbia sempre che per alcuni di voi abbia valore questa forma di venerazione è semplice idolatria.



Vedi tutto sommato tu sei ancora tenero, Dante, a "me mi piace" citarlo perché ha già detto tutto, ci va giù ancora più duro

Con i versi

« O Simon mago, o miseri seguaci
che le cose di Dio, che di bontate
deon essere spose, e voi rapaci

per oro e per argento avolterate,
or convien che per voi suoni la tromba,
però che ne la terza bolgia state. »

caccia all’inferno chi fa commercio di qualsiasi cosa attinente al sacro, incomincia da Simon mago personaggio degli Atti degli apostoli, prosegue con papa Niccolò III che tiene pure un posto riservato a Bonifacio VIII ancora in vita mentre Dante scrive.

Ma Dante non esiterà a cantare le virtù dei santi e di tutti coloro che hanno testimoniato il vangelo eroicamente .

“Occorre umile sincerità per non negare i peccati del passato, e tuttavia non indulgere a facili accuse in assenza di prove reali o ignorando le differenti pre-comprensioni di allora. Inoltre la confessio peccati, per usare un’espressione di sant’Agostino, deve essere sempre accompagnata dalla confessio laudis – dalla confessione della lode. Chiedendo perdono del male commesso nel passato dobbiamo anche ricordare il bene compiuto con l’aiuto della grazia divina che, pur depositata in vasi di creta, ha portato frutti spesso eccellenti”.(Enzo Bianchi) e… aggiungo io continua a portarli.

Ho scelto la chiesa cattolica per il suo rapporto col divino ma anche per il suo sano realismo, diffido di ogni perfezionismo.

Quanto sopra, Gladio, vale anche per l’altro thread sui rapporti chiesa e potere politico.
pavel43
00domenica 26 luglio 2009 14:02
Ho accennato a Raffaello e Leonardo, ma ecco per i nostri amici ortodossi

www.russiaecumenica.it/repository/product/A238%20-%20Madonna%20col%20Bambino%...

una dolcissima Madonna con Bambino
Walter.Simoni
00domenica 26 luglio 2009 14:17
Re:
pavel43, 26/07/2009 14.02:

Ho accennato a Raffaello e Leonardo, ma ecco per i nostri amici ortodossi

www.russiaecumenica.it/repository/product/A238%20-%20Madonna%20col%20Bambino%...

una dolcissima Madonna con Bambino




Una cosa è la dolcezza espressiva di un'opera d'arte che illustra il sacro, espressione della creatività di un artista e dono di Dio... altra cosa è rendere quell'opera d'arte, un'oggetto di devozione!

La Scrittura dice:

(Romani 8:24) ... quando un uomo vede una cosa, la spera egli?
(2 Corinti 4:18) mentre rivolgiamo lo sguardo non alle cose che si vedono, ma alle cose che non si vedono. Poiché le cose che si vedono sono temporanee, ma le cose che non si vedono sono eterne.
(2 Corinti 5:7) poiché camminiamo per fede, non per visione.
(Ebrei 11:1) La fede è la sicura aspettazione di cose sperate, l’evidente dimostrazione di realtà benché non vedute.


Dio chiede ai suoi adoratori di renderGli servigio senza ausili visivi, icone, immagini e simili.
Dio và adorato con SPIRITO e VERITA'!

Gv 4:24: "Dio è uno Spirito, e quelli che l’adorano devono adorarlo con spirito e verità".




pavel43
00domenica 26 luglio 2009 14:47

Una cosa è la dolcezza espressiva di un'opera d'arte che illustra il sacro, espressione della creatività di un artista e dono di Dio... altra cosa è rendere quell'opera d'arte, un'oggetto di devozione!

La Scrittura dice:

(Romani 8:24) ... quando un uomo vede una cosa, la spera egli?
(2 Corinti 4:18) mentre rivolgiamo lo sguardo non alle cose che si vedono, ma alle cose che non si vedono. Poiché le cose che si vedono sono temporanee, ma le cose che non si vedono sono eterne.
(2 Corinti 5:7) poiché camminiamo per fede, non per visione.
(Ebrei 11:1) La fede è la sicura aspettazione di cose sperate, l’evidente dimostrazione di realtà benché non vedute.

Dio chiede ai suoi adoratori di renderGli servigio senza ausili visivi, icone, immagini e simili.
Dio và adorato con SPIRITO e VERITA'!

Gv 4:24: "Dio è uno Spirito, e quelli che l’adorano devono adorarlo con spirito e verità".



Non so che dirti amo l'arte, gli affreschi di Giotto ad Assisi non sono solo belli ma illustrano la vita di un santo che si identificò in Gesù ed a Gesù portano. E questo è un valore aggiunto. Ma che dire della poesia di Dante, della musica sacra di Bach o di Verdi,del teatro, del cinema d'autore. La Bibbia è parola di Dio ma è stata scritta da autori che vivevano in un contesto storico e di questo risentono.Ho ripetutamente espresso cosa significavano gli idoli nel contesto storico del popolo d'Israele.
Cosa mi dici delle rappresentazioni teatrali alle vostre assemblee?
Roberto Carson
00domenica 26 luglio 2009 14:54
Re:
pavel43, 26/07/2009 14.47:


Una cosa è la dolcezza espressiva di un'opera d'arte che illustra il sacro, espressione della creatività di un artista e dono di Dio... altra cosa è rendere quell'opera d'arte, un'oggetto di devozione!

La Scrittura dice:

(Romani 8:24) ... quando un uomo vede una cosa, la spera egli?
(2 Corinti 4:18) mentre rivolgiamo lo sguardo non alle cose che si vedono, ma alle cose che non si vedono. Poiché le cose che si vedono sono temporanee, ma le cose che non si vedono sono eterne.
(2 Corinti 5:7) poiché camminiamo per fede, non per visione.
(Ebrei 11:1) La fede è la sicura aspettazione di cose sperate, l’evidente dimostrazione di realtà benché non vedute.

Dio chiede ai suoi adoratori di renderGli servigio senza ausili visivi, icone, immagini e simili.
Dio và adorato con SPIRITO e VERITA'!

Gv 4:24: "Dio è uno Spirito, e quelli che l’adorano devono adorarlo con spirito e verità".



Non so che dirti amo l'arte, gli affreschi di Giotto ad Assisi non sono solo belli ma illustrano la vita di un santo che si identificò in Gesù ed a Gesù portano. E questo è un valore aggiunto. Ma che dire della poesia di Dante, della musica sacra di Bach o di Verdi,del teatro, del cinema d'autore. La Bibbia è parola di Dio ma è stata scritta da autori che vivevano in un contesto storico e di questo risentono.Ho ripetutamente espresso cosa significavano gli idoli nel contesto storico del popolo d'Israele.
Cosa mi dici delle rappresentazioni teatrali alle vostre assemblee?



Caro Pavel, credo che tu stia facendo un pò di confusione tra le rappresentazioni artistiche ed il culto delle immagini.

Sulle meraviglie dall'arte nulla da dire, io per primo sono affascinato da molte opere dell'arte sacra, ho avuto modo di esaminarne diverse in quanto sto frequentando un corso di specializzazione sull'archivizione dei beni culturali. Sono ad esempio parecchio affascinato dall' "Ultima cena" di Leonardo.

Ma una cosa è apprezzare l'arte e un'altra è considerare opere d'arte o reliquie o icone o altro, ogetti da venerare.


Walter.Simoni
00domenica 26 luglio 2009 15:22
Re:

Non so che dirti amo l'arte, gli affreschi di Giotto ad Assisi non sono solo belli ma illustrano la vita di un santo che si identificò in Gesù ed a Gesù portano. E questo è un valore aggiunto. Ma che dire della poesia di Dante, della musica sacra di Bach o di Verdi,del teatro, del cinema d'autore.



Pavel, parli con uno che ama l'arte in generale, dalla musica classica a quella moderna, dal teatro al cinema, dalle opere pittoriche del Caravaggio all'opera letteraria di Dante. Secondo me, l'attributo "divina" aggiunto successivamente al titolo "Commedia" che Dante Alighieri aveva dato al suo capolavoro, rende bene l'idea della grandezza e della bellezza di quest'opera senza uguali! Il Louvre e gli Uffizi, mi hanno visto non poche volte. Incantato, sono rimasto davanti ad opere pittoriche che raffigurano il sacro, immedesimandomi nel pensiero dell'artista e cercando di vedere la scena con i suoi stessi occhi.
I tdG non si scandalizzano davanti alle rappresentazioni artistiche del sacro. Le loro pubblicazioni pullulano di immagini religiose che raffigurano aspetti della vita di personaggi biblici e del Cristo.
La cosa che non fanno i tdG è quella di prendere quelle raffigurazioni artistiche, e inginocchiarsi in venerazione. Sanno che Dio vuole essere adorato senza che ricorriamo a strumenti visivi.
Utilizzano pertanto le immagini sacre solo come strumento di comunicazione.


La Bibbia è parola di Dio ma è stata scritta da autori che vivevano in un contesto storico e di questo risentono.



E' cmq tra le opere letterarie più importanti al mondo, per lo stile, l'armonia, il messaggio, e per l'ispirazione divina!
Prendi ad esempio il Cantico dei Cantici: superlativo! una poetica sublime che esalta l'amore incrollabile nella sua massima espressione.


Ho ripetutamente espresso cosa significavano gli idoli nel contesto storico del popolo d'Israele.



Chiedi alla stragrande maggioranza di coloro che vanno in chiesa la domenica. Riuscirebbero a rendere adorazione a Dio senza bisogno di genuflettersi dinnanzi ad un'immagine? Hanno il giusto punto di vista delle icone e delle reliquie? Sanno davvero che fra venerazione e devozione corre una sostanziale differenza?



Cosa mi dici delle rappresentazioni teatrali alle vostre assemblee?



Ne ho già parlato sopra. Rappresentazioni teatrali o illustrate hanno solo lo scopo di spiegare avvenimenti biblici. Nessun tdG ha mai venerato l'immagine di Pietro di Paolo o di qualunque altro santo.
Nessun tdG si inginocchia davanti a un'immagine rappresentativa. Si inchinano solo davanti a Dio, quando Gli si rivolgono in preghiera, senza avere davanti alcuna immagine.





pavel43
00domenica 26 luglio 2009 19:31
per Roberto


Caro Pavel, credo che tu stia facendo un pò di confusione tra le rappresentazioni artistiche ed il culto delle immagini.


Potrebbe invece esserci sintonia.
Tante immagini sacre (ordinarie) sono offerte alla devozione dei fedeli affinché se ne riconoscano le virtù eroiche “derivate” da Dio al fine di “elevarsi” a Dio, quelle (a carattere sacro) di elevato valore artistico raggiungono meglio lo scopo per via del genio dell’artista che probabilmente opera con lo stesso intendimento. Non credo che gli affreschi di Assisi siano stati eseguiti per i turisti di oggi.
Certo se pensiamo alle opere di Caravaggio e alle vicende personali può venire qualche dubbio, ma non è detto, non sappiamo cosa passa nell'anima dell'artista che crea.



Ma una cosa è apprezzare l'arte e un'altra è considerare opere d'arte o reliquie o icone o altro, ogetti da venerare.



Una cosa non esclude l’altra, sempre che si intenda il culto o venerazione come ho definito non so quante volte

Per Walter






La cosa che non fanno i tdG è quella di prendere quelle raffigurazioni artistiche, e inginocchiarsi in venerazione. Sanno che Dio vuole essere adorato senza che ricorriamo a strumenti visivi.
Utilizzano pertanto le immagini sacre solo come strumento di comunicazione.


Bravo, strumento di comunicazione che trasmette visivamente, come la gloria di Dio si manifesti nelle persone che si sono poste alla sequela di Cristo. Davanti a questo intendimento mi inginocchio anch’io




E' cmq tra le opere letterarie più importanti al mondo, per lo stile, l'armonia, il messaggio, e per l'ispirazione divina!
Prendi ad esempio il Cantico dei Cantici: superlativo! una poetica sublime che esalta l'amore incrollabile nella sua massima espressione.


Certo, dovevo metterlo per primo



Chiedi alla stragrande maggioranza di coloro che vanno in chiesa la domenica. Riuscirebbero a rendere adorazione a Dio senza bisogno di genuflettersi dinnanzi ad un'immagine? Hanno il giusto punto di vista delle icone e delle reliquie? Sanno davvero che fra venerazione e devozione corre una sostanziale differenza?


Vedo che ipotizzi anche un giusto punto di vista,ma io non posso essere nella testa degli altri, certo ci sono situazioni di ingenuità, ma pochi di vera idolatria, costoro non credo entrerebbero in chiesa che è la casa di Dio. Purtroppo maghi, santoni anche televisivi ostentatano oltre che pozioni anche immagini di santi. Qui la condanna è piena.




Ne ho già parlato sopra. Rappresentazioni teatrali o illustrate hanno solo lo scopo di spiegare avvenimenti biblici. Nessun tdG ha mai venerato l'immagine di Pietro di Paolo o di qualunque altro santo.


Non ne dubito, spiegare gli avvenimenti biblici avranno certo lo scopo di edificare, elevare lo spirito degli ascoltatori



Nessun tdG si inginocchia davanti a un'immagine rappresentativa. Si inchinano solo davanti a Dio, quando Gli si rivolgono in preghiera, senza avere davanti alcuna immagine.


Bene, io faccio l’uno e l’altro e non ci trovo nulla di male.

E con questo chiuderei la mia partecipazione a questo thread.
ortodox
00lunedì 27 luglio 2009 10:32
Una piccola spiegazione.
Cari amici, la questione è alquanto più complessa di quanto possa apparire, almeno dal punto di vista ortodosso. Cerco di sintetizzare sperando di non annoiarvi troppo. Partiamo dalle icone.

La venerazione delle icone, che ad uno sguardo svagato può sembrare una questione puramente estetica o addirittura essenzialmente storico-artistica, risulta ad una attenta analisi strettamente legata invece ad altri importanti temi della fede, non ultimo quello dell'Incarnazione.
Innanzitutto bisogna tenere presente lo stretto rapporto esistente fra Dio e Creazione, cioè fra ciò che è divino e increato e ciò che è materiale e creato. In Genesi 1,27 leggiamo infatti che Dio creò l'uomo ma anche che lo creò "a sua immagine". Non è un caso che la LXX riporti "eikona" in questo verso, che per l'appunto in greco significa immagine: l'uomo è icona di Dio e non soltanto in senso figurato né estetico ma reale e totale.

Tuttavia, noi sappiamo che Dio è inconoscibile, inafferrabile e incomunicabile e perciò sarebbe assurdo tentare una sua raffigurazione poiché, comunque la si concepisca, essa sarebbe riduttiva e inadeguata a rappresentarne la vera natura e quindi praticamente impossibile da realizzare visto che "Nessuno ha mai visto Dio" come dice Giovanni (1,18)

Le cose però cambiano con la venuta di Gesù: l'Incarnazione ha reso questa raffigurazione possibile poiché ciò che era solo immagine di Dio è divenuto anche Dio stesso dal momento che il Verbo si è degnato di prendere la nostra carne. Dopo l'Incarnazione, Dio può essere raffigurato come Gesù poiché chi ha visto Gesù ha visto Dio (Giovanni 14,9). Giovanni Damasceno, uno dei maggiori sostenitori dell'importanza delle icone per la fede (insieme a Teodoro Studita, non quello del nostro forum però) afferma che dal momento in cui Dio si è manifestato nella carne è possibile produrre immagini visibili di Dio. Quando si venera una icona quindi, ciò che si adora non è la materia di cui è fatta l'icona (il legno, i colori ecc.), ma il Creatore di quella materia che per la nostra salvezza si è reso materiale e si è degnato di risiedere nella materia. Per questo la venerazione delle icone non è idolatrica, perché l'icona non è un idolo ma un simbolo attraverso il quale si adora l'unico degno di adorazione, cioè Dio stesso.

Le icone svolgono anche un altro ruolo fondamentale per l'ortodosso: la comunicazione della fede. Le icone infatti sono come libri aperti che narrano la storia di Dio e, alla stregua dei libri Biblici, sono utili per insegnare e trasmettere le verità della fede. Nessuno si sognerebbe di dire che i cristiani adorano la Bibbia. Le Scritture sono venerate non per il fatto di essere di carta ma per il fatto di contenere la Parola di Dio attraverso la quale si rende il culto e si compie l'adorazione di Dio stesso. Allo stesso modo le icone, in quest'ottica, raffigurano i personaggi e le storie bibliche ed anche per questo motivo, fra le altre cose, si richiede all'iconografo di essere quantomeno un buon credente più che un buon artista.

Appena avrò un minuto cercherò di ampliare il discorso anche in relazione al tema delle reliquie (i due argomenti sono strettamente legati, come vedremo). Ma mi sembra che di carne al fuoco ce n'è già abbastanza.

Saluti
ortodox
pavel43
00lunedì 27 luglio 2009 11:15
Interessante.
Ora capisco perchè una persona amica che frequenta corsi di iconografia mi diceva che alla fine sono veri e propri corsi di teologia.
Topsy
00lunedì 27 luglio 2009 12:38
Molto istruttivo quanto hai riportato, ortodox.
Alcune cose ricordavo di averle lette alle superiori, allorchè assieme alla mia classe andammo a visitare una chiesa ortodossa (si dice così?), le altre erano informazioni che mi mancavano.
Grazie.
ortodox
00lunedì 27 luglio 2009 13:39
Icone e Reliquie - Parte seconda
Ringrazio Pavel e Topsy per i commenti positivi e mi auguro che le mie sintesi possano ancora interessare e apportare conoscenza agli utenti del forum. Come promesso riporto la seconda parte della riflessione ortodossa riguardante le icone e le reliquie, questa volta con un occhio al secondo tema che spesso risulta alquanto più ostico.

Come già dissi, a partire dall'Incarnazione il rapporto fra Dio è materia è diventato molto più stretto. I teologi ortodossi hanno rilevato alcune importanti implicazioni di questo evento sulla stessa vita del credente. Il fine ultimo dell'uomo che crede in Dio, infatti, è la sua salvezza che avviene per mezzo della sua deificazione. Atanasio usava dire che "Dio si fece uomo perché l'uomo si facesse Dio" e molte scritture confermano questo proposito finale al quale ogni credente deve aspirare.

Ma la deificazione nell'ottica ortodossa, non è soltanto l'unione mistica e spirituale con Dio ma una unione reale, in cui però il Creatore e la creatura non si fondono uno nell'altro ma rimangono distinti e continuano a preservare la loro integrità personale. La deificazione non è qualcosa di esclusivamente spirituale, ma coinvolge anche il corpo, poiché l'essere umano completo è dato dall'unione di corpo e anima e la salvezza non avviene solo per una parte di esso, ma per l'uomo nella sua interezza. L'Incarnazione di Cristo, come abbiamo visto, ha redento l'uomo nella sua totalità, compresa la sua parte carnale: il corpo è deificato alla stessa maniera dell'anima.

Per questo motivo la Chiesa Ortodossa riserva una grande venerazione per le reliquie dei santi, persone che già durante la loro vinta hanno sperimentato una condizione privilegiata rispetto alla grazia di Dio. La grazia che ha brillato in quegli uomini non riguardava solo la loro anima ma anche il loro corpo. L'effetto della grazia rimane pertanto attivo anche nelle loro reliquie le quali, allo stesso modo delle icone, rappresentano il canale di comunicazione fra ciò che è materiale e ciò che è spirituale, luogo e simbolo di come l'azione salvifica di Dio si possa manifestare agli uomini. Come per le icone, quindi, la loro venerazione è solo la venerazione di un tramite che conduce all'adorazione di Dio e del suo operato.

Il fatto che nell'arco della storia la venerazione delle reliquie sia stata abusata facendone commercio ed altri usi abietti, non inficia la validità del principio e le riflessioni teologiche su cui si basa.

Saluti
ortodox
bruciolis
00lunedì 27 luglio 2009 16:40
Re: Una piccola spiegazione.
ortodox, 27/07/2009 10.32:


Le cose però cambiano con la venuta di Gesù: l'Incarnazione ha reso questa raffigurazione possibile poiché ciò che era solo immagine di Dio è divenuto anche Dio stesso dal momento che il Verbo si è degnato di prendere la nostra carne. Dopo l'Incarnazione, Dio può essere raffigurato come Gesù poiché chi ha visto Gesù ha visto Dio (Giovanni 14,9). Saluti
ortodox



quindi il divieto di farsi immagini (con conseguente venerazione di statue e reliquie),
è stato valido fino alla comparsa di Gesù,
dopodichè Dio ha cambiato intendimento per compiacere cattolici e ortodossi?
come mai tutta la parte protestante della cristianità, pur credendo
all'incarnazione del Verbo è di tutt'altro parere?
forse non è a conoscenza di tali sottigliezze del linguaggio?










Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:24.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com