dopo Gino Castaldo parola a voi: come sono le canzoni?
Ecco le pagelle di Ginone Castaldo (larepubblica.it)
Al Bano - Amanda è libera: 4
Quasi goffo nel suo nuovo vestito. Nel mondo rovesciato dove i La Crus cantano una canzone d'amore Al Bano presenta una canzone impegnata. Con venature etniche. Assurdo, ma lo sforzo va premiato.
Luca Barbarossa e Raquel Del Rosario - Fino in fondo: 3
Il pezzo è di quelli che possono garantire un certo favore popolare. È la classica coppia da festival, che potrebbe ambire alla vittoria. Barbarossa, un festival l'ha già vinto, e ci riprova, ma pensando al disco in uscita, sicuramente più interessante di questo pezzo.
Giusy Ferreri - Il mare immenso: 5
Un piccolo passo avanti rispetto alle mediocri prove degli ultimi tempi, grazie a un pezzo firmato da Bungaro. Se sarà nuova vita o meno si vedrà.
La Crus - Io confesso: 7
Il pezzo più bello: sicuro, forte, con una nobiltà da Sanremo d'altri tempi, e di grande impatto popolare. Più che un pezzo per Sanremo sembra un pezzo su Sanremo, e in un mondo normale, senza televoto, vincerebbe a mani basse.
Luca Madonia e Franco Battiato - L'alieno: 7
Sembra fatta su misura per celebrare l'aliena presenza di Battiato in gara. Il pezzo è gradevole e raffinato, e con un tocco di classe sul finale che pochi possono vantare nella serata.
Modà con Emma - Arriverà: 3
Il vero pericolo del festival. I Modà, indecisi se emulare i Negramaro o i Pooh, ricorrono alla campionessa da talent show per sbancare il festival. Qualcuno riuscirà fermarli?
Nathalie - Vivo sospesa: 5
La scelta è singolare, visto che la trentunenne Nathalie Giannitrapani arriva da X Factor , ma al posto della prevedibile melodia senza storia e senza validi motivi, appare quasi cantautorale, il che merita almeno un piccolo incoraggiamento.
Anna Oxa - La mia anima d'uomo: 3
Come spesso accade con la signora, alla sua ennesima apparizione festivaliera, il pezzo potrebbe anche risultare decente ma la sua interpretazione è sempre forzata, con la solita dose di strilli che in questa canzone c'entrano poco o nulla.
Max Pezzali - Il mio secondo tempo: 5
Prova a cambiare strada, senza esagerare. Piuttosto un garbato cambio di rotta, un "secondo tempo" per l'appunto. Diciamo un progresso, un passettino, un upgrade senza scossoni. Piacerà alle radio.
Patty Pravo - Il vento e le rose: 5
È sempre attesissima, anche perché siamo in presenza dell'unica vera diva in circolazione, di questi tempi. Ma per una volta, dopo averci abituato a exploit indimenticabili, la scelta è fin troppo classica, e l'interpretazione non è delle sue più brillanti.
Anna Tatangelo - Bastardo: 3
Stia calma, verrebbe da dire. Al di là del fatto che il titolo ha già un (dimenticato) precedente proprio al festival, l'aggressività un po' artificiale del pezzo, risulta alla fine solo sgradevole. Ma che avrà mai da arrabbiarsi tanto?
Tricarico - Tre colori: 7
Come al solito è un caso. La canzone, inizialmente pensata per lo Zecchino d'oro, è un gioiello di Fausto Mesolella che Tricarico trasforma in una fiaba evanescente di un mondo che è chiaro solo a lui. Ma l'evocazione del tricolore attraverso un gioco di soldatini è magnifica, e al festival sembra un'anfora di cristallo in una gabbia di elefanti.
Davide Van De Sfroos - Yanez: 6 e 1/2
Molto onesto, da tutti i punti di vista. La sua ballatona folk, dedicata ai patetici eroi salgariani sulla riviera romagnola, benché in dialetto laghè , porta una ventata di realtà, non nuova in assoluto, ma che al festival sembra l'irruzione del quarto stato in una festa di nobili fin de siècle .
Roberto Vecchioni - Chiamami ancora amore: 6 e 1/2
Ha messo davvero energia in questo brano. Un ritornello da cantare con larghezza sentimentale e un testo puntuto e fiero che guarda all'Italia di oggi con grande dignità. Un appello alla nostra residua umanità per non lasciare andare il mondo ai suoi lati peggiori.