LA MIA AZIENDA
Ho studiato fino alla laurea in legge, poi mi sono arreso di fronte alla durata del praticantato per fare una libera professione: sentivo il bisogno di rendermi economicamente indipendente al più presto. Già raggiungere la laurea è stata un'impresa, barriere architettoniche ovunque dato che gli edifici scolastici che ho frequentato erano tutti palazzi del 600 o 700, e non c'erano ancora le leggi attuali. Arrivato al sudato pezzo di carta, ero stressato come se avessi lavorato da 30 anni! Così mi accontentai di un impiego in un azienda privata, dove tuttavia fui correttamente inquadrato fin dall'inizio come addetto all'ufficio legale. Entrare non fu facile, già un paio di altre aziende mi avevano "sconsigliato" di far parte del loro organico perchè il personale era soggetto a trasferimenti e "lei si troverebbe in difficoltà". Dovetti superare diverse prove che a posteriori scoprii molto più severe di quelle a cui venivano normalmente sottoposti gli altri candidati. Furono prove in cui mi si chiedeva di sfoderare una certa grinta, più che una cultura in campo specifico, certamente per verificare la mia capacità di compensare in qualche modo i limiti fisici.
Tutto è bene quel che finisce bene! Fui assunto e per i primi anni cercai di imparare il più possibile, tenendomi attaccato ai pantaloni del Capo che tirava sempre fino alle 19. Ma l'entusiasmo ripagava della fatica. Da subito mi accorsi cosa significava avere dei colleghi che vedevano in me un concorrente per la carriera....ero sì disabile ma la testa funzionava a dovere! Così accadde che per anni e anni incontrai la massima disponibilità e solidarietà nei colleghi che non temevano la mia presenza (ad esempio perchè molto più anziani e già avanti con la carriera), mentre invece dovetti sfoderare tutta la grinta possibile per non soggiacere alle scorrettezze dei miei pari grado i quali, guarda caso, approfittavano spudoratamente delle mie ridotte capacità motorie: c'era da andare presso uno studio professionale al terzo piano senza ascensore? Potete scommettere che qualcuno si proponeva sempre al mio posto (anche se si trattava di una pratica affidata a me), ufficialmente per evitarmi fatiche ma in realtà per appropriarsi di una pratica interessante.
Tra alti e bassi umorali ho tirato avanti per un sacco di tempo, sempre con il massimo entusiasmo e non rinunciando a sgomitare se necessario. Ad un tratto fui inaspettatamente scelto per guidare una sezione dell'ufficio appena creata....accettai col solito entusiasmo. Dovetti capire a mie spese cosa significa per un disabile "comandare" persone normodotate.....non è facile....psicologicamente il disabile viene considerato istintivamente un inferiore.....ubbidirgli addirittura! Ma dopo i primi approcci anche questa difficoltà si supera.
Non voglio annoiare ancora..... Ah, finchè mi ricordo.....ero l'unico disabile su 4000 dipendenti ad aver raggiunto un certo grado. Ed è chiaro che lo dico con amarezza.
[Modificato da )albert( 25/01/2007 16.17]