L'UOMO DEL CIMITERO

fiordineve
00lunedì 20 novembre 2006 00:05



L'UOMO DEL CIMITERO


Le sue passeggiate preferite lo portavano sempre in qualche cimitero.
Era attratto da tutti quei fiori variopinti, osservava le lapidi, troppe quelle trascurate, raddrizzava vasi caduti, raccoglieva carte svolazzanti, alzava gli occhi a quei cipressi che si confondevano col cielo.
I loro rami scherzavano coi raggi del sole, era un gioco che lo affascinava, si sedeva su una panchina e guardava, incantato, quelle briciole di luce che filtravano dal fogliame.

Raramente si soffermava nello stesso luogo, era un uomo senz'età, distinto, quasi elegante, passava inosservato, chi lo incontrava si dimenticava di lui un istante dopo.
Lui lo sapeva, da una vita le donne si comportavano come lui fosse un vetro, amici maschi mai avuti; a lui piaceva disegnare, suonare il piano, scrivere poesie, un romantico che non apparteneva al mondo in cui era vissuto.

Quel giorno la vide: bionda, un po' formosa, sconvolta, con un fascio di fiori.
Discretamente le si avvicinò, l'aiutò a mettere la scala, le portò un secchio d'acqua, lentamente la donna si aprì e iniziò a parlare.
Non era affranta per suo marito morto assieme ad una squillo, pensava alla sua vita di menzogne e alla figuraccia che stava facendo in paese.
La rabbia, l'agitazione, la vergogna........ tutto rivelò.

L'uomo la convinse a prendere un caffè insieme, lei era a piedi ed era a pezzi, accettò il passaggio con gratitudine.
La stanchezza fisica si univa a quella dell'animo, incuriosita si chiese chi fosse quel bel forestiero; si fece più vicina iniziando a civettare con lo sconosciuto.
Non si accorse che il paese era già scomparso, che ora si trovavano in aperta campagna; l'uomo fermò l'auto in un prato colmo di fiori, libidine per gli occhi, aspettò che lei scendesse, la prese tra le braccia e le spezzò il collo.

La lasciò lì, come aveva fatto con le altre.

Era il giustiziere lui, quelle piccole troiette non meritavano altro: avevano avuto tutto dalla vita e continuavano a lamentarsi.

Ripartì.







Fiore - sentire un albero crescere è la musica che più amo.

[Modificato da fiordineve 20/11/2006 15.54]

[Modificato da Cobite 23/11/2006 21.10]

debona
00lunedì 20 novembre 2006 13:44
.. lascia senza fiato!
Amapolas
00lunedì 20 novembre 2006 20:10
Brrr! Sei da brivido!
Inizi con una dolcezza incredibile e poi dai una stoccata mortale.
Bello, mi piace. Hai uno stile particolare, ideale per il racconto fantastico. [SM=x142873]
gerundio/a
00giovedì 4 gennaio 2007 09:23
è molto crudele ma l'essenzialità dei fatti lo rendi reale, vero. [SM=x142945]
ELIPIOVEX
00giovedì 4 gennaio 2007 22:47
veramente ci hai lasciato con l'amaro in bocca...
all'inizio sembrava un racconto velato di poesia...
!savio!
00venerdì 5 gennaio 2007 00:14
molto piaciuta... però ahio! quel CRAK! è arrivato troppo all'improvviso [SM=x142825]

...
[SM=x142888] qualcuno vuole un fiore... è stato appena colto in un campo, fuori da un paesino [SM=g27828]

saaaaaaaaaaaaaalut!
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