Immigrati rispediti a casa!

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(SimonLeBon)
00giovedì 7 maggio 2009 23:31
2009-05-07 22:27
IN LIBIA I 227 IMMIGRATI, L'UNHCR ESPRIME PREOCCUPAZIONE
ROMA - Basta con i rimpatri, difficili, lenti e costosi. Inizia l'era dei respingimenti. I migranti a bordo delle carrette del mare diretti verso le coste italiane da ora in poi saranno respinti prima che entrino in acque nazionali e riportati nel luogo di partenza, la Libia. La nuova strategia e' stata battezzata come una ''svolta storica'' dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ma e' stata duramente criticata dall'Alto commissario Onu per i diritti umani (Unhcr), dalla Cei e dall'opposizione, per le scarse garanzie sul rispetto dei diritti umani nel Paese di Gheddafi.

227 MIGRANTI PORTATI A TRIPOLI, VIA A RESPINGIMENTI - Ieri il via ai respingimenti, quando tre barconi con a bordo 227 persone (40 donne di cui tre incinte) sono stati soccorsi in acque maltesi da motovedette italiane al largo di Lampedusa e, dopo l'ok di Tripoli, i migranti sono stati riportati in Libia da dove erano partiti (ma nessuno di loro e' libico). ''E' - ha esultato Maroni in una conferenza stampa convocata al Viminale - un risultato storico, un successo del nostro Governo cui abbiamo lavorato per un anno. Ora si attuera' sempre questo principio del respingimento nel caso qualche barca sfugga al pattugliamento a ridosso delle coste libiche. Ci sono quindi le condizioni per un rapido calo degli sbarchi. E voglio che questo diventi un modello europeo''. Se si rafforza il contrasto a questo canale usato dal racket dei trafficanti di uomini, ha aggiunto il ministro, ''le organizzazioni criminali cercheranno altre rotte per i loro traffici''.

DAL 14 PATTUGLIAMENTI CONGIUNTI CON LIBIA - Ed il 14, ha annunciato il titolare del Viminale, partiranno i pattugliamenti congiunti tra Italia e Libia davanti alle coste libiche; misura prevista nell'accordo siglato tra i due Paesi nel dicembre 2007, ma da allora in stand by. Gli equipaggi libici sono a Gaeta da due settimane per familiarizzare con le sei motovedette della Guardia di finanza che l'Italia cedera'. Il 14 partiranno alla volta della Libia. A bordo, ha fatto sapere il ministro, saranno presenti anche italiani con funzioni di addestramento ma non con compiti operativi. E Maroni ha annunciato che, insieme al suo collega maltese Carmelo Mifsud Bonnici ed al commissario europeo per la Giustizia e Liberta', Jacques Barrot, sara' in Libia entro due settimane. L'accordo con l'Italia prevede anche la fornitura a Tripoli di un radar satellitare per il controllo delle sterminate frontiere meridionali del Paese africano.

UNHCR, GRAVE PREOCCUPAZIONE; CEI, MIGRANTI A RISCHIO - La ''svolta storica'' non e' pero' piaciuta all'Unhcr. L'Alto Commissario Antonio Guterres ha espresso ''grave preoccupazione'' e ''profondo rammarico per la mancanza di trasparenza che ha caratterizzato lo svolgersi di questo episodio''. Il riferimento e' ai migranti rispediti in Libia. ''E' di fondamentale importanza - ha riferito Guterres - che il principio internazionale di non respingimento continui ad essere integralmente rispettato''. Ha quindi ricordato che la Libia non ha aderito alla Convenzione sui rifugiati del 1951, non dispone di un sistema nazionale d'asilo efficiente, ed ha esortato ''le autorita' italiane a riconsiderare la loro decisione e a far si' che questa prassi non si ripeta''. Critica anche la Cei, secondo cui ''va verificato l'effettivo trattamento di chi viene mandato in Libia'', dato che e' uno dei pochi Paesi al mondo che non ha sottoscritto la Dichiarazione fondamentale dei diritti dell'uomo. I Radicali si dicono pronti a denunce in sede internazionale contro i rimpatri forzati di immigrati. Per Roberto Zaccaria (Pd), ''Maroni porta l'Italia fuori da ogni legislazione nazionale ed internazionale e dalla comunita' dei Paesi civili'', mentre secondo Paolo Ferrero, segretario del Prc, ''Maroni ha ben poco di cui vantarsi, anzi dovrebbe vergognarsi di quello che ha fatto''.

MARONI, VERIFICHE SU ASILO SPETTANO A LIBIA - Chiamato in causa, il ministro dell'Interno parla di ''polemiche infondate'' e liquida le critiche con poche battute. ''I migranti soccorsi a largo di Lampedusa - ha osservato - non sono arrivati sul territorio nazionale italiano, ma in Libia e li' ci sono le organizzazioni che potranno verificare se sono presenti richiedenti asilo. Siamo in linea con i trattati internazionali''. Quanto alla sorte dei 227 migranti, afferma, ''cio' che succede in altri Paesi non puo' essere preoccupazione del Governo italiano, noi ci occupiamo di chi arriva qui''. Il ministro ha anche replicato alle preoccupazioni espresse da Save the Children sulla possibile presenza di minori a bordo dei tre barconi. ''Non mi risulta - ha detto - che ci fossero bambini a bordo''. E sostegno e' arrivato dal vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, che ha definito un ''buon segnale per tutta l'Ue'' la decisione della Libia di riprendersi i migranti partiti dalle sue coste, mentre il presidente del Senato, Renato Schifani, ha parlato di ''primo passo importante che vede coronata una importante strategia dell'intesa bilaterale tra Italia e Libia''
(SimonLeBon)
00giovedì 7 maggio 2009 23:31
Anche tre donne incinte rispedite al mittente
2009-05-07 18:10
Ong, tra respinti 41 donne di cui tre incinte
ROMA - Tra i 238 migranti soccorsi in mare dalle autorità marittime italiane e respinti in Libia c'erano anche 41 donne, di cui tre in stato di gravidanza, una delle quali è stata subito ricoverata in ospedale all'arrivo a Tripoli: lo rende noto il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir), che denuncia come l'Italia con il respingimento abbia violato la Convenzione di Ginevra ed esposto i migranti a rischio di tortura e trattamento inumano nei Paesi di provenienza, violando così anche la Convenzione Europea sui Diritti Umani. Tutti i 238 migranti, rende noto ancora il Cir, provengono da vari paesi dell'Africa sub-sahariana, la maggioranza dalla Nigeria, nazionalità che nel 2008 ha rappresentato il gruppo più numeroso di richiedenti asilo in Italia. Il Cir, avendo da poco una presenza permanente in Libia, sta monitorando da vicino la situazione al fianco dell'Unhcr e dell'organizzazione umanitaria libica Iopcr. Risulta che tutti i naufraghi, al momento, siano trattenuti nel Centro di Duisha, vicino Tripoli, che però non prevede la presenza di donne. Queste ultime saranno probabilmente inviate al Centro di Zawia, a 40 Km dalla capitale. "Ci auguriamo vivamente che questa rimanga un'operazione una tantum e non diventi una prassi - conclude Pezzotta - altrimenti tutto il sistema di protezione delle vittime di violenza e persecuzione in Italia e in tutta Europa viene messo a repentaglio". .
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