Il cielo a Kantinelle ;-)

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Kantarella
00mercoledì 4 gennaio 2017 17:58
Il cielo a Kantinelle ;-)
Chissà se puoi vederlo anche da lì [SM=x1395581]
Kantarella
00giovedì 5 gennaio 2017 04:09
Son versamenti, liquidità d'istinti, sempre a disposizione dei contrasti.
Tormenti, sorrisi e smorfie dentro i tentennamenti, sibili di sonagli per gli accenti.

"Vuoi navigare in mobilità"?
No, io vorrei restare in porto, porto sicuro, col mare intorno, e i raggi che "sbrilluccicano".

Se le parole non sanno di risucchiar le lacrime, allora il compito a loro destinato diventa folle.
Come un apostrofo lasciato dall'amico al quale era legato, ma che una mano tende in spazio condiviso.

Non si abbandonano i silenzi per così poco.
Non si può vivere senza punteggiatura; così si tiene-ottiene il punto della scioltezza, quella che non fa pieghe tra le righe, e con le virgole ci campa tutta la storia, dai tempi antichi fino alla fantasia.

Servon parentesi, tonde quadrate e graffe, quest'ultime a richiuder saldamente il pacchetto dei dubbi e della nostalgia.

Io temo nei discorsi la rete di metallici concetti.
Temo l'industria dell'ipocrisia, del miele di produzione propria dei condizionamenti.

Nel desiderio che il mare si restringa, tra rive sospettose di libere nuotate a tuffi alterni, spunta nell'isola felice di un'idea... la stessa forza candida di quell'imbarcazione che non salpa.

"Vuoi navigare in mobilità?" (continua a recitare lo slogan sotto il mio sguardo).
No, grazie, io voglio navigare stando ferma.
Soltanto l'immobilità del cuore mi spaventa [SM=x1402832]

Kantarella
00giovedì 5 gennaio 2017 16:02
E con sei gradi suda l'inverno,
che senza nebbia è ancora
più autunno.
Pioggia sul tetto,
che svuota il cuore
guardando di sotto,
si lancia nel grido più
umido e appeso,
grondaia di nubi,
fa uscire un silenzio.

Il raggio distende la
mano sottile,
saltando è vicino di
vita che appare.
E sembra più grande la
voce che alza un respiro
di sabbia,
un sorriso forse racconterà
la sua storia,
di neve adottata dal
sole notturno,
e sciolta dal buio
dentro il salto del giorno.
Kantarella
00giovedì 5 gennaio 2017 16:12
Anello di sostanza
chiuso su mano aperta,
forma uno strano cerchio,
che non si tocca.

Non era buona cena sui
gradi dell'inverno,
ancora troppo pochi per
arrivare al cielo.
Le stanze tanto piccole
fanno sentire grande
soprammobile...
il respiro lì adagiato,
su strati d'inquietudine.
Kantarella
00giovedì 5 gennaio 2017 16:21

E sento cosa costa,
rubinetto che sgocciola.
E vedo cosa risparmia,
tempo di sabbiatura,
con l'acqua che afferra i piedi
che corrono di fretta,
impronte in passeggiata,
tuffate in un chilometro di vena.

Il cuore è rimasto ad asciugarsi
un battito
che l'onda bagna ancora,
non c'è abbastanza vento nei
raggi della luna,
la sciarpa è un sorriso grigio
intorno alla sua gioia.
Kantarella
00venerdì 6 gennaio 2017 22:30
Pretendo troppo, forse.
Che è come pretender nulla, poiché raramente il troppo verrà esaudito,
allora niente si esaudirà, e sarà quindi come non aver preteso [SM=x1413120]

Che giochi di parole faccio a volte, così leziosi, xciò oltremodo odiosi.

Non farei prima a dire tutto il contrario?
Forse si capirebbe di più di quel che scrivo... e anche che invento [SM=x1395589] xché non siamo sempre noi al centro, ci sono spunti, appunti, risonanze (pure magnetiche, poiché tendiamo ogni volta a farle nostre) a contrastare e contestare l'attimo; serve alla mente come valvola di sfogo, così si allenta il cuore nel suo battito, quello che salta direttamente agli occhi, nel senso che li fa piovere, o a lacrimar di ghiaccio.

Il ritmo della sera è sopraffatto da sensazioni e consapevolezze: non avrò mai di dedicato niente, inutile probabilmente, quanto il mio sciocco ed innocente peccare di illusioni sparse [SM=x1402842]


Kantarella
00sabato 7 gennaio 2017 13:54
Io son così, appena riesco guardo.

Alcuni riescono, ma guardano altro [SM=x1395599]
Kantarella
00sabato 21 gennaio 2017 03:15
Io non sento.
Son tanti, troppi mezzi forse che abbiamo.
Ecco, ma sono mezzi, tramiti, banali strumenti tecnologici.

La parola "mezzi" (di comunicazione in questo caso) dimezza, appunto.
Perché sempre si avverte un vuoto, un'emozione filtrata, che esalta (spesso) la distanza.

Già, che scoperta, si fosse vicini non ci sarebbe bisogno di usarli, quasi; o almeno, non per necessità [SM=g1395637]

Mai potrebbero chiamarsi "interi" di comunicazione, anche se ricordo bene certe emozioni profonde, sorta di colpi al cuore, e sintonie pazzesche, d'amore e d'orizzonte.

Forse sono cambiata io?
Forse è cambiato l'orizzonte?
Forse mi pesa dannatamente ciò che non ho deciso?

E lo so, difficile mettersi nei panni altrui, anche se... vabbè questo sottolineare lo risparmio, è talmente semplice che persino un neonato arriverebbe a comprenderlo.

Taglio il mio pensiero, mi censuro.
Così come credo di avere il diritto di censurare qualcosa che so assolutamente di non meritare.
Nel bene, e nel male [SM=g1395633]
Kantarella
00sabato 21 gennaio 2017 03:58
Comunque si vive.
O almeno si cerca.

Ma tutto questo mio elevatissimo stress interiore, chi me lo toglie?
Chi me lo trasforma, in qualcosa di bello da ricordare?
Chi me lo rende tutto questo tempo sofferto, che avrei potuto passare altrimenti, decidendo io come meglio trascorrerlo?

Queste non sono buone emozioni.
Fanno ammalare.
Ed è assolutamente inconcepibile, tanto quanto incredibile, che l'amore non riesca ad accorgersene [SM=x1395590]

Del prezzo da pagare.
Dello sforzo x adattarsi, x accettare.
Del senso di impotenza e costrizione.
Di libertà venuta a mancare.
Di respiro che non è più lo stesso, tanto che in certi momenti si vorrebbe interromperlo.

Di un peso che schiaccia, e consuma.
Del sentirsi traditi da chi ci ama.

Quando la promessa non mantenuta è tanto importante da sconvolger la vita, tradimento si chiama.

E certo non te lo aspetti da chi ti ama.
E almeno ti aspetteresti comprensione, consapevolezza del male, del torto inferto, del duro cambiamento.

L'amore è questo?
Si attendono momenti più frequenti di lucidità interiore.
Quella che fa pensare soltanto al proprio bene, e agire di conseguenza, ovviamente.

Una morte è una morte, e nulla si può fare x combatterla.
Se così è scritto è scritto, non ho potuto prendermela con quella, non c'è rimedio che tenga.

Però la vita no, a questa io posso e probabilmente devo ribellarmi, se non mi sta bene e mi fa sentire oppressa in ogni singolo secondo della giornata.

Non sono io incapace di adattarmi, mentre sono stata molto capace di subire.
La vita bisogna scegliersela, almeno laddove sia possibile fare qualcosa in merito. Agire. Reagire.

Non devono essere gli altri a sceglierla per noi.
A dirci come, dove e cosa vivere.
Sennò si chiama "uccidere" [SM=g1395633]
Kantarella
00sabato 21 gennaio 2017 05:20
Uff, devo modificare e non c'è mai il tempo.
Così com'è fa orrore, non che io riesca a fare molto meglio (specie a quest'ora) però ci provo ad aggiustar qualcosa.

Chi ha orecchie x intendere... intenda [SM=x1395599]
Kantarella
00sabato 21 gennaio 2017 05:20
Comunque si vive.
O almeno si cerca.

Ma tutto questo mio elevatissimo stress interiore, chi me lo toglie?
Chi me lo trasforma, in qualcosa di bello da ricordare?
Chi me lo renderà tutto questo tempo sofferto, che avrei potuto passare altrimenti, decidendo io come meglio trascorrerlo?

Queste non sono buone emozioni.
Fanno ammalare.
Ed è assolutamente inconcepibile, tanto quanto incredibile, che l'amore non riesca ad accorgersene [SM=x1395590]

Del prezzo da pagare.
Dello sforzo x adattarsi, x accettare.
Del senso di impotenza e costrizione.
Di libertà venuta a mancare.
Di respiro che non è più lo stesso, tanto che in certi momenti si vorrebbe interromperlo.

Di un peso che schiaccia, e consuma.
Del sentirsi "traditi" da chi ci ama.
Perché quando la promessa non mantenuta è tanto importante da sconvolgere poco o tanto la vita... tradimento si chiama.

E certo non te lo aspetti da chi appunto ti ama.
E almeno ti aspetteresti comprensione, consapevolezza del dolore, del torto inferto, del duro cambiamento da affrontare.

L'amore è questo?
Si attendono momenti più frequenti di lucidità interiore.
Quella che fa pensare soltanto al proprio bene, e agire conseguentemente.

Una morte è una morte, e nulla si può fare x combatterla.
Se così è scritto è scritto, non ho potuto mai prendermela con quella, non c'è rimedio che tenga.

Però la vita no, a questa io posso ribellarmi, se non mi sta bene e mi fa sentire oppressa in ogni singolo secondo della giornata.
Non so in che modo, può anche non esser drastico, io non ne ho ancora chiara l'intenzione né il momento.
A volte mi chiedo se potrebbero bastare pure sfoghi come questo, ribellarsi con le parole è cmq dimostrare, far valere, tirare fuori il male.

Già, a quattr'occhi o x iscritto si può fare, ma per servire... le parole vanno comprese e accolte con amore.
Forse solo così si riesce davvero a perdonare, e ad accettare [SM=x1395599]

Per aiutarmi ho fatto spesso leva sulla capacità
di adattare i miei stati d'animo alle diverse situazioni, anche le più difficili.
È solo a certi livelli di "schiacciamento mentale" che adattarsi diventa propriamente subire, e almeno in questo caso si può e si deve dire (la differenza non è nemmeno troppo sottile tra questi due fratelli di confini).

Non sono stata la sola, ammetto; e forse anche dall'altra parte non è facile.
Ma siamo sempre lì, che chi decide ha sempre il male minore, l'altro ne ha due; il cambiamento che la decisione comporta, e il senso di oppressione e tradimento per non aver potuto fare né dire nulla [SM=x1395590]

La vita bisogna scegliersela, almeno laddove sia possibile fare qualcosa in merito. Agire. Reagire.

Non devono o non dovrebbero, né possono essere gli altri a sceglierla per noi.
A dirci come, dove e cosa vivere.
Sennò si chiama "uccidere" [SM=g1395633] [SM=x1395581]
Kantarella
00sabato 21 gennaio 2017 23:48
Ce lo dimentichiamo.

Io non ne ho voglia.
Non ne ho voglia.
Non ne ho voglia.

[SM=x1395599]
Kantarella
00martedì 24 gennaio 2017 01:29
Kantarella
00martedì 31 gennaio 2017 07:32
Ucciso è l'amore?
Sbagliato, non è mai esistito.
Sennò non avresti avuto tanta voglia di distruggerlo.
Kantarella
00venerdì 31 marzo 2017 02:34
Salvarsi da un suicidio.
Assistito.

Nessuno nel mio caso
assiste
dolcemente accompagnando.
Né tantomeno per un senso
di lealtà o tenerezza.
Né per restar vicino,
con gli occhi di quella pietà bella
che è proprio come amore.

Salvarsi da un suicidio
è fare a meno dell'assistente più temuto:
il cuore.

Di assistere se stessi declinando,
o assistere allo scempio
di un tramonto
che ancora finge di non esser
tramontato.
Kantarella
00giovedì 15 novembre 2018 01:28
Io non ho più parole.

Non credo. Non credo. Non credo.
Ma quanto odio può covare un essere umano.

Non riuscirò mai a provarne, nemmeno un pizzico.
Perché dall'odio sono immune.

Tutto qui 🙈
Kantarella
00giovedì 15 novembre 2018 02:44
Quando si ha la netta sensazione di non valere niente...
un'unica soluzione appare come possibile.

Dio, dammi la forza di tener sempre presente che almeno per qualcuno io fui dono prezioso.
E che lo sono ora, per me stessa se non altro.

Che non sia mai io ceda.
A quella tentazione di sconfitta, se non per rialzarmi ancora.

Che c'è tanta fatica a tornar piccoli.
Dovendo reimparare anche a difendermi.



Kantarella
00mercoledì 21 novembre 2018 03:39
Kantarella
00mercoledì 21 novembre 2018 03:44
Kantarella
00mercoledì 21 novembre 2018 03:50
Kantarella
00giovedì 21 febbraio 2019 04:55
Intanto sono sveglia, ancora mai dormito questa notte.
Non sono la regina di niente e di nessuno, è evidente.
Cuore diviso, inviso da qualcuno.

Da giorni gli occhi vedono sempre meno, sono opachi più del solito.
Li strizzo, li asciugo, li schiaccio ma fatico, da lontano e da vicino.
Sarà che non li ho curati con il collirio prescrittomi dal medico, nemmeno l'ho comprato.

Il mio organismo è diventato ricettacolo di paure immense, di anima dolorante e ansie.
Si salvano solo le unghie, che si spezzano difficilmente, resistono alle ingiurie di un cuore inesistente.

Il mio invece insiste, devo cercare di zittirlo sempre.
Curo le unghie come passatempo divertente, come fosse cosa davvero importante. Le guardo e le rimiro, belle bianche, come sono io.
Niente smalto, le lucido soltanto.

Però a me lo smalto manca.
Mi manca soprattutto dentro.
Mi manca tutto. E sono così egoista nel dire questo.
Sono così, così... ingrata e stronza nel pensarlo.

È vero che vedo poco.
Fatico pure a scrivere, quasi quanto fatico a vivere.
Kantarella
00giovedì 21 febbraio 2019 05:13
Delle cose mai dette mi porto dentro un bagaglio pesante, che probabilmente terrò chiuso per sempre.
E pensante, di ciò che non ho sentito da una voce.
Né dalle dita, che sempre vogliono confondere, sviare, mancare.


Non si può dare.
Alcuni proprio non ci riescono, inutile pretendere.
Purtroppo io ricordo che si poteva, e lo facevo anch'io, rispondendo e anche iniziando.

Troppo spesso ho iniziato.
E altrettanto ho fallito.
Fallisco pure sfregando continuamente gli occhi, perché vedo sempre meno (e l'ho già detto, ma è così deprimente e fastidioso).

Fallisco nel cuore, che è uno straccio di luce.
A furia di strizzarlo si sta asciugando tutto.
E nemmeno pulisce, tutto il nero che è intorno.
Kantarella
00giovedì 21 febbraio 2019 05:23
Che mai finirà.
"Cielati" sguardi: due passi nel cielo da sembrare amore.
E prendi il sole di questa notte accesa, i vuoti incombono, le stesse ore.
Il pozzo da sistemare, non è proprio così, come chiunque.
Grazie per prima, la sensibilità, vizio o virtù, l'inseguimento e l'albero, nulla di strano.
Nuvola chiama a rapporto stella, ma please complete the entry title, radici di memoria e trasparenze di un lunedì esitante.
Sono in pochi a saperlo.

Who knows, piccole follie crescono; come quando fuori piove, certi pomeriggi non finiscono mai, né qui né altrove.
Riflessi di un giorno mai nato, un saluto così, come un numero, non seguendo un cammino, dall'esser sotto esame di quei silenzi buoni della pace… al pensierino rispolverato della notte.

Dopo la morte può esserci vita, strappando lacrime.
Kantarella
00giovedì 21 febbraio 2019 05:27
Quando si scrive della pioggia, non si pensa.
Tranne quando niente può fermarla.
Tranne quando è lei che ci ferma.

Non è una goccia nel mare una vita.
Non sono gocce nel fiume, che se le porta via.
Non sono gocce la forza che il vuoto dovrà colmare.
Non è una goccia l'amore.

😔

Che cazzatina.
Kantarella
00giovedì 21 febbraio 2019 05:36
SOL UNA NOTA

Todis, pompa benzina, avanti sx verso acqua e sapone, girare a ds in via Diego D'Amico, da lì sempre dritto fino a Umberto I (panchine e aiuola bianca mia). Fare corso Umberto fino a Matrice, Milazzo a sx di Matrice. Farla tutta e girare a sx in via città di Palermo (dopo via Durante).
Da lì come sempre.


(12.09.2017, h. 18,57)

😔

(già, come sempre)

Kantarella
00giovedì 21 febbraio 2019 06:14
Chi sono questi due anonimi?
Io ho sempre un po' paura degli anonimi 😔

Vabbè, io vengo qui perché mi fa sentire in pace con il mondo, e penso sempre non ci sia nessuno.

Lo disse Ulisse, all'occhio solo in fronte.
Perché morisse? Come se ci credesse.

Ci vuol coraggio e forza, quindi, perché avvenga.
E chi sono io, per andare contro Omero?
Non certo il suo braccio destro 😎 né il suo destriero.


E dopo questa perla... posso anche ritirarmi, nascondermi, flagellarmi, anonimizzarmi 😨
Cedo le armi (era ora).
Kantarella
00giovedì 21 febbraio 2019 06:21
Adesso è uno soltanto.
Spero di non aver fatto scappare nessuno.

Gigante, pensaci tu 😔
Piace me questa faccina (sempre sia come la vedo io; che si sa, ogni smart vede ciò che gli pare, e non è bella questa cosa, io lo dico).
Kantarella
00domenica 24 febbraio 2019 13:47
Che proprio non c'é niente.
Niente.
Niente.

Assolutamente.
Se non ti cerca, allora non c'è niente.
Parole di schiuma.
Profumano di bollicine.
Solo di quelle. Si sono già sciolte 🙁
Kantarella
00sabato 2 marzo 2019 18:34
Ci penserò domani 😩

m.youtube.com/watch?v=Z_83trUw1-U
Kantarella
00giovedì 30 gennaio 2020 06:20
Non siamo stati niente.
Uno per uno.
E tutti per nessuno.
Hai tolto anche il respiro
al mondo intero.
Che sono io,
e devo far di tutto
adesso, per recuperarlo.

Niente poesia, non vale mai la pena.
A un uomo deve importare dei sentimenti della propria donna (e viceversa, ovviamente).
Della sua anima. Della sua sofferenza.
Specialmente quando sta zitta, e si tiene tutto dentro per non stravolgere un fragile equilibrio.
Le dicono che è finta, e il giorno prima che invece ogni cosa si aggiusta.

Io so di essere speciale, ma non sono quella giusta.
Vai da chi ha avuto i tuoi subdoli ammiccamenti, li ho trovati per caso mentre ero in ospedale.
E mi si è spezzato il cuore.

Ma già, come si può aggiustare?
Se non hai capito neppure il mio tenerci ad una spiegazione, oggi, su un vecchissimo messaggio tra noi due.
E come potresti mai comprendere il mio naturale sentirmi sgomenta e spaesata nel vedere un'altra situazione, come ti eri preso confidenze con quella? Una che è palesemente una....lasciamo stare cos'è.
A me non importa, importa di ciò che hai fatto tu, e basta.

Se non te ne sei accorto, e non ti sei minimamente preoccupato di capire a cosa io potessi riferirmi, allora è vero ciò che ho detto: che non abbiamo stessi valori, né princìpi né ideali.

Mi sono sentita di non conoscerti affatto.
Un atto di estrema leggerezza.
Che crea un debito troppo grande, che non credo potrò mai avere la forza di perdonare.

Me lo tengo per me.
Perché ti sei spinto troppo oltre.
E mentre parlavamo, oltretutto.
Impagabile, perché non puoi ripagare il mio dolore.

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