Il Profeta del Goal. Johan Cruyff

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Giorgio68
00martedì 19 settembre 2006 10:51
Ecco un articolo tratto da Yahoo/ sport

Johan Cruyff
Pochi calciatori si sono guadagnati la possibilità di essere accomunati a fuoriclasse del calibro di Pelé, Beckenbauer e Diego Maradona. Sebbene non vinse mai alcun trofeo con la sua rappresentativa nazionale e disputò una sola edizione della Coppa del Mondo, Johan Cruyff è uno di questi. Tale era il suo talento naturale che il Maestro olandese gode di una fama incontrastata che lo colloca fra i migliori calciatori di tutti i tempi.

Una leggenda dell'Ajax
Crebbe all'ombra dello stadio e del campo d'allenamento dell'Ajax, dove la madre lavorava. Il padre morì d'infarto quando Johan aveva 12 anni. Fin da piccolo, Cruyff aveva un unico obiettivo: diventare un calciatore professionista. Iniziò a giocare a calcio all'età di sette anni e, contro la volontà della madre, lasciò la scuola all'età di tredici anni per concentrarsi esclusivamente sullo sport.

Il leggendario allenatore Rinus Michels individuò il giovane talento dalla costituzione minuta e mise a punto per lui un programma di allenamento che ne sviluppasse il fisico, affinché potesse resistere alle asprezze di una carriera da professionista. Cruyff si guadagnò ben presto un posto nella prima squadra dell'Ajax e, nel 1966, all'età di 19 anni, ottenne il primo di una serie di nove titoli nel campionato olandese.

Ascese rapidamente alla scena internazionale come calciatore elegante, rapido e tecnicamente dotato, che mai si tirava indietro in un contrasto. Cruyff era allo stesso tempo playmaker, assist-man e cannoniere, con la capacità di calcolare i tempi di un passaggio difficilmente uguagliata prima e dopo di lui.

Una figura celebrata


Cruyff era una figura carismatica anche fuori dal campo, sicuro di sé e ostinato, non certo una persona che misurava le parole per evitare di farsi dei nemici. Questo modo di essere non giocò sempre in suo favore, come quando nel 1972 gli venne tolto il titolo di capitano dell'Ajax con un voto di 13-3 da parte dei suoi compagni di squadra. Accuse di arroganza emersero anche in seguito ad alcune interviste, ad esempio "Non penso che arriverà il giorno in cui, quando si parla di Cruyff, la gente non saprà di cosa si sta parlando" oppure "Prima di commettere un errore, evito di farlo".

Oltre a giocare ai limiti fra l'onestà e l'arroganza, Cruyff era famoso anche per il modo di parlare. Oltre alla grammatica incredibilmente bistrattata, oggetto di articoli in riviste di linguistica, è famoso anche per la logica contorta dei suoi lunghi monologhi, che lo conducevano invariabilmente alla conclusione di avere ragione, lasciando l'avversario sconcertato. "Saggi nella loro forma più pura" scrisse un famoso critico letterario. In Olanda le sue citazioni sono state raccolte in un libro e vengono usate per seminari di management.

Per essere uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi, la carriera internazionale di Cruyff fu relativamente breve. Fece il suo debutto nella nazionale olandese contro l'Ungheria nel settembre del 1966, per un totale di 48 presenze con gli "Oranje", fino al ritiro nell'ottobre del 1977. Il suo ultimo successo sulla scena internazionale fu il contributo alla qualificazione dell'Olanda per la Coppa del Mondo del 1978 in Argentina, nonostante anche in quell'occasione venisse chiamato solo per le partite importanti.

Il picco di Cruyff e l'arancia meccanica


La sua più grande performance sulla scena internazionale fu in occasione della fase finale della Coppa del Mondo di Germania 1974. L'Olanda entrò nel torneo con poche aspettative, essendosi qualificata per un soffio e con una squadra che non pareva sentirsi a proprio agio con le tattiche dell'allenatore Rinus Michels. Le tessere del puzzle si composero giusto in tempo e, dopo il primo turno, l'Olanda venne unanimemente designata dalla stampa mondiale come la squadra favorita.

Era la rivelazione del Calcio Totale, un tipo di gioco personificato singolarmente dallo stesso Cruyff. Nonostante fosse stato schierato come centravanti, Cruyff spaziava infatti su tutto il campo, spuntando ovunque potesse arrecare maggior danno all'avversario. Gli altri giocatori si adattavano con flessibilità ai suoi movimenti, cambiando regolarmente posizione, in modo che i ruoli tattici della squadra risultassero sempre coperti, ma non dalla stessa persona. Si trattava di un concetto rivoluzionario che sconvolse il calcio giocato fino ad allora.

E così fecero gli arancioni d'Olanda insieme al loro leader Cruyff. Nel secondo turno Cruyff mise a segno i suoi primi due gol nell'incontro Olanda-Argentina terminato con un sonoro 4-0, forse il miglior incontro del torneo. La partita contro la Germania Est fu più controllata, con una vittoria per 2-0, mentre nell'ultimo incontro del secondo turno l'Olanda giocò contro il Brasile, in quella che praticamente era una semifinale. Dopo una fantastica gara l'Olanda vinse per 2-0. Cruyff segnò il secondo gol, che viene ricordato come una delle sue migliori reti sulla scena internazionale. Venne realizzato al 65', quando, con una semirovesciata volante su cross di Krol, Johan prese in contropiede Leao e mandò il pallone nell'angolino alla sua destra.

L'abilità di Cruyff risaltò di nuovo in una finale iniziata in modo sontuoso. Cruyff diede il calcio d'inizio e l'Olanda cominciò a far girare la palla. Dopo quattordici passaggi tra i "tulipani", la palla tornò a Cruyff, che effettuò un'incursione in area, saltando Vogts, e venne atterrato da Hoeness. Neeskens segnò su calcio di rigore prima che i tedeschi riuscissero a toccare la palla. Gli olandesi smisero però di fare pressing ed i tedeschi rientrarono in gioco. La squadra di casa pareggiò su calcio di rigore e, a due minuti dall'intervallo, passò in vantaggio grazie ad un gol di Gerd Müller. Nel secondo tempo gli olandesi non riuscirono a superare la saracinesca rappresentata da Josef "Sepp" Maier, perdendo così il titolo. La palma di "Miglior giocatore del Mondiale" vinta da Cruyff fu una magra consolazione.

Durante la Coppa del Mondo FIFA Germania 1974, Cruyff aveva già annunciato che non avrebbe giocato nel successivo Mondiale di Argentina, soprattutto perché non intendeva allontanarsi per così tanto tempo dalla sua famiglia. Per questo motivo e per tutta una serie di disaccordi con la federcalcio olandese, la sua carriera vide una fine prematura.

Un successo naturale


Anche a livello di club, Cruyff fu un giocatore straordinario. Tra il 1971 e il 1973 vinse tre volte di fila la Coppa Campioni con l'Ajax Amsterdam. Nel 1973 si spostò in Spagna, nel Barcellona, vincendo la Liga nella sua prima stagione in terra catalana. Annunciò il suo ritiro nel 1978, ma solo per riapparire nel maggio del 1979 nella Lega professionistica statunitense. Giocò per due stagioni negli USA e meno di una dozzina di incontri con il Levante, una squadra della seconda divisione spagnola, prima di tornare all'Ajax nell'estate del 1981. Nel 1983 passò all'avversario di sempre, il Feyenoord, godendosi un ultimo sprazzo di gloria come giocatore e conquistando due titoli nazionali. Il trentenne Cruyff si trovava all'apice della sua carriera e venne nominato "Miglior giocatore olandese dell'anno" nel 1983 e nel 1984. Il miglior giocatore olandese di tutti i tempi appese le scarpe al chiodo definitivamente nel 1984.

Nonostante Cruyff non possedesse un patentino da allenatore, all'inizio della stagione 1985/86 prese le redini dell'Ajax Amsterdam come direttore tecnico. Di fatto aveva già dato prova della sua indole nel 1980 quando, mentre si allenava con l'Ajax in Olanda nella pausa del campionato statunitense, scese dagli spalti durante un incontro di campionato e iniziò a dare consigli non richiesti all'allenatore dell'Ajax Leo Beenhakker. In quel momento i "lancieri" stavano perdendo 3-1 contro il Twente e finirono per vincere 5-3. Nonostante l'abbandono tre anni dopo, per conflitti interni alla squadra, grazie a lui l'Ajax vinse la Coppa delle Coppe nel 1987 e formò giovani talenti quali Dennis Bergkamp, Aaron Winter, Brian Roy e i fratelli Rob e Richard Witschge, tutti futuri giocatori d'ottimo livello.

Il ritorno a Barcellona
Ripetendo un viaggio che aveva fatto come giocatore, Cruyff lasciò l'Ajax per il Barcellona, questa volta come allenatore e direttore tecnico. Cruyff iniziò a ricostruire la squadra, vendendo una dozzina di giocatori, tra cui il tedesco Bernd Schuster, e spendendo 15 milioni di dollari per l'acquisto di nuove star. In poco tempo mise a punto un'altra squadra europea d'alto livello che vinse la Coppa delle Coppe, la Champions League, la Copa del Rey e quattro campionati di fila, tra il 1991 e il 1994, con un team che in Spagna venne definito "la squadra dei sogni".

In quegli anni, l'eccezionale percorso compiuto fece di Cruyff l'indiscussa autorità tecnica all'interno del club catalano. L'incarico al Barcellona durò più a lungo di tutti quelli che seguirono. Per poco, inoltre, il Maestro non fece ritorno ai Mondiali in qualità di allenatore; all'ultimo momento le trattative con la federcalcio olandese si interruppero e alla fine Cruyff non entrò a far parte della spedizione per i Mondiali 1994.

Nel 1996, dopo una relazione durata otto anni, le strade di Johan Cruyff e del Barcellona si separarono per la seconda volta. Cruyff, che nel 1991 aveva smesso di fumare in seguito ad un intervento subito al cuore per inserire un by-pass, e fu affetto da infarti ripetuti nel 1997, giurò di non fare mai più l'allenatore. Come c'era da aspettarsi mantenne fede alla parola data (anche se il suo nome viene fatto ogni volta che l'Olanda cambia allenatore ed anche se la sua figura continua ad essere osannata al Nou Camp).

Carriera da giocatore
Successi internazionali

48 presenze internazionali (33 gol), di cui 33 come capitano
1974 Secondo posto nella Coppa del Mondo in Germania
1974 Miglior giocatore della Coppa del Mondo

Club

1964 - 1973 Ajax Amsterdam (Olanda)
1973 - 1978 Barcellona (Spagna)
1979 Los Angeles Aztecs (USA)
1980 - 1981 Washington Diplomats (USA)
1981 UD Levante (Spagna)
1981 - 1983 Ajax Amsterdam (Olanda)
1983 - 1984 Feyenoord Rotterdam (Olanda)

Successi con squadre di club

1966, 1967, 1968, 1970, 1972, 1973, 1982, 1983, 1984 Vincitore del campionato olandese
1967, 1970, 1971, 1972, 1983, 1984 Vincitore della Coppa d'Olanda
1971, 1972, 1973 Vincitore della Coppa dei Campioni
1978 Vincitore della Copa del Rey in Spagna

Carriera da allenatore
Club

1985-1988 Ajax Amsterdam
1988-1996 Barcellona

Successi da allenatore

1986, 1987 Vincitore della Coppa olandese
1987, 1989 Vincitore della Coppa delle Coppe
1990 Vincitore della Copa del Rey in Spagna
1991, 1992, 1993, 1994 Vincitore della Liga spagnola
1992 Vincitore della Champions League

(lazarus ledd)
00martedì 19 settembre 2006 21:33
bello e doveroso questo topic....
un giocatore talentuoso...poco pubblicizzato all'estero, rappresentante di un ruolo in campo mai più rivisto... [SM=g28002]
magic johan 14!
onceWEREwarriors
00martedì 19 settembre 2006 22:05
credo che rimarrà indelebilmente il miglior calciatore olandese,vista soprattutto la breve carriera di VAN BASTEN e visto il cammino di crujff anche da NON CALCIATORE!
bergkamp in certi aspetti tattici gli si è avvicinato (certo non quando giocava nell'inter!!! [SM=g27990] vero lazarus?)...resta ineguagliabile.
Giggirriva
00mercoledì 20 settembre 2006 15:55
Grande Campione di una classe innata.
l'olanda del '74 fu uno spettacolo anche, anzi soprattutto per merito suo.
Mi ricordo che dopo il mondiale tedesco, incontrammo l'Olanda nello stesso girone di coppa europa e nonostante l'Italia avesse giocato una partita ad ottimi livelli il risultato fu di 3-1 per loro.
Praticamente fu lui a fare la differenza.
Per la cronaca se non vado errato fu l'esordio in nazionale di Antognoni che fece veramente un'ottima partita.
In quella partita nacque quella che sarebbe stata la Nazionale di Bearzot....ma ora sto divagando
bibba
00venerdì 22 settembre 2006 01:18
Il numero 14
Era veramente odioso: tanto grande calciatore, quanto enormemente odioso! Credo che sia stato il giocatore più amato e mandato a defecare in ogni dove, dai compagni, della storia del calcio. Era sempre pronto, dall'alto della sua classe a pontificare, istruire, dare ordini. Ma non a personaggi scarponi del calcio: a Rensenbrink, Rep, Neskeens, Krol, Suurbier, Haan, Jongbloed, e chissà chi altro. In lui scorre quella sottile linea di demarcazione che fa un campione non solo nel campo ma anche fuori. Ha fatto dei goal indescrivibili: come quello di un suo volo in spaccata nel cielo con la maglia del Barcelona, un tempo usato anche in una pubblicità. Non dimenticherò mai la sua spocchiosa prosopopea in occasione della finale di coppa dei campioni (quando era ancora vera!) contro il milan. Furono disciolti dall'armata sacchiana, una catastrofe stile titanic. E lui, alla fine della partita non disse nulla, se non una frase tipo "questa partita non conta, noi siamo i più forti". L'Olanda delle meraviglie era qualcosa di incommensurabile, ma, assolutamente incapace di gestire un risultato. E non sono cambiati! Grande gioco sulla carta, grandi club (3 in realtà: Ajax, PSV, Feyenoord), grandi giocatori, ma hanno vinto in tutta la centenaria storia del calcio olandese solo gli Europei dell''88: c'è chi fa una colpa a Crujff, di aver lasciato troppo presto l'Olanda, chi di non aver saputo costruire una vera scuola, anche se, ciò che i miei occhi di bimbo videro nel 1974 cambiò radicalmente il mio modo di vedere le partite. Crujff aveva le movenze di un ballerino, i suoi dribbling erano di rara potenza e velocità. E poi era scorbutico, cattivo, molti difensori becavano i suoi rognosissimi calcetti sulle caviglie appena iniziate le partite. Era una grande merda umana, ma quanto era bello vederlo giocare. Resta famoso il suo bisticcio con l'arbitro di Germania-Olanda 2-1, alla fine del primo tempo. Gli deve aver detto di tutto di più. Con l'indice puntato e gesticolando nervosamente, mulinando le sue lunghe braccia. Una meraviglia.

bibba
00venerdì 22 settembre 2006 01:28
ne volete ancora?
bibba
00venerdì 22 settembre 2006 01:39
esageriamo
alcuni goal ritornano, ma cosa importa?
ugo.p
00venerdì 22 settembre 2006 03:13
Hai ragione Bibba. Umanamente era quello che si dice una merda.
ma a vederlo giocare gli si perdonava ogni cosa.
Grazie dei filmati...... fanno bene alla salute [SM=x875408]
(lazarus ledd)
00sabato 23 settembre 2006 20:56
davvero belli i dribbling...e non era nemmeno lento x il tempo..anzi direi un gran cambio di passo...nel dribbling somiglia un pò a ibraimovic...
bei video bravo BIBBBBSSSSS
ugo.p
00mercoledì 25 aprile 2012 07:38
oggi compie 65 anni
Auguri Johan [SM=x875388]
bibba
00mercoledì 25 aprile 2012 18:47
buon compleanno odiosissimo campione immenso!
[SM=g28006]
jules maigret
00venerdì 25 marzo 2016 09:54
Addio grandissimo campione
Il cancro ai polmoni con cui combatteva da tempo l'ha avuta vinta.
A noi il ricordo e il pianto.
R.I.P. [SM=x875398]
ugo.p
00venerdì 25 marzo 2016 15:31
grande perdita
mi ha fatto sognare veramente. a 13 anni comprai le Puma Johan Cruyff (che mai furono cosi' sprecate dato i miei piedi a banana) e ne andavo orgogliosissimo.
Addio Grandissimo Campione.
[SM=x875398] [SM=x875398] [SM=x875398]
Giggirriva
00martedì 28 luglio 2020 16:09
Ci manchi campione
Giggirriva
00venerdì 31 luglio 2020 18:39
ci sono partite che
rendono evidente un cambiamento storico nel gioco del calcio.
Pensiamo ad esempio ad Inghilterra - Ungheria del 53.
In queste partite appare evidente come da una parte ci sia il passato e dall'altra il futuro.
Una di queste partite è stata sicuramente Olanda Argentina dei mondiali del 1974. Gli Argentini (che ci avevano eliminato nel primo turno) sono letteralmente frastornati dal calcio totale di Cruyff e compagni.
guardare per credere
Il garfagnin fuggiasco
00venerdì 31 luglio 2020 21:15
Olanda 1974.


Come dicono gli inglesi: The best team never to win the world cup.

E una delle più grandi delusioni calcistiche della mia vita. Ci speravo tanto ...

Il garfagnin fuggiasco
00venerdì 31 luglio 2020 21:21
Quanto a Cruiff ...

... la Veronica che effettua sul povero portiere argentino Carnevali, è da antologia del calcio.

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