Il Balivo di Lord Dustin al Crossroads Inn

Willem Tren si era lasciato alle spalle Harrenhal per raggiungere la locanda di Crossroad Inn e, una volta, arrivato nei pressi, notò come la posizione del luogo. 
" Da qui si va ovunque. Che sfiga nera. " pensò Willem, sospirando scuotendo il capo. 
Si sistemò meglio la spada che portava alla vita e si avvicinò ulteriormente, aspettando a fare qualcosa, preferendo prima osservare un pò i paraggi e la costruzione. 
Notò che c'era una stalla, a lato della locanda. 
" Spero bene che siano morti tutti i cavalli. Che sfiga. " si ritrovò a pensare, più depresso di prima. Però si avvide subito dopo della presenza di una torretta di guardia. 

Poi, senza indugiare oltre, decise di cominciare con l'entrare nella locanda, guardandosi attorno in modo attento, anche se dissimulato tra sbadigli tipici di di un viandante, intanto che si avvicinava al bancone. 

Teneva bene a mente la descrizione che il cuoco aveva fatto della ancella Beth, quindi cercava di individuare una ragazza bassina, dai capelli rossi, con una cicatrice che le andava dall'occhio sinistro fino all'attaccatura del labbro e un pò in sovrappeso. 
Naturalmente cercava anche la figura della regina, che conosceva bene avendola vista di persona al Torneo di Harrenhal. 

Arrivato nei pressi del bancone, si trovò un posto e non esitò un attimo, grande e grosso com'era, a farsi notare. 
< Il mio regno per della rane in carpione! > disse, in modo amichevole. 
In realtà gli facevano schifo, ma erano il piatto preferito dell'ancella Beth. 
<Non male questo posto...chi è che lo gestisce? > domandò, sperando di ricevere risposta. 
Giusto per esser certo di non esser preso alla leggera, pensò bene di sistemarsi la spada alla vita. 

"Io" disse il locandiere, un uomo di mezza età, calvo con una barba castana mentre faceva segno ad una servetta "...porta delle rane per quest'uomo".

< Beh se le rane saranno buone come spero, perchè ne sono ghiotto, potrò ben dire che questo è un posto da segnarsi sulla mappa! > rispose al locandiere, annuendo con una risata divertita.
< Ah senti, piuttosto una cosa...è già arrivata mia sorella? Si chiama Beth. > disse al locandiere , prendendo a gesticolare < bassina, dai capelli rossi, con una cicatrice che le andava dall'occhio sinistro fino all'attaccatura del labbro e un pò in sovrappeso....credo viaggi con un altra donna. Devo consegnargli una cosa...> spiegò annuendo < sai, la passione per le rane l'ho presa da lei...magari le ha mangiate qui anche lei. >

Il locandiere rimase sorpreso "Il nome non mi dice niente ma se una come quella che hai descritto si avvicinasse la ricorderei eccome...".

< Bah, strano che mia sorella non si sia fermata per una dormita o per mangiare qualcosa. Non è di certo una che sta a dieta. > ci scherza su divertito, ridacchiando sommessamente. < Beh, fa niente. Magari aveva fretta. Toccherà prendere un cavallo o non la raggiungerò mai, che mica ho tempo da perdere. Senti, da chi rimedio un buon cavallo? Dopo le rane, ovviamente. > domandò infine Willem all'oste, osservandolo intanto che si gustava le rane.
In realtà gli facevano schifo, ma mica poteva sconfessarsi così facilmente.

"Mi spiace ser" disse aggiungendo due rane al piatto "...queste sono per le disavventure familiari. Comunque nella stalla puoi vedere se ci sono cavalli freschi".

" Cazzo, ci mancava il generoso di buon cuore. Altre due rane. Che sfiga." pensò, ma invece sorrise annuendo < Troppo buono! Stai sicuro che parlerò bene ai miei amici di questo posto...e delle rane eccellenti che ci sono da queste parti.> in realtà gliele avrebbe sputate sul momento, ma invece le mangiò con avidità malgrado non gli piacessero, si accarezzò il ventro e mugugnò come avesse gustato chissà che prelibatezza, e quindi uscì dalla locanda, per puntare direttamente alle stalle.
< Ci son buoni cavalli da queste parti? > richiamò l'attenzione in quel modo guascone.

Pit, un ragazzino butterato ma sveglio lo avvicinò.
"Ronzini mio signore, ma se andate al passo o al trotto fanno il loro dovere. Se dovete galoppare... beh pregate i sette che non sia per scappare".

Willem osservò con attenzione Pit, quel ragazzino dall'aria sveglia.
" Ecco quelle che mi serve, un ragazzino sveglio. "
< Ecco qualcuno che sa il fatto suo. Questo è sempre un bene. > disse sulle prime osservandolo < Com'è che hai solo ronzini? Qualcuno è venuto a prendersi i cavalli buoni prima di me? Magari due donne? > domandò, per poi dopo un sospiro aggiungere < Devo saperlo, che devo raggiungere mia sorella. Beth. Bassina, un pò sovrappeso...una cicatrice in faccia... ha dimenticato una cosa che appartiene alla donna che viaggia con lei, una bella bionda. L'hai vista? Erano insieme? Che almeno so come regolarmi...e poi parliamo dei tuoi ronzini. Se no che lo compro a fare, se neanche so se sono insieme o no, a piedi o a cavallo? >

"Nessuna con quelle caratteristiche ser. Deve essere proprio sfortunata questa ragazza. Da come la descrivere spaventerebbe un drago!"

< Eh povera Beth, diciamo che gli Dèi non le hanno dato il dono dell'avvenenza, anche se è una gran brava ragazza, si è sempre data tanto da fare > ripose Willem a Pitt con un sorriso
" ...stando alle voci anche troppo da fare, pare." pensò, senza dirlo naturalmente.
< Che vuol dire nessuna con quelle caratteristiche? E' venuta qualche altra donna a chiedere un cavallo? > domandò, prima di aggiungere, facendo un cenno con la testa < Intanto fammi vedere questi ronzini, vediamo se ce n'è uno buono...>

Mentre gli faceva vedere i tre ronzini rimasti gli spiegò che una ragazza strana era venuta. Aveva acquistato ben due cavalli, rondini naturalmente. Era molto carina. Biondina scura, occhi verdi e delicata in volto, da farsi innamorare. Gentile, lo aveva aiutato a risolvere anche una grana con un cliente".

Willem prese a guardare i ronzini, se ne intendeva abbastanza e si sforzò non poco per celare quanto avesse intuito subito che quei cavalli erano decisamente scarsi per un viaggio lungo.
" Metà di questi saranno buoni per i vermi in tempi brevì " pensò ghignando tra sè, e intanto ascoltò Pitt che parlava di una biondina molto graziosa che aveva acquistato due cavalli.
" Questo sì che è interessante" pensò immediatamente.
< Ecco sì, dev'essere la compagna di mia sorella. Sarà meglio che la aggiunga per darle quel che mia sorella ha scordato! > disse subito, e quindi aggiunse < Sai mica dove andavano? che il tempo stringe! > domandò, e poi tornando a passare in rassegna i cavalli, indicò un ronzino grigio che sembrava più in forma di altri, seppur di poco < Dammi quello va...mi pare migliore. > aggiunse. Poi però ebbe un'idea. E indicò anche un altro ronzino, nero e bianco. <Dammi anche quello. >

Il ragazzo gli diede i due ronzini e disse lui che non sapeva dove sarebbe andata quella ragazza. Ma nella locanda qualcuno l'avrebbe notata sicuro.

" Quell'oste del cazzo mi ha mentito. " pensò immediatamente Willem nell'apprendere che alla Locanda dovevano sapere qualcosa.
Prese i due ronzini, chegià di mettersi in marcia parevano avere poca voglia, e tornò alla locanda. Li legò adeguatamente per essere certo non fuggissero e tornò dentro.
Si diresse al bancone, sedendosi con assoluta calma, sbuffando, cercando di incrociare l'oste, nel tanto che commentava
< Cazzo, con i ronzini che ci sono da queste parti non sarà facile di certo viaggiare...per come vanno...> scuotendo il capo. In fondo stava dicendo il vero.
< Oste, per piacere, un bel boccale di birra...che prima di partire mi fa comodo. > non volle porre subito domande o sembrare aggressivo. Lo sarebbe stato nel caso, quando ce lo avesse avuto vicino.

L'oste portò la birra e si occupò di un altro paio di assetati al banco.

Appena ricevuta la birra, la prese in mano e ancora prima di ber esi rivolse all'Oste.
< Senti scusa un momento...che forse non ci siam capiti prima...comunque...> mandando giù un bel sorso di birra < come ti dicevo no, mia sorella è con un'altra donna...forse quella l'hai vista. Una bionda, occhi verdi...mica come mia sorella, una bella donna. So che ha preso dei cavalli, quindi è stata qui. L'hai mica vista? Sai dove è andata? > mandò, al momento dando poca importante alla sete di altri.

"No, temo non ci siamo capiti. Tu mi hai chiesto di una donna che con tutto il rispetto, colpirebbe anche un cieco e non per la sua bellezza. Poi hai detto che aveva una amica biondina. Io ti ho detto che non le ho viste. Di cavalli negli ultimi giorni ne hanno presi si, ma non due donne come hai descritto tu. Una ragazza giovane, biondina quasi al castano, con grandi occhi verdi, gentile e carina, col suo vecchio... è l'unica donna che ha preso due cavalli. Ma non è nemmeno lontanamente somigliante a quello che hai chiesto tu... quindi o non sai come cazzo è fatta tua sorella o mi stai prendendo per il culo... chiaro?".

Willem Tren, si sa, non era il tipo che lasciava correre più di tanto. Alla risposta dell'Oste, ascoltò pacatamente bevendosi la birra, ma al modo di finire la risposta dell'oste pose il boccale sul bancone con calma.
< Non sapevo del vecchio. > disse sulle prime, sospirando e fissando l'oste < Ma quello che so per certo è che se mi ridai del bugiardo, farai a meno della lingua. Ammesso che perdi solo quella. Questo invece ti è chiaro, vero? > lo disse con serietà, ma anche con tranquillità al tempo stesso, considerando la cosa come un qui pro quo di poco conto. Riprese la birra, bevendone un lungo sorso. A quel punto, si strinse nelle spalle e riprese, più cordiale. < Raccontami di quei due, per piacere. > aggiunse poi, osservandola con aria amichevole, ma sempre fissandolo.

"Amico tu non sei bugiardo, hai dei problemi... e seri per giunta. Vieni qui e mi chiedi se è successa una cosa, poi quando capisci che ne è successa un altra, mi minacci. Sai che c'è... penso che quel vecchio con la ragazza non sono tua sorella e suo padre e quindi a meno che non mi dai spiegazioni non ti racconto un cazzo di niente, sempre che ci sia qualcosa da raccontare, ok?".
Nel mentre due armigeri da un tavolo si misero a fissare il banco notando che qualcosa non stava andando come doveva.

< Ti ho detto che devo raggiungere mia sorella e che probabilmente viaggiava con una donna.Se ci ripensi ti viene in mente che te l'ho detto. > Willem rispose con calma all'Oste, fissandolo e sfoggiando un sorriso divertito, mentre finiva la birra. " Questo qui fa il furbo." pensò. < Non te l'ho descritta, tutto qui. Ma non mi sembrava importante. E' sempre stata Beth ad occuparsi di tutto, visto che è al suo servizio. Sapere che invece è stata la bionda a prendere i cavalli, mi sorprende. Con un vecchio poi. Sono certo che quando mia sorella mi ha scritto il vecchio non c'era. E allora mia sorella dov'è? L'unica che può saperlo è la bionda. Per cui te lo richiedo. Dove sono andati il vecchio e la bionda? > domandò, sospirando e stringendosi nelle spalle.

"Non so nulla di dove siano andati. So che hanno preso una stanza, hanno pagato e se ne sono andati. Prova a chiedere a qualcun altro fuori". E si mise a lavare dei boccali in un bacile.

< Capisco. > disse sulle prime Willem, sospirando e scuotendo appena il capo. Si fece pensieroso per qualche istante, prima di fare spallucce. "Di nuovo a trovare indizi, accidenti a me e alla mia sfiga" pensò un pò sconsolato. Alla fine scese dallo sgabello.
< Con chi parlo per avere la loro stanza? > disse, alzando la voce e al contempo camminando lento per la locanda, nel caso di una risposta.

Fu il locandiere a rispondere. "Con me. La seconda stanza sopra le scale a destra. La porta è aperta. Non ci sta un cazzo da rubare intanto...".

Annuendo alle indicazioni del Locandiere, Willem salì le scale ed entrò nella seconda stanza a destra. Come detto dal locandiere, la porta era aperta.
Si guardò attorno, cominciando a rovistare nella stanza in cerca di indizi di sorta su chi aveva alloggiato lì e dove mai potessero essere diretti.

La camera non sembrava difficile da perquisire. Il pagliericcio, la vasca e il bacile, il pitale, una sedia e un piccolo tavolo sgangherato, una rastrelliera dove posare elmo, scudo e spada e un piccolo manichino di legno per i vestiti in caso ci fosse una dama. Tutto appariva normale.

Willem Tren si guardò attorno e non c'era nulla che apparisse realmente fuori posto, in quella stanza.
Tuttavia, sospirando e masticando qualche sana imprecazione, decise di guardare meglio. Per prima cosa, si mise a rovistare nel pagliericcio che c'era per giaciglio, e poi la vasca, lasciando perdere il bacile per concentrarsi in ultimo sul tavolo e sul manichino.

Purtroppo nulla sembrava strano o fuori posto. Tutto era usurato come la logica imponeva ma pulito e in ordine. Ad un tratto nella sala si sentì un clamore e poi un applauso, ma non era udibile nel dettaglio ciò che stava succedendo di sotto.

Nella stanza non c'era assolutamente nulla che potesse essergli d'aiuto.
< Accidenti che sfiga nera. > borbottò lamentandosi e facendo spallucce dopo quella ispezione della stanza.
Stava ancora tirando calci al pagliericcio quando, dal di sotto, sentì clamore e un applauso.
< Che cazzo succede? > domandò a mezza voce, e quindi discese rapidamente le scale.
Da quelle parti, pensò, gli applausi dovevano essere rari.

Non appena scese le scale vide una donna, non particolarmente avvenente ma che emanava un certo carisma.
Masha Heddle era tornata da un breve viaggio d'affari e poichè era andata bene offrì una bevuta a tutti i presenti.