IMMIGRAZIONE

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gioiaedolore
00giovedì 5 giugno 2008 19:41

IMMIGRAZIONE: MARONI, UE CONFERMA LA NOSTRA STRADA
LUSSEMBURGO - La direttiva Ue sui rimpatri conferma che quella del governo italiano sull'immigrazione è "la strada giusta". Lo ha affermato il ministro dell'Interno Roberto Maroni, a margine dei lavori dei ministri degli Interni Ue.

I ministri dell'Interno dell'Ue hanno infatti dato il loro via libera all'intesa raggiunta sulla direttiva per i rimpatri degli immigrati clandestini extracomunitari. La presidenza di turno slovena punta a far approvare la direttiva dal Parlamento europeo, in prima lettura a giugno.

La decisione, hanno riferito fonti europee, è stata presa all'unanimità. Infatti oggi Austria e Belgio hanno sciolto la riserva, che avevano mantenuto nella riunione dei rappresentanti permanenti di ieri. La direttiva punta ad armonizzare la normativa europea per quanto riguarda i rimpatri e prevede, tra l'altro, la possibilità di detenere un immigrato clandestino fino a 18 mesi in appositi centri, in caso di rischio di fuga, di non collaborazione nel rimpatrio e nel caso in cui non siano disponibili i suoi documenti.

La direttiva prevede anche il divieto di reingresso nell'Ue per un massimo di cinque anni per chi è stato colpito da un provvedimento di rimpatrio. La proposta verrà votata dalla plenaria dell'Europarlamento il 18 giugno. Il tentativo della presidenza e del relatore, il popolare tedesco Manfred Weber, è di farla passare in prima lettura, ma la discussione fra i gruppi e all'interno delle formazioni parlamentari è in pieno svolgimento. I principali dubbi sono stati espressi dai Socialisti, sinistra e verdi, ma anche fra i liberaldemocratici (Adle) non è scontato un voto compatto a favore.

I VESCOVI UE, MOLTO PREOCCUPATI
I vescovi riuniti nella Conferenza degli episcopati della Comunità Ue (Comece) si dicono "molto preoccupati" sul progetto di direttiva sui rimpatri. I vescovi chiedono al Parlamento europeo che "sia limitato l'uso delle detenzione amministrativa e il divieto di riammissione in circostanze eccezionali". Suggeriscono inoltre di garantire "un periodo minimo di 30 giorni per il rimpatrio volontario". Il 30 maggio scorso, ricorda una nota, il presidente della Conferenza, Mgr Van Luyn, insieme ad altri rappresentanti delle Chiese e delle organizzazioni cristiane aveva inviato una lettera ai membri del Parlamento per esprimere la loro preoccupazione sul compromesso raggiunto. Pur "riconoscendo le difficoltà di arrivare ad un compromesso su una questione così controversa", la lettera - si rileva nella nota - attira l'attenzione dei deputati sui dispositivi "tuttora problematici" relativi alla durata massima della detenzione (18 mesi) e al divieto di riammissione per gli immigrati irregolari. Il compromesso attuale, si sottolinea, "non tiene conto della situazione di molti immigrati" e le chiese, pur capendo le preoccupazioni dei governi e della società di preservare lo stato di diritto, chiedono che "sia rispettata la dignità di ogni essere umano".

FIN

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