Di ritorno da una battuta di caccia

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Faccia da cavallo
00lunedì 2 ottobre 2017 07:43

Il cielo volgeva all’imbrunire, ad est la prima stella brillava tra le iniziali ombre della sera. Robert cavalcava accanto al fratello più giovane, a una decina di metri da loro li seguivano Wayne e Garren, due armigeri di casata Baratheon. Ognuno dei soldati aveva legato al pomo della sella le briglie di un altro cavallo sul cui dorso erano state poste le prede di quella battuta di caccia. Un cinghiale e un cervo giacevano morti di traverso sui due cavalli.
Robert non avrebbe voluto la scorta mentre andava a caccia, ma Stannis era stato irremovibile. Lui si era arrabbiato, aveva alzato la voce, rovesciato qualche bicchiere, ma alla fine aveva accettato il consiglio del fratello maggiore. Aveva scelto Wayne e Garren due dei suoi favoriti, ragazzi alla mano, che non stavano a guardare troppo all’etichetta e che avevano da subito capito che per quei tre giorni di caccia lui non sarebbe stato Robert Baratheon Signore di Capo Tempesta, ma solo Robert, un cacciatore come loro.
Era riuscito anche a trascinare Renly in quella sua impresa. Al fratello piaceva andare a caccia, come gli piacevano i racconti degli eroi passati, la giostra e tutte quelle cose che Robert definiva “civetterie da damerino”.

La caccia era stata senza dubbio un successo, un paio di lepri e una starna che erano state mangiate attorno al fuoco nei giorni precedenti, un maschio di cinghiale e uno di cervo. L’inseguimento di quest’ultimo li aveva portati più distanti di quanto avevano preventivato rispetto al castello e aveva allungato la caccia di un paio di giorni. Robert e Renly cavalcavano uno accanto all’altro e ridevano di quello che probabilmente avrebbe detto Stannis del loro ritardo. Renly imitava la voce austera e lo sguardo truce del primogenito di Baratheon, e la risata fragorosa di Robert scuoteva il sottobosco.
Di lì a poco si sarebbero accampati, e l’indomani mattina avrebbero raggiunto il castello, quando notarono un cavaliere venire loro incontro.
Renly fece scivolare l’arco dalla spalla, Weyne e Garren si fecero accanto ai loro Lord con una mano sul pomolo della spada.
“Calma ragazzi,” la voce di Robert era piena e suadente “sta venendo verso di noi un uomo soltanto, e sera e ancora non si vede chi sia. Può essere un taglialegna, un altro cacciatore, un guardiaboschi. Può essere anche un farabutto, ma noi siamo in quattro e qualora ci fossero dei compagni qui nascosti pronti a farci cadere in un imboscata, non devo ricordarvi che noi siamo uomini della Tempesta!” così dicendo accostò a bordo del sentiero e tirò a sé le redini arrestando il cavallo pronto a cedere il passo al nuovo venuto.
L’uomo si avvicinò, la livrea di casata Baratheon era ora bene visibile. Fermò il cavallo e scese poggiando un ginocchio a terra. “Lord Baratheon…”
Robert scese da cavallo raggiunse il servitore, gli porse una mano aiutando ad alzarsi. “Forza in piedi, non stare li in ginocchio,” Robert lo aiutò a tirarsi in piedi e gli diede una pacca sulla schiena “Cosa succede? Non sarà scoppiata una guerra? Non sarà affondata Roccia del Drago o peggio ancora , mio fratello Stannis non avrà raccontato una storiella divertente!” così dicendo scoppiò in una risata come i suoi uomini.
Il nuovo venuto, non senza un certo imbarazzo, si schiari la voce. “E’ giunto un corvo da Harrenhal, Lord Went ha indetto un grande torneo. Ogni cavaliere del Westeros è stato invitato a partecipare. Persino la famiglia reale sarà presente al torneo. Vostro fratello, non sapendo quando sareste tornato dalla vostra battuta di caccia, mi ha mandato a cercarvi per portarvi la notizia e a chiedervi di rientrare al castello per sbrigare le formalità del caso.”
“ Un torneo, un torneo” disse meditabondo Robert, poi si voltò verso Renly “ tu non starai più nella pelle vero damerino?” il tono canzonatorio fece sorridere il fratello. “Magari ci sarà anche Ned, gli darei volentieri una ripassata a quel ghiacciolo imbastito…”
“… e magari una ripassata la vorresti dare anche a sua sorella Lyanna vero fratellone?!?” Lo interruppe Renly.
Robert si fece serio in volto, lo sguardo fermo, il tono della voce asciutto. “Non parlare in questo modo di Lyanna.”
Poi si voltò verso Weyne e Garren ritrovando il suo solito umore. “Ragazzi è stato bello finché è durata. Ma ora, come direbbe mio fratello Stannis: “ Il Lord di Capo Tempesta ha i suoi doveri e deve pensare ad essi prima che a qualunque altra cosa” perciò credo che mi toccherà cavalcare tutta notte, ma voi fate pure con calma, godetevi questa bella serata. Renly che fai tu vieni o resti?”
“Verrò con te fratello, devo prepararmi al meglio per il torneo, far lucidare l’armatura, rismaltare lo scudo, scegliere gli abiti adatti per le serate di gala, fare…”
“tutte quelle civetterie da damerino!” concluse Robert.
I due fratelli scoppiarono in una risata, montarono a cavallo e si diressero verso Capo tempesta.
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