Re: Re:
Scritto da: fremina 07/07/2007 13.38
Straquoto! Non credo che dare dei diritti in più alle coppie di fatto, gay o etero che siano, tolga qualcosa alle famiglie tradizionali...E non credo neanche che una famiglia esiste solo qualora ci siano dei figli. Marito e moglie sono già una famiglia!
Fedi
Questo articolo postato da Giovy tocca tanti punti , che andrebbero trattati singolarmente.
Comunque, concordo con quanto scritto da Federica.
Il riconoscimento dei diritti alle famiglie di fatto non è una deminutio per le famiglie tradizionali.
Ritenere che la famiglia sia solo quella in cui ci sono figli mi sembra veramente riduttivo.
La Chiesa, allora, dovrebbe cambiare le formule del rito del matrimonio in : " io prendo te come mia legittima incubatrice" e "io prendo te come mia legittimo inseminatore".
Sul discorso tasse , sebbene sia vero che a parità di reddito la pressione fiscale sia più forte sulle famiglie che non sui singles, mi chiedo: quale sarebbe la soluzione?
L' assurdità è che, nel nostro paese, un lavoratore onesto debba cedere oltre il 60% del suo reddito allo Stato(fra l'altro nutro la convinzione che i soldi "pubblici" siano "lupiati" dai politici).
Non avrebbe senso "punire" i singles(per scelta o per sfortuna) aumentandogli le tasse.
Sui DICO:
Mi ero già espressa in un precedente topic.
Sono contraria, e non per questioni di discriminazione nei confronti degli omosessuali(a cui andrebbero riconosciuti gli stessi diritti delle coppie etero).
L'attuale formulazione del disegno di legge finisce per creare, ingiustificatamente, una categoria di cittadini abili a lavorare ma che sarebbero "esonerati" dal farlo, potendo usufruire della pensione di reversibilità dell'amico, della zia etc con cui convivono.
Tale possibilità viene inspiegabilemnte negata a fratelli o sorelle che coabitano, nonchè ai figli maggiorenni che vivono con i genitori.
Per me, non ha senso.
p.s: non so quotare più messaggi nella stessa risposta ,ma,se sapessi farlo, quoterei la risposta di Giovanni sul fatto che essere divorziati o plurisposati non inficia l'essere sostenitori del valore della famiglia.
IL matrimonio si regge su due sostegni, cioè entrambi i coniugi.
La volontà di uno solo non è sufficiente a farlo stare in piedi e in ogni caso, bisogna fare anche i conti con i propri limiti di sopposrtazione.
Se una persona ha un matrimonio finito e riprova a costruirsi una vita con un altro partner, a maggior ragione ciò conferma che crede nel valore della famiglia.