Cure Serafin - Cure 2/2..Degenza 2/2 (ok)

Holgar
00mercoledì 17 settembre 2014 12:33
Riassunto :

freeforumzone.leonardo.it/d/10937890/-Locanda-Prima-del-nome-Ci-si-scambia-la-pelle-/discussi...
In base a questa giocata, dove alla fine, con una missiva, Serafin informa Holgar che si recherà al Sanitarium, il nordico decide di seguirla, ma la trova sotto una barca bruciante per la febbre, la prenderà in braccio portandola al sanitarium o meglio nella loro sede provvisoria

Commento: *_*



SERAFIN [Baia] E' possibile che anche nei sogni faccia freddo? Che la sensazione del gelo che ti attacca al punto da paralizzarti le ossa e incollare le dita fra loro si trasferisca anche in quel pertugio privato, in quell'unico universo onirico capace di scindere la cruda realtà dall'immaginazione? Sì. E' quello che è successo a lei, molte ore prima dell'alba. Una tortura che si ripete anche adesso, promemoria di una febbre che non pare intenzionata a scendere, tutt'altro. Lei non si accorge di nulla. Non vede la sabbia bianca della baia, il bosco oscuro in lontananza, il triangolo di cielo che fa capolino dal proprio rifugio, tirando il collo assieme al sole nel vano tentativo di svegliarla. Lei adesso vede solo.. tanti alberi. Una quantità spropositata di alberi in grado di coprire qualsiasi altra cosa si trovi nei paraggi. Sono belli. Sono vivi. Le cortecce sono giovani e i fusti sono spessi almeno 3 o 4 braccia, per non parlare delle chiome. Di uno splendido verde acceso, danzano al ritmo del vento, sfregando i rami fino a dare l'impressione di sussurrare. Discutono animatamente. Anzi no, ridono. Ridono alla vista di ciò che fa ridere anche lei. A qualche metro di distanza dalla sua posizione, un gruppo di giovani si contende l'ultima scodella di stufato che rimane. Viene passata di mano in mano, e alla fine succede esattamente quello che aveva previsto fin dall'inizio. Lo stufato si rovescia sui vestiti di uno dei ragazzi, rendendoli orribilmente appiccicosi. Al campo scoppiano tutti a ridere. L'aria si riempie di quei suoni armonici, che ispirano altre risate, una familiare dose di complicità e un'altra più abbondante di tenerezza, da parte sua. Non sente la propria risata. Probabilmente viene messa a tacere dalle altre, molto più fragorose. Intravede una testa bianca muoversi di qua e di là su un angolo del campo, con visibile e matura rassegnazione. Deve trattarsi di Nebbia. Vicino a lui distingue facilmente il profilo imbronciato di Orso, che nasconde a stento un sorriso sotto la barba. Poi spunta Tempesta, vestita come una damigella di corte. Una ragazzina corre incontro per giocare con i suoi boccoli. Non la vede in volto. E' posta di spalle rispetto a lei. Vede solo i suoi lunghissimi capelli castani muoversi, seguire i movimenti frenetici della sua testa. Lei cerca di sporgersi avanti nel tentativo di capire meglio di chi si tratti. Se fa parte del branco è impossibile che non si siano mai incrociate prima d'ora. Ma poi la ragazzina decide di voltarsi da sola. Sta ridendo. E' felice. Le si gela il sangue. L'ha riconosciuta. Ha due occhi affilati del colore del cielo e un paio di labbra scarlatte e pronunciate. Ricambia il proprio sguardo. Sta per mettersi a gridare verso di lei ma prima che il grido fuoriesca dalla bocca si ritrova ad annaspare su un cumulo di sabbia. Dov'è finita la ragazza del sogno? Dove sono tutti gli altri? E il campo? E gli alberi. Non riesce a vedere nient'altro che ombre confuse. Non si accorge neppure di tremare, accucciata sotto l'ombra di una barca rovesciata a non molti metri di distanza dalla riva. Fa freddo.

HOLGAR {{Baia}} Lasciare la casa della conoscenza era stata una scelta, che poteva anche avere dei tratti dolorosi, ma era stata una decisione vissuta fino in fondo...Eri grato alla Protettrice per non aver imposto un diniego netto, ma avere soltanto limato delle condizioni: Le avevi accettate, non a cuor leggero, ma con la certezza di avere compiuto l'unica scelta possibile. Non avevi mentito quando le avevi detto di stare attenta perchè teneva il tuo cuore fra le mani, e quando ti eri svegliato, non trovarla era stato non brutto, ma doloroso..Eri rimasto seduto su letto, dove erano state combattute diverse battaglie durante la notte, a guardare le forme che lui, giaciglio ben educato, ti aveva offerto per un po'..Il suo lato era ancora caldo, ma tu non ti eri svegliato in tempo...Lo sai che lei ha un percorso da compiere e non hai fatto domande, non ne farai nemmeno in futuro, lasciando che le parole defluiscano accompagnate dai gesti...Tuttavia tu non avevi atteso, rimproverandole solo di aver voluto affrontare una traversata con un tempo da lupi. Un tempo che aveva devastato, ma che per te aveva anche buttato semi, e che la Dea li faccia sbocciare. Salti giù dalla barca, avevi chiesto proprio a quel barcaiolo dove fosse il sanitarium che lei ti ha indicato nella lettera, l'hai con te la lettera, e lui ti aveva detto che il sanitarium era un cantiere e che se ti servivano i cerusici, doveva cercarli alla ex torre arcani..Eri rimasto quasi sbigottito dalla cosa, ma tu guarda avevi perfino pensato, ringraziandolo e ti eri allontanato .Mai messo piedi sulla terraferma, non hai i tuoi simboli di congrega, ma un paio di pantaloni, una camicia scura e un mantello..Null'altro a parte qualche denaro...Il sentiero è a poco dinanzi a te, ma qualcosa attira la tua attenzione. Parrebbe che un paio di monelli stiano accovacciati vicino una barca rovesciata, guardando, forse stanno disturbando un qualche animaletto, sposteresti li i tuoi passi, ma quello che troverai non sei preparato a vederlo...

SERAFIN [Baia] Non si trattava solo di una semplice sensazione allora. Fa freddo, fa freddo sul serio, per quanto lei non se ne capaciti dal momento che i rigori dell'inverno dovrebbero trovarsi ben lontani da queste sponde. E allora perché non riesce a smettere di tremare? Che la Dea abbia deciso di farsi sentire anche qui, accomunando isola e terraferma sotto un medesimo cielo? Chi può dirlo. L'unica cosa che sa è che non può restare sotto quella barchetta un minuto di più se non vuole che diventi la sua tomba. Deve andarsene o in alternativa riuscire ad accendersi un fuoco. Il problema è che, non appena cerca di trasmettere quelle stesse intenzioni anche ai muscoli intorpiditi e alle ossa raggelate, il suo corpo non collabora. Non fa altro che dimostrarle quanto sia peggiorata la situazione durante la notte. Di quelle ore trascorse all'addiaccio ricorda poco. Stessa cosa può dire della sera precedente, dell'attimo in cui si è lasciata il barcaiolo alle spalle, remando come un'ossessa fino a riva. Perfino pensare le costa fatica in questo stato. Non appena ci prova sente la testa girarle di più, assieme al cerchio che pulsa insistentemente attorno alla fronte, >>
SERAFIN martellandole le tempie. Se le sfiora ed è allora che riesce a distinguere la forma affusolata delle dita. O almeno, ci prova, perché il mondo non vuole smetterla di tremare. Non può stare fermo per un secondo? Si agita come un vulcano sul punto di eruttare, come se la sua presenza lo infastidisse. Perché? E' a causa dell'uomo che ha lasciato annegare non molte ore prima? In realtà sono solo le dita a muoversi, a fremere come ramoscelli, ma lei questo non lo capisce. Tutto ciò che scorge oltre le fessure presenti fra una falange e l'altra è indistinto: un'ombra scura che si muove nella sua direzione, probabilmente per trascinarla fuori dal rifugio con la forza. Dannazione. Dove sono le sue armi? I pugnali sono nascosti e non ha neppure la forza di estrarli. Le uniche energie che le restano le impiega per sbattere inconsapevolmente i denti e per ritirarsi indietro come un animaletto fuori controllo. Prova a guadagnare qualche centimetro, muovendo le gambe sulla sabbia in maniera goffa e imprecisa, finché con la schiena non tocca una superficie dura e fredda. Il fondo della barca. E' arrivata al capolinea. Non può scappare più di cosi. Non può nemmeno ringhiare. Alla vista del nordico si presenterà questo spettacolo: un fagotto di donna raggomitolato su sé stesso, sotto le stoffe umide di un mantello scuro che si finge coperta. Una testa che si alza debolmente da terra, vestita di capelli scuri e spettinati, umidi anche quelli. Due occhi che restano aperti a fatica e una mano che cerca a stento l'impugnatura dei pugnali sotto la cinghia. E' bollente, è tutto fuorché lucida ma l'istinto di sopravvivenza le resta incollato addosso, come i suoi vestiti.

HOLGAR {{Baia}} I monelli, già disinteressati alla vita, lascerebbero quella postura prima che tu possa giungere a muovere un qualche rimprovero, tuttavia non fermi i passi, sei ormai intenzionato a vedere cosa ci sia di così interessante..La sabbia, la rina, prende le tue forme, una scia facilmente visibile. I passi ti conducono fino alla barca, rovesciata non ti lascia molto spazio per vedere, tuttavia qualcosa, sarà un istinto primordiale, o semplicemente sai, è come se tu sapessi. Per questo non ti accovacceresti, ma cercheresti di afferrare i bordi della barca, ancorando bene i piedi per terra cercheresti di sollevare, sollevando le braccia verso l’alto(potenza 1), quel tanto che basta per far si che la barca poggi sul lato opposto e ti lasci la perfetta visuale di ciò che nasconde. Non appena quel gesto venisse compiuto, ti abbasseresti, riducendo radicalmente la tua altezza.. Devi adattare la vista a quella diversa prospettiva di luce, ma quando lo fai quello che vedi non è decisamente quello che ti saresti aspettato. Non è nemmeno lontanamente vicino a ciò che un uomo vuole vedere. Può il sangue defluire in un solo colpo, da ogni singola viscera? Si può, perchè è quello che ti succede, non appena questi occhi, te li troveresti puntati addosso. I suoi occhi, quelle sfumature del mare, sono oceani di tempesta e hanno nubi, nubi infinite.. Ti maledici nell'esatto istante in cui le sue condizioni ti fanno chiaramente comprendere che qualcosa, più di qualcosa deve essere andato storto.. {{Serafin...}}. La chiami quasi con disperazione, ma è uno stato che non ti impedirebbe di sollevarti nuovamente, afferrare la barca e rovesciarla completamente..(potenza 1) Non sai cosa ti abbia aiutato in quella prova da Ercole, ma la barca parrebbe perfino collaborare e dondolando, si rimetterebbe dritta...Il tempo però ti scorre lento, perchè ci metti così tanto ad essere al suo fianco? Lo penseresti è già saresti in ginocchio, con la destra mano che sposterebbe, i suoi capelli..Scotta..Dea se scotta....{{ Serafin sono Holgar...}}.Ripeti quel richiamo, che si sposerebbe perfettamente con il cantico del pianto degli antichi greci...E' umida...Cercheresti per questo di toglierle quel fradicio mantello e metterle il tuo addosso....

SERAFIN [Baia] L'ombra si avvicina. Si avvicina talmente tanto che le basterebbe allungare un braccio per riuscire a ghermirla. Non è una. Quelle che le si accostano sono tutte le ombre che le viscere della terra riescono a contenere. Vogliono punirla per aver lasciato affogare quel dannato barcaiolo. Per averlo visto annegare senza batter ciglio. Ne è certa. E' come se tutta la foresta si stesse raccogliendo attorno a lei. China le ginocchia. Gli alberi si piegano. Sono venuti a prenderla. A darle una lezione su quello stesso equilibrio che pare perdersi assieme alla lucidità ad ogni respiro guadagnato. Poi.. la luce del giorno comincia a investirla. Strano, pensava che fosse ancora notte. Il sole arriva più in fretta a Barrington? Cerca di coprirsi gli occhi perché rimane accecata e infastidita da tanta luce. Lasciatemi qui, al buio. Le suggerisce una vocina da dentro. L'altra invece è quella che le permette di spingere lo sguardo oltre il proprio polso pur di riuscire ad intercettare il volto di quest'ombra in particolare. Oddio. E' più grande del previsto, come una voragine. La inghiotte e ad un certo punto la sfiora. E' fredda. No, è Serafin ad essere bollente come un focolare acceso. Ma il punto non è questo. La terra vomita tante di quelle cose qui a Barrington che lasciarsi prendere in questo momento sarebbe la più stupida delle scelte da fare. ''No.. non toccarmi. Lasciami!'' farfuglia. Nella sua testa quelle poche parole devono suonare così. Holgar invece assorbirà nient'altro che un verso confuso, ma sicuramente infastidito. Non l'ha ancora riconosciuto. E come potrebbe? Viene anche privata del mantello che l'ha tenuta al caldo per tutta la notte. In realtà l'ha solo fatta raffreddare di più essendo fradicio, ma questo di certo Serafin non può immaginarlo. E' in uno scatto impulsivo e per nulla cosciente che mostra gli artigli. Le rimane pochissima energia in corpo, e decide di usarla nell'unico modo possibile. Si rimette a sedere - pessima scelta, lo fa troppo velocemente - e tenta di afferrare il polso dell'ombra che vuole avere la meglio su di lei, colpendola al centro del petto con l'altra mano, chiusa in un pugno stretto. Sono colpi deboli, che si dissolvono maggiormente nell'attimo in cui la voce di Holgar si fa spazio nelle consapevolezze di Serafin. Si aggrappa a quell'unico rimasuglio di coscienza che le resta. Lo fa come se una qualche parte nascosta di lei avesse riconosciuto nelle sembianze dell'altro un porto sicuro nel quale poter approdare. ''Holgar? Sei tu? Portami via di qui..'' biascica a labbra strette, asciutte, con gli occhi che minacciano già di chiudersi ''.. Edave.. Edave, lei..'' i versi si spengono. Fa ancora troppo freddo.

HOLGAR {{Baia}} Sembra davvero che ogni singolo angolo della pelle di Serafin sia votato al calore degli inferi..E’ bollente, anche tu che non sei certo cerusico, puoi facilmente comprendere che la febbre è alta e le fa perdere la lucidità. Tanto che sei certo non ti abbia riconosciuto, anzi probabilmente il suo stato è un misto confuso tra veglia e sogno. Cerchi di riscaldare, lo fai sfregando le mani sul tuo mantello che le hai adagiato addosso, ma i moti di Serafin sono infastiditi, è chiaro che non ti ha riconosciuto, non ne fai certo a lei una colpa, ma a chissà quali miriadi di cose le sono successe.. Serri le mascelle, così forte che se non mollassi un po' probabilmente ti spaccheresti un qualche dente... Furioso verso qualcosa che non sai, ma che non ti importa nemmeno di sapere adesso. cerchi quasi di afferrarla, prenderla, ma un suo scatto, questa donna è incredibile, la farebbe mettere seduta...Facendole volare via, in questo gesto, quel poco di forze che aveva.. Con una volontà pescata poi chissà dove, ti starebbe perfino picchiando? Sono pugni senza effetto di alcun genere e tipo, troppo deboli, ma che rimarcano dolorosamente lo stato in cui versa..Finchè un bagliore, un lampo potresti dire, nei suoi occhi e le parole, ti darebbero la speranza che c'è ancora un briciolo..{{ Si Sono io}}. Confermeresti con un tono calmo, mentre con la sinistra mano l'accarezzeresti ancora, come a calmarla...Le sue parole sono labili, fondi di bottiglie opachi. Cogli un nome e non hai la più vaga idea di chi sia codesta Edave e di dove andarla a cercare..Ma Sanitarium, il luogo nomato nella missiva, o meglio la sua nuova ubicazione, fornita gentilmente dal barcaiolo, ti sembra la giusta meta..Non attenderesti oltre, nemmeno un attimo in più, che lei ti picchi o meno, non ti importa...{{Non ti lascio cadere..}} Ripeteresti mentre cercheresti di infilare il destro braccio sotto le sue ginocchia e il sinistro si ancorerebbe alle spalle, faresti leva sulle gambe e probabilmente e senza troppe difficoltà, l'avresti sollevata ( potenza 1), mettendoti ora in eretta posizione. te la stringeresti al petto, come si fa con le cose più preziose che esistono. Le tue labbra si avvicinerebbero al suo orecchio, piano piano le canticchieresti la stessa canzone che fece da colonna sonora al ballo in locanda...Cominciando a camminare.

GHADIA (Fitto-Baia) Emerge dalle ombre mentre a quell'ora il tramonto è così prossimo da consentirle di raggiungere la fortezza allorquando già sarà buio. Si muove con passi muti,perchè il suo corpo leggero non impatterebbe in alcun modo sul suolo alla maniera umana,più come se danzasse con le tenebre stesse che ammantano quel lido. (//passo silente) Nell'abitudine degli assassini a muoversi in perfetta metodica attenzione, andrebbe di tronco in tronco fino al limitare con la baia, gli occhi rossastri pienamente accesi nella luce del tramonto,laddove il sole sta morendo all'orizzonte, memore di non scuotere sotto i suoi movimenti neppure la più sottile e frusciante delle foglie, sul tappeto umido e limaccioso del bosco oscuro che le fa da casa avanzerebbe come nuotasse, liquida anzichè al passo. (//furtività lv.3) Persino il suo corpo,tornato svelto dopo mesi di gravidanza, avrebbe quella connotazione fluida del mercurio,(//agilità +5)non foss'altro che attorno il temporale imperversa con piogge tremendamente scroscianti che deputano persino a una vista acuta (/scurovisione+18) e ad un udito fine (//sensi sviluppati) qualche pratica difficoltà di gestione. Nel guazzo di quella baia è comoda per quanto riguarda l'essere udita è difficoltata a sua volta. Per cui ancora non s'è accorta di due sagome.

SERAFIN [Baia] Sì, l'ha riconosciuto. Vorrebbe riuscire a mostrargli almeno una parte della propria gratitudine ma l'unica cosa che riesce a fare è quella di appoggiare la testa alla sua spalla più vicina e di perdere totalmente il controllo sul proprio corpo. Le forze la abbandonano del tutto, scivolando via come granelli di sabbia tra le fessure di una mano che si sforza di apparire chiusa. Tiene le palpebre basse, agitando di tanto in tanto le ciglia soltanto per evitare di chiudere del tutto gli occhi. Vorrebbe dormire ma non può abbandonarlo proprio adesso, non su questa lingua di terra, non così. E allora si aggrappa a quella forza di volontà che è propria di tutti coloro che lottano. La stessa che la scorsa notte le ha permesso di remare fino all'ultimo istante, malgrado la spossatezza fisica e quel febbrone che non accenna a lasciarla andare [Resistenza +1]. Perfino i respiri sono bollenti come il canto di un vulcano operativo. Quelli si infrangono contro il torace dell'uomo che ha promesso di starle affianco e di non lasciarla sola, anche a dispetto della sua gilda - inconsapevolmente per Serafin - e della stessa donna che gli ha fatto perdere la testa, dei suoi mille sbalzi improvvisi, volubili come il temporale che ha strappato via la primavera eterna dal cielo avalonese. ''Edave..'' ripete, prima di approdare fra le braccia sicure di Holgar, che la trascinano verso alto e che rendono sempre meno lontana la possibilità di farsi inghiottire dalle ombre che sussurrano a pochi centimetri dalla sabbia. ''Barrington.. la prima torre.. destra ..sentiero..'' nuovi brividi di freddo la colgono impreparata, acciuffando prima del vento le sue prossime parole. Si accoccola maggiormente contro di lui, con la testa che rimane china nell'incavo del suo avambraccio. A vederla così sembra solo una ragazzina stanca, che ha trascorso la notte in bianco a fare baldoria e che adesso ne paga le conseguenze, aggrappandosi al desiderio di annullarsi nella culla di muscoli e certezze che la sorregge. Se c'è Holgar con lei non può succedere nulla di grave. Eppure si ostina. Non chiuderà gli occhi finché non lo saprà al sicuro, a costo di farsi salire ancora la febbre. Lui, inconsapevolmente, agevola ogni suo tentativo. La tiene sveglia, nel ricordo di una danza fresca come la pioggia che ancora le inumidisce i capelli. Si immagina in piedi, affianco a lui, sotto l'insegna della locanda. Immagina i loro passi fluidi sul selciato bagnato. Le sue mani che percorrono il proprio corpo, fino a risalirlo tutto. Si accoda perfino alla sua voce, sussurrando una nenia distorta, ma paradossalmente ritmata. Continua a cantare per me, vorrebbe dirgli. Ma le sillabe si intrecciano ancor prima di trovare la via delle labbra.

HOLGAR {{Baia}} Il suo accovacciarsi tra le tue braccia è stato un gesto istintivo e naturale fin dal primo istante in cui vi siete trovati, lo fa anche adesso, anche ora che bolle per la febbre e che sembra un fagotto. Guardi lei e guardi il terreno, quel sentiero che imboccheresti per raggiungere la torre che ti è stata indicata. Non ti costerebbe nemmeno fatica tenerla contro il petto, la terresti lì sempre, almeno sarebbe al sicuro. Ripete il nome, ti da perfino le indicazioni stradali…Questa cosa, quando si riprenderà, perché si deve riprendere, la racconterai a lei, ci dovrete ridere su insieme, e tu la dovrai rimproverare e lei si dovrà arrabbiare perché lo fai…E magari litigherete anche, e farete pace. La tieni la testa occupata in quella immaginazione fervida che già la vede stare bene..mentre lei cercherebbe perfino di accompagnarti in quella stessa canzone con qualche nota distorta che per te è la più bella delle melodie esistenti..{{Si brava Amore...resta sveglia..}}La chiami così, Amore, viene naturale come bere e mangiare, le dici di restare sveglia, ignorando che è quello che desidera fortemente, per paura che gli accada qualcosa, ma tu questo non lo sai...Semplicemente punti quella stramaledetta torre che vuoi raggiungere..Non smetti di cantare la canzone, nè di sussurrarle cose che nemmeno ricorderai tu...{{Resta sveglia..resta con me..}}

GHADIA (Fitto-Baia) Dato che fanno la stessa strada, quei due è costretta a fare il medesimo percorso tenendosi nascosta. Non ha voglia di interagire ma forse la curiosità la spingerà più avanti a tenergli dappresso per vedere dove andranno o a palesarsi, semmai.
Holgar
00mercoledì 17 settembre 2014 12:34
SECONDA ROLE – PRIME CURE
In base a questa giocata: freeforumzone.leonardo.it/d/10939301/-IN-MEZZO-AL-LAGO-Il-viaggio-di-Serafin-ok-/discussi...
A Serafin vengono prestate le prime cure. Holgar la porterà in torre, dove un decano pronto per il sonno non lo accoglierà nel migliore dei modi…
Commento: per le specifiche cure lascio la competenza alla Player di Edave. Grazie
HOLGAR {{Ingresso}}Finalmente sei giunto dinanzi la porta di questo sanitarium, tra le indicazioni del barcaiolo e il bofonchiare di certo non chiaro di Serafin, eri riuscito...Ti eri fatto lo sconosciuto sentiero con il più prezioso tra i beni in braccio..Nemmeno per un istante avevi smesso di canticchiarle la canzone del ballo in locanda, non avevi smesso di parlarle, le dicevi un sacco di cose, anche sciocche, tutto per tenerla sveglia...Mentre scotta, scotta come le fiamme degli inferi..{{ Resta sveglia ti prego..}} Insisterebbe, senza però mollare minimamente la presa, cercando di farle avvertire il minor numero di scossoni possibili..E questa porta è chiusa..Bando alle buone e gentili maniere. Con il piede destro assesteresti due colpi ben forti, udibili, speri per chiunque sia a portata di oto..Chiunque aprisse potrebbe vedere un uomo alto con un fagotto stretto al petto, le mascelle serrate e di certo uno sguardo grato verso questi cerucisi..{{Non ti lascio cadere..}}Le sussurri ancora attendendo.

SERAFIN [Esterno Torre] Lei ci ha provato a restare sveglia. Ci ha provato in tutti i modi. Ha tentato di stropicciarsi gli occhi più volte, di concentrarsi prima sul sentiero e poi sulla voce affabile dell'uomo che la stringe, senza farla cadere o cedere nemmeno per un secondo. Eppure, non appena hanno superato assieme l'ingresso della cittadella, l'Ombra non ha potuto far altro che abbandonarsi al tepore dell'incoscienza, sprofondare in quell'oblio rassicurante che le ha sussurrato più di una volta all'orecchio, proponendole di seguirla. Alla fine ha ceduto. La presa delle mani contro la casacca di Holgar è venuta meno. Si è ridotta ad un pugno debole che adesso è accartocciato contro il suo stesso ventre. Il mantello la avvolge in maniera talmente protettiva da oscurarle parte della faccia. Di sicuro cela il groviglio dei capelli in disordine e con quello anche gli abiti, ormai del tutto asciutti, che la ricoprono: un corsetto di cuoio e un paio di pantaloni marrone corteccia, avvolti attorno alle zampette che oscillano oltre il braccio destro del nordico. Si intravedono soltanto gli stivali dall'altra parte. Le punte dondolano nell'aria, seguendo il moto oscillante di quella traversata. Ha perso coscienza sulle note di una canzone che, in altre occasioni, le avrebbe strappato un sorriso complice. Ora Serafin è altrove. Un universo talmente lontano che neppure i sogni sono in grado di raggiungere. Gli incubi ci provano, ma non attecchiscono alle pareti di quel sonno inconsapevole. Sono troppo spesse, troppo alte, troppo viscide.

EDAVE (atrio) Di certo Holgar con i suoi modi da portualino non la poteva beccare in una serata migliore. Il Decano stava per andare a letto, stanca della giornata e notevolmente seccata, il ciclo incipiente e un umore non certo dei migliori. Poi sente bussare alla porta..bussare è un eufemismo...sembra un cavallo che tira dei calci ad una porta. Una sola espressione sul volto, fastidio. I rossi capelli raccolti in una semplice coda di cavallo sopra la testa, un abito di lanolina azzurra quasi sdrucito e da usare solo in casa, i piedi scalzi. Lentamente, veramente lentamente si muoverebbe dal primo gradino su cui aveva già posato il piede per tornare sui suoi passi e volgersi al portone. In silenzio, non una sola parola mentre si muove aprendolo con lentezza e lasciando fuoriuscire solo il naso lentigginoso a cercare chi sia così maleducato. Una falce di luce illumina un omone grande e grosso, una faccia un pò come dire..inebetita e un fagotto indefinito tenuto tra le braccia *se il vostro cane è morto lo potete lasciare nel nostro giardino, domattina provvederemo a stilare i documenti necessari e a seppellirlo* e lo fulminerebbe con lo sguardo . *in ogni caso decenza imporrebbe di usare le mani per bussare non i piedi!*. Il Decano mestruato è meglio del solito stasera.

HOLGAR {{Ingresso/atrio}}Non puoi certo metterti a scuoterla, anche se la tentazione sarebbe anche forte, rafforzata poi nell'attimo preciso in cui ti sei reso conto che ha abbandonato completamente tutte le forze. tenerla su non ti costerebbe fatica (potenza +1) Ma vuoi che si svegli e che ti guardi..{{Amore siamo arrivati..}}Le continueresti a dire, mentre la porta, finalmente, si aprirebbe ed una fettuccina di luce vi investirebbe. Tuttavia non faresti in tempo a dire nulla, una donna, rossa ti parrebbe, vi accoglie, e...Ma cosa dice? {{Il cane..? Milady cerco Lady Edave e questa..}} Diresti cercando di fare un passo per metterti ancora più a favore di luce..{{ Questa è una donna che necessità delle cure del cerusico..}} Questa volta le orecchie ti vanno in fiamme, ma non per l'imbarazzo, solo per un moto di rabbia, cominciamo bene penseresti..Finchè non abbasseresti ancora lo sguardo, non si muove già da qualche minuto..{{Serafin per favore....Insomma mi fate entrare?}} Insisteresti puntandole addosso gli occhi azzurri come il mare.

SERAFIN [Esterno Torre] Se solo fosse stata sveglia e cosciente in questo preciso momento sarebbe scoppiata a ridere. Sì, avrebbe riso di gusto alla vista di una Edave scocciata, che fa capolino dalla porta come una bestiolina disturbata proprio nel momento peggiore fra tutti. Avrebbe riso perché il Decano non fatica a scambiarla per un cane defunto. Probabilmente sarebbe stata una scena da ricordare negli anni, magari di fronte ad un caminetto acceso, con una sola bottiglia di vino da condividere. Adesso la vita continua a scorrere senza sfiorarla minimamente, se non fosse per quel soffio di vento leggero che si insinua anche sotto l'ombra del cappuccio, cercando inutilmente di svegliarla. Lei se ne sta lì, appesa a quelle braccia forti, l'unico motivo che le impedisce di crollare a terra come una foglia d'autunno. Non si tratta di un dormiveglia quanto più di un sonno leggero, in apparenza. La tiene ad una distanza di sicurezza dal freddo. Lì, in quell'agglomerato di ombre che la abbracciano, il gelo che prima la faceva tremare è più debole. Sarebbe disposta a restare in quell'universo sempre. Perlomeno non fa male.

EDAVE (atrio) Non che la sua espressione cambi in qualche modo solo perchè lui sembra innervosirsi (empatia 2) non le cambia nulla chi lui sia, solo il nome di Serafin le fa aprire la porta facendogli cenno di entrare *Percorrete il corridoio innanzi a voi, seconda porta a destra* direbbe senza sorridere e seguendolo da vicino. Nella stanza c'è già un camino acceso, le notti cominciano ad essere freddine e i pazienti devono essere visitati al caldo. Un letto con un telo sotto, un tavolo con gli attrezzi e un lungo mobile con bocce e boccette. La mano destra si allungherebbe a toccare il mantello di serafin *E' umido, ditemi dove la avete trovate e come* un ordine preciso e netto e lo seguirebbe dentro la stanza. Non si è presentata e non lo farà per ora *Posatela sul letto e toglietele quello straccio umido di dosso e...* ferma sullo stipite osservandolo seccata *sedetevi in un angolo e non fiatate* ecco fatto iniziamo proprio bene.

HOLGAR {{Atrio/stanza}} Percorrete il corridoio, seconda porta a destra, questo è quello che ti dice e tu non baderesti nemmeno al tono freddo e atono della donna che probabilmente è quasi in menopausa e non sa cosa sia la buona educazione, ma a te questo non interessa, l'unica cosa che vuoi è che curi Serafin..Finalmente potresti adagiarla su letto, dentro una stanza calda, pulita... Mentre la poggi le sussurreresti all'orecchio ancora qualche parola...Non sei certo la senta, anzi pensi di no..Ma lo fai lo stesso {{ Non ti lascio cadere...}} resteresti lì, tenendole le mani..{{L'ho trovata in baia, bagnata fradicia, non ho idea da quanto era lì..L'ho presa e portata qui, stava già venendo qui..}}Le diresti non guardando quella donna, ma sempre e solo l'Ombra, ma alla richiesta di stare buono in un angolo, alzeresti la testa..{{Milady...non vi darò fastidio ma non chiedetemi vi prego, di stare in un angolo a guardare..}}E' una richiesta accorata, non vuoi importi, ma nemmeno allontanarti di un metro da lei....

SERAFIN [Atrio/Stanza] Il mondo scorre senza che lei se ne renda neppure conto. Tutto attorno all'Ombra si muove, si agita. Vi è una parte di lei che potrebbe quasi percepirlo se solo si sforzasse di concentrarsi. Invece l'unica cosa che coglie si riduce ad un ronzio fastidioso e confuso, che si propone come l'eco del proprio sonno indolore. Sembra trovarsi a chissà quante leghe di distanza da questa struttura che l'ha vista crescere, in un certo senso, oltre che mettere al mondo suo figlio. L'ha lasciata tempo fa e non aveva certo intenzione di ripresentarsi sotto gli occhi splendenti di Edave in questo stato. Se ne avesse le forze si alzerebbe in piedi anziché farsi trascinare fino al lettino. Chi la conosce sa bene quanto possa essere testarda e orgogliosa quella donna. Ora vive come l'ospite indisturbato di sé stessa, offrendosi ad un sonno che normalmente non si sarebbe mai concessa. Qualcuno la deposita su un ripiano morbido. Qualcun altro parla. Ma nessuno di loro è la causa volontaria della ruga d'espressione che le taglia la fronte a metà, come se qualcosa volesse disturbarla a tutti i costi. Rischia di svegliarsi e non ne ha la minima voglia.

EDAVE (stanza) Non si preoccupa minimamente di Holgar o di ciò che voglia o non voglia, un sorriso freddo *Credo che invece vi sposterete gentilmente li* e gli poserebbe le mani sulle braccia per nulla impressionata dalla sua mole e indicandogli con la mano destra una seggiolina in un angolo a meno di 2 mt dal letto dove giace serafin. La sua voce intona il suono della persuasione, diventa intrigante, il cantare di uccellini che non concedono nulla se non di ascoltarli, una muta preghiera di fare ciò che si chiede, ciò che si ordina, il tono che si usa in un incontro diplomatico (diplomazia 3) o il tono con cui ci si rivolge ad un bambino o ad un paziente recalcitrante (persuadere 3) . Difficile resistere se non si ha una mente forte e abituata a resistere a quelle lusinghe mentali intonate dalla donna. E appena il gigante si spostasse dai piedi edave si avvicinerebbe al letto, una mano sulla fronte di serafin e l'altra a prenderle il polso sinistro contando mentalmente i battiti (percepire equilibrio 3) *Serafin* chiamerebbe il decano una volta capito che è la febbre a divorare il corpo della donna *adesso starai meglio* poi gli occhi ad Holgar *Io sono edave, cercava me e spero per voi che non sia colpa vostra se sta così male o ve ne pentirete*.

HOLGAR {{Stanza}} E va bene, indietreggeresti senza staccare gli occhi da Serafin, non ti siederesti realmente, per avere una maggiore visuale di quello che le fa..Ma staresti buono, senza disturbare, trattenendo quasi il fiato mentre la donna comincerebbe a visitarla...Adesso starai meglio..Si ti piacciono queste parole..Le altre un po' meno..{{ Holgar }}Le diresti, serrando nuovamente le mascelle..Colpa tua? {{ Si è colpa mia, non dovevo farla venire qui da sola, non c'era quando mi sono svegliato..}} Materialmente non è in nessun modo colpa tua, ma se ti fossi svegliato...Se invece di tornare alla Dimora fossi partito subito....{{Milady guardate che quella sul quel lettino è la donna che amo...}} .Non aggiungeresti altro, ma resteresti a debita distanza, quella gorgone è piuttosto insopportabile.

SERAFIN [Stanza] Oh no, no no no no. Sta tornando. Eccolo lì, quel mal di testa fastidiosissimo che le ha tenuto compagnia per una notte intera sta tornando. Si presenta sulla soglia della propria coscienza con la stessa pazienza dimostrata da Holgar dinanzi al portone chiuso della torre. Le prende a calci le tempie finché qualcuno non comincia a dargli retta. Non può evitarlo o sperare di aggirarlo in nessun modo. Può soltanto subirlo e augurarsi che quello si acquieti rispetto alle ore precedenti. La fronte gira e le tempie palpitano in modo frenetico, come se corresse circolarmente intorno al medesimo punto da più di un'ora. Le parole che le danzano intorno non fanno troppo rumore. Vorticano come nugoli di polvere impalpabili. Mentre le voci si accavallano, quasi come se una parte di sé volesse risponder loro, anche la propria si fa sentire. Si tratta più di un verseggiare impastato e probabilmente incomprensibile, che le fa muovere in maniera involontaria le labbra asciutte, tagliate dal freddo in certi punti. ''.. ho dovuto.. io..'' i presenti non lo sanno ma in questo momento Serafin sta ingaggiando una lotta verbale con un fantasma. Un'immagine che continua a perseguitarla dalla scorsa notte. Denti gialli, viso truce. La adocchia come se volesse strozzarla da un momento all'altro ma nel momento esatto in cui prova a balbettare qualcosa 'donn..' la bocca dell'uomo si apre e da quella comincia a fuoriuscire dell'acqua. Tanta acqua, troppa acqua. Lei lo osserva, senza batter ciglio.

EDAVE (stanza visite) Annuisce e sorride a Holgar, ora che è il suo lavoro a prevalere incredibilmente la fronte corrucciata si distende *Avete fatto una buona scelta Holgar,è una delle migliori persone che io conosca* gli direbbe ora muovendo le mani con maestria (ambidestria medica 3) e iniziando a spogliare serafin degli abiti che indossa *Se uscite in corridoio e svoltate a destra trovate la cucina li vi è una pompa che prende l'acqua da un pozzo e due secchi, per favore me li potete portare così vediamo di abbassarle la febbre* mano a mano che spoglia la ranger gli occhi del decano percorrerebbero il suo corpo alla ricerca di ferite o suppurazioni che possano aver provocato il febbrone da cavallo ma non troverebbe nulla se non qualche graffo alle ginocchia magari legato ad una scivolata nel bosco (percepire equilibrio 3) Muoverebbe la donna senza sforzo alcuno (forza medica 3 + potenza 1) e la volterebbe come una bambola controllandole il viso, la test, la schiena, il torace, le gambe..ogni parte visibile. Poi inizierebbe una palpazione del ventre per assicurarsi che non vi siano emorragie interne, non si deve mai escludere nulla e una volta soddisfatta la riadagerebbe nuda sul lettino mentre la destra già afferra una candela e con lentezza l'indice e il pollice della sinistra solleverebbero prima una palpebra e poi l'altra per controllare la reazione delle pupille alla luce (guarire 3) E' tutto regolare e l'unica cosa che la preoccupa è la temperatura corporea.

HOLGAR {{Stanza/cucina}} Sorrideresti sulla scia di quella frase..{{ Grazie Milady, mi ritengo molto fortunato..}} risponderesti prima di udire le sue parole e renderti conto di essere assolutamente felice di poter fare qualcosa, renderti utile..{{Subito..}} Usciresti quindi dalla stanza diretto nella cucina che ti è stata indicata..Prenderesti i secchi e il più velocemente possibile li riempiresti. Almeno non sei in quella stanza a vedere come la gira e la rigira..Però quella cerusica sembra sapere il fatto suo. Una volta riempiti, li afferreresti con entrambe le mani (potenza 1) e faresti la stessa strada al contrario..Giungendo giusto in tempo per vedere l'ultima parte di quella minuziosa perizia medica..{{Ecco a voi}} Li poggeresti, Tornando nell'angolino dove ti aveva relegato, sfiorando con lo sguardo l'Ombra...Sei preoccupato e questo pure un cieco lo vedrebbe..{{Come sta?}} Domanda scema, ma se non la fai scoppi.

SERAFIN [Stanza] L'uomo annega dinanzi ai suoi occhi impassibili. Si accascia a terra a poca distanza da sé. A quel punto, si potrebbe pensare, l'incubo o la visione si interrompe. Invece no, perché quello stesso uomo dopo qualche istante decide di rimettersi in piedi come se niente fosse. La cosa strana è che si presenta completamente asciutto, vestito della solita espressione furente e di una smorfia palesemente seccata. 'Se non la smetti di parlare trovo il modo di farti tacere' blatera. L'Ombra, nel sogno, sente l'impulso di alzare le mani per cominciare a percuoterlo. Prima ancora che lo faccia, però, il volto dell'uomo si addolcisce in maniera quasi innaturale. Perfino la voce che le riserva in seguito risulta calda, paradossalmente benevola e.. femminile? 'Crepuscolo, dove diamine eri finita? Ho bisogno di te. Qualcuno dovrebbe esplorare la zona ad est del laghetto.' l'uomo la fissa con un'intensità che Serafin sembra riuscire a riconoscere, avvicinandosi di qualche passo 'Mi stai ascoltando?' le urla contro la faccia. Non ha tempo di rispondergli. Deve dar retta alla luce. Gli occhi si aprono ma non per suo volere. Non ha neppure le energie necessarie per rispondere a quei tocchi decisi. ''Edave.. ho bisogno di vedere Edave..'' balbetta piano, lasciandosi maneggiare come una bambola. E lo sembra proprio, adesso. Una bambola svestita, alla mercé di chiunque. Le guance rosse come pomelli infuocati perlomeno ricordano questo. Sta cercando di riacciuffare la sua anima. Deve essersi nascosta qui, da qualche parte.

EDAVE (stanza visite) *Serafin* la chiamerebbe il decano facendo cenno a Holgar di posare i secchi uno vicino a lei e uno vicino a lui e prendendo due pezze grandi *Holgar immergetela nell'acqua e iniziate a tamponare tutto il corpo, dalla testa ai piedi dal lato destro io mi occuperò del sinistro* spiega veloce all'uomo già iniziando il suo lavoro lei dai piedi mentre lui lo farà dalla testa per permettere al corpo di raffreddarsi uniformemente *Serafin siamo qui, siamo io e un tal Holgar, un ragazzone di due metri che dice di essere innamorato di te* le parlerebbe allegra come se l'amica fosse sveglia e ben presente a te stessa *non so cosa cavolo hai combinato ma hai una febbre da cavallo* il tono è sempre allegro ma ciò non esclude la sua professionalità. Le mani lavorano sul corpo per abbassarne i gradi (ambidestria medica 3 + guarire 3) mentre la voce lavora sulla sua anima per richiamarla alla realtà, ha bisogno che si svegli per somministrarle un medicamento a base di salice e betulla amarissimo ma che le farà scendere la temperatura *Ditemi Holgar* la sua conversazione serve solo per far risalire serafin allo stato cosciente *come conoscete questa pazza?* non lo osserverebbe troppo concentrata sul suo lavoro *io la conosco da così tanto tempo che ho quasi scordato la prima volta he la vidima ricordo con chiarezza l'ultima* e il pensiero non potrebbe non andare al piccoletto che era nato proprio li in quella torre, chissà dove era finito e quanto era cresciuto *e vi di dove siete? credo sia la prima volta che noi due ci incontriamo magari pensate che io sia scortese ma sappiate che fare questo lavoro è stancate e quando scendono le ombre spesso il solo desiderio è riposare ma poi* e darebbe una carezza alla donna chiamandola più forte *Sveglia serafin, su bambina vieni da edave* a tono molto elevato *ma poi come dicevo arrivano le amiche in preda ad una febbre da cavallo*.

HOLGAR {{Stanza}}Avevi già fatto un passo in avanti, vedendola agitarsi, non sai cosa vede, ma gli orchi, quelli sai bene che li combatte, la richiesta della cerusica ti fa annuire, afferreresti la pezzuola e cercheresti di imitarne, con delicatezza, i movimenti...Mentre quella parla e non sai se lo sta facendo per tenere la situazione sotto controllo, o per svegliare lei o per impedire a te di essere d'intralcio...{{ Ci siamo conosciuti al boschetto delle driadi, l'inseguivano gli orchi, così mi disse, però poi mi confesso che era falso ed io sono rimasto, e poi abbiamo ballato sotto la pioggia..}} Lo racconti così, tamponandole il corpo e guardando Serafin che lotta per riemergere dalle ombre, tutte quante..{{Non la conosco da molto, non fisicamente almeno..Voi conoscete il mito Platoniano?}} Continueresti lento..Finendo di fare quanto ti è stato chiesto..Alzeresti la testa sulla rossa solo quando lei accenna delle scuse? Sorrideresti, un sorriso non certo pieno, ma un sorriso..{{Non importa Milady, se si sveglia potrete anche mettermi ai lavori pesanti..Io sono Finlandese...}} I tuoi occhi chiari tornano sulla Ranger..{{ Svegliati...}} Fischiettando quella canzone..Magari il Decano pensa che sei matto, ma non importa.

SERAFIN [Stanza] Serafin.. Serafin.. Sera...'.. fin, se non la smetti di frequentare quella banda di delinquenti scansafatiche giuro che ti chiudo a chiave nella tua stanza una volta per tutte!' il canovaccio che le viene sventolato ad un soffio dal naso reca ancora l'odore della pasta fresca 'Oh piantala donna. Lo dici sempre ma non hai mai il coraggio di farlo..' vede di sfuggita una mano spingersi in direzione del cesto delle mele. 'E non toccare la frutta con quelle manacce lerce!' la mano si ritira in fretta 'Va bene va bene' sgattaiola via, lontano dall'ombra inferocita di quella donna, sghignazzando con aria maliziosa e con una bella mela tonda chiusa nei palmi. Le ciglia fanno su e giù di continuo. Non riesce a focalizzare nulla. Ha gli occhi lucidi. Dov'è finita sua madre? Cosa diamine ci fa Edave a casa sua? Non sa come ma quell'unico barlume di coscienza riconquistata a fatica le permette di balbettare con voce strascicata e stanca ''La locanda. La prima volta che ci siamo viste è stata alla locanda..'' ha ancora gli occhi chiusi. E trema. Sbatte i denti. E' tornato di nuovo l'inverno? ''Fa un freddo ca.. ne..'' le freme anche la testa. I brividi la trapassano tutta, concentrandosi sulla nuca. ''Chiudete le finestre..'' è sveglia ma lucida.. questo no, non si può pretendere tutto. Però riconosce la canzone. Quella voce è un po' come una costante. Le permette di tornare sui suoi stessi binari tutte le volte in cui sbanda, per le più svariate ragioni. ''Febbre?'' tossisce ''Impossibile. Non ho mai avuto la febbre in..'' non conclude la frase. Non ricorda affatto quell'episodio ma la madre che è rimasta sveglia tutta la notte per farle gli impacchi di acqua fredda come sta facendo Edave sì, lo ricorderebbe bene. ''Holgar.. '' lo chiama. Sa che è qui, ma non ha intuito esattamente dove.

EDAVE (stanza visite) Farebbe cenno a Holgar di fermarsi e di continuare solo ed esclusivamente sulla fronte e sul viso, recupera il decano due coperte li vicino e le butta sul corpo della donna, il camino arde vivace, mentre loro lavoravano Grant il custode, l'anima oscura di quella torre, il factotum ha ben pensato di riattizzarlo e di portare della legna, è un buon servo e sa ormai capire le situazioni senza che nessuno gliele debba spiegare *Ma sei sicura che eravamo in locanda serafin?* chiederebbe facendo cenno a Holgar di continuare le spugnature sul viso, sul collo e sulla fronte, mentre lei prenderà il polso della ranger auscultando il battito (percepire equilibrio 3) decisamente ancora irregolare. La sua temperatura corporea ancora molto alta ma perlomeno adesso è cosciente *E magari tu te ne stavi al bancone di Filippa a bere..* direbbe volgendosi alla mensola, sollevandosi sulle punte dei piedi e cercando le boccette con ciò che le serve. Darebbe un attimo loro le spalle e inizierebbe a lavorare per preparare il medicamento di cui ora ha le basi * secondo me mangiavamo torta di mele..la avete assaggiata Holgar? Una delizia quella torta, è l'unico motivo per il quale vengo a Avalon* avrebbe versato in eguale misura gocce di olio essenziale di betulla e salice, un estratto di semi di fieno greco e del preziosissimo zafferano in una tazza e ora vi aggiungerebbe piano piano del miele per ridare forza al corpo della donna, della pappa reale del latte e del cardamomo (preparare medicamenti 3) e mescolandolo con una paletta di legno lo metterebbe in una tazza con un pò d'acqua calda, non tantissima ma giusto per diluirlo *il mito di quel filosofo greco che parlava di tre generi e della ricerca costante e infinita di una persona con cui stare tutta la vita?* chiederebbe a Holgar avvicinandosi a serafin *Aiutala con due cuscini a mettersi semiseduta* un tu naturale a Holgar in quel momento senza pensarci, sono li entrambi solo per serafin la pazza.

HOLGAR {{Stanza}} Per te, in questo preciso momento, non c' è nulla di più bello della voce biascicante di Serafin, poi quando pronuncia il tuo nome potresti andare perfino in pellegrinaggio tanto sei felice, certo lo vedresti pure tu che la febbre è ancora alta, sentiresti in breve la pezza scottare mentre le detergi il viso e la fronte come ti è stato detto di fare..{{ Sono qui...Te lo avevo detto che ti avrei seguita ovunque tu fossi andata..}} Le ricorderesti quella cosa, sulla scia dei tentativi di Edave di renderla cosciente con i richiami alla memoria, mentre la solleveresti piano per poterla aiutare con i cuscini. Non smetteresti di rinfrescarla, però la mano sinistra accarezzerebbe il suo volto..E' sveglia, ma ancora non ti sembra pienamente in se, beh è giàqualcosa..{{Si la crostata, con quella Donna Filippa mi fa fare i lavori pesanti..}} rispondi ma i tuoi occhi restano fissi su di lei.

SERAFIN [Stanza] ''...hai visto com'è bello? Sa di mare..'' sembra riprendere il filo di un discorso che probabilmente capirà soltanto lei, eppure, paradossalmente, vi è un nesso logico tra una parola e l'altra. Parla di Holgar perché le sembra di sentire la voce del nordico divenire sempre più vicina, più presente, più viva. Si rivolge a Edave pur senza individuarla. Sente anche il suo, di profumo. E' come se l'olfatto in questo stato riuscisse ad affinarsi, a dispetto degli altri sensi, tutti deboli e sopiti. Le sembra di avvertire anche un odore selvatico, di erbe e miele mescolati. Le ricorda terribilmente la sua foresta. Ha il sapore della nostalgia, buono ma tanto amaro. ''Adoro quella torta. Dopo scendiamo e chiediamo a Filippa di tagliercene una fetta..'' è cosciente, pur avendo gli occhi chiusi, ma è anche preda di un delirio incostante, provocato esclusivamente dalla febbre alta. Per una volta tanto la sua pazzia ha trovato il modo di rintanarsi dietro una scusa plausibile. Qualcuno le tira su il busto, cercando di metterla seduta. Vorrebbe solo stendersi, tornare giù. Perlomeno adesso ci sono le coperte a proteggerla. Là sotto fa meno freddo. Risponde alle carezze leggere di Holgar con un sorriso bambinesco, genuino, prima di perdersi nel tentativo di aprire gli occhi. Per un po' lui li vedrà. Lucidi, stanchi ma pieni di vitalità. Non ha perso la forza. Lotta ancora, malgrado tutto. Chissà perché poi.. Loro parlano di filosofi ma l'Ombra non riesce a seguirli. Cerca solo di allungare una mano verso il fianco sinistro di Edave per accarezzarlo piano, un attimo prima di balbettare ''Edave, potresti rimboccare le coperte a Nathaniel per questa sera? Sono così stanca..'' la guarda. La inquadra. E' vicina. E' una visione che la rasserena in un modo impressionante, così come lo fa la voce del nordico, anche a dispetto delle parole seguenti, che probabilmente tra un'ora avrà già dimenticato ''.. non posso ancora dirgli che suo padre è morto..'' Già. Non può.

EDAVE (stanza) Sorride della parole di Serafin e le terrebbe la testa costringendola a bere l'infuso quasi a metà e poi lasciando il resto sul comodino *Direi che per stasera non possiamo fare null'altro, Holgar visto che ci tenevi starai con lei stanotte, le farai bere l'infuso e continuerai a spugnarla, a scoprirla se avrà caldo e a coprirla se avrà freddo* e darebbe una carezza sulla testa e alla donna *La torta la mangiamo domani* le direbbe schioccandole un bacio in fronte *holgar non fate morire il fuoco, io salgo a preparare altro medicamento e ve lo porterà Grant, li c'è una poltroncina con una coperta se volete rimanete qui, non fatela affaticare e se ci sono problemi chiamatemi sono al piano di sopra la seconda porta a sinistra di fronte alla sala comune* spiegherebbe muovendosi verso la porta *Per stanotte riposate e vedrete che la febbre per domani sarà scesa poi penseremo a come renderla di nuovo in grado di intendere e di volere* sorride, ha capito che è solo stanchezza il male di serafin e che la febbre è una reazione del suo corpo a qualcosa che le è accaduto. Saluterebbe richiudendosi la porta alle spalle.

HOLGAR {{Stanza}}Una parata di emozioni contrastanti questa presa di semi coscienza di Serafin, da un lato sorrideresti alla frase che ti riguarda da vicino richiamando alla mente diverse sfere di tratti emozionali nei ricordi freschi...Annuisci ad Edave, non intendi certo muoverti da lì, non intendi dormire. Non dormirai mai più quando sarai con lei perchè se tu dormi a lei succedono cose brutte, ma poi scuoteresti la testa, ma cosa stai dicendo? probabilmente sei stanco anche tu, più della stanchezza, veramente la paura..E poi quelle parole, altri pezzi di Lei persi dentro quella febbre..Un nome e poi quella frase..Non te ne accorgeresti nemmeno, ma la tua mano, per un attimo smette di detergerla, è solo un istante, l'istante che corre nel ricordare il tatuaggio nel suo fianco, e il tuo percorrerlo per cullare il suo passato...Nathaniel...Lo sussurri tra le labbra quel nome...Mettendo un altro tassellino in ordine..Continueresti a tamponarla, con le pezza, cambiandola quando diventa calda...Si la poltroncina la vedi, ma al momento non intendi sederti, anzi semplicemente ti abbasseresti poggiando le labbra sulla sua fronte che brucia {{Non ti preoccupare...Rimboccheremo insieme le copertine a Nathaniel e prenderemo tutta la crostata che vuoi.....}}Chissà quante altre cose le vorresti dire, ma ora lei ha bisogno di dormire e tu hai bisogno di guardarla...La sinistra cambia la pezza un'altra volta, la destra mano si metterebbe sotto la sua...Se ti dovessi addormentare, almeno manterrai il contatto..Ed ora aspetterai...Anche tutta la vita....

SERAFIN [Stanza] La costringono. E' esattamente questo il termine esatto. Qualcuno la costringe a bere quell'intruglio improponibile. E dire che l'odore la ispirava tanto! Si capisce dalle smorfie che fa che non deve gradirlo troppo. Ha la fronte contratta e le labbra semi aperte sulla ciotola. Cerca di allontanarsi con la testa e finalmente viene accontentata. Si riprende solo perché le viene promessa una fetta di torta. Annuisce o perlomeno nella sua testa quel gesto confuso corrisponde esattamente a quelle che sono le sue intenzioni. Edave si allontana ma l'Ombra non se ne rende conto. Sente, però, la pezzuola che le tampona la fronte di continuo.. cerca di sollevare un braccio dopo aver affondato la nuca nel cuscino. Forse riuscirà ad intercettare la mano di Holgar a metà strada. Vorrebbe semplicemente tenersela vicino. Le parole del nordico la tranquillizzano. La prospettiva di rimboccare le coperte al suo piccolo principe assieme ad Holgar non la spaventa. Gli affiderebbe Nath, se potesse. Si fida di lui. Probabilmente si piacerebbero a vicenda. ''Va bene..'' mormora, inspirando con forza, in maniera sommessa, che in un certo senso concilia il sonno e la sua voglia di abbandonarsi alle coccole di Morfeo. Non si sente meglio, non ancora, ma il peggio è passato. Il freddo di prima non lo sente più. Tra un respiro e l'altro, si concede il tempo di un ultimo borbottio roco.. ''.. Holgar vede il meglio nelle persone. Vede il meglio in me.. io non voglio deluderlo. Voglio essere il meglio per lui. Non ha idea di.. quanto..'' e poi più nulla. Rimane solo l'Oblio. Nient'altro che dolce, rassicurante, oscuro oblio.




Holgar
00giovedì 18 settembre 2014 18:46
Riassunto: La seconda role di cure di Serafin..I dettagli come sempre li metterà Edave. Serfain si sveglia, e si diverte un po' a prendere in giro Holgar, finchè non si andrà su ben più seri dicorsi..
{Tu sei la mia Euridice..Ti verrei a prendere anche negli Inferi..}Le dirà lui..E lei sta cercando di curare il suo cuore, o meglio ci sta lavorando.

Commento: Resto sempre senza parole.....

da Holgar per Serafin..Orfeo ed Euridice..Un tratto...

...Canta, amore, canta! Il tuo canto arriva sempre da me.
Non ti girare! Sono vicino, dietro di te.
Devi solo credere, credere ciecamente in me.

Nostro destino, cattivo gioco di Dei, è di essere separati
da mondi diversi, da inferni e da paradisi.
Nostro destino sarà di cercarci per sempre dappertutto,
perché siamo due metà di un unico universo.

Canta, amore, canta, i tuoi versi nascono in me,
Sono la musa eterna e irragiungibile,
L'amore infinito, che devi sempre nuovamente perdere.

Non guardarti intorno, ricordati solo la mia immagine!
L'inferno si trasforma quando sono insieme a te;
perché l'amore è talmente possente nelle nostre poesie,
che scompare quell mondo rosso e nero anche dentro di me.

Canta, amore, canta, così mi consoli,
anche se siamo per sempre condannati per camminare soli.
Solo la pioggia delle tue lacrime scorre dal cielo di accarezzare me.

Io ti aspetto da tempo immemorabile,
nasco mille volte con cuore innamorato di te,
e ti aspetterò ascoltando per sempre,
la musica tua, le nostre segrete frequenze.

Canta, amore, canta! Il tuo canto ti porterà un giorno da me.
Non guardarti intorno, nel nostro amore ciecamente devi credere,
perché io non posso ne vivere, ne morire senza di te...







EDAVE ( Atrio) Mattino, piove, diluvia, tuoni e fulmini, lampi e saette, umidità. Con Grant hanno tamponato il tetto provato da quel piovere insistente. Sta scendendo le scale dalle stanze del piano superiore, si è già fatta un bel bagno caldo, la pelle che profuma di lavanda e rosa e i capelli lavati con della cenere di legno di cedro, ancora un pò umidi che scendono a riccioli ribelli sulle spalle dondolando su una veste di lana viola. Sotto il braccio porta un abito viola, quasi nuovo e una mantellina e un paio di scarpette basse. Lentamente volterebbe a dx una volta giunta in fondo alle scale verso la sala degenze dove riposa serafin vegliata da Holgar. Non li ha lasciati soli tutta la notte, è tornata 5/6 volte a controllare le condizioni dell'amica e l'ultima volta la scena che ha spiato è stata veramente dolce. Lei che dormiva con la mano stretta in quella di lui e il capo di quell'uomo gigante posato sul cuscino vicino al suo viso crollato anche lui per la stanchezza. Un sorrisetto sul volto prima di aprire la porta, quell'uomo non è brutto ma ha qualcosa di strano..saranno le labbra carnose..non lo sa nemmeno lei ma..LE RICORDA UN PESCE..una trota a dirla tutta..e non potrebbe non sorridere senza motivo, un giorno lo dirà a serafin quando lui non ci sarà.

HOLGAR {{Stanza}}Ci avevi provato a rimanere sveglio tutta la notte, a non addormentarti, ci avevi provato con tutte le forze, ma ad un certo punto, Morfeo doveva aver richiamato un suo figlio e ti eri accasciato...Era stato certamente un sonno non di quelli ristoratori, seduto su una seggiola non particolarmente comoda, piegato e con le parole che lei aveva bofonchiato alla fine che ti giravano in testa, Un giorno, lo credi davvero ne parlerete. Ma non adesso..Ora stai ancora dormendo.....E la tua mano sarebbe sempre dentro la sua

SERAFIN [Stanza] Dicono che il sonno aiuti a ritemprare anche le anime più tribolate o che, perlomeno, ristori un fisico provato. Beh, quale che sia la verità non è quello che è successo a Serafin. Al contrario, dal momento esatto in cui ha riaperto gli occhi non ha fatto altro che sentirsi più spossata di prima. Sembra che il sonno abbia solo peggiorato ulteriormente la situazione.. ragion per cui il suo umore è pessimo stamattina. Si è svegliata a fatica, come uno straccio sbattuto contro una parete e stropicciato milioni di volte. Si è guardata intorno per cercare di capire dove diamine si trovava dal momento che della notte precedente ricordava poco e niente. Alla fine, ha intercettato il profilo del nordico chino al suo fianco, addormentato come un bambino stanco contro le pieghe del cuscino. Ha preferito lasciarlo dormire e lo fa anche adesso, ora che si concentra sulle crepe del soffitto umido, che sembrano pronte a rigettare tutta l'acqua del lago a terra. Odia avere il mal di testa. Odia avere la febbre. Odia sentirsi così.. debole e inutile. Ha bisogno di rimettersi in piedi. Non è fatta per starsene sdraiata su un lettino senza far niente.
EDAVE (stanza degenza) Entra a voce bassa e faccia di trota è la che se la dorme come un pupo in culla invece serafin se ne sta li irrequieta con gli occhi aperti. Non potrà non notarlo da come guarda il soffitto, dalla sua espressione fastidiosa, dal suo sguardo perso nella vacuità e dal corpo che potrebbe essere immobile ma che invece si agita inquieto come quello di un animale in gabbia (empatia 2). Si avvicina la rossa, un sorriso sul volto ed entrando nel suo campo visivo *Buongiorno serafin, ben svegliata* un sorriso ma non un sorriso stupido o di circostanza come indossano molte donne di quelle terre. Un sorriso franco e sincero che rivolge a lei e alla sua anima. La voce è bassa per non svegliare Holgar, se la vuole godere qualche minuto solo per sè *E' stato qui tutta la notte* le direbbe spostando appena il mento ad indicarlo *Sembra un bravo uomo e dice di amarti* e già la mano destra sarebbe posata sulla sua fronte per cercare di capire come sia la temperatura (percepire equilibrio 3). Di certo non è scesa del tutto ma non è poi così forte come la sera precedente *Ti darò qualcosa per il mal di testa..perchè ce lo hai lo so*. (guarire 3).

HOLGAR {{Stanza}} Ignori bellamente che il Decano ti ha nomato nella sua testa trota e che se la ride anche a quella similitudine, semplicemente stai ancora dormendo..Morfeo non vuole lasciarti ancora andare, ti carezza lieve e ti proietta immagini di uno strano colore seppia...La baia, La barca,..parole, molte parole, alcune non le acciuffi, mentre piano piano questo strano colore che popola il tuo sogno, comincia a diventare con dei contorni precisi e sono occhi azzurri, profondissimi...All'oto ti arrivano una voce, confusa ancora, non comprendi una sono sillaba..Ma piano piano, cominceresti a muoverti....

SERAFIN [Stanza] Qualcuno è entrato nella stanza. Lo sente. Li sente. I passi che si accodano con leggerezza, sicuri, a tracciare una direzione precisa che conduce dritta dritta in prossimità del suo letto. Cerca di appigliarsi soltanto a quel suono, come fa quando vi sono soltanto pareti di arbusti e foglie a circondarla. Si tratta di una femmina. E' giovane. Probabilmente abita qui. Mentre analizza le indicazioni offerte dall'avanzata del Decano, arriccia un lembo delle coperte che la vestono. Non accetta l'idea di rimanersene lì. Dovrebbe trovarsi in giro, con il cielo nuvoloso a farle da soffitto e l'aria a schiaffeggiarle la faccia. Ha voglia di cacciare. Di impugnare ancora un arco. Dove sono le sue armi? Prima ancora che spinga lo sguardo oltre il confine lontano dei propri piedi, scorge l'ombra vicina della stessa presenza che pochi istanti prima ha varcato l'uscio della stanza. Ancora non la guarda in volto, eppure la nomina ''Edave..'' è un suono affabile che si lascia affiancare da un sorriso. Vero, esattamente come lo è quello dell'ospitaliera nel momento in cui gli zaffiri dell'Ombra la cercano, mettendo a tacere la ricerca degli altri sensi. ''E' bello rivederti..'' non è mai stata più sincera di così. Spinge gli occhi altrove quando il Decano parla di Holgar, della costanza con cui è rimasto al proprio capezzale a vigilarla, almeno finché il sonno non l'ha rapito. Mostra un altro sorriso. Silenzioso, complice ma non del tutto sereno. ''Lo è..'' un bravo uomo ''.. ma ha anche perso completamente il senno. Ama me, hai presente?'' sussurra, alzando un sopracciglio con eloquenza, ritornando con lo sguardo sul volto dell'amica. ''Tu sai sempre tutto..'' sospira sommessamente. Tutti i muscoli le fanno male. Quando passerà?

EDAVE (stanza) *Si è un pò insano ad amarti, ma cosa ci vuoi fare cara, noi siamo persone che sono o da amare o da odiare, sai benissimo come la penso* e le darebbe una carezza sulla guancia destra *Sai una cosa?* e le si avvicinerebbe all'orecchio sinistro opposto a quello dove dorme e riposa ancora il gigante che inizia a tornare alla realtà *non è brutto* un sussurro a voce bassissima solo per la donna *ma a me ricorda una trota..hai presente quei pesci di fiume con la carne rosata e ottimi da mangiare..saranno le labbra carnose non lo so * e riderebbe sommessa mettendosi una mano sulla bocca coprendola e immediatamente se lui si svegliasse lasciando che sia la sua provenienza nordica a prendere il sopravvento mistificando la sua espressione burlona (sangue freddo 3), poi le volgerebbe veloce le spalle arrampicandosi sulla mensola più alta e cercando due o tre boccette *cosa diamine ti è successo serafin, ti ha portata qui sotto la tempesta, svenuta, in preda alla febbre e in delirio* si allunga il decano ma quella boccetta è proprio in alto non ce la può fare e sbufferebbe volgendosi all'uomo *Holgar* chiamerebbe imperiosa per svegliarlo.

HOLGAR {{Stanza}} I sussurri diventano più chiari, più nitidi, sembra una voce che conosci ed una la conosci di certo..Per questo ingaggi una furiosa lotta con Morfeo è decisamente ora che il Dio del sonno ti lasci andare...Deve farlo assolutamente. I movimenti sarebbero decisamente più fluidi ed apriresti un occhio, poi due, chiari chiari che, leggermente ancora appannati, si staglierebbero su Serafin, mentre le orecchie le dedicheresti al decano...Non prima di averle fatto una carezza, non sapendo nè che sei stato paragonato ad una trota nè ad uno privi di senno..Al suono del tuo nome però ti sveglieresti del tutto..{{Si...}}Ti volteresti vedendola affaccendata ad una arrampicata..{{Permettete..}} Alzandosi, lasciandole la mano..E prendendo quello che il decano le chiede ti chiede Solo dopo torneresti accanto all'Ombra.

SERAFIN [Stanza] Quello che dice Edave è vero. Loro sono fatte così, o si amano o si odiano, non esistono vie di mezzo. E' una presa di coscienza che le strappa un altro sorriso consapevole. Gli occhi rimangono alti non appena il Decano si avvicina per sussurrarle all'orecchio. Una trota? Ma che..? Sposta di poco il volto per chinarlo verso quello dell'amica, per guardarla con aria divertita e allo stesso tempo scettica. ''Ho presente sì, e ti posso assicurare che è più buono di una trota'' stavolta non si riferisce all'animo di Holgar quanto alle sue speciali.. peculiarità. Non ha bisogno di approfondire troppo per farsi capire da Edave. Basta l'occhiata maliziosa che le dedica un attimo prima che lei si volti, offrendole le spalle. ''Hey.. ben alzato'' mormora, cercandolo con lo sguardo. Non riesce a cogliere la sua carezza anche con le mani perché lui si allontana già, rispondendo agli ordini di Edave come un soldato terrorizzato dal proprio comandante. Che scenetta.. quella donna ha più palle della maggior parte degli uomini che vivono ad Avalon. Si passa la lingua sulle labbra per inumidirle e solo dopo le risponde, evitando di lasciarsi incupire dal pensiero della sua traversata e del temporale che l'ha ridotta così ''Avevo intenzione di raggiungerti.. alla fine ci sono riuscita, ma mi aspettavo un ingresso in grande stile. Invece a metà tragitto la Dea o chissà chi ha deciso di dare i numeri. Pioggia, fulmini, saette a più non posso.. e così mi sono ritrovata sola, a remare fino a Barrington pur di non rimanerci secca. Il barcaiolo è caduto..'' non è esattamente così che sono andate le cose ma anziché mentire decide solo di omettere un dettaglio. Che cosa penserebbe Holgar se sapesse di amare un'assassina? La voce non vacilla e gli occhi restano immobili sul profilo di Edave che si staglia a poca distanza da sé. Non si serve di qualche trucchetto o menzogna. Non ha mai mentito al Decano e anche se ci provasse lei se ne accorgerebbe subito, lo sa.

EDAVE ( stanza)Un sorriso a Holgar che le passa quanto le serve e un bussare leggero alla porta *Holgar apri è Grant, ha preparato del brodo caldo per Serafin con dentro carne di pollo, gli ho fatto uccidere una gallina stamattina per la nostra febbricitante, vedi di farla mangiare mentre io preparo quello che le servirà per stare bene* Volgerebbe loro le spalle certa che l'uomo per amore della sua bella farà di certo ciò che gli è stato chiesto *Serafin cara il maltempo non ha ancora smesso di imperversare, sono giorni e giorni che continua a piovere e non pare smettere. E' tutto iniziato un pomeriggio all'improvviso, son caduti 6 lampi su barringthon e sei su avalon e da allora il cielo piange, mi sto ancora chiedendo cosa stia succedendo* parlerebbe muovendo le mani, mescolando oli essenziali e erbe già pronte. L'acqua a bollire sul fuoco pronta per la lavorazione *In ogni caso non hai ferite, sei solo molto stanca e la pioggia ha acuito questo stato, il corpo ha reagito ed ora non devi fare altro che riposare* Un pò di menta, bettulla fieno greco, tarassaco, una bella miscelata e le erbe nell'acqua che sta bel bollire (preparare medicamenti 3) per poi volgersi ad Holgar *Ma pioveva anche sull'isola? chissà che magari non si ricavi qualche informazione utile da lui..deve approfondire. *Ma tu di cosa ti occupi Holgar?*.

HOLGAR {{Stanza}}Non è che tu scatti dietro il comando di Edave, semplicemente sei grato a quella donna perchè si sta prendendo cura di Serafin, la guardi mentre racconta di quella vicissitudine e anche se in qualche modo tu potessi sospettare che ci sono delle omissioni, non lo fai presente e non fai domande..Non è il tempo nè il modo..C'è ancora molto spazio per scambiarsi la pelle.. {{Si subito}} In risposta al Decano, apriresti, prendendo il brodo..{{Molte grazie Messer Grant? Giusto?}} Quel brodo fa un odore invitante, E tu beh sono almeno ventiquattro ore che non mangi, ma non importa...Semplicemente afferreresti la sedia all'Ombra schiacciandole un occhiolino..{{Qualcosa mi dice che se provo ad imboccarti mi finisce male..Quindi..}}Le porgeresti il cucchiaio {{Fai tu, io reggo la ciotola..}}Arriva la domanda, due veramente...{{Piove Milady, piove che la Dea la manda..Piove come se si fossero scordati le acque aperte...Io..}}La fisseresti..Sai bene che in queste terre voi non siete ben accetti e non sai quanto tu possa dire..Sceglieresti quindi una mezza verità, sperando che non indaghi oltre..{{IO sono un pescatore e al momento mi sto dedicando ad una simpatica storia..}}..

SERAFIN [Stanza] Brodo caldo con carne di pollo... ha già l'acquolina in bocca. In effetti si è ricordata solo adesso di aver fame perché, solo al suono di quella pietanza ideale, lo stomaco ha cominciato a brontolarle leggermente. Di strada ne ha fatta e tutta a digiuno. Sono quasi due giorni che non mette nulla sotto i denti. Ascolta il racconto di Edave mentre Holgar si alza per andare incontro a Grant, il caro vecchio custode che le permetteva di rubare qualche leccornia dalla cucina anche quando non avrebbe potuto, da gravida. ''Grant!'' lo richiama, con quel tono che ricorda vagamente un gracchiare indistinto di corvi dal momento che le brucia la gola. ''Grazie per il brodo.. '' non è avvezza alle gentilezze ma ha convissuto con queste persone a lungo. Sono cose che vuoi o non vuoi non si dimenticano tanto facilmente. ''Dodici lampi fra Avalon e Barrington...'' riflette, corrugando la fronte anche quando il nordico torna al suo posto ''Vivo da talmente tanto tempo su queste terre da non riuscire a scambiare tutto questo per una semplice coincidenza..'' borbotta. Si lascia distrarre dalle parole di Holgar che le strappano un sorriso colpevole ''Dovresti dare sempre retta a quel qualcosa.. Potrebbe salvarti la pelle anche in futuro'' si arma del cucchiaio che agita in aria come un piccolo pugnale, tenendo saldo il manico dentro un pugno. E' scombussolata, ma si sente decisamente meno rintontita rispetto alla notte scorsa. Non deve far altro che riposare, dice Edave. Non ha già dormito abbastanza? Pensa Serafin, prima di affondare il cucchiaio nella ciotola. Soffia poco. Il brodo non è così bollente come sempre. Comincia a mangiare ma di tanto in tanto alza gli occhi, soprattutto quando il Decano si rivolge ancora al nordico, chiedendogli qualcosa riguardo le sue occupazioni. E' curiosa. E' curiosa come un animaletto. Non si preoccupa neppure di celarlo. E' un pescatore. Questo lo sa anche lei.. ma dev'essersi persa da qualche parte il pezzo che riguarda la sua simpatica storia. Indagherà, prima o poi. Adesso non è il momento giusto. ''Non ho mai visto tanta pioggia in tutta la mia vita. Avalon è inondata. Per poco il temporale non rischiava di sradicare la locanda. Qualcosa bolle in pentola Edave..'' resta solo da capire per opera di chi.

EDAVE (stanza degenza) Osserva Holgar, le sue movenze, il suo modo di parlare, ascolta il tono della sua voce, il suono delle sue parole (emaptia 2) e ne è certa, le sta mentendo ma oggi come serafin non intende indagare, ci sarà tempo *Un pescatore istruito che conosce Platone* direbbe guardandolo diritto negli occhi senza abbassare lo sguardo, una espressione di pura soddisfazione sul viso *Non vi chiedo cosa mi nascondete e non indagherò Holgar ma non pensate di mentirmi, sappiate che ho la capacità di capire le persone oltre ciò che mi dicono e so usare la mia lingua in modo così convincente che parlereste se solo lo volessi* non lo minaccia, ma non vuole che lui si senta in diritto di prenderla in giro e chiuderebbe il discorso con un sorriso. sa tenere i segreti ne ha dentro il cuore e nell'anima di immensi, sa di avere un amante mannaro e altre amenità che dalla sua bocca escono solo sotto tortura. Un sorriso rivolto a Grant osservandolo imbarazzarsi sinceramente quando serafin lo ringrazia, non è avezzo il custode a gentilezze, non da parte della rossa perlomeno. Si rivolgerebbe di nuovo al suo decotto, lo mescolerebbe con una bacchetta di legno e lo filtrerebbe (preparare medicamenti 3) per versarlo in una tazza e volgersi a Serafin *Ecco qua serafin, bevila ma ti prometto che se ti vedo fuori dal letto* la conosce troppo bene per non sapere che appena le volterà le spalle farà ciò che vuole *ti strapperò i capelli uno ad uno e poi ti ci legherò* una affermazione mista tra divertito e serio ma che dovrebbe far intendere alla ranger di essere un sorvegliato ''speciale''.

HOLGAR {{Stanza}}Sorridi divertito a quella poco palese minaccia di Serafin che si dedica al brodo...Senza nemmeno pensarci, la mano sinistra le sposterebbe una ciocca, per poterla guardare meglio, tuttavia le successive parole, ti farebbero alzare la testa...Due occhi chiari fisserebbero forse la schiena o il viso del Decano..{{Milady non ho mentito, sono un pescatore davvero, lo ero nelle mie terre..Su avalon ho trovato un'altra via, ma credo che fosse solo una preparazione per...}}Torneresti a guardare Serafin..{{Per trovare te...}}Le sussurreresti, nel cogliere nuove sfumature che appartengono a quella donna incredibile quando la dividi con un'altra fetta della sua vita..{{ E non nutro dubbi che sappiate farmi parlare, non temete..Non dovrete affilare bisturi di tortura, non sono un bugiardo, avrete le vostre risposte...}}Calmo nel dire, non ci sarebbe irritazione di nessun tipo nella voce...

SERAFIN [Stanza] .. e Serafin conosce troppo bene Edave.. e sa esattamente che non è una stupida, né una sprovveduta. Ha la mente affilata almeno quanto lo sono le lame dei propri pugnali. Se ha colto qualcosa è perché evidentemente qualcosa c'è, sotto le mille maschere dell'apparenza. Gli zaffiri non si schiodano dal brodo. Recepisce ogni parola con l'accortezza affinata di chi vuole sembrare distratto. Alza lo sguardo solo alla fine. Il volto resta fermo, cristallizzato nella stessa posizione, ma gli occhi si muovono come quelli di un felino. Puntano il nordico. Trattengono montagne di punti interrogativi che non conoscono il peso dell'accusa. Tutti hanno i loro segreti. Lei ne ha troppi. Si chiede solo quale potrebbe essere la sua 'via', se ci tiene così tanto a tenerla nascosta come fa l'Ombra con il proprio branco. Non vuole metterlo sotto pressione, però. Ecco perché preferisce passare oltre. Gli riserva un mezzo sorriso, strizzando successivamente gli occhi al suono delle minacce di Edave. ''Divertente..'' sposta la faccia da una parte all'altra, indugiando a lungo in quel movimento che le consente di inquadrare ancora una volta il Decano ''..ma poco credibile. E poi sono troppo lunghi.. e tu ci metteresti troppo tempo e...'' prende fiato ''..concederesti a me quello necessario a sparire sotto il tuo naso senza che tu te ne renda neppure conto'' gli occhi la fulminano come se pretendessero una certa considerazione da parte sua ma il sorriso obliquo che le storce le labbra mente. Difatti, qualche istante dopo, i denti si chiudono sulla cima del cucchiaio, per cercare inutilmente di mitigare la forma sbarazzina disegnata dalle labbra. ''Vedi quella donna che si finge un gendarme sotto un'armatura?'' indica Edave con il cucchiaio ma guarda Holgar ''.. le voglio tanto bene..'' parla come se lei non potesse sentirla. Le era mancato tutto questo.

EDAVE (stanza) Le mani sui fianchi, lo sguardo che si alterna tra Holgar e lei, si ora il nordico smette di mentire, si limita ad omettere, ma le omissioni a volte sono come le opere e spesso le opere non devono necessariamente essere di bene, dipende sempre e solo dal punto di vista dal quale si decide di osservare il mondo *E sia PESCATORE* e sottolinea il decano le sue parole con una smorfia maliziosa (empatia 2) *ecco perchè vi ho accomunato sin da subito ad un pesce, si vede che il vostro mestiere di un tempo vi ha lasciato addosso il suo segno* e strizzerebbe un occhio a Serafin con la quale ha già condiviso il suo pensiero sulla somiglianza di Holgar con una trota *Serafin cara* e si avvicinerebbe prendendole il cucchiaio di mano, quasi strappandolo, non le serve nemmeno usare tutta la sua forza per farlo ora (forza medica 1) viste le condizioni precarie della donna *non mi sottovalutare, nel brodo e anche in quello che stai bevendo ora, ci sono non solo analgesici e antidolorifici ma anche del potente narcotizzante che ti farà dormire sino a quando non starai megli....* e si batterebbe il cucchiaio su una tempia *ricorda che sempre il cervello batte l'attacco fisico e i tentativi maldestri di violenza* e le poserebbe di nuovo una mano in fronte per sentire la temperatura (percepire equilibrio 3) *Detto questo vi lascio ai vostri amoreggiamenti, vedere tutto l'amore che cola dalle labbra e dagli occhi di Holgar mi renderebbe troppo dolce e perderei la mia fama di impenitente senza cuore* ma ancora non se ne andrebbe.

HOLGAR {{ Stanza}}Li senti addosso gli sguardi di Serafin, come se fossero dei piccoli coltelli, non ti parrebbe arrabbiata, ma curiosa, questo si...ne parleranno, in fondo loro hanno cominciato in modo inusuale... Tuttavia ti piace vederla sorridere, essere lì a condividere una parte di vita...{{E che noi abbiamo iniziato al contrario}}Diresti portandoti la destra mano alla nuca, ma quando il Decano ti paragona ad un pesce, beh no questa proprio non l'hai capita e seguendo l'occhiolino, guarderesti l'Ombra..{{Un pesce?}} No davvero non ci arrivi, fanno prima le tue orecchie che alla battuta successiva di Edave diventano Cremisi..{{Ma è così evidente?}} Lo domanderesti palleggiando con lo sguardo su entrambe le donne...{{ Davvero?}} .

SERAFIN [Stanza] Immagina già la reazione di Holgar come se potesse colorargliele lei stessa quelle orecchie. Ecco perché lo sguardo si dirige subito su quel punto, un attimo prima che cominci ad infiammarsi. ''Sì, lascia perdere..'' scuote la testa come a voler dire che Edave ha qualche rotella fuori posto e non è sempre un bene assecondarla.. non ci crede, ovviamente, soprattutto non ora che il Decano dimostra di averla ingannata tanto facilmente, affidandosi al potere dell'astuzia. La bocca disegna una piccola O stupita prima di alimentare le prossime accuse ''..che razza di.. farabutta.. mi freghi con questi trucchetti da quattro soldi? Sei davvero sleale.. le amiche non dovrebb..'' ma non finisce la frase perché uno sbadiglio la coglie impreparata. Ha la buona e inaspettata decenza di coprirsi le labbra con una mano. Si fa sentire la temperatura proprio mentre gli occhi lucidi per un attimo si richiudono, raccogliendo i residui di una necessità indesiderata. E' stanca ma non ha assolutamente intenzione di ammetterlo. Il nordico pone una domanda ad entrambe. E' così evidente il fatto che sia innamorato di lei? ''Sì..'' risponde, stemperando la voce in un sussurro quasi dolce. E' esattamente l'opposto di lei, che fa difficoltà ad esporsi tanto nei riguardi di un uomo. Si compensano bene. ''Va bene donna senza cuore, ci vedremo presto?'' pigola, guardando Edave con occhi quasi imploranti.

EDAVE (stanza) una risatina, non risponde a Holgar e alla sua richiesta sul pesce e maligna si volgerebbe a serafin *Buonanotte piccola pazza* scherzerebbe ovviamente mentre saluterebbe Holgar *Appena dorme approfittane, ti ho fatto preparare un bagno nella stanza di fianco e un letto per risposare un paio di ore, il pranzo è in cucina* e lentamente si allontanerebbe lasciandoli tra loro *ci vedremo presto serafin, solo qui puoi stare* e riderebbe mentre la porta si chiude dietro di lei.

HOLGAR {{Stanza}} Si, una risposta secca, è così evidente...Se possibile le orecchie si accendono ancora di più...Cogliendo anche il guizzo malefico del Decano..{{ Grazie Milady, ma non la lascio sola...La seggiola è comodissima..Ma farò il bagno..}} Ti sta benissimo dormire piegato, avrai tempo di abbondanti sonni quando starà così bene da mettere in atto la minaccia di alzarsi. Un inchino ed un muto grazie ad Edave, di certo non lo ha fatto per te, ma ti sta benissimo così..Ti volti cogliendo il suo sbadiglio...La guardi senza sederti per attimi lunghi, c'è una cosa che le vorresti chiedere, ma non ha idea di quanto lei ora possa essere lucida, per questo ti siederesti, mettendo la testa nell'incavo del suo collo..Immediatamente ti rendi conto di esserti addormentato cullato dal quel suo odore mischiato al lacustre...Hai ancora le orecchie accese, sono calde, si potrebbero percepire...{{ Mi sono spaventato, ma anche mezza morta hai cercato di picchiarmi..}}Le racconteresti quel piccolo episodio, senza sollevare la testa..La respiri..

SERAFIN [Stanza] ''Buonanotte a te amica mia..'' le risponde, senza negarle un ultimo sorriso. E' allora che può dedicarsi totalmente a Holgar, ma prima ancora di farlo decide di occuparsi del brodo. Cerca di depositare la ciotola sul tavolo più vicino, sussurrando, nel frattempo ''Dovresti rovesciarne il contenuto da qualche parte.. o magari darlo a qualche cane randagio. Non posso permettere che mi droghino. Devo restare lucida, Barrington non è sicura.. non lo è per me ma soprattutto non lo è per te...'' non lo dice perché pensa che sia un uomo debole, né uno stolto. E' solo che conosce poco o nulla di questa terra a differenza sua. ''Questo è uno dei pochi posti sicuri in città, se non l'unico. Se mi addormento devi promettermi che non metterai piede fuori da queste mura, nemmeno per prendere una boccata d'aria.'' lo guarda. E' seria. Solo dopo si concede di abbandonarsi all'invito del cuscino, appoggiando la testa affianco alla sua, lasciandosi respirare, lasciandosi vivere. Fissa ancora una volta il soffitto ma l'attenzione la riserva tutta al nordico. E' sveglia e perfettamente cosciente, anche se debole. ''Picchiarti? E perché?'' corruga la fronte. Chissà in quale stato deve averla trovata e che razza di spavento deve avergli fatto prendere..

HOLGAR {{Stanza}} Le parole di Serafin ti fanno sollevare la testa, uno sguardo quasi severo vola dalla donna al brodo..., Finchè non annuiresti..E' un annuire generale, un si che raccoglie in un certo modo la collettività delle sue parole...{{Dopo te ne prendo un po' senza nulla dentro..}}Diresti, senza rispondere al resto, si non conosci questa cittadella, sai solo che qui, per quelli della tua gilda vige la pena di morte, Ecco perchè non hai detto nulla ad Edave ed ecco perchè non affronterai ora la questione con L'Ombra, perchè credi e temi, che lei sarebbe capace di cacciarti, se sapesse...{{Stavi sotto una barca, appallottolata...Ti sei messa seduta e mi hai sferrato qualche pugno...Poi però mi hai riconosciuto e ti sei lasciata prendere..}}. Solo il ricordare quello che è successo poche ore prima ti lascia dentro un enorme senso di devastazione...{{ Comunque mentre eri incosciente hai accettato di farmi rimboccare le coperte a Nathaniel, di sposarmi e hai anche detto che vuoi essere il meglio per me..}} La guarderesti, con un sorriso, un verbiare tranquillo..{{La seconda cosa è falsa, ma il resto è vero..Serafin....A me non importa cosa eri o cosa sei..Non mi importa..}} cerchi la sua mano,nel tentativo di un incrocio perfetto.

SERAFIN [Stanza] Lui annuisce e lei sorride. Non avrebbe buttato giù un altro sorso di quel brodo neppure sotto tortura. Holgar la asseconda e per questo si dimostra più lungimirante di quanto non lasci trasparire. ''Grazie..'' si mordicchia le labbra e alza una mano per cercare di giocherellare con i suoi capelli. Li fissa mentre riprende a parlare, quasi distratta ''Quindi mi hai portato in braccio fin qui.. e sei rimasto affianco a me per tutto questo tempo..'' non è una domanda. E' stata Edave a rivelarle tutto.. ma vi è comunque una nota di sincera e labile sorpresa nella voce che a poco a poco diventa sempre più sottile. Non si capacita ancora del perché, ma quell'uomo è seriamente innamorato di lei. Una parte di Serafin sente di non meritarselo. L'altra vorrebbe solo tenerselo stretto. Sono le sue ultime parole a lasciarla perplessa, vagamente confusa. E' come se nominando quella persona Holgar avesse toccato un tasto fin troppo delicato nel cuore dell'Ombra. E' la sua più grande debolezza e adesso le viene messa dinanzi così. Non era preparata a questo. ''Sì.. davvero?..'' balbetta, muovendo freneticamente le ciglia come per riacquistare il controllo che rischia di perdere. Le basta poco, solo un nome, per perdere tutta la forza e l'orgoglio con i quali si protegge sempre, sventolandoli dinanzi a chiunque come vestiti costosi. ''Dovrebbe importarti invece..'' cerca di rimettersi seduta e di passarsi entrambe le mani sulla faccia, portandosi i capelli dietro la fronte. Sfugge al suo tentativo di afferrarle una mano così, spostando lo sguardo dall'altra parte del letto. Il volto terrorizzato del barcaiolo fa capolino nei propri pensieri senza neppure chiederle il permesso. Lei chiude gli occhi. Le gira ancora la testa. ''Cosa.. cosa stavi cercando di nascondere prima.. quando Edave ti ha fatto quella domanda..?'' lo cerca ancora con lo sguardo. Se ne è accorta. E allo stesso tempo cerca di scappare. Non con il corpo ma con la testa. L'odore delle sue domande lo coglie già. Non sa se è pronta a concedergli una risposta.

HOLGAR {{Stanza}} Annuisci, si l'avevi portata lì in braccio ed eri rimasto a vegliarla finchè non ti eri addormentato...E le sorridi, ma poi qualcosa deve esserti scappata, qualcosa devi averla persa...Ti lascia con la mano a mezz'aria, ti ritroveresti a stringere in niente, tanto che dopo un attimo di sbigottimento, la tireresti via, lasciando che possa trovare posto magari da un'altra parte. Sembra smarrita, come se avesse mostrato il fianco ad un uomo armato di cattive intenzioni..{{Serafin...Non devi difenderti da me...Non voglio farti del male o indebolirti...Non..}} Però la sua fuga è un segnale che ti impone di non cercare minimamente di afferrarla, o di cercare un contatto per il momento..per questo ti alzeresti, infilando quasi distrattamente le mani dentro le rispettive tasche..Sospiri...{{Sai perchè non mi importa?}}Una domanda retorica guardandola dai piedi di quel lettino, poggiando ora le mani sulla spalliera..{{Lo sai?}}. Ribatteresti..{{ Perchè con me sei vera...E con me..}}Batteresti il tuo indice destro al tuo petto..{{Con me puoi permettertelo...Dai a te stessa una possibilità, ed una dalla a me..}} Continueresti, sospirando, non intendi mentirle, mai..{{ Ti dirò cosa ho taciuto, ma ti dico subito che non mi muovo da qui. Io resto con te anche a costo di rinunciare alla gilda..Tu non sei un'opzione Serafin...Sei la mia scelta..}}..Rimarresti fermo..{{Sono un allievo arcano...}}.

SERAFIN [Stanza] L'unica risposta che si sente di concedergli è quella disegnata dalle dita. Le arriccia contro le tempie mentre i capelli le si incastrano fra le mani, tra una falange e l'altra. Fa no con la testa, tenendo ancora gli occhi chiusi, come se non avesse intenzione di ascoltare altro oppure ritenesse le sue affermazioni completamente insensate. E' tenace. Ma lo è anche lui. ''Perché non capisci? Perché..'' abbassa le braccia, portandosele ai fianchi con un gesto che pare spazientito. Le labbra restano schiuse anche quando la voce si tiene lontana da quel valico carnoso.. cerca di inquadrare il nordico non appena lui cambia posizione, di riversargli tutta la determinazione che la natura le ha concesso per mezzo di un solo sguardo.. ''Non sto cercando di difendermi da te. Sto cercando di difenderti da me.'' sottolinea, con la voce bassa ma estremamente decisa. Un tono che non vuole imporsi ma che allo stesso tempo non prevede alcuna contraddizione. Si abbraccia le gambe nascoste sotto la coperta quando le nuove parole del nordico la investono, costringendola a riflettere e a tacere. Datti una possibilità, Serafin. E' questo che le sta chiedendo. Se solo fosse così facile.. gli occhi per via della stanchezza, della febbre che ancora non l'ha lasciata e delle sensazioni che le suscita quella voce riprendono ad inumidirsi. Li sposta altrove, puntando per qualche istante la parete dall'altra parte della stanza. Avvolge nella bocca tutto il labbro inferiore, torturandosi la pelle sotto i denti. ''Se ti avessi mostrato davvero ogni parte di me credimi, >>
SERAFIN avresti già lasciato da un pezzo questa torre..'' mormora con un soffio. L'amore è più forte di qualsiasi altra cosa. Un tempo lo credeva anche lei, prima che dolore e morte si preoccupassero di dimostrarle il contrario. Eppure non ha il tempo nè la voglia di piangersi addosso, di procrastinare su delle vecchie questioni. Adesso tutta l'attenzione viene risucchiata dall'ultima rivelazione di Holgar, quella che la costringe ad abbandonare il letto come una piccola furia. Si accorge di essere nuda ma non è per questa ragione se si preoccupa di coprirsi con la prima vestaglia che le capita sotto tiro. Vuole solo evitare che la febbre si alzi di nuovo ''TU SEI COSA?'' Sì, sta gridando. E si incammina di buona lena fino alla soglia della porta per chiudere la stanza ed evitare che qualcuno ascolti. Poi torna in fretta verso di lui, camminando come se avesse delle braci ardenti sotto i piedi ''Holgar, dammi una buona ragione per la quale non dovrei sbatterti a calci nel sedere fuori da questa torre e rispedirti immediatamente ad Avalon'' gli punta l'indice contro, toccandogli perfino il torace e tenendo gli occhi alti per non perdere mai di vista i suoi. La voce si placa, ma solo in seguito, solo alla fine ''Sei impazzito? Cosa ti passa per la testa? Sai cosa rischi se ti scoprono?'' la voce diventa flebile quanto un soffio. Non avrebbe dovuto alzarsi. Non ha neppure le forze per reggersi in piedi, infatti poco dopo si appoggia con il bacino al bordo del letto. Questa, però, è una questione più importante, che le preme più della febbre o di qualsiasi genere di minaccia possa ricevere da parte di Edave.

HOLGAR {{Stanza}}Resti ai piedi di quel letto...contando mentalmente ogni singola e diversa espressione che Serafin ti dedica...Sono molteplici, alcune mai viste, altre decisamente di nuova generazione, altre poi sono da scene di film, le guardi tutte, senza mai lasciare che il tuo sguardo vacilli dietro nessuna delle cose che lei dice..Nessuna..Ascolti certamente ogni singolo spiraglio della voce mutevole e mutante dell'Ombra...E non riesci ad infilarti dentro nessuna delle frasi che imbandisce dinanzi a te, tanto che ti ritroveresti ad aprire e chiudere la bocca, senza riuscire a fermare il fiume che la donna si è rivelata essere, ora si che ha ragione Edave potrebbe paragonarti ad un pesce, questo sembri, un pesce...Ma non lesso, no questo no, perchè ogni singola risposta te la conservi per quando potrai varcare la soglia del silenzio ed entrare in quella delle parole. Tuttavia il suo scatto, quell'urlo e quella furia, no quella non te l'aspettavi e non perchè non credevi la potesse fare, ma perchè pensavi che non ne avesse le forse..Ti punta perfino un dito contro, insistendo sul punto enfatizzato da diversi toni di voce che si alzano a vette e si abbassano ime...E poi alla fine ha chiesto troppo da se stessa e si adagia...Per questo ora, solo adesso, solo ora, faresti un passo, ti basta a coprire la distanza...Le prenderesti le braccia, potrebbe forse opporre un po' di resistenza, ma dovresti avere abbastanza forza da farti cingere e a tua volta, stringere lei...{{ Non mi importa...}}le sussurreresti sia che lei si fosse allontanata sia che fosse rimasta..{{ Lo so cosa rischio, ma sono prudente non ho nemmeno i simboli di congrega con me...}}Una spiegazione di massima, prima di cercare, se riuscissi, a sollevarle il mento..{{ Tutte le risposte che ti servono sono dentro i miei occhi, nel battito del mio cuore e in quello che siamo insieme...Se io ho una possibilità nella vita, quella possibilità sei tu e se Tu hai un'altra strada che non sia l'oblio, quella sono io..Sono presuntuoso? Forse Serafin..Ma io ti vedo e so cosa possiamo essere insieme...}} Rimarresti lì sia che ti abbia spinto via o accolto rimarresti lì...{{ Ti seguirò ovunque andrai, io non parlo mai senza pesare ogni parola}}.

SERAFIN [Stanza] Potrebbe farlo, è vero, ma decide di non opporre resistenza stavolta. E' stanca, è spossata. Quella sfuriata l'ha privata anche delle energie necessarie a tenersi in piedi come si deve. Sposta lo sguardo sul pavimento tenendo i gomiti piegati e le braccia tirate indietro, così che le mani non perdano l'unico appiglio che le resta. Le vertigini ritrovano immediatamente la strada che le conduce dritte alla sua testa. E' costretta ad alzare una mano per passarsela sulla fronte, imitando i gesti di Edave che solo qualche minuto prima tentava di capire quale fosse la sua temperatura. La pelle è ancora calda mentre le dita che la sfiorano cominciano a freddarsi come ghiaccioli. Sa perfettamente che non dovrebbe trovarsi lì, in piedi, mezza nuda, e che se il Decano la scoprisse potrebbe farle esattamente ciò che le ha promesso.. tagliarle i capelli e legarla a letto, impedendole di alzarsi ancora. Riesce a concentrarsi a fatica sulle parole di Holgar, sbattendo su e giù le palpebre più volte. Lui parla dei simboli come se quelli facessero la differenza tra la vita e la morte. ''Hai visto con quanta facilità ti ha scoperto Edave? Pensi davvero che sia l'unica persona scaltra su queste terre? L'arte della menzogna non fa parte di te. E' necessario un addestramento accurato prima che tu riesca a dire qualcosa di davvero credibile, mentendo'' spiega, cercando di mantenersi su dei toni calmi, sia per il proprio che per il suo bene. Sussurra come se anche il semplice fatto di dover parlare le costasse fatica. Si fa sollevare il mento. Alla fine lo guarda negli occhi. Pozze chiare a contatto con le sue iridi di cielo e mare, adesso gonfie di tempesta e onde agitate. La linea delle sopracciglia scende al suono delle sue rassicurazioni, e perfino lo sguardo si acquieta. Chiude la bocca e respira piano dal naso, gettando l'aria fuori in un sospiro stanco che porta le spalle ad abbassarsi. ''Non sei presuntuoso. Sei solo un grande stupido..'' il tono è talmente affabile e rassegnato che non sembra avere intenzione di offenderlo realmente, tant'è che mentre lo accusa cerca anche di colpirlo al centro del petto con un pugno debole, prima che le dita si aprano, risalendo i pettorali e chiudendosi dietro il suo collo, invitandolo a piegarsi in avanti. Lei, invece, tira su i talloni per restare sospesa con le punte dei piedi. La cascata dei capelli si getta tutta dietro la schiena, arrivando a sfiorarle i glutei sodi stretti nella morsa della vestaglia con le punte. Non chiede quel bacio, lo pretende come lo si farebbe con una boccata d'aria. Non vi è castità né pudore né alcuna traccia di tenerezza nei propri intenti. Le labbra si presentano sulla soglia della sua bocca affamate, risultato di un digiuno perdurato a lungo. Avrà tutto il tempo del mondo per riprendere le forze. Prima deve reclamare ciò che è suo, mettere a tacere ogni insensatezza.

HOLGAR {{Stanza}}Vedi chiaramente il viso di Serafin perdere dietro se le tracce del colore, adagiandosi dietro un pallore che non ha nulla a che fare con la rassicurazione...Sospiri, perchè sai che se provassi ad imporle di rimettersi al letto, ti finirebbe peggio del brodo di pollo...Per questo resteresti in piedi, abbracciandola, perchè l'abbraccio la scaldi e la sostenga, insomma un piccolo trucchetto, palese magari, come il fatto che sia davvero innamorato, ma comunque che si vesta dell'illusione che miri solo e semplicemente ad abbracciarla..Però l'ascolti, veleggiando dentro quel mare, che sa essere molti tipi di tempesta, ma francamente mai diresti un piatto mare da marinaretti da quattro soldi..Riesce, nel giro di diverse battute, ad essere diverse cose Lei, compreso un, di certo non velato, senso di preoccupazione...{{Serafin non so preparare una zuppa perchè nessuno me lo ha mai insegnato e non ho avuto la necessità di imparare, ma se serve imparo anche a far da mangiare..}}Una metafora legata a quel sottolineare il suo non sapere dire bugie, non ha lei, e a quanto pare, in generale, a nessuno..resti fermo un attimo..Lasciando volare un pensiero, come se stessi mettendo dentro una bilancia qualcosa..Alla fine abbasseresti nuovamente lo sguardo, dentro quegli occhi che hanno nubi dentro...E nuovamente, trovi proprio dentro quelle iridi, la risposta..{{Vorrà dire che se non sono capace, non mentirò...Lascerò la congrega, se poi questa sarà una scelta definitiva o momentanea si vedrà...}}. Hai ancora qualcosa da dirle ma il suo tocco, accende un qualcosa tenuto giù...lasciato a digiunare...Però non sono subito le sue labbra a vincere, all'ultimo, abbassando la testa, devieresti verso il suo oto...{{Vuoi un bacio..?}}Le soffieresti dentro come se non fosse la cosa assolutamente evidente..Ma di certo non la lasci rispondere, risaliresti verso le sue labbra..Addentandole come se fosse la prima pesca estiva, dolce, succosa ed attesa...

SERAFIN [Stanza] E' una metafora che le strappa un sorriso, la sua. Imparare a mentire non è certo semplice quanto imparare a preparare una zuppa ma non è detto che sia del tutto improbabile, in fondo. Il punto è che lei non ha proprio intensione di trasformarlo in qualcuno che non è soltanto a causa sua.. ma nonostante questo non si aspettava le parole seguenti. Sarebbe disposto a lasciare la congrega per lei. Sceglierebbe lei a discapito di quelli che crede essere i suoi desideri. Dev'esserci un motivo se ha scelto proprio la via della Conoscenza. Per ora, comunque, spende tutte le energie che le restano in favore di quel bacio. Non lo ottiene, non da subito. Holgar allontana l'idea di quelle labbra, impedendole di raggiungerle come se volesse metterla alla prova. E' impaziente, ma lo ascolta comunque, piegando la bocca in un sorriso colpevole al suono di quella domanda retorica. Non risponde. Non vi è bisogno di servirsi della voce adesso. Il morso del nordico riflette esattamente le gesta della mediterranea, che prende di mira il suo labbro superiore fra i denti, senza lasciargli scampo. Gli incisivi rimarcano una stretta indolore ma decisa, che poi si ammorbidisce nella cadenza scandita dal tocco delle labbra. I denti si ritirano mentre quelle lo sostituiscono, lasciandosi guidare dalla lingua. Si tratta di un assaggio breve. Non può permettersi altro per il momento. I muscoli già riprendono a lamentarsi, indolenziti come non mai e tutto il corpo agogna il tepore di un letto che rischia di raffreddarsi ulteriormente. Per questo è costretta a negarsi il piacere di quel contatto, anche contro la propria volontà. E' matura abbastanza da capire che deve riposare o i propri capricci non troveranno mai modo di essere soddisfatti, perché il fisico non farebbe altro che indebolirsi. Abbassa i talloni, espirando con la foga sottesa di un animale irrequieto. Mantiene gli occhi chiusi anche mentre scioglie il nodo delle dita intrecciate dietro il suo collo. ''Voglio più di un bacio ma ora devo tornarmene a letto. Non credo che Edave mi abbia prescritto una cura a base di Holgar fra le tante erbacce che sono costretta ad ingerire..'' soffia, lasciandosi sfuggire un sorrisetto mordace. Gli occhi si lamentano non appena li riapre. Sono lucidi e le palpebre tendono a calare visibilmente tutte le volte in cui si sforza di tenerle su. Quel dannato brodo ha fatto effetto, anche per merito di poche cucchiaiate. Si volta, percorrendo il bordo del letto con una mano finché le ginocchia non lo risalgono. Si arrampica a fatica. E dire che ha trascorso gran parte della propria vita a scalare i rami degli alberi più insormontabili.. adesso le risulta difficile perfino guadagnare l'altezza del suo giaciglio. Non si risparmia le parole che seguono, mentre cerca di infilarsi sotto le coperte.. ''Antair sa che sei qui?'' una domanda schietta, che rivela molte più cose di quanto sembri. ''Pensa bene alla tua scelta Holgar, momentanea o meno che sia non voglio che tu rinunci ai tuoi studi per me..'' spiega, gettando la testa sul cuscino. E' esausta. ''Mangia qualcosa, riposati. Io starò bene..''

HOLGAR {{Stanza}}Te lo gusti pienamente quel bacio, sono sempre esperienze uniche i suoi baci, sempre affamati.. In altre circostanze non avresti esitato a percorrerla interamente e andare oltre un bacio, ma come giustamente lei dice, la cerusica non ha prescritto una cura a base di Holgar, anzi ti ha raccomandato di farla riposare e non stancare, e lei, non solo si è alzata mezza nuda, ma ti ha fatto una lavata di testa che non finisce...Tuttavia non sarai tu a metterla a letto, lascerai che lo faccia da sola, che sappia che tu ci sei, ma non intendi strapparle nè la sua indipendenza, nè la sua forza, anzi vuoi aggiungere qualcosa, non togliere o privare..Solo quando si sarà adagiata, o meglio, sarà crollata sul cuscino, ti avvicinerai, sedendoti sulla seggiola che era a poca distanza..La guardi solo quando dice Antair..La conosce, lo capisci dall'uso del nome e non da sinonimi come superiori o altro..per questo rispondi solo dopo..{{Si lo sa, le ho detto che dovevo seguire la donna che amavo, non ha compreso il peso della mia scelta, non capiva perchè non potessi aspettare il tuo ritorno sulle sponde del lago ad Avalon}} faresti un breve riassunto di quell'incontro, ma alla frase successiva scuoteresti la testa, con estrema energia..{{No Serafin, non sbagliare, io non rinuncio per te, ma per me stesso..Ti ricordi cosa mi dicesti alla locanda? Che non potevi essere una moglie, ma che tra noi c'era qualcosa di inspiegabile che non potevi ignorare..}}. Saresti tu, ora ad indicarla, sfiorandole piano i petto un po' come fece lei prima...{{Non sono un uomo da mezza moneta, di quelli che fanno i muscoli e i duri, che trattano le donne come una proprietà, ma non sono un debole, sono una persona sulla quale si può contare..e per la terza volta ti ripeto che voglio restare con te..}} La prenderesti una piccola pausa, ti sembra che abbia freddo ed allora ti alzeresti per prendere un'altra coperta dove ti era stato indicato e getteresti due capaci ciocchi sul fuoco, producono un sacco di scintille...{{Non sono un fuoco che si spegne..}}Continueresti, tornando verso di lei e avvolgendola con un'altra coperta...{{ Forse Edave non ha prescritto una cura a base di Holgar per la febbre, ma forse per l'anima?}} Taci ora sedendoti e incrociando i pugni per adagiarvi sopra il mento, dove la barba risulta un po' più incolta del solito...{{Adesso dormi..Mi trovi qui al tuo risveglio...}}..Quando si addormenterà, lo sai, cercherai la sua mano sotto le coperte e la cingerai....Che non cada nemmeno negli incubi...{{Tu sei la mia Euridice, ti verrei a prendere anche negli Inferi..}}

SERAFIN [Stanza] Le coltri di quel letto sembrano più morbide e avvolgenti di quanto non lo siano realmente.. dev'essere proprio stanca.. eppure si ostina, cerca di rimanere sveglia per non perdere chissà dove le parole di Holgar. Quando si riferisce alla Stella il pensiero di Serafin rincorre l'immagine del loro ultimo incontro. Che Antair abbia perso fiducia nell'amore come lo ha fatto l'Ombra? ''Non la biasimo, non riuscivo a comprenderlo neppure io fino a qualche ora fa..'' mormora, con le labbra impastate di un sonno che tarda a giungere. Si impone di ascoltarlo fino alla fine, combattendo come può contro le palpebre e la forza che minuto dopo minuto le sospinge verso il basso. Ricorda bene quello che gli ha detto e una parte di lei sa che non può controbattere. Si serve delle parole giuste per rassicurarla, anche se non sembra del tutto convinta di quella sua scelta. E' rischiosa, non per lei ma per lui. Se ha davvero intenzione di seguirla anche nell'oltretomba dovrà affilarsi le unghie, o il resto del mondo lo farà su di lui. ''Sei più cocciuto di un mulo, di me e di Edave messi insieme, devo riconoscerlo..'' gracchia, alzando un angolo delle labbra per sorridergli. Cerca di focalizzare l'attenzione sul fuoco ravvivato dal nordico ma tutto ciò che riesce a scorgere per ora è un'ombra rossiccia e indistinta, che si disperde come cenere al vento sotto il suo sguardo.. non appena lui torna nei pressi del letto, lei prende un altro respiro, di quelli lunghi e densi di significato. Solo dopo si decide a parlare ''Prima mi hai detto che nel dormiveglia ho pronunciato un nome: Nathaniel, giusto?'' domanda retorica, che non attende neppure una risposta. L'Ombra nel frattempo si muove dentro il letto, imbozzolata sotto i tanti strati di stoffa che la coprono. Prende di mira il soffitto ancora una volta, come se lì si trovasse una finestra e lei riuscisse a vederci attraverso ''.. si tratta di mio figlio'' ammette, ferma, decisa eppure incredibilmente materna. Sente il nodo alla gola farsi sempre più impellente. Le brucia. E' una fune che le si strozza in bocca, ricoperta da lingue di fuoco e carboni ardenti. Il tono cambia con una rapidità e un'intensità indescrivibili, come se qualcuno avesse preso il suo posto e parlasse per lei ''Ti chiederai dove sia finito e perché sua madre non si trova al suo fianco in questo momento. Per ora sappi solo che è lontano, così lontano da me da rischiare di dimenticare il mio volto non appena chiude gli occhi per andare a dormire.'' deglutisce. Ma sembra serena, innaturalmente controllata ''Ho lasciato la mia anima fra le sue tenere mani e finché io e lui non ci ricongiungeremo, che sia in questa o in un'altra vita, non ho speranze di riaverla indietro'' sentenzia. E' sicura di ciò che dice. Una donna, una madre, certe cose le sente e basta. Non vi è un dolore più grande al mondo di quello provocato dalla separazione di una mamma dal suo bambino. E' come strappare via il futuro, ogni traccia di speranza, dalle mani di un uomo. ''Per il mio cuore, la questione è diversa. Diciamo solo che ci sto lavorando..'' volge la testa nella sua direzione per dedicargli il più sincero dei sorrisi che conosca. Ora sì, deve necessariamente dormire. Chiude gli occhi e inspira forte, accomodandosi meglio sul letto, affondando la testa nel cuscino e piegando il corpo verso Holgar, con le ginocchia alzate e le braccia strette attorno al guanciale. Prima di addormentarsi le sopracciglia disegnano un movimento quasi impercettibile lungo la fronte, come se qualcosa non le tornasse.. ''Euridice? Un giorno mi racconterai una delle tue storie. Voglio conoscere questa gente dai nomi tanto strani..'' e poi, semplicemente, crolla, nel suo mondo costellato da sogni, volti di bambini distanti e, fortunatamente, neppure l'ombra di un incubo. Per una volta tanto la lasceranno in pace.
Holgar
00martedì 23 settembre 2014 11:51
Terza parte che in realtà credo comprenda la fine della degenza di Serafin, lascio sempre ad Edave eventuali precisazioni..

Commento: Una role molto lunga...Circa 12 ore se non di più di gioco...Un bellissimo confronto..
per questo la poesia di questa role la lascio alla fine...A colui che è davvero riuscito a mettere in parole una cosa grande come L'Amore.
Grazie..Perchè l'on deve emozionare..

SERAFIN [Stanza] Quella appena trascorsa è stata, stranamente, una delle notti più serene di sempre, per l'Ombra. Non ricorda di aver mai dormito così tanto in vita sua. I sogni, i pensieri e gli incubi si sono tutti arrestati ad un soffio dalla linea di confine tracciata inconsapevolmente dal proprio corpo, come se quello non volesse ammettere nessun intruso per una volta. Si sente meglio, ma non così tanto da potersi permettere una capatina oltre le mura della torre, per quanto le piacerebbe. Soffre come un animale in gabbia. E' annoiata. E' irrequieta. Un pessimo accoppiamento per una donna del genere. Ha sgraffignato una piuma d'oca e un barattolino d'inchiostro dalla riserva privata di Grant, mentre l'umano ancora sonnecchiava beatamente. Glieli restituirà il prima possibile. Così adesso si ritrova seduta al centro del letto, con le gambe incrociate nascoste da una vestaglia azzurrognola e con il capo chino in direzione del suo diario. Lo sorregge tra le cosce, tenendo aperte le pagine con l'indice e il medio, perché quello non rischi di richiudersi proprio nel momento più inopportuno. Si è portata alcune ciocche di capelli dietro le orecchie, per non farle capitombolare verso il basso, rovinarle la visuale di una pagina ancora immacolata, se non fosse per le gocce d'inchiostro cadute sul foglio. Non riesce a scrivere. L'unica cosa che può fare al momento è inserire la data. Le riserva il suo solito spazio. In alto a destra compare, grazie a qualche movimento del polso, la scritta: 22 Muin, Barrington. Fine. La sua grande ondata di ispirazione termina tutta lì, nello spazio che divide il principio di un numero da una consonante. E dire che ha riempito pagine e pagine di quel dannato libricino con i suoi pensieri. Le missive le ha accumulate sul fondo, tra l'ultimo foglio e la copertina. Il margine di una lettera sbuca da un angolo, richiamando la sua attenzione. La sfila con due dita, mentre il diario si richiude inevitabilmente su se stesso. Quella missiva reca una Y come firma. Le narra della nascita di sua nipote. E' un promemoria vivente del fatto che lei non c'è stata, in quel momento. Sposta gli occhi in direzione della finestra, alzandoli oltre il bordo della missiva. Fuori piove. Ancora.

HOLGAR {{Ingresso stanza }}L'avevi lasciata che dormiva, in realtà non lo avresti mai fatto, ma la scelta l'avevi ponderata quasi a tavolino..E' una donna alla quale servono spazi e questi non vanno invasi, per questo non avevi aspettato che si svegliasse, ma eri uscito di buon mattino..Il barcaiolo che avevi incaricato aveva portato non solo quello che avevi chiesto, ma anche una missiva. L'avevi letta e cacciata dentro una tasca insieme al pennino, poi avevi preso il pacchetto che il barcaiolo, opportunamente pagato, aveva portato, ed eri tornato in torre...Apriresti la stanza, senza bussare invero, perchè potrebbe ancora dormine, sta meglio si, ma ancora prende delle medicine e forse le portano un po' di sonnolenza, ma no..Lei è sveglia ed istantaneo, sul volto, si dipinge un sorriso che non riesci a trattenere. E se Serafin ti guardasse potrebbe notare una cosa strana, hai dei pantaloni che ti arrivano ai polpacci e non lunghi, il perchè è legato al fatto che i tuoi li hai lavati, e questi sono del custode, che non raggiunge minimamente la tua altezza..{{Buongiorno..}} le diresti, richiudendo la porta..Com'è bella anche nel disordine di un poltrire forzato...Ti avvicineresti e abbassandoti, cercheresti di darle un bacio, sulla guancia destra...Mentre lo fai, se il suo raffreddore non è troppo forte, potrebbe sentire un profumo conosciuto, di dolci..Uno in particolare..Quello che tieni in mano è proprio quello che le avevi promesso quando delirava, la crostata di Filippa, pagata un occhio della testa perchè presa a carico da quel barcaiolo che stamattina hai incontrato..{{Tieni..}}La porgeresti...{{Sei così bella...}}Lo sussurri..Serio.

SERAFIN [Stanza] Le servono degli spazi da dedicare soltanto a sé stessa, è vero. Nel caso contrario rischia di soffocare. Sono sempre andate così le cose. C'erano lei, i suoi affetti, e poi quell'angolo privato di solitudine al quale nessuno ha mai fatto accesso, per causa sua. Un mondo privato, necessario quanto le fondamenta di una casa. Senza quelle tutto il resto cadrebbe giù. Sente dei passi in lontananza. Si gira col volto ma lentamente, perché i muscoli ancora lamentano un certo fastidio tutte le volte in cui si muove. Inquadra la porta un istante prima di vederla aprirsi, accogliere la sagoma che le procura un sorriso di fragola sulla bocca. ''Buongiorno..'' mormora piano, con la voce ancora arrochita dal mal di gola. Gli occhi volano subito in direzione dei suoi pantaloni. Troppo corti. O forse sono le sue gambe ad essere troppo lunghe. Questione di punti di vista. A lei vanno bene così. ''Grant te li ha ristretti nel lavaggio?'' domanda con una punta di ironia, alzando un solo sopracciglio e tenendo gli occhi nella stessa direzione, finché l'avanzata di Holgar non la invita a rialzarli entrambi verso il suo volto. Non porge la guancia presa di mira ma nemmeno la nega. Non fa altro che tendere un po' il collo verso sinistra per agevolare i suoi intenti. Le gote si sollevano non appena sente il tocco delle sue labbra sulla pelle di ambra, richiamate verso l'alto da un sorriso spontaneo. No, non riesce a distinguere l'odore dei dolci, ma ha intravisto quel pacco fin dall'inizio. Nell'attimo in cui le viene offerto, infila la missiva dentro il diario, richiudendolo, e lascia affondare la punta della piuma d'oca nel barattolo. Adesso che ha le mani libere, una delle quali si presenta leggermente sporca d'inchiostro, le tende verso l'involucro sorretto da Holgar. Non vi è titubanza nei suoi gesti ma la voce non è altrettanto fortunata e ferma al pari delle mani ''E' per me?'' domanda scontata ma istintiva, che riempie perfettamente il silenzio che già si forma, nell'attesa che lei liberi quel pacco dal suo fodero di carta. Tiene gli occhi bassi mentre lo scarta, ma non si risparmia una smorfia al suono dei suoi complimenti sinceri. Sospira con aria divertita dalla bocca, prima di richiudere la stessa sotto la presa dei denti, che bloccano il labbro inferiore all'interno. Strato dopo strato, libera la crostata dalla sua protezione, ma nel mentre sussurra con enfasi, pronunciando un po' le labbra in avanti ''Vi ringrazio mio caro pescatore, ma vorrei farvi presente che con me i complimenti non attaccano. Dovrete impegnarvi di più se avete intenzione di ricevere davvero le mie attenzioni. Credete che io sia una do... è la crostata di Filippa!'' l'ultima parte la esclama più forte di quanto la gola non le consenta, un po' per la sorpresa e un po' per il fatto che le piace da matti. Si intravede un frammento della bambina che fu nel fondo dei suoi occhi chiari. Labile, debole, ma presente. E mentre quello sfugge il sorriso resta appigliato alle labbra con ostinazione, ora rivolto al nordico assieme ai propri occhi ''Come hai fatto a...'' abbassa di nuovo lo sguardo verso il suo dolce. Ha un aspetto delizioso, come sempre. Le dispiace solo di non poter intercettare altrettanto bene anche il suo profumo. Ma lo immagina, e tanto basta. Sposta attentamente la crostata sul cuscino prima di allungare le braccia dietro il collo di Holgar, tenersi ferma sulle ginocchia per esprimere la gratitudine a modo suo, con un bacio. Casto ma duraturo. Morbido e leggero. Un giorno di questi gli attaccherà una parte dei propri malanni, ne è certa.

HOLGAR {{Stanza}} A quella domanda ironica sui pantaloni, l'orecchio destro, si accende un po', fa una figura migliore il sinistro, il quale mantiene quasi completamente la sua colorazione iniziale...{{No, sono proprio di Messer Grant, i miei li ho lavati...stanno asciugando, o questi o andavo in giro nudo}}. Sorridi sulla scia di quella battuta, mentre noti certamente come lei ripone ciò che stava facendo, ma non poni alcun tipo di domanda, piuttosto ti dedichi a guardarla scartare la crostata...Ti piacciono quei piccoli tratti bambineschi, non li mostra certo spesso, e tu sei quasi certo che siano dedicati a pochissime persone, ma allo stesso tempo, te li godi pienamente, compreso il suo restare senza parole non appena vede cosa c'è dentro..Per un attimo ti senti completamente appagato dal suo sorriso, come se riempisse, in un solo attimo, ogni sfumatura, ogni singola parte di te..Non le rispondi immediatamente, ma ti prendi il bacio, cingendola per un attimo, finchè lei non vorrà tornare seduta e dedicarsi al dolce..Quando lo farà, tu ti siedi, al bordo del letto non sulla seggiola..{{ Ieri ho mandato una missiva con un barcaiolo, gli ho chiesto di tornare con la risposta e la più bella crostata che Filippa avesse, gli ho detto di dire che era per i ragazzi della pioggia...}}. Sorrideresti...E se lei te lo permettesse, ti avvicineresti al suo orecchio destro, è quello che ti offre Ti abbasseresti cogliendola dentro un sussurro..{{ Intendo impegnarmi parecchio...Se me lo permetterai..Anzi..Non appena hai terminato...Voglio raccontarti una storia, ma siccome..Noi parliamo molto con la pelle..}} Lentamente muoveresti la mano destra, e se ci riuscissi, cercheresti di sfiorarle l'addome, con i polpastrelli...Soffermandoti, qualche istante dentro i suoi occhi..{{..Dicevo..}}Continueresti appena riesci a ritrovare la voce..{{Siccome noi parliamo molto con la pelle..Vorrei raccontartela anche con l'uso delle mani..}}Può sembrare un invito malizioso..In realtà...Lo è....

SERAFIN [Stanza] O quelli o andava in giro nudo? A lei non sarebbe dispiaciuto, ma magari alle ragazze a cui avrebbe dovuto cavare gli occhi sì. Non lo da a vedere, ma sa essere gelosa all'occorrenza. E' mediterranea. Ha il fuoco degli italici nelle vene. Ed è anche un animaletto selvaggio. Potrebbe trattarsi di una combinazione esplosiva per qualsiasi uomo. Appoggia i glutei contro i talloni liberando Holgar dalla sua stretta. Poi fa ruotare le gambe oltre il bordo del letto, tenendosi in equilibrio con una mano sola. Si siede, apparentemente composta, sporgendosi per afferrare la sua crostata e piazzarsela sopra le cosce, al posto del diario. Se anche avesse un coltello non lo userebbe. Questione di vecchie abitudini. Insomma, da una che vive sulle cime degli alberi non ci si può aspettare di meglio. Fa semplicemente pressione verso il centro della crostata, invitando una parte a frantumarsi. Rompe un disegno perfetto, portandosi dietro la fetta che ha appena conquistato. Si potrebbe scambiare tranquillamente per una metafora della sua vita. Ovunque vada porta disordine, a dispetto del suo credo. Sorride anche lei alle parole di Holgar, un istante prima di portarsi alla bocca la sua tanto agognata fetta. Sarà per via del raffreddore ma tutti gli altri sensi sembrano incredibilmente amplificati. Avverte il gusto della pastafrolla come se potesse riconoscere l'origine di ogni singolo ingrediente, mescolandolo a quello della marmellata in un connubio di sapori assoluto. Se c'è una cosa che le manca di Avalon, oltre ai suoi affetti, è il buon cibo. Chiude gli occhi, masticando a bocca chiusa con la lentezza di chi ha intenzione di gustarsi tutto, perché si sa, la fretta è la peggior nemica del piacere. Sospira, soddisfatta, simulando quasi un amplesso inaspettato. Quando riapre gli occhi si ritrova già nella direzione ideale per inquadrare il nordico. ''Dovresti assaggiarla anche tu'' gli suggerisce, ripulendosi le labbra con la lingua e portandosi le dita sporche di marmellata sul confine della bocca, una alla volta. Ogni gesto richiama la rappresentazione di un atto sessuale. Che sia volontario o meno resta un mistero. Fatto sta che la linea di separazione fra il cibo e i piaceri carnali sa rendersi estremamente sottile in certi casi, specie ora che le dita del nordico le sfiorano il ventre. Le guarda, e quando riporta gli occhi su di lui quelli sembrano diversi. Sono bagnati da una luce consapevole, che non ha nulla a che vedere con la malattia che l'ha costretta a letto per giorni. Perfino le ciglia che li contornano rasentano il fulcro di una malizia condivisa, come se quella le fosse stata trasmessa al pari della febbre. ''Una storia?'' non vuole una risposta. Quella è più una subdola provocazione che una domanda. E' come a dire: se dobbiamo giocare io ci sto. Gli ultimi residui della febbre non si dimostrano abbastanza forti da stroncarla. D'altronde ha riposato abbastanza. Può permettersi qualche 'passatempo'. ''E va bene..'' mormora, richiudendo la crostata, se lui glielo permettesse, per riporla attentamente sul comodino. La finirà prima di stasera, ne è certa. Successivamente, sposta i piedi verso il fondo del letto, fino a sfiorare la schiena di Holgar, mettendosi comodamente sdraiata, ma su un fianco, sostenuta dall'aiuto di un gomito e della mano che le tiene ferma la testa. Le sono sempre piaciute le storie.

HOLGAR {{Stanza}} Guardarla mangiare ti richiama diverse e distinte sensazioni, da un lato, la piena gioia di vederla in netta fase di ripresa..Ti si era fermato il cuore quella sera, quando l'avevi raccolta in baia..La paura di perderla, si è sposata a pieno con la determinazione che questo no, non doveva accadere..Per questo inizialmente le sorridi e basta, guardandola gustare pienamente il - dolce, ma dall'altro, nell'esatto istante in cui le dita divengono preda della bocca, ben altro si muove, tanto è, che cercheresti una posizione che ti consente di nascondere movimenti incondizionati...Però rimani come ipnotizzato a guardare quelle beatissime dita, finchè il suo verbiare, non ti costringe a modificare la traiettoria dello sguardo e piazzarlo poco più in alto, dove si trovano i suoi occhi..{{Si..}}Balbetteresti un attimo, cercando di rimettere insieme i neuroni dispersi da quella scena decisamente molto..Invitante...Ci vorrebbe qualche secondo buono, una pausa perfettamente identificabile..{{La Storia? Ma si si certo}}Finalmente sei riuscito a coordinare pensiero e parole, nonchè un corretto tono della voce stessa..Ti avvicineresti un po', cercando con una lieve spinta della mano destra sulla sua spalla sinistra, di farla mettere completamente supina e se fossi riuscito, sposteresti la mano sul suo addome, liberandolo, in parte, dalla vestaglia..{{Ti ho detto che tu sei la mia Euridice, ricordi? Ora voglio raccontarti di lei e del suo grande amore..Orfeo..}} Mentre le parli, le dita della mano, comincerebbero, se non respinte a disegnare sulla pelle degli arzigogoli, come se questi rappresentassero l'apertura di una scena, e l'entrata degli attori sul palco..{{ Orfeo è l'emblema stesso dell'Amore secondo me..E' considerato il più grande poeta e cantore Greco, tanto è che Apollo gli regalò la Lira che usava per comporre...Era bello e famoso il nostro Eroe, tutte le fanciulle impazzivano per lui, ma Lui..}} E qui ti fermeresti, cercando i suoi occhi che guardavi a tratti perso nel disegno che stavi aprendo sul suo addome..{{Lui aveva occhi solo per Euridice...}} Ancora un secondo ti soffermi, ti chiamano le sue labbra, tornate rosa come le più belle ciliegie mature e senza pensarci, ti abbasseresti lievemente per gustartele..Un morso lieve non coi denti, solo con le labbra..Fino a sospirare e staccarti..{{Che dicevo?..Ah si Euridice...}}

SERAFIN [Stanza] Il suo balbettare scomposto le strappa più di un sorriso astuto fra le labbra. ''Sì, la storia'' ripete, come per aiutarlo a riguadagnare il suo controllo. Invero, meschina, sta cercando di fare proprio l'esatto contrario. Non lo da a vedere, però, piegandosi alle sue direttive come una scolaretta diligente. Nessuno crederebbe a quella farsa, ma lei si adatta alle sue stesse maschere come se facesse parte della storia che Holgar si prepara a narrarle. A volte assume le sembianze del pubblico e altre quelle della musa che ispira il suo cantastorie. Adagia la schiena contro il lettino, portando le braccia vicine ai fianchi. Le mani arricciano un po' le lenzuola, giocherellando distrattamente con la stoffa. Orfeo. Ecco il nome del primo protagonista. Ha un'accezione familiare, dal momento che Serafin è nata a non molta distanza dalla patria di Giulio Cesare. Euridice. Questo è il nome della controparte femminile. La donna che ha conquistato il cuore di Orfeo, quella che dovrebbe rappresentarla. Si appresta ad ascoltare, bevendo le sue parole con l'attenzione e la curiosità di una bambina ghiotta di racconti e conoscenza. Tiene gli occhi fermi sul suo volto anche quando lui li sposta, concentrandosi sul ventre dell'Ombra. Piano piano quello si lascia scoprire, rivelando una valle ambrata, decorata dalla piccola fossa dell'ombelico. Il resto rimane ancora coperto. Il ventre risponde al suo tocco tendendosi, ma solo per un istante. Passato quello tutto il corpo si rilassa, adattandosi alla melodia che i polpastrelli tratteggiano sulla sua pelle morbida. Tiene le labbra schiuse e il volto leggermente piegato verso destra, affondato nel cuscino che ospita il mare disordinato e scuro dei propri capelli. Bello, famoso, corteggiato da chiunque. Prova ad immaginarselo, attribuendo alla sagoma indefinita di quel poeta il volto di Holgar. Non appena alla pausa seguono le sue parole, lei si morde involontariamente le labbra. Non riesce a tenerle tutte per sé, comunque. Poco dopo un'altra bocca le reclama, avvolgendone la forma piena come se assaggiasse un frutto. Il morso lo distrae. E lei sorride ancora, in silenzio, piegando a malapena gli angoli delle labbra, fino a lasciar intravedere i denti bianchi. ''Euridice'' ripete, carezzando quel nome con una sfumatura dolce e allo stesso tempo maliziosa. Una mano si stacca dal disegno ingarbugliato del lettino per raggiungere il nordico. Scala la sua gamba più vicina con cautela, fermandosi dall'altra parte, su quella porzione di ginocchio rivolta al suo gemello. Poi sfiora il polpaccio scoperto con un'unghia, ma senza fargli male. Ha intenzione di condividere le sensazioni che il suo contatto le provoca, così entrambi potranno dire di aver vissuto quella storia in prima persona. ''Continua'' lo invita, guardandolo dal basso.

HOLGAR {{Stanza}}Si Euridice...Stai per riprendere la storia, ma esattamente nell'istante in cui la tua voce sta ritrovando la strada..Il suo tocco, la reclama a se..Provocando non un uscita di parole chiare, ma un mugolio, impastato...Continua..Si una parola..Ti schiariresti la voce con due colpetti di tosse, questa ricomincerebbe a collaborare, ma al tuo stesso oto giungerebbe leggermente più roca di prima..Colpa degli ormoni che prediligono il concentrarsi su altre zone..più a Sud..Tuttavia continueresti, ricominciando quel gioco di disegni, per ora stai usando una sola mano, ma presto entrambe reclameranno il loro posto in prima fila..{{ Orfeo ed Euridice si sposarono e vissero quell'amore con l'intensità che solo chi ama davvero può avere, hai presente quando ogni cosa compreso mangiare e bere è superflua, perchè l'amore ti affama e ti asseta? Ecco loro si amavano così, ma c'è sempre l'ombra scura, una parte crudele che reclama dei crediti che non sono minimamente concessi...}}Ed è adesso che anche la mano sinistra prenderebbe posto sull'addome di Serafin, scostando ancora un po' la vestaglia e impadronendosi di un altro angolo..Il tono della voce lo modificheresti, tale che somiglierebbe quasi ad un latrato...{{Giunse Aristeo, un altro uomo, che non ebbe rispetto per quell'amore..}}La ranger ora potrebbe percepire due diverse pressioni sull'addome, la destra mano, lieve tocco, la sinistra più pressante, ma senza farle alcun male..{{ Quando Euridice si accorse delle sue attenzioni, scappò..fuggì nella foresta per scampare al suo focoso incedere..Ma fu sfortunata e pestò un serpente, che la morse facendola morire...}} Batte un forte colpo dentro il tuo cuore, mentre ancora alzeresti gli occhi nell'istante in cui la tua mano, che rappresenta la fanciulla, si apre su Serafin, rimanendo ferma..Lasceresti passare qualche attimo, per farle entrare dentro ogni poro quella prima parte..Ancora la tua voce cambierebbe tono e modulazione, tornando più dolce..{{Tu credi che Orfeo si arrese? Credi che si limitò a piangere la donna che amava? No..Lui uso la sua musica, scese fino nell'Ade con la sua Lira e pagò con la musica il traghettatore Caronte, il custode Cerbero e anche i giudici degli Inferi, finchè non si ritrovò a cospetto di coloro che detenevano tutte le anime - immortali....Ade e Persefone..I signori dell'oltretomba..}}Faresti una nuova pausa...Fermando anche il tocco delle tue mano, che rimarrebbero sulla sua pelle...{{Ti piace fin qui?}}.

SERAFIN [Stanza] La sua voce si trasforma. Assume un tono roco, sommesso, come se parlare gli costasse una certa fatica. Lei sa che la causa è tutta dovuta alle attenzioni che la mano gli sta riservando, ma non si ferma. Riprende il viaggio dal punto esatto in cui l'ha interrotto, lasciandogli solo il tempo di un respiro. Disegna dei cerchi ripetuti sopra il suo polpaccio, collegati da quella che sembra una catena, nell'attimo stesso in cui lui narra di quell'unione, come se volesse tracciare sulla sua pelle i simboli che il trasporto vissuto da Orfeo e Euridice le richiama. Hai presente quando l'amore è così forte da far soccombere qualsiasi altra necessità che non sia la pura soddisfazione dei suoi capricci? Sì, Serafin. Ricordi bene cosa significhi amare in quel modo. Non porteresti le cicatrici che porti altrimenti. Quell'amore tanto assurdo e assoluto da lasciarti sveglia la notte e distratta il giorno. Ti dimentichi di mangiare, di bere, di respirare perfino. Vivi in funzione della tua metà come se al mondo non importasse altro. Euridice è una figura che la rappresenta bene, ma fino ad un certo punto. Serafin non sarebbe mai scappata. Non la donna che oggi si presta come tela in favore di quei racconti. Forse la ragazzina di un tempo l'avrebbe fatto, finendo nella trappola del serpente, fino a morire. A pensarci bene è proprio così che sono andate le cose. Ad ogni suo tocco la pelle vibra, come se lo stomaco volesse esprimersi al di sotto. Come se le viscere e il cuore e tutti i muscoli e gli organi si risvegliassero per merito di quelle cinque dita, alle quali ora se ne aggiungono altre, raddoppiando la pena, il piacere e il delirio. Aristeo. Eccolo il nome che aspettava. Sapeva che sarebbe giunto anche senza conoscere la storia. Vi è un Aristeo in ogni racconto. L'ombra scura che rovina il disegno generale. Il respiro della donna diviene più profondo, più intenso, quasi rumoroso, come quello di una belva malata e morente. Poi si spegne, perché lei lo trattiene nell'esatto istante in cui la storia si avviluppa attorno alla morte della bella Euridice. E' una fine che doveva aspettarsi. Tutti gli innamorati finiscono così, prima o poi, a vivere e a perire a causa dell'amore e di tutte le sue inevitabili conseguenze. Ma Orfeo non si da per vinto. Sfida gli inferi pur di riprendersela. Immagina la sua traversata in direzione dell'Ade come se il poeta viaggiasse sulla propria pelle e gli inferi si trovassero sottocute. Le dita, nel frattempo, dal polpaccio risalgono fino a scavarsi una via verso l'interno delle sue cosce, stuzzicando la stoffa dei pantaloni. ''Quante follie è capace di compiere un uomo per amore..'' commenta con la voce bassa e roca, come se fosse dispiaciuta per le sorti dei due protagonisti. ''Ade e Persefone.. tenevano in trappola anche lei?'' domanda, prima di annuire piano, per invitarlo a proseguire il racconto. Non si aspetta un finale felice.

HOLGAR {{ Stanza}}Serafin ha ragione, non c'è un finale felice nella storia di Orfeo ed Euridice. Ma tu non hai intenzione certo di gettare ombre su di voi..Perchè, erroneamente a quel che si crede, un lieto fine...può esserci...Ma prima di continuare, cedi un attimo ai suoi tocchi, alla sua mano, che come a rimarcare un territorio, disegna un complicato insieme di cerchi, che poi, alla lunga divengono la cosa più semplice del mondo...Tanto che sulla sua mano getti anche uno sguardo..Uguale a quello, che rialzandoti, infileresti dentro i suoi occhi..Come a dirle continua è una tortura, ma tu continua...Mentre le tua mani riprenderebbero la terza parte di quel racconto, l'atto finale, l'epilogo..le muoveresti insieme e diametralmente opposte, spostandoti dal centro dal suo ombelico, fino ai fianchi, aumentando o diminuendo l'intensità del tocco, in base al Pathos stesso del racconto. L'avvertiresti la sua pelle rispondere ai tuoi tocchi, come se ad ogni tocco aumentassero le urgenze e l'attesa diventasse insopportabile, almeno è questo, quello che percepisci tu, sotto le sue mani..Per questo riprenderesti a raccontare, ora la voce assomiglia ad una nenia, ma non di quelle statiche, più che altro con un egual tono di fondo, che si abbassa e si alza servo delle parole..{{Orfeo cantò per i Signori dell'Oltretomba, questi si commossero tanto che si disse che per la prima volta..La prima volta Serafin...La Pietas scese negli Inferi...Fu così che ad Orfeo fu concessa una seconda occasione..Avrebbe potuto ricondurre la sua amata nel regno dei vivi..Ma..}}E qui solleveresti la destra mano, ponendo l'indice dinanzi il suo viso..{{Lui l'avrebbe tenuta per mano, ma fino all'uscita non avrebbe dovuto voltarsi indietro..Doveva semplicemente avere fiducia..Aspettare..Ma lui, lui non viveva senza Euridice e commise un grave, gravissimo errore..}}E' a questo punto che le mani, sul suo addome si solleverebbero di scatto, interrompendo ogni contatto...privandola del tocco...{{ Pur non tentennando riguardo il suo amore, non credette che gli Dei potessero rispettarlo come avevano detto e si voltò....Lei morì per la seconda volta tra le sue braccia..Ovidio Scrisse queste parole:''Ed Ella, morendo per la seconda volta, non si lamentò; e di che cosa avrebbe infatti dovuto lagnarsi se non d'essere troppo amata?}} Taci ancora una pausa..Finchè le tue mani, inermi sulle ginocchia, non tornerebbero una sull'addome e l'altra si poserebbe sul suo Cuore...{{ Questa è una tragedia Serafin perchè questo voleva il pubblico greco, qualcosa per cui piangere, non si piangeva per la gioia, erano contemplate solo le lacrime di Dolore, ma ...Qualcuno ha osato sfidare quei canoni, come fece Orfeo, per celebrare quello che è l'amore più grande..E oso dire che Orfeo..Lui si, riuscì a portare la sua Euridice in salvo..}}Sulla scia di quell'ultima parte, torneresti a sfiorare le sue labbra con il dito indice della mano sinistra..{{ Ci è riuscito..}}

SERAFIN [Stanza] L'ha sempre creduto lei, che il lieto fine non fosse abbastanza realistico. Quando capita è perché il narratore concede al lettore quello che vuole sentirsi dire. Gli offre una distrazione da quelli che sono i problemi reali, perché se la gente è triste anche nei libri non tutti potrebbero aver voglia di leggere. Alle persone piace illudersi, volutamente. Preferiscono la menzogna alla cruda realtà pur di non soffrire più di quanto non facciano già. Vogliono credere che i loro amanti preferiti abbiano un futuro roseo e privo di impedimenti. Il classico 'e vissero felici al contenti' al quale non crede mai nessuno. La vita non è mai così. La vita vera fa schifo, per la maggior parte del tempo. Ogni tanto diventa più sopportabile, ma non è mai perfetta come quella dei racconti. Non nel suo mondo. Orfeo si impegna così tanto per trarre in salvo la sua bella, da perdersi in un bicchiere d'acqua. Spreca la sua unica occasione di stringerla ancora, malato di urgenza, di diffidenza, di curiosità. Ecco. La rappresentazione perfetta di un uomo qualsiasi, di un comune mortale incapace di affidarsi completamente alla grazia di qualche dio. Ovidio era uno scrittore furbo, e molto più realistico di tanti altri. Ha dato al suo pubblico ciò che voleva. Un finale strappalacrime. Uno di quelli adatti a deprimersi e a rimuginare sulle tante ingiustizie della vita. Il suo volto al momento non esprime assolutamente nulla. Accoglie il calore di quella mano contro il proprio petto fin quasi a stupirsene. Si era persa nei suoi pensieri per più di qualche istante. Poi le parole riprendono il loro corso. Narrano di qualcuno tanto coraggioso da sfidare lo stesso narratore, fornendo il finale alternativo degno di una fiaba. Così, per il pensiero di alcuni, Orfeo riuscì nella sua impresa, portando Euridice fuori dagli inferi, al sicuro. E' una prospettiva piacevole, alla quale lei risponde con un sorriso smorzato e un sospiro gonfio di parole senza suono. ''Tu credi alla versione felice..'' commenta, tirandosi su col busto, trascinandosi dietro il peso di tutti quei capelli. ''Io credo che agli dei non importi un fico secco delle nostre disgrazie. Che Euridice avrebbe dovuto essere più scaltra. E che Orfeo avrebbe dovuto mettere a tacere Aristeo per sempre. E' questo l'unico modo per sopravvivere.'' c'è sicurezza nel suo tono, per quanto basso e debole possa sembrare ''Costruiremo la nostra storia da soli, baciati dal fuoco eterno degli inferi. Che gli dei ci maledicano pure per questo..'' verseggia, accarezzando i capelli del nordico con voluta distrazione. Si concentra sui suoi occhi chiari. Non faranno la fine di Orfeo e Euridice.

VARINIEL [Esterno - H]Veste abiti comuni.Una camicia bianca e pantaloni scuri.Indossa il vello d'animale,che gli ricopre le spalle.Affisso ad esso vi è l'effige che lo identifica quale Governatore.Come abitudine vuole,porta con se il pugnale nello stivale dx,nascosto,insieme a pugnali da lancio legati dietro la schiena,all'altezza dei reni.Infine il tirapugni,in una tasca interna del mantello. Ha smesso di piovere.Strano,o forse meglio.Si era quasi abituato a quel clima tempestoso,non che gli dispiaccia sinceramente.Giunto innanzi al portone della torre che ha ospitato gli arcani,busserà 3 volte,in modo risoluto,sicchè possano udirlo senza problemi.

EDAVE (atrio) Mattinata lunga per il Decano che starebbe ora scendendo le scale, ha deciso che serafin si deve alzare dal letto, che la sua degenza distesa in quella stanza deve porre fine. ha già intenzione di spaventare lei e bocca di trota con una entrata a effetto e avrebbe già preparato l'occorrente per rendere il tutto possibile. Del sangue in un vasetto, sangue di manzo che avrebbe intenzione di spargersi sul volto per fare poi il suo ingresso e vedere la reazione soprattutto di faccia di trota, a quella sua idea malsana. Sta passando troppo tempo in sala mortuaria e si vede. Ma non riesce a mettere in atto il suo diabolico piano, proprio mentre sta per aprire la boccetta tre tocchi decisi risuonano dal portone. Una espressione che si rabbuia come quella di una ragazzina colta in fragrante, uno sbuffo, la boccetta con il sangue che scivola nella sua tasca, il volto che ritorna serio e professionale aprendo il portone e facendo cenno a Grant di lasciar perdere che ci avrebbe pensato lei. Incredibilmente oggi non piove e appena i suoi occhi faranno capolino all'esterno sarà l'imponente e ingombrante sagoma di Variniel a coprirle l'orizzonte. In fin dei conti è padrone di casa li e quindi è normale che si presenti alla loro porta, non le pare di primo acchito che sia malato (percepire equilibrio 3) ma non si sa mai, speriamo solo che Dodaux gli abbia pagato l'affitto. *Dia Abar et mentis vivacitatem* direbbe scostandosi per fargli cenno di entrare *Cosa vi porta in questa casa?*.

HOLGAR {{Stanza}}Ignori bellamente che il Governatore è alla porta ed anche che Edave aveva in mente scherzi piuttosto strani, semplicemente ora per te esiste solo lei...{{Io credo che l'uomo è artefice indiscusso del proprio destino...Che Se dovessi attraversare gli inferi, io in noi avrei fiducia e che se alla fine divenissero proprio quelli la nostra casa, mi adatterei..}} saresti serissimo nel tuo dire..Poggiandole un bacio sulle labbra..{{ Adesso però alzati..La torre è riscaldata e vorrei tu camminassi un po'..}}..In realtà a dirla tutta, avevi in mente altro, visto anche come la pelle risponde alla pelle, ma sei quasi certo di poter resistere, almeno fino a che cali la notte, a qualunque pulsione e che lei necessiti più di muoversi che non di essere costretta a letto...nell'alzarti le prenderesti una vestaglia decisamente più adatta a mostrarsi fuori da una stanza..Nordico si, ma il fuco c'è...

SERAFIN [Stanza] ''Ma noi siamo già negli inferi Holgar. Sono solo più piacevoli del previsto'' questa città assomiglia sempre più al regno di Ade, dopotutto. Annuisce piano al suono di quella proposta. Ha voglia e necessità di sgranchirsi le gambe dall'esatto istante in cui è finita in questo letto. I piedi nudi scivolano sul pavimento lucido, carichi della grazia e dell'indulgenza di un felino non proprio in forma, ma abbastanza volenteroso da abbandonare la sua tana soffocante. Ormai questa stanza è satura del suo profumo, mescolato agli odori di erbe e medicinali. Le piacerebbe un po' d'aria fresca, anche se sa che Edave non le permetterebbe mai di mettere piede fuori dalla torre. Non ancora. Alza gli occhi in direzione del soffitto in risposta alle premure del nordico, senza risparmiargli un sorriso rassegnato. ''Ma chi vuoi che mi veda? Grant? Conosce più centimetri del mio corpo di te..'' lo provoca sfacciatamente, dandogli le spalle per farsi mettere la vestaglia. Alla fine cede, se questo servirà a farlo stare tranquillo, incamminandosi successivamente in direzione dell'uscita. Le pare di aver avvertito qualche rumore, ma non può esserne del tutto certa.

VARINIEL [Torre - H]Dopo aver ricambiato il saluto con un cenno del capo e mezzo sorriso,il lupo lascia le nebbie,addentrandosi nella torre.''Ben trovata Edave.Sono qui in visita.''Ritrae il cappuccio mostrando il volto.Si guarda un attimo intorno,notando che non è poi cambiato molto rispetto a quando gli arcani abitavano il luogo.''Ero curioso di sapere come stavate...e a che punto sono i lavori di ristrutturazione al sanitarium.''L'espressione è seria,ma per chissà quale ragione misteriosa.I progetti e gli affari del governo occupano perennemente un posto nella sua mente,stimolando in vari sensi la sua anima oscura.

EDAVE (atrio) La porta si richiude alla spalle di lui, un sorriso freddo...che sia giunto il tempo e che il Governatore stia cercando un modo gentile per sbatterli fuori di qui? Un sorriso ammaliante sarà quello che colorerà il suo volto prima di volgersi verso di lui *La fase di demolizione è praticamente terminata, se passate li innanzi troverete solo ed esclusivamente le pareti che in questi giorni saranno abbattute, mi ha assicurato l'architectus di aver già contattato varie persone che si sono rese disponibili ad aiutarci* e gli farebbe cenno di seguirla *se desiderate ci siederemo in cucina, forse la vostra posizione mi obbligherebbe ad accompagnarvi alla sala comune ma credo che non vi lamenterete dinanzi a del buon vino, avete fame?* divaga solo un attimo incamminandosi verso il corridoio della cucina, lo stesso dove sulla destra vi è la sala degenze che ospita Serafin e bussando al suo passaggio mentre la sua voce si alza solo di un tono per farsi sentire *Non intendo portarti il pranzo a letto di nuovo serafin, esci e vieni in cucina* un ordine preciso anche se velato di gentilezza volgendosi a Variniel *I materiali sono stati tutti acquistati, credo che in un paio di mesi da quando inizieremo a scavare le fondamenta saremo pronti al traslocco* e giunta innanzi alla cucina piccola ma ordinata gli farebbe cenno di accomodarsi come se fosse uno dei luoghi più regali che conosca. Una bella sedia rossa comoda sarà lo scranno di Variniel, con le gambe sotto un tavolo pieno di cibo e di cose da bere. Sono rustici in quella casa e lui ormai lo dovrebbe sapere..nessun onore regale per nessuno ma solo rispetto per tutti.

HOLGAR {{Corridoio}}Te la ridi a quella battuta..Ma per essere certi...{{E' una battuta vero?}}Le sorridi mentre apri la porta e lasceresti a Lei il primo passo..{{Non fare quella faccia, sono un gentiluomo..}} Continueresti sulla scia di quella simpatica effige di scherzo che si è creata, ed uscendo, aprendo la porta, non dovresti faticare a sentire qualche parola..Ti parrebbero due voci una, quella del Decano, parla di traslochi e lavori..{{ Mi sa che Lady Edave ha visite..}}le diresti, non ben certo che voglia essere disturbata, tuttavia, ti pare chiaro che le voci giungono dalla cucina, e penseresti che se fosse un incontro privato, Ella probabilmente non avrebbe ricevuto in cucina..{{Sai mi interessa la questione ristrutturazione...Potrei..Non so..Fare quello..}} la guarderesti mentre le dici ciò, seguendo quella idea che già le avevi manifestato, lasciare la congrega per stabilirsi dove lei avrebbe voluto...Se non ti fermasse, probabilmente è proprio verso la cucina che vi stareste muovendo..{{Hai fatto bene a mettere la vestaglia..}}Lo segna quel gol, come se fosse stata un'idea dell'Ombra stessa..Un sorrisetto sornione ti accompagna.

SERAFIN [Stanza/Corridoio] ''Certo che lo è'' mente. Lo fa spesso e bene. Ma stavolta non ha bisogno di mascherare alcuna espressione dal momento che tiene il volto a distanza dai suoi occhi. Cerca di lisciarsi le pieghe della veste, fingendo anche stavolta. L'apparenza non ha mai contato troppo per lei. In ogni caso, ha vissuto talmente a lungo in questa torre e conosce gli ospitalieri da così tanto tempo che pare del tutto plausibile l'idea secondo la quale Grant l'ha vista in ogni genere di mise. L'ha conosciuta nei panni di Serafin e perfino in quelli di Cassandra. All'epoca era solo una ragazzina. Il guardiano potrebbe essere scambiato tranquillamente per suo padre. Uno prestante, ma pur sempre tale. Il suono delle nocche che percuotono la porta la ridesta ad un soffio dall'uscio, costringendola ad alzare il nasino. Scrolla la testa, trattenendo a stento un sorriso obliquo ''Come vuoi mammina'' ribatte a voce alta, un attimo prima di rigettare lo sguardo sul fondo del corridoio, laddove scorge chiaramente due figure. La cara Edave ha visite. Non può minimamente immaginarsi che si tratti proprio del governatore della città. Si incammina a sua volta verso le cucine, prestando attenzione al tragitto e alle parole di Holgar, che con pochi passi supera ''Perché no? Sarebbe una bella visione. Muscoli bagnati. Il sogno erotico di qualsiasi fanciulla perbene'' lei non rientra affatto in quest'ultima categoria. Mantiene il sorriso, dirigendosi verso la sua meta. Conosce la strada a memoria. Potrebbe percorrerla anche ad occhi chiusi.

VARINIEL [Cucine - H]Segue in silenzio Edave.Annuisce senza rendersi ancora conto della presenza di altre due persone dietro di loro.''Me ne compiaccio.''Replica,riferendosi ai lavori.Prenderà infine posto,slacciandosi il mantello e poggiandolo sullo schienale della sedia.''E' comoda questa torre per i vostri pazienti?Avete trovato qualcosa che apparteneva ai vecchi inquilini?''Parla,e lo fa senza smettere di seguire con lo sguardo la Decana.''Tomi?Pergamene?''Comincerà a picchiettare le dita sul tavolo.Non mostra nervosismo,semplicemente quel gesto e quel suono composto e ritmico lo rilassa.

EDAVE (cucina) Per ora non si preoccupa dei due, serve a Variniel il miglior vino rosso della casa passandogli l'anfora perchè abbia l'onore di aprirla e sedendosi esattamente innanzi a lui *Abbiamo scandagliato da cima a fondo questa torre non è rimasto nulla se non qualche vecchia cartaccia ammuffita, hanno portato via tutto ma se reputate di voler mandare qualcuno che indaghi in modo più approfondito sapete che le porte sono aperte* sorride preparando i calici per loro e di fianco due posti con dei piatti per i due che giungeranno a breve. Osserva il mannaro il Decano ne studia i tratti, i lineamenti, i modi di fare, le parole (emaptia 2) ma non le è chiaro se si riferisca a qualcosa di specifico o semplicemente a qualcosa di indefinito *Cercavate qualcosa in particolare variniel* e lascerebbe che il suo sguardo vaghi su di lui deciso *come sempre a disposizione lo sapete*.

HOLGAR {{Ingresso cucina}}Probabilmente anche tu vedresti Edave entrare, ma chi fosse con lei non lo noteresti finchè la tua figura non si staglia sulla porta della cucina stessa..Che lui sia il governatore lo comprenderesti immediato dalle effigi che sono in vista...Celeresti la sorpresa e indubbiamente anche un timore, abbassando la testa in segno di riverenziale saluto..{{Milord..Milady Scusate..disturbiamo?}} Ora soltanto alzeresti nuovamente lo sguardo, senza in alcun modo cercare Serafin e cercando di non mostrare, nei gesti e nel tono di voce, nulla che possa sembrare timore, se non di carattere rispettoso..Al momento però sceglieresti di non aggiungere altro, attendendo di comprendere se è necessario un congedo, o meno..Tuttavia le parole di Edave, le ultime le avevi udite pienamente ...

SERAFIN [Cucina] E alla fine si presentano anche loro, stagliati sulla soglia di una cucina troppo piccola per quattro, specialmente se si prendono in considerazione le stazze dei due uomini, ma abbastanza accogliente da non infastidirla come lo sarebbe in uno spazio ristretto. Per prima cosa sofferma lo sguardo su Edave, salutandola con un sorriso eloquente, da amica e da paziente dispettosa. Avverte l'esordio di Holgar posizionato al proprio fianco sinistro. Fin troppo diplomatico e decisamente più educato di quella piccola selvaggia. Gli occhi decidono di indagare il resto solo in seguito, soffermandosi sul volto dell'uomo ben piazzato seduto dall'altra parte del tavolo. Se anche non avesse visto le sue effigi avrebbe intuito da sola ciò che c'era da intuire. Sono tutti divenuti improvvisamente formali e bendisposti, come se quella presenza incutesse un certo riguardo a prima vista. ''Mare asperum'' e detto questo attende solo una conferma da parte di Edave per prendere posto. Conosce già la risposta ma non le mancherebbe mai di rispetto. Questa è sempre casa sua, momentanea o meno che sia. Nel caso in cui dovesse rispondere esattamente alle sue aspettative, prenderebbe posto al tavolo già apparecchiato. Non ha bisogno di mettersi a fiutare i dintorni per capire che una parte di Holgar dev'essere a disagio. Un sorriso. E' tutto ciò che gli riserva per comunicargli ciò che a parole non potrebbe esprimere.

VARINIEL [Cucine - H]Quando i due varcano la soglia della cucina,il lycan dona loro uno sguardo attento.Forse la donna l'ha già incontrata da qualche parte,ma proprio ora non gli rammenta nulla.Un cenno col capo in segno di saluto verso Holgar prima,e Serafin poi.Una delle cose che noterà subito sarà la mole dell'umano,che si,le sue maniere appaiono in netto contrasto con l'eventuale forza fisica che sicuramente sarebbe in grado di esprimere,se volesse.Un bacchettone quindi,o un nerd,come qualcuno lo additerebbe in futuro.''Sono tentato Edave,sono sincero,ma i tempi sono cambiati e non voglio forzare le cose.''Replica all'ultima frase del Decano.Provvederà in seguito a versare del vino in quattro calici,porgendoli ai nuovi giunti,in attesa che li accettino.Mentre versa il liquido, poserà nuovamente lo sguardo sul viso di Serafin.Occhi azzurri e capelli castani sono le due cose che predilige in una donna,seppur si sia in passato trattenuto anche con donne dalle fisionomia diversa.''Voglio incontrare la Suprema,e anche se non lo è più,voglio incontrarla lo stesso.Devo parlare con lei,di persona.''Conclude.

EDAVE (cucina) Entrano i due e se ne rende conto dallo spostamento degli occhi di Variniel che poi si posano su Serafin, un sogghigno leggendovi quello che probabilmente Holgar non vorrebbe (empatia 2), una piacevolezza legata alla bellezza della donna *Posso parlare con Alexandra se volete aprire un canale in tal senso e farvi invitare alla torre* lascerebbe che il discorso sugli arcani per ora cada volgendosi con un sorriso *Serafin, Holgar* e farebbe loro cenno di accettare il vino e di sedersi *Vi presento Variniel* al momento presentandolo senza titolo ma poi aggiungendo, non per reverenza ma per ovvietà *Governatore di questa cittadina* e poi volgendosi a lui Serafin è una amica di lunga data, è arrivata qui in preda ad una febbre da cavallo per aver deciso il momento peggiore per traghettare da una parte all'altra e venire a farmi visita e lui...*stava quasi per chiamarlo faccia di trota ma immediatamente mistificherebbe il tono irrisorio e il sorrisetto molesto sul volto (soptterfugio 2) con una espressione di serietà assoluta *è Holgar un pescatore erudito* e si alzerebbe per servire a tutti il pranzo e mettendo innanzi a ciascuno un piatto di zuppa al cinghiale fumante belal calda e un tozzo di pane *Come sapete variniel questo è un refugium peccatorum e accogliamo tutti*. un sogghigno sollevando appena le spalle senza mai perdere attenzione a ciò che accade, non pensa che il governatore sia li solo per incontrare alexandra. noon ha bisogno degli ospitalieri per farlo, così come non pensa che sia li solo per sapere se vi siano carte degli arcani nella torre (empatia 2) ma ancora non ha ben inquadrato la situazione.

HOLGAR {{Cucina}}Lo sguardo che il governatore dedica a Serafin, per fortuna, te lo perdi, come sei grato quasi di non conoscere il concetto di bacchettone che Variniel ti riserva...Se essere educati e non spocchiosi è essere codesto bacchettone, a te sta anche bene, ma per il momento, ignorando la cosa, scosteresti la sedia per far sedere prima l'Ombra e poi prendere posto anche tu tutto ciò a rafforzare quel concetto di nerd molto carino...{{Grazie..}} Diresti piano, senza interrompere il flusso del discorso che i due stanno seguendo, certo la parola suprema e il nome Alexandra, per te cozzano, anche se per te cozza pure suprema eventualmente legato ad Antair..Ma per bella mostra...Non presteresti molta attenzione a quella parte di discorso..Piuttosto attenderesti che vi sia una pausa tra un discorso e l'altro, per porre una domanda a colei che ti da della Trota da giorni..{{perdonate Lady Edave, ma in questo cantiere vi serve una mano?}} L'idea di posare libri e dedicarti a faccende manuali prende sempre più campo....

SERAFIN [Cucina] Un volto come quello del mannaro si dimentica difficilmente, ma forse sono trascorse troppe lune. Troppe vite da tenere in conto. Si scrolla di dosso quella sensazione familiare nell'esatto istante in cui fa sua la sedia, accavallando le gambe sotto il tavolo. La fiumana di parole che scorre tra governatore e Decano non sembra tangerla o disturbarla minimamente. Si concentra sul suo profumatissimo tozzo di pane alle noci, staccandone una parte con le dita per portarsela alla bocca. Non è avvezza ai manierismi da tavola. Tiene gli occhi incollati al volto di Edave e successivamente alla zuppa che le piazzano sotto il naso. Ha un odore forte. Estremamente selvatico. La annusa da lontano prima di chiedere ''Hai aggiustato e alterato anche questa?'' non dice 'drogato', ma è proprio ciò che intende quando si rivolge al Decano, nella trasparenza di un sorrisetto vispo. ''Variniel. Certo. Ho sentito parlare spesso di voi..'' avrebbe dovuto anteporre un titolo o un riconoscimento prima del nome, probabilmente, ma non pecca di rispetto per pura volontà. Tant'è che allunga il calice con aria bendisposta, ma mai truccata, tenendo lo sguardo fermo sul bicchiere fino all'ultimo istante. A differenza di Holgar sente il peso di quegli occhi addosso. Le donne, sia quelle sciocche che quelle furbe, certe cose le intuiscono sempre. Lascia che le versi il vino e in quel momento le ciglia si aprono come corolle sui margini della propria curiosità. O indiscrezione, a seconda dei punti di vista. Tiene gli zaffiri fermi sullo sguardo eloquente del mannaro per ricambiarlo a modo suo, sfacciata come al solito. Ma non interviene mai, non verbalmente. Lei c'entra poco in quelle loro disquisizioni. Torna a concentrarsi sulla sua zuppa di cinghiale e il mondo riprende a viaggiare nel verso giusto. Le scappa un sorriso obliquo ma non è chiara la destinazione. Ha soltanto fame per il momento.

VARINIEL [Cucine - H]In silenzio,lascerà che Edave serva i pasti,poi,con estrema lentezza,sposterà il suo verso Serafin,avvicinandolo ad essa.''Ti ringrazio Edave,ma non mangio mai in questo momento della giornata.Lasciate che questa ragazza guarisca dai suoi malanni.''Abbozza un sorriso,prima di tornare con lo sguardo sul Decano.''Ad ogni modo,non mi riferivo ad Alexandra.Parlavo di Antair.'' Percependo poi lo sguardo di Serafin,alzerà il calice di vino a mezz'aria,abbozzando un brindisi.''Piacere mio signori.''Saggerà il vino,continuando a guardare la giovane ranger attraverso il vetro del calice.''Stavo pensando ser Holgar..che non vi ho mai visto al molo.Siete nuovo?Ditemi..si pesca bene in queste acque?''.

EDAVE (cucina) Perchè non aveva proprio pensato ad Antair? Perchè è sepolta nella sua memoria e per quanto la riguarda morta e sepolta. Non lascerà che il disappunto traspaia dal suo volto, non permetterà che nulla di ciò che pensa in quel momento esca dalla sua testa e si limiterà ad un sorriso (sotterfugio 2) portandosi il boccale alle labbra e lasciando che il vino scorra prima di parlare e rispondendo prima che Holgar parli dei suoi pesci *E' come chiedere la luna nel secchio e lo sapete variniel, non si hanno notizie di lei da quando se ne è andata e si sa solo che è ad avalon, avete mai pensato alla torre delle adunanze e a proporle un incontro direttamente senza passare per intermediari? magari potrebbe stupirvi presentandosi* e lo osserverebbe ora *se mi aveste chiesto di incontrare un orco penso che sarebbe stato più semplice* sciolto il suo parlare, sciolto e composto, vibrano i toni dell'eloquenza in quelle corde che ora risuonano nella cucina. Lo guardo non si sposta da Variniel nemmeno fossero soli (diplomazia 3) e si piegherà in avanti posando il calice e i gomiti osservandolo *Questa ragazza è sulla via della guarigione* e solo ora sposterebbe lo sguardo su Serafin mantenendolo freddo per poi aggiungere *Vedremo ma non credo che ci riuscirò, non penso di essere nelle grazie della Suprema* e terminerebbe il suo loquire immergendosi di nuovo nell'alcool.

HOLGAR {{Cucina}}Il nome di Antair si perde nello sguardo che adesso, purtroppo vedi, la cosa non ti piace e purtroppo la devi anche cacciare giù. Per fortuna le parole di Edave, che fermano le tue, hanno il potere di darti quel tempo necessario a recuperare un controllo di te stesso e di spostare lo sguardo verso il profilo sinistro di Serafin...Porta pazianza Holgar, sembrerebbero ricordarti buoni propositi da seguire..Sospiri internamente...Per concentrarti sulla domanda e la risposta..{{In realtà Milord sono qui da molto poco, pescavo nel mio paese, sono Finlandese...Qui sono ancora in cerca di una strada..Per questo chiedevo del Sanitarium...}}Sposteresti nuovamente lo sguardo su Edave, che intanto abbozza una teoria su una torre che non hai nemmeno idea di dove si trovi...E per una volta pure le orecchie collaborano, rimanendo del loro colore e non tendendo la carminio..Lo guarderesti...Se lui stesse guardando te...

SERAFIN [Cucina] Si arma di un cucchiaio. Non conosce le buone maniere, ma non fino a questo punto. Comincia a consumare il suo pasto in silenzio, masticando la carne di cinghiale con gusto, ora che alcuni sensi sono stati affinati dalla febbre. Quando le passerà del tutto ogni cosa tornerà nella norma, dalla temperatura al colore delle sue gote, ora scarlatte come mele mature. Fortuna che ha la pelle ambrata. Le sfumature insolite di quella tela non si dovrebbero notare molto. Nel caso contrario chiunque avrebbe potuto scambiarla per una giovane vergine preda dell'imbarazzo, magari dovuto agli sguardi del mannaro. Totalmente improbabile. Basta sbirciare sul fondo dei suoi occhi chiari per capire che non è così che stanno le cose. L'argomento del giorno riguarda Antair, tanto per cambiare. Sono tutti terribilmente interessati a questi arcani e al loro increscioso atteggiamento nei riguardi del governo di Barrington. Tranne lei. Non esprime alcuna opinione a riguardo, alternando bocconi di pane a cucchiaiate di zuppa, come se fosse presente e distante allo stesso tempo. Sente anche lo sguardo di Holgar, il suo fastidio pungente farsi strada in quello spazio ristretto che li divide fino a snudarsi su uno dei suoi fianchi. Afferra il calice e lo solleva per rispondere al brindisi del governatore, tenendo il calice fermo tra le mani e i gomiti sul tavolo anche dopo aver bevuto. Poi si parla di pesci. E qui il discorso diviene spinoso, almeno per coloro che sanno. La spiegazione di Holgar non fa una piega. Lei non batte ciglio. Più eloquenti di tutte quelle parole sono gli occhi persistenti del mannaro che la fronteggia. I pensieri impudichi volano dall'altra parte del tavolo come se quello sguardo potesse parlare. Interviene solo alla fine. ''Intendi dire che potrò uscire dalla torre presto?'' si rivolge a Edave, intercettando il suo sguardo freddo. Non è da lei.

VARINIEL [Cucine - H]La sua attenzione è ora rivolta a Holgar.Posa il suo nero e profondo sguardo su di lui.''Perdonatemi allora,ho frainteso.Sono sicuro che un paio di braccia forti come le vostre possano fare al caso dei lavori al sanitarium.''L'espressione è seria,ma solo perche ora si concentrerà sul suo vino,mandandolo giu lentamente,donando un altra fugace occhiata a Serafin,attraverso il calice con le pareti bombate e bagnate dal liquido rosso che tanto gli ricordano il sangue delle sue prede.E si,se quegli sguardi potessero parlare,urlerebbero a squarcia gola l'immensa voglia di voler possedere quella donna.La fisionomia di quel viso lo eccita quasi.Il taglio degli occhi e le labbra di lei,tormenteranno di sicuro i suoi sogni.Infine,donerà nuovamente l'attenzione al Decano. ''Non ti chiederò di incontrare Antair,non voglio che tu ti faccia carico di simili situazioni,ma se questo è anche tuo desio,allora non mi permetterò di ostacolarti.''manda giu l'ultimo sorso di vino,svuotando il calice.''La natura ci ha donato due gambe.Non perchè debba essere sempre io a scomodarmi per dei crucci incomprensibili.Non servirà nessuna torre delle adunanze. Attenderò la Suprema nel mio palazzo,come sempre,nell'attesa di parlare con lei,come ho sempre voluto fare fin dall'inizio.''Fa una pausa.''L'esilio che ho rpedisposto verso gli Arcani è dipeso proprio dall'atteggiamento riluttante e arrogante di Antair.Se avesse sin da subito accettato il mio invito,lei e i soi sottoposti sarebbero ancora liberi di camminare in questa città.'’ Le parole del lupo sono forti,ma il tono della sua voce resta calmo,quasi impassibile.''E invece,se dovessi ora incrociare il passo di uno di loro,non esiterei a cacciarlo all'istante,ma non per colpe sue,bensì,come ho spiegato,per colpa della loro Suprema.''.

EDAVE (cucina) Lo sguardo si sposat insistentemente da Variniel, a Serafin a Holgar, nulla sfugge all'occhio allenato del Decano e spesso ciò che le parole non dicono sono le espressioni a farlo, i modi di muovere le mani, i colori che salgono alle guance, il ritmo del respiro che cambia (empatia 2) e non dovrebbe esserle difficile capire che Holgar sia imbarazzato dalle parole di Variniel e anche dagli sguardi che molli passano sul volto di Serafin, che Serafin sia curiosa di quella situazione e che Variniel sia lucido in ciò che pensa e dice. Un sorriso dietro il bicchiere portandolo nuovamente alle labbra *Vedremo di raccogliere sta luna* sarebbero le sue semplici e laconiche parole di risposta in cui si nasconderà il suo desiderio di mettersi alla prova per capire cosa frulli nella testa di Antair. Nulla traspare da quel volto che fa del nord il suo baluardo (sangue freddo 3) ne determinazione, ne paura ne ironica della sorta, nulla di nulla se non ciò che lei stessa vorrà mostrare a loro così come sarà complesso cogliere i significati celati oltre le sue parole (sotterfugio 2) *Sei ben accetto Holgar per i lavori di ristruturazione, ti presenterò a Almarth l'architetto, non sia mai che tu ti appassioni e magari che possa prenderti a bottega* un sorriso verso serafin *da stasera stessa potrai uscire di qui signorinella, vedi di non sciuparti e di coprirti, è freddo e se starai ancora male non mancherò di drogare di nuovo* si lei chiama le cose con il loro nome in questo momento *ciò che mangi e bevi* e solleverebbe appena il calice verso di loro *avete incontrato una tal lorasys?* domanda rivolta a Variniel *mi sembrava che potesse fare al caso vostro e che avrebbe potuto esservi utile, spero di non aver sbagliato* e riempirebbe di nuovo il suo boccale e quelli vuoti degli altri se ve ne fossero. Meglio affogare nell'alcol certe idee malsane.

HOLGAR {{Cucina}} Sei indubbiamente meno sottile di Edave, ma sei uomo anche tu, e gli sguardi di Variniel sono chiari come l'acqua cristallina di una pura fonte...Dovresti quasi esserne lusingato, in fondo, se tu fossi al posto del Governatore, magari in maniera meno...meno insomma, dedicheresti gli stessi sguardi, tuttavia non riesci a modulare bene indifferenza e la cosa, potrebbe anche essere palesata da un serrare di mascelle e dal colore che prendono le orecchie, non di imbarazzo questa volta...E' il governatore, non mancherai di rispetto, ma la cosa non ti piace...Tuttavia, nonostante quel palese momento, non potrai non prestare attenzione alla questione arcani, la storia la conosci, ma in parte, non conosci retroscena e fatti salienti, qualcosa ti dice che non saresti propriamente cacciato, ma faresti una qualche diversa fine..La cosa si risolverà presto comunque..{{Si grazie Milady, mi piacerebbe molto..}}Dovresti apparire sincero in quel dire, perchè è realmente una cosa che desideri....Quel calice lo alzeresti anche tu, celando in un sorso un fiume di pensieri.

SERAFIN [Cucina] L'ombra osserva i presenti come se potesse guardarli attraverso una lente di ingrandimento. Sarebbe meglio dire che fiuta le loro reazioni, cercando di interpretarle a modo suo. Sono tutti e tre estremamente diversi, maschere di una commedia che la qualifica come unica spettatrice. Edave cela qualsiasi cosa dietro un velo di impassibilità tipico di tutti i nordici. Pur sforzandosi non riuscirebbe mai a cogliere i suoi pensieri, nemmeno col rapporto che hanno. Sa solo che quella non è la donna che Serafin conosce. Sta interpretando un ruolo, nulla di più. Almeno fino a che non torna a rivolgersi alla rangers, bacchettandola come la migliore sorella maggiore che si possa desiderare ''Stasera? Accidenti, ne approfitterò per fare baldoria'' non lo intende davvero. Ecco perché arriccia la punta del naso con aria dispettosa, mordicchiandosi le labbra un istante prima di buttar giù altro vino. E' quando il calice torna alla stessa altezza delle labbra che gli occhi tornano sul governatore. Le sue doti di diplomatico sono a dir poco invidiabili. Non mette in dubbio il fatto che, se sapesse la verità riguardo Holgar, non sarebbe altrettanto pacato come si è dimostrato fino a questo momento. Di certo non ha sviluppato tutta la massa muscolare che possiede a forza di parlare. Quegli occhi cercano di metterla a nudo una volta di più, ricambiati dal riflesso consapevole dei propri zaffiri affilati, quelli che un istante dopo carezzano il profilo del nordico. Si sta trattenendo. Lo intuisce benissimo. La lingua gioca all'interno della bocca, bloccandosi sotto la presa leggera dei denti come se stesse ponderando una scelta. Semmai dovesse alzare una mano per toccarlo non farebbe altro che provocargli un rossore di troppo all'altezza delle orecchie. Dunque si affida ad un'altra via, quella verbale. E' circondata da tanti ottimi esempi, non dovrebbe riuscirle difficile ''Potrebbe essere il lavoro dei tuoi sogni'' commenta, con la voce ancora arrochita dal mal di gola ma sufficientemente melodica da riuscire a placare anche gli spiriti più irrequieti, se necessario [Verbo del mare liv.3] Sorregge ancora il calice fra le mani, accettando di buon grado il vino che Edave le versa. Basterebbe poco a tagliare quell'atmosfera in due, ma lei è serena come l'acqua di un fiume che segue il suo corso.

VARINIEL [Cucine - H]E' il momento di andarsene,e il lupo si erge,mostrando tutta la sua mole,seppur piu basso di almeno 20 cm rispetto a Holgar.''Si,Lorasys potrebbe fare al caso nostro.''Replica verso edave.''Ti ringrazio del vino e dell'ospitalità.e' bene che io vada adesso.''Un ultima occhiata di ringraziamento verso il Decano,prima di raccogliere il mantello blu e coprirsi.''Ser Holgar..'' Con un cenno del capo saluterà il finlandese,mentre avvicinandosi a Serafin,cercherebbe di afferrare la mano dx di lei,per prostrarsi in seguito in un leggero inchino,condito da un gentil baciamano.Le labbra del lupo andrebbero solamente a sfiorare la pelle della giovane donna.''Serafin...''Infine,con passo lento e quasi marziale,tipico dei soldati,lascerà le cucine per muoversi verso l'uscita.
FINE PRIMA PARTE

Holgar
00martedì 23 settembre 2014 11:53
SECONDA PARTE

EDAVE (cucina) Non si alzerebbe quando lo fa Variniel, sarebbe Grant ad accompagnarlo sino alla porta *Dia Abar Variniel, verrò presto da voi* sarebbe la sua risposta sogghignando del suo fare verso Serafin e non potendosi esimere dal notare il volto di Holgar (empatia 2). Aspetterà che il governatore sia uscito per posare il boccale al tavolo *Vedi di tenertela stretta Holgar, Variniel è uomo che sa ottenere ciò che vuole e mi sa* e si alzerebbe imitando il governatore e facendo il bacia mano a serafin prima e poi spostandosi ad un centimetro dal suo volto schioccandole un bacio sulle labbra e volgendosi a Holgar al fianco di lei *Che la vuole* e socchiuderebbe appena la palpebra destra in un occhiolino mentre nella sua testa suonano presentimenti vaghi a cui ancora non da un nome *Verrai al cantiere con me e ti presenterò a Almarth, vuoi venire anche tu Serafin? un pò di esercizio fisico non farà male ai tuoi muscoli* e si poserebbe al tavolo posandovi il sedere e osservando loro *ti dichiaro guarita serafin, da oggi sei libera ma sempre con attenzione mi raccomando* e poi uno sguardo a Holgar senza dirgli nulla ma solo fissandolo in volto.

HOLGAR {{Cucina}} Tu invece ti alzi, vorresti fracassargliela la testa, ma le parole di Serafin hanno un potere calmante, meno quelle di Edave, che se la bacia pure..Ma cosa succede? Stai sognando Holgar? Hai la febbre...Te l'ha immischiata..Sospiri fortemente a quelle parole...{{Lo avevo capito, sarò un pesce ma non sono scemo e comunque..}}Diresti fissando L'Ombra..{{Io posso anche tenermela stretta, ma è lei che deve decidere di restare..}} Non ci sono molte vie, è così...Puoi lottare contro un esercito, scendere negli inferi, scalare fino alle vette celesti, ma Lei deve volerlo..Sospiri un'altra volta...Cercando adesso il Decano..{{Sono un allievo arcano Milady..}}Non esiti nemmeno un attimo, anche se hai appena sentito quella conversazione tra il Governatore e Edave, non esiti a dire quella verità, Che lei sappia e decida....

SERAFIN [Cucina] E' arrivato il momento dei saluti. Non segue i movimenti del mannaro finché lui stesso non la costringe a farlo, invitandola ad offrirgli una mano, come il più altolocato dei gentiluomini. Non è una maschera che le calza bene, quella della fanciulla quieta, vittima dell'educazione e di un ossequioso bon ton, ma non può neppure rifiutarsi di indossarla. Depone il calice sul tavolo e alza la mano per rispondere a quel gesto, appoggiandosi al palmo del mannaro. Gli zaffiri rimangono appigliati al suo volto come se cercasse di capire fino a che punto sarebbe disposto a spingersi pur di rendere palese il suo interesse ''Governatore..'' non gli risparmia un sorriso lieve, ma lo sguardo si immobilizza sulla parete anziché seguire l'uscita di Variniel. Torna lentamente su Holgar ricambiando la sua occhiata decisa, quasi infastidita per certi versi ''Molti uomini hanno espresso palesemente il desiderio di finire tra le mie cosce. Fa parte della natura di un maschio. Anche della tua. Non posso farmene una colpa'' abbandona il tovagliolo sul tavolo dopo averlo accartocciato, alzandosi per prendere la caraffa d'acqua e versarsene un po' nel bicchiere. Deve mettere da parte il vino per un po'. Le prossime parole del nordico le impediscono di bere. Alla fine si rivela anche a Edave. Se l'aspettava, solo non in questo momento. Resta in piedi davanti ai pensili della cucina senza guardare nessuno, sorseggiando la sua acqua. ''Sì, mi farà bene allenarmi un po''' risponde semplicemente questo.

EDAVE (cucina) Li ascolta seduta sul tavolo, li osserva e alla rivelazione di Holgar sarà il bicchiere pieno di vino portato alle labbra e uno sguardo freddo a camuffare qualsiasi cosa lei pensi (sotterfugio 2) *Una ottima strada per la conoscenza Holgar, devo ammettere che non ho mai creduto al fatto che tu fossi un pescatore e lo sai benissimo* e lascerebbe che il vino rosso riscaldi la sua gola scendendo prima di abbassarlo e posarlo al tavolo, uno sguardo sorridente a Serafin prendendo atto delle sue parole e poi tornando a lui *Non ti chiederò nulla che possa metterti nei pasticci e come ti ho spiegato se volessi saprei farti parlare senza troppi problemi ma mi devi alcune risposte se vorrai. Antair vive sull'isola. io vorrei che mi spiegassi dove, da quando se ne sono andati da qui un velo è sceso sulla congrega. Io intendo andare a trovarla di prima persona* non aggiunge nulla'altro il decano, è sincera sino in fondo e ora lascia che si spenga nel silenzio ciò che ha da dire in attesa che lui decida, se parlare o meno, non vi sono costrizioni *Se non me lo vorrai dire non te ne farò colpa alcuna, ti ho accolto in casa mia e continuerai ad essere gradito ospite fino a quando le tue azioni non porteranno detrimento a me e alla mia famiglia* un sorriso privo di orpelli falsi.

HOLGAR {{Cucina}} Le parole di Serafin sono dure, e di certo arrivano esattamente al punto per colpire il quale sono state scoccate...Per questo non le risponderesti subito, dedicando ad Edave la tua attenzione...La guarderesti un attimo, e non nutri dubbi di alcun genere sul fatto che sia capacissima di fare quanto detto..{{ Milady non vi ho detto la verità perchè sono consapevole che sapreste estrapolarmela..Ve l'ho detta perchè con voi ho un debito..E anche se mi rispondete che è il vostro lavoro e che Serafin è per voi un'amica, questo non cambia il fatto che vi sono debitore..}} prenderesti un respiro, alzandoti dalla sedia...{{ Vi prego solo di non mettere in pericolo Antair, Si trova molto vicina alla dimora dei cavalieri, superata la foresta se volete incontrarla, le scriverò..}} Ti offriresti a quella cosa, come a mediare un incontro che non hai idea se avverrà mai..Solo ora i tuoi passi si muoverebbero fino a portarti dinanzi a Serafin..La guarderesti e basta...Con un sorriso che piano piano si allarga..{{Decisamente tu non avresti fatto come Euridice..}}.

EDAVE (uscita)Una mano si allungherebbe su Holgar alzandosi e posandosi sulla sua spalla *Non temete IO non le farò del male, cercherò di parlare con lei so essere diplomatica, non serve che tu le scriva, non voglio immischiarti nella faccenda, è una cosa tra me e il governatore e la risolverò da sola, già quello che mi hai detto basta* e sorriderebbe *Vi lascio a lavare i piatti. serafin non pensare di vivere a sbafo qui, te lo devi guadagnare il vitto e anche tu* e sorriderebbe *stasera ho un incontro all'approdo con il comandante dell'armata, cerco una donna, sarò sull'isola, giusto perchè lo sappiate, se non mi vedete tornar ditelo a dodaiux, lei sa come trovarmi se dovesse servire* e detto questo se ne andrebbe, chiusa nei suoi pensieri lasciandoli soli.

SERAFIN [Cucina] Quelle dell'Ombra sono parole dure ed estremamente schiette. Non è mai stata una ragazza malleabile o domabile in nessun senso possibile. Le basta poco per sentire la minaccia di qualche catena. Sono stati gli eventi vissuti durante la sua infanzia e adolescenza a renderla così, soprattutto nei riguardi degli uomini. Li sente parlare ma decide di non interromperli, svuotando il bicchiere e rinfrescandosi il palato. Holgar rivela tutto ciò che sa, preoccupandosi per l'incolumità della Suprema come se il fatto di svelare la sua posizione potrebbe metterla a rischio. Conosce abbastanza bene Antair da sapere che non metterà mai più piede sulla terraferma, a meno che non la costringano con la forza. Sarà arduo cercare di convincerla a ricevere Edave. Prova un'antipatia infondata nei riguardi degli ospitalieri. Lei, nel suo angolino privato, rimugina su svariati pensieri, torturandosi il labbro inferiore con gli incisivi. Si distrae solo quando Edave richiama la sua attenzione, strappandole un sorriso sincero e divertito ''Vivere a sbafo non sarebbe da me, lo sai. Cerca di riportare il tuo sederino in questa torre il più presto possibile o verrò a prenderti direttamente io sull'isola. Ti taglierò tutti i capelli e ti legherò ad un letto'' le rivolge la stessa minaccia che le ha fatto il Decano giorni fa, seguendo la sua uscita con un sorriso. Holgar si è già avvicinato da qualche istante, ma gli zaffiri di Serafin tornano ad osservarlo soltanto adesso. Le scappa un altro sorriso, tanto colpevole quanto consapevole. ''No, infatti. Io non scappo di fronte a nulla Holgar. Non lo dico con superbia. E' quello che sono. Variniel.. è il nostro Aristeo. E potrebbero arrivarne altri. Solo.. non potenti quanto lui'' spiega, abbandonando il bicchiere nel lavello vuoto. Si muove per cominciare a sparecchiare, liberando la tavola da tutto ciò che la occupa ''Rischiavi di farti scoprire, sai? Ho avvertito il tuo fastidio anche a distanza. Devi imparare a controllarlo'' gli sta palesemente dicendo che a Barrington rischiano scene di questo genere ogni singolo giorno. Gliel'ha già detto. Si trovano negli inferi.

HOLGAR {{Cucina}} Un cenno, solo quello dedicheresti al decano, credi a quello che dice, non ne cerchi conferma alcuna...Per ora hai altre priorità....Per questo ti volti a cercare lei, che finalmente ti guarda..{{ Comprendo molte cose di me quando sono con te Serafin...}}Non aggiungeresti poi molto, facendo un solo passo ed eliminando la distanza ma non toccandola..{{Sono un uomo ho letto perfettamente quello che lui vuole...So bene che in confronto a lui non sono nessuno, lui è potente, è il Governatore..Io un ex pescatore, allievo arcano in fuga e Forse un manovale prossimamente..}}respiri socchiudendo un attimo gli occhi..Sono profondi gli Inferi di noi stessi..{{ Però Ti prego, non paragonarmi a lui...Per me non sei un bel giochino..}} Si le parole dell'Ombra hanno veramente colpito...{{ C'è una cosa della Storia che non ti ho detto...Orfeo, distrutto dal dolore smise di dedicarsi alla sua poesia..Andò via su un eremo e alla fine, quando morì, fu sepolto per volere di Zeus ai piedi dell'Olimpo, ancora oggi si narra che in quel punto, incessantemente, gli usignoli cantino una melodia e chi si trova a passare la percepisce cominciando a piangere..}} Sei ancora fermo, in piedi dinanzi a lei, le braccia lungo i fianchi...{{Non ti considero mia proprietà Serafin e mai ti metterò una catena, dicevo sul serio ad Edave...Posso lottare solo se tu scegli di rimanere..}}Solo adesso abbasseresti il capo, lentamente, finchè, se permesso, poggeresti la fronte sulla sua spalla destra...Rimanendo così dentro quel contatto...Senza più dire nulla.

SERAFIN [Cucina] Lei continua a sparecchiare, imperterrita, finché la tavola non si svuota e tutte le posate, i bicchieri, le pentole e i piatti non finiscono dentro il lavello. Non smette di concentrarsi sulle parole di Holgar, ma neppure di fare il suo dovere. Afferra il manico di un secchio per rovesciare l'acqua necessaria a lavare i piatti dentro il catino. Si ferma solo per qualche istante, tenendo le mani ancorate ai bordi del piano in marmo e la parte inferiore del corpo leggermente tesa all'indietro. Non è stanca. Sono le parole del nordico a frenarla. Respira profondamente prima di rispondergli, chiudendo gli occhi un attimo e riportandoli nei suoi, tenendo il volto piegato nella sua direzione ''Non voglio confrontarti né paragonarti con nessuno, Holgar. Potresti anche essere un ladro, un assassino, un delinquente della peggior specie e io ti guarderei comunque allo stesso modo. Non sono queste le cose che contano per me. Non è una carica a rendere tale un uomo ai miei occhi. Sono la fermezza delle sue intenzioni, il modo in cui mi fa sentire e le palle che porta in mezzo alle gambe a farlo'' Non può fare a meno di essere schietta. E' il suo modo di essere. Voleva che fosse vera, che si mostrasse per quella che è senza nascondersi. Ha ottenuto ciò che ha chiesto. ''Con questo vuoi dirmi che se dovessi perdermi smetterai di dedicarti alle tue passioni?'' domanda, addolcendo il tono ma solo in parte. ''Non sto andando da nessuna parte'' mormora, riportando lo sguardo sul suo lavoro quando la fronte di Holgar si appoggia alla sua spalla. Scarica quel briciolo di rabbia che le rimane in corpo sulle prossime azioni, indossando i guanti e munendosi di spugna e cenere, per cominciare a lavare via lo sporco dalla prima pentola. Non ce l'ha con lui. Ce l'ha col mondo intero, per una lunghissima serie di motivi. ''.. presto raggiungerò nuovamente Avalon per conoscere mia nipote'' cambia discorso. E' l'unico argomento che potrebbe placarla ora come ora. Si lascia scappare un sorriso materno, infatti, al pensiero di rivedere Yvonne e il suo piccolo fagottino. Non può dirgli che deve raggiungere l'isola anche per presentarsi al campo, ancora una volta. Ci sono troppi segreti e troppi muri da abbattere, ancora. ''Se hai davvero intenzione di vivere qui, dovrai liberarti della tua carica. Non possiamo rischiare che ti scoprano. Hai sentito cos'ha detto Variniel. E' troppo pericoloso'' mormora con voce flebile. Non sarà affatto semplice, per nessuno di loro.

HOLGAR {{Cucina}}L'ascolti e quando Lei si rimette a governare, Tu ti sposteresti e ti siederesti su una delle sedie, lentamente usciresti la missiva, quella di Antair, la poggeresti sul tavolo, insieme al pennino...e alla carta che avevi preso...Scrivi una cosa, ma è un pensiero appeso che lasceresti ancora lì qualche momento. {{ La passione è una cosa che deve avere una base che l'alimenta la passione deve essere nutrita Serafin..Non credere, se ti perdessi non mi getterei da una rupe...Ma so bene che una parte di me morirebbe..}} Sei sincero in quel dire, guardi la sua schiena, lei sta ancora lavando i piatti e tu non l'aiuterai, non perchè credi che quelle siano faccende da donna, ma pensi semplicemente che lei si sia ritagliata un pezzetto di spazio anche in quel frangente. Sorridi apprendendo di una nipotina. e quel sorriso permarrebbe anche dietro la sua affermazione..Rifletti e comprendi con facilità che Lei ha preso una decisione, restare lì, non per una visita, ma per stabilirsi lì, per un tempo indefinito..Ti ritroveresti a riflettere, chi sceglierebbe quella città al posto di Avalon? Miri il foglio..E comprenderesti ancora un qualcosa. Deve essere parte della sua personalissima ricerca..{{ Non appena tu andrai, verrò con te, all'approdo ci separeremo, parlerò con Antair..Le spiegherò che non posso dare un termine alla mia permanenza..}}. E d'un tratto ti viene quasi da ridere, una risata vera, dal cuore..tanto che sbatteresti le mani sul tavolo..{{ Sai cosa mi disse mia madre quando rifiutai l'ennesima brava ragazza? Che mi sarei ritrovato con una donna che avrebbe portato i pantaloni..}} Ridi, ci pensi a quella cosa, veramente..{{Se mi vedesse adesso..}} Bofonchi, asciugando una lacrima complice delle risa.

SERAFIN [Cucina] Tiene gli occhi fissi sul suo lavoro, continuando a passare la spugna sul fondo della pentola per lavare via lo sporco, ma non perde di vista i movimenti del nordico. Lo controlla con la coda dell'occhio, seguendo la sua avanzata in direzione del tavolo e in seguito la comparsa della missiva dall'origine sconosciuta. Le parole seguenti di Holgar la rincuorano, portandola a sospirare, quasi fosse sollevata dalla sua scelta. Non le pesa fare tutto il lavoro da sola, anzi una parte di lei è grata al nordico. Sembra che riesca sempre a comprendere l'esordio dei suoi 'momenti' speciali, quelli che l'Ombra deve dedicare esclusivamente a sé stessa per ritrovarsi, respirare senza correre il rischio di soffocare nelle mani di qualcun altro, di qualsiasi persona si tratti. Questo è uno di quei momenti, dove la fatica funge da pretesto. Tutta l'energia accumulata nelle ore precedenti viene scaricata nei gesti che la portano a lavare i piatti con molta più enfasi del necessario. Sposta quelli dei quali si è già occupata nel lavello adiacente, per sciacquarli solo in seguito. Si prende un po' di tempo prima di rispondergli ''E tu credi che lo accetterà? Che una donna come Antair accetterà il fatto che uno dei suoi adepti faccia la spola tra isola e terraferma per amore?'' le sembra ridicolo anche solo il suono di quell'affermazione. Lo metterà dinanzi ad una scelta. E lui probabilmente sceglierà Euridice come fece Orfeo in passato, nonostante le perdite. ''Tua madre mi sarebbe piaciuta..'' commenta, muovendo la testa e dedicando un sorriso al fondo della ciotola della quale si sta occupando. 'Una donna coi pantaloni' sembra il modo più adatto a riassumere Serafin. ''Sai cosa mi disse la mia invece? Che non avrei trovato nessun uomo capace di tenermi testa'' lo provoca direttamente, senza troppi giri di parole, fermandosi solo un attimo per fingere di riprendere fiato. Fingere appunto. In realtà lo cerca da sopra una spalla, guardandolo ridere di gusto. Barrington lo cambierà, in un modo o nell'altro. Tutta la vita di Holgar cambierà a causa sua. Niente sarà più lo stesso se deciderà di seguirla. ''Cosa scrivi?'' è curiosa, ma riprende il suo lavoro come niente fosse, prelevando altra cenere dal barattolo. Se sua madre la vedesse adesso, ad occuparsi delle faccende di casa come una vera donna, non la riconoscerebbe affatto.

HOLGAR {{Cucina}}Riesci a smettere di ridere giusto in tempo per rispondere seriamente alla sua domanda..{{credo di essermi spiegato male...Dirò ad Antair che non posso seguire il cammino della conoscenza nel modo in cui è giusto farlo...}} Ti sforzi nel restare seduto, al momento vorresti alzarti e stringerla, ma hai ben compreso che devi leggere i segnali che lei manda..Interpretarli finchè non ti saranno chiari ad un solo muoversi di ciglia...Tuttavia al suo richiamare la propria madre, tu non ruoteresti sulla sedia, offrendole completamente il frontale di te stesso..{{ Di a tua madre che l'hai trovato..}} Serissimo il tuo dire, mentre ora si che ti metteresti in piedi, ma rimanendo comunque nei margini del tavolo, non compiendo passi verso di Lei.. continui ad osservarla, la vedi e non la guardi..Raccogli molto in quei momenti di forte confronto...{{Mi hai detto che per il tuo cuore ci stai lavorando.... }}Non c'è una domanda in quel tuo chiedere, ma un rimembrare qualcosa anche a te stesso..{{Mi hai parlato di cose che non creo tu abbia detto a molti...Serafin non devi proteggermi..E hai sentito Edave? Parlerà con il costruttore, potrei avere un lavoro che mi piace..E gli studi, posso continuarli ugualmente..E per favore quando dici quella parola..Amore, non usare quel tono...Ne ho abbastanza per entrambi...}} Le schiacceresti un occhiolino, come se sul fondo di quella affermazione ci fosse un di più, un di più che adesso non dici..{{Cosa scrivo? Tieni leggi..}} Le porgeresti il foglietto e se lei lo prendesse, ci troverebbe dentro queste parole: - Orfeo era un imbecille..-..{{certo è un concetto un po' ostico, ma dico, perchè ti sei girato se la stavi tenendo per mano..? Non riconosci la mano della donna che ami....? Dovresti conoscere ogni angolo di lei no?}}Le sorridi...MA ora l'argomento sarebbe serio..{{ Antair mi ha chiesto di essere i suoi occhi qui..Io non sarò nulla di tutto ciò, sai perchè? Perchè non metterei mai a repentaglio la vita di Edave che mi ha aperto la sua casa e la tua..che sei....}}Non aggiungeresti molto altro..{{L'altro foglio è la missiva di Antair..Le risponderò di persona se mi riceverà o lascerò una lettera, ma quando tu tornerai qui..IO sarò con te..La domanda è..Mi vuoi con te..?}}Ed ora resti appeso ad un unica, semplicissima domanda...

SERAFIN [Cucina] Probabilmente è lei ad aver capito male, non il contrario. Stavolta si ferma completamente, gettando la spugna verso il fondo della ciotola, come se avesse perso la presa. ''Quindi lascerai gli arcani'' non domanda. Rielabora e riassume nel modo più semplice possibile ciò che Holgar sta cercando di dirle. La mezza risata che le sfugge dopo è strana, quasi sinistra, o perlomeno lo sarebbe se non provenisse direttamente da colei che qualcuno ha osato definire 'Angelo splendente', studiando l'origine del proprio nome su chissà quale antico libro. ''Lo farei volentieri, se non fosse morta'' non vi è malinconia né desiderio di farsi commiserare nel suo tono. Ha smesso di essere nostalgica tanto tempo fa. Ha assistito allo sterminio della propria famiglia. Ma è passato. Se ne è fatta una ragione ormai. Quello che Holgar afferma, invece, non lo è. Richiama a sé tutta l'attenzione dell'Ombra, che alla fine rinuncia al suo lavoro per qualche minuto. Finirà di lavare i piatti prima di andare a dormire. Pulisce le mani su un canovaccio prima di fare ciò che il nordico manifesta di voler fare da qualche minuto. Si avvicina, strappandogli il foglio dalle mani per leggere. Orfeo era un imbecille. Stavolta sarà lei a ridere di gusto. Si porta il dorso di una mano umida sulla faccia, tra il naso e la bocca, coprendola a metà, assieme al sorriso rumoroso che le fa tremare un po' le spalle. ''E' quello che ho pensato anche io. Un completo imbecille!'' enfatizza, gesticolando con il foglio ancora stretto in una mano. ''Ha sprecato la sua unica occasione nel modo più stupido. Non avrebbe dovuto far altro che attendere..'' la voce diviene più debole, perché torna a concentrarsi sul foglio, come in esso avesse trovato una qualche sorta di messaggio nascosto da interpretare. Poi però torna seria anche lei. Si inumidisce le labbra con la lingua, dall'interno, un attimo prima di riaprire bocca ''E ti sono grata per questo.. ma non puoi chiedermi di non proteggerti. Sei qui per me. E ho perso quasi tutte le persone a cui tenevo, per un motivo o per un altro. Non posso permettere che succeda la stessa cosa anche a te, capisci?'' la voce è seria, ma affabile, assieme all'espressione..meno severa rispetto a qualche minuto fa. ''Vuoi che io smetta di dire 'quellaparola'..'' non lo fa volutamente ''.. con quel tono? Va bene. Lo farò se tu smetterai di farmi 'quelladomanda'. Credi che ti avrei permesso di restare qui per tutto questo tempo se non ti avessi voluto?'' domanda, mimando un cipiglio offeso, ma finto. ''Devo tornare ad occuparmi dei miei piatti..'' si volta, cercando fra le pentole la sua spugna. Odia lasciare i lavori inconclusi.

HOLGAR {{Cucina}} Annuisci, ma se non basta, aggiungerai la voce..{{Si, lascerò gli arcani..}}Non ci sarebbe una minima esitazione nella voce e non ci sarebbe compassione nel tuo sguardo quando lei ti dice che la madre è morta...Lo aveva immaginato..I tuoi sono tutti vivi, tranne un fratello, morto prima che tu stesso nascessi, quindi non ricordi nulla di lui..Ti farai soltanto coinvolgere dalla sua risata quando parla di Orfeo...Concordi pienamente è la prova è in quel foglietto..{{E' una prova che sono contro Ovidio, mi raccomando, bruciala..}}Diresti ancora tra le risa, quelle dovranno spegnersi alle sue parole successive...Quellaparola, al posto di quelladomanda, ti pare un buon compromesso, è come se si fosse stipulato un tacito accordo, tu la smetti di pretendere risposte e lei..Beh per lei..{{Io non sono come Orfeo, Serafin, io non sprecherò la mia unica occasione..}} Ancora non indugi in quel dire, però questa volta faresti un paio di passi, ti metteresti dietro di lei, non occupando il suo spazio di azione nel governare quelle ultime stoviglie, ma abbastanza perchè lei possa sentirti...Rimarresti fermo a circa una trentina di centimetri, finchè non alzeresti le mani, cercando di portarle ai suoi fianchi, non una morsa, ma comunque un tocco deciso, ti abbasseresti, chineresti la testa portando le labbra alla base del suo collo..{{ Non ti disturbo continua pure..}} Le sussurreresti...dedicandoti solo ed esclusivamente a quella porzione del suo corpo dove si dipanano i sistemi nervosi In teoria le sue mani, e tutto il resto sarebbero libere di continuare...in nessun modo le impedisci i movimenti..I piatti non soffriranno.

SERAFIN [Cucina] Lascerà gli arcani e le sembra piuttosto deciso a riguardo. Non ha intenzione di dire una parola di più sulla questione, se si tratta davvero della sua scelta. ''No. La custodirò gelosamente come un promemoria prezioso. Così tutte le volte in cui proverai a narrarmi qualche altra sua storia ti sventolerò sotto il naso questo foglietto'' se lo infila nella tasca della vestaglia, certa di poterlo tenere al sicuro, lontano dalle sue mani. Non si aspetta ciò che accadrà di lì a poco. E' talmente impegnata da non accorgersi del suo arrivo. Eppure, malgrado la sorpresa, l'Ombra non reagisce in nessun modo, fingendo un'indifferenza assoluta. Non potrà dire la stessa cosa per il nordico, se gli effetti di quella vicinanza si protrarranno dove la donna immagina. ''Sai.. una volta una vecchia mi disse che gli uomini sono diversi da noi per molte ragioni, una delle quali rappresenta la capacità indiscussa che dimostrano di possedere le donne nell'attimo in cui devono occuparsi di più compiti nello stesso momento.'' continua a passare la spugna con solerzia ed energia, dedicandosi ai bicchieri sporchi di vino stavolta ''.. Una donna potrebbe esser costretta a dar da mangiare a suo figlio, ad occuparsi di suo marito, della casa, dell'orto.. e riuscirebbe perfettamente in ciascuna cosa. Siamo predisposte a questo fin dalla nascita, perciò non sei tu a disturbare me..'' semmai il contrario, sembra l'epilogo ideale per quella frase soffiata. Se la ride, ma lo fa di nascosto e soprattutto in silenzio, bloccando la lingua fra i denti per frenare l'avanzata della smorfia che di certo la tradirebbe. Estrae dal fondo del lavello una mano bagnata, per muovere le dita e schizzare l'acqua in direzione del suo volto vicino con la stessa rapidità di un'anguilla ''Cominciamo a testare le tue capacità, uomo del nord. Prosegui nei tuoi intenti e fammi vedere di cosa sei capace'' è una serpe a parlare. Ha il volto angelico di una donna, ma è pur sempre una serpe. Una ragazza per bene non muoverebbe mai le punte dei piedi come fa lei, staccandole dal pavimento per sfiorare dal basso verso l'alto uno dei suoi polpacci. Controllo. Concentrazione, anche a dispetto della peggior distrazione di sempre. E' una delle cose che ha appreso durante il suo addestramento al campo, anche se la situazione era ben diversa.

HOLGAR {{Cucina}}Non ci sono reazioni evidenti, non almeno nella parte a cui tu con attenzione ti stai dedicando, potresti tranquillamente essere certo che non è davvero indifferente, che quello è un gioco..Per questo mentre lei mette in tavole le indubbie capacità femminili di fare più cose nello stesso momento. Tu di quelle capacità non nutri dubbi, a te risulta difficile perfino seguire il flusso delle sue parole, o almeno dare loro un senso compiuto e non una combinazione a casaccio..Di certo ignori che le sue capacità potrebbero perfino portarla ad una non partecipazione, per questo, quando ti arrivano quelle gocce di acqua, rimani per un attimo, solo uno, stordito..{{Mi metti alla prova?}} Sussurreresti nuovamente, tastare e saggiare di che pasta si è fatti..Tu la sfida la cogli pienamente, non perchè sia un gioco, ma per giocare insieme, per questo le mani che avevi lasciato ai suoi fianchi si sposterebbero in sincronia perfetta, verso la cinta della vestaglia che poche ore prima le avevi fatto indossare..Ora invece quelle stesse mani, cercherebbero, trovandolo senza troppa fatica, il nodo, sciogliendolo però invece di lasciare cadere subito quella veste, fermeresti, con la mano destra, i lembi, di modo che questa rimarrebbe al suo posto almeno per il momento, la mano sinistra invece risale, lentamente addome, seno, collo, come se mirasse solo a scostare una ciocca, che libera una parte di collo, più laterale, alla quale adesso la tua bocca, dedicherebbe attenzione non puoi certo impedire che, ad ogni sua parola o tocco, tu abbia reazioni..Incontrollate, perfettamente percepibili, ma non ti preoccupi certo che se ne accorga..Solo quando la lingua avrà fatto la sua comparsa tra il collo e la scapola stessa, lascerai che la mano si stacchi e che la vestaglia, se lei non la fermasse, prendesse direttamente la via dettata dalla forza di gravità, e magari sarebbe già a terra..{{ Le donne sono creature straordinarie..}} Bofonchi tra un morso e un bacio.

SERAFIN [Cucina] Annuisce leggermente al suono di quella domanda, rallentando i movimenti del capo non appena lui decide di cogliere la sfida, quel guanto gettato nello spazio che li separa con il semplice scopo di esser raccolto. Non aveva dubbi a riguardo. E mentre lui armeggia con il nodo della vestaglia lei non resta in disparte. Le mani e lo sguardo si concentrano ancora sul suo lavoro, ma le gambe prediligono un altro tipo di passatempo. La stessa che un attimo prima si era alzata ora torna a sollevarsi, piegandosi all'indietro con la grazia di una danzatrice. Cerca di insinuarsi nello spazio che separa le gambe alte e muscolose di Holgar, per chiudersi dietro la destra ed invitarla a farsi avanti, pressandola con un solo piede. Gli suggerisce di mangiare anche i centimetri che restano a dividerli, annullando ogni distanza. Ha intenzione di seguire l'evoluzione dei suoi cambiamenti contro il suo stesso corpo. Il modo in cui la sua natura di uomo reagisce a contatto con la propria. Quando accade, quando le prime reazioni si fanno sentire, lei alza lo sguardo dal fondo del lavello al muro che ha di fronte, fissandolo con gli occhi di una belva a caccia. Piega il collo, tenendo lo sguardo incollato a quel rettangolino di parete, accogliendo la comparsa della sua lingua e il flusso colorito delle sue attenzioni. Anche lei ha delle reazioni, ma ha la fortuna di poterle nascondere a differenza sua. Sente la vestaglia scivolarle lungo le spalle fino a snudarle, ostacolata solo dai gomiti piegati avanti assieme agli avambracci. ''Dovrai impegnarti di più se vuoi sperare di distrarmi. I piatti non sono ancora finiti e io ho promesso a Edave di guadagnarmi il vitto'' parla con una fermezza indiscutibile, concentrandosi sulla parete per evitare di pensare a ciò che quella vicinanza scatena in direzione del basso ventre. ''Puoi dirlo forte..'' sogghigna, palesando una parte della dentatura. ''.. ma alcune lo sono più di altre'' . Modesta? No, sarebbe meglio definire quella particolarità col suo giusto nome: Realista. I glutei nel frattempo si accostano al suo bacino. Ha intenzione di farlo cedere per prima. Non ha mai perso nessuna sfida, neppure da piccola, perché dovrebbe cominciare proprio adesso?

HOLGAR {{Cucina}}Non riesci nemmeno a comprendere bene come lei faccia a fare quei movimenti con le gambe, sta di fatto che vieni arpionato e invitato, senza troppi giri, ad accostarti a lei. Lo fai, quel mezzo passo fa aderire perfettamente il tuo corpo al suo..tanto che in quel preciso istante non trattieni un sussulto, come se fosse una fatica immensa tenere sotto controllo tutto ed in effetti decisamente lo è..Ma non intendi cedere, non subito almeno..E visto che lei può facilmente accorgersi dell'effetto che ti fa, penseresti bene di concederti lo stesso risultato, ma con un'azione diversa..La vestaglia non scende completamente, ma non offre certo un grande impedimento, per questo la mano destra, che era rimasta al suo fianco, la lasceresti scendere lentamente, tra le sue gambe, fermandola all'interno della coscia destra..mentre la sinistra, il braccio, cerca di cingere direttamente i suoi seni..In questo la bocca non la molla..Tu lo sai bene che non resisterai ancora a lungo, soprattutto adesso che le mani viaggiano nei punti che farebbero cadere qualunque uomo..Ed è questo il motivo che non ti fa aggiungere parole, la voce risulterebbe decisamente roca...Finchè non decidi che forse, anzi è decisamente il caso di trovare una soluzione..{{ Voltati..Li finisco io i piatti..}}UN soffio, impastando ogni parola...Ti arrendi? Te lo chiederà? SE si voltasse la vedrebbe chiara nei tuoi occhi quella resa quasi incondizionata, lo vedrebbe nel chiaro disegno dei calzoni...E lo potrebbe capire dalle labbra che ora non riescono più a lasciare la sua pelle....

SERAFIN [Cucina] Lui non intende cedere. L'Ombra ammira i suoi numerosi sforzi ma sa già che tra non molto si vanificheranno tutti in onore di una resa inevitabile. Le sue mani azzardano di più, e avide si inoltrano in quegli spazi resi proibiti dal pudore comune. Sfiora il confine concesso dalla decenza, ma senza superarlo del tutto. Lei commenta a modo suo, appoggiando una guancia contro il suo volto, senza riuscire comunque ad inquadrarlo ''Ti stai addentrando in un territorio pericoloso, zona di morte e perdizione, Holgar'' non è solo il corpo a cercare di provocarlo ma anche il tono della voce, studiato affinché carezzi i suoi sensi come la più dolce fra le nenie, che nel suo fulcro nasconde intenti loschi. Sente il cedimento farsi strada fra le sue parole a poco a poco, fino a renderle impastate, roche, piene di impulsi e lascivia. Ha raggiunto il suo scopo. ''Esatto, tu finirai i piatti..'' commenta, sfilandosi i guanti dalle mani, per lasciarli appesi sul bordo del catino. Fa proprio ciò che Holgar desidera. Si volta, ma mentre una mano si chiude dietro il suo collo l'altra, astuta e meschina, disegna dei cerchi sottili attorno al centro della sua mascolinità, camminando lungo il confine ma senza sfiorarlo realmente ''Mi sembra che qualcuno abbia appena perso'' rimarca, con la soddisfazione che si fa leggere a chiare lettere sulla sua faccia ''.. perciò io me ne andrò a letto, mentre tu sconterai la tua punizione, dando valore al piacere dell'attesa'' gli accarezza le labbra con un dito, concentrandosi in particolar modo su quello inferiore, anche con lo sguardo ''D'altronde non vorrai mica che Grant ci scopra proprio qui, nel suo regno, in atteggiamenti a dir poco disdicevoli..'' non le importa assolutamente nulla di quello che potrebbe o non potrebbe pensare il custode di gilda. Questo è soltanto un modo di protrarre il gioco, seguendo le sue regole. Cerca di richiudersi la vestaglia sul ventre come una ragazzina pudica, prima di superare la figura del nordico ''Ricordati di asciugare bene tutti i piatti... e che sotto la vestaglia non ho niente. Ti aspetto..'' tenta di rubare una mela dal cesto, per morderla durante il tragitto, se nessuno dovesse fermarla e impedirglielo.. o tentare di farlo. Le donne sono proprio delle creature incredibili..

HOLGAR {{Cucina}}Avevi perso in partenza, lo sai benissimo, nell'esatto istante in cui hai accettato la sfida, sapevi di averla già persa, non in quel modo però...Perchè non solo Lei vince, ma si prende la soddisfazione piena di non mostrare che aveva subito anche lei i suoi effetti e quando, togliendo i guanti si volta, si prende con forza quella sua vittoria. Ti sfiora senza toccarti rimarcando, senza esitazione quella vittoria assoluta...Tu non puoi fare assolutamente altro che vedertela sfilare davanti, vinto anche dal successivo invito..Semplicemente la guarderesti andare via..Inclinando la testa e sospirando forte, che lo senta...{{ Non addormentarti}}Riusciresti a trovare la forza di dirle, mentre, quando lei sparirà alla vista, completamente però, perchè finchè la vedi, spingeresti perfino il collo per godere di lei...Solo quando veramente non coglierai più nulla, abbasserai lo sguardo sui piatti da fare..rendendoti conto che ti ha fregato su tutta la linea..Di piatti lei ne ha fatti veramente pochi, sono praticamente tutti lì...Appoggi le mani, ridendo...{{Mamma non è la sorella di Olaf mi spiace, ma è questa la donna che voglio accanto a me..}}Tutto questo mentre cominci quei piatti....Cercando di fare veloce....Anche se troppo al lavello non puoi avvicinarti, robustello di scendere non ne vuole sapere..

RINGRAZIANDO Prèvert


Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
E cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore così vero
Questo amore cosí bello
Così felice
Così gaio
E così beffardo
Tremante di paura come un bambino al buio
E così sicuro di sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che impauriva gli altri
Che li faceva parlare
Che li faceva impallidire
Questo amore spiato
Perché noi lo spiavamo
Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Perché noi l'abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Questo amore tutto intero
Ancora così vivo
E tutto soleggiato
E' tuo
E' mio
E' stato quel che è stato
Questa cosa sempre nuova
E che non è mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda e viva come l'estate
Noi possiamo tutti e due
Andare e ritornare
Noi possiamo dimenticare
E quindi riaddormentarci
Risvegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognare la morte
Svegliarci sorridere e ridere
E ringiovanire
il nostro amore è là
Testardo come un asino
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Sciocco come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
E ci parla senza dir nulla
E io tremante l'ascolto
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti coloro che si amano
E che si sono amati
Sì io gli grido
Per te per me e per tutti gli altri
Che non conosco
Fermati là
Là dove sei
Là dove sei stato altre volte
Fermati
Non muoverti
Non andartene
Noi che siamo amati
Noi ti abbiamo dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci diventare gelidi
Anche se molto lontano sempre
E non importa dove
Dacci un segno di vita
Molto più tardi ai margini di un bosco
Nella foresta della memoria
Alzati subito
Tendici la mano
E salvaci.




Sheireen90
00giovedì 25 settembre 2014 12:26
Ecco l'ultima degenza di Sefi >http://freeforumzone.leonardo.it/d/10944962/Ricorda-che-qualunque-veste-indosser%C3%A0-Okthar-per-te-ci-sar%C3%A0-sempre-/discussione.aspx

ho spiegato già lì i motivi per cui non ho inserito la role direttamente in questa discussione, spero che non ci siano problemi.
Per il resto la pazza ha fatto proprio quello che mamma Edave le ha chiesto, si è coperta bene ed è stata brava [SM=g27821]
Per il resto lascio gli ultimi commenti a Eda...
Grazieee [SM=g27838]
dodaiux
00giovedì 25 settembre 2014 14:52
Si chiede guarigione del pg e rispristino punteggi.
Ghebura
00giovedì 25 settembre 2014 19:57
Ok GDR Approvato

modifico i punteggi
pregasi master ufficiale di cambiare titolo.

Ghebura
00giovedì 25 settembre 2014 19:58
Forse qualcun altro mi ha anticipato, ho trovato i punteggi già al massimo.

ALIAS.ALIAS
00lunedì 29 settembre 2014 09:50
Forse non erano mai stati scalati [SM=g27828]
Gildor86
00lunedì 29 settembre 2014 16:58
Non trovo il link in cui a Serafin vengono scalati i punteggi... Mi passate la giocata per favore di "ferimento" ?

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