Comunità Montane in Liguria

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lordtiranus
00venerdì 29 aprile 2011 20:15

Costi della politica, risparmiati 5,4 milioni
Soppresse 12 Comunità montane

Dodici Comunità montane sono state soppresse. La Regione risparmierà 5,4 milioni di euro. La Liguria è la prima regione ad aver completato la cancellazione degli enti ritenuti inutili.

Tutti i 145 dipendenti sono stati ricollocati, senza ricorrere alle procedure di mobilità: saranno trasferiti alla Regione o ritorneranno a lavorare nelle amminstrazioni comunali o provinciali. Gli 8,4 milioni di euro erogati nel 2010 per il funzionamento delle Comunità Montane scendono così a 3 milioni, che copriranno le spese del personale trasferito.

Il primo maggio si insedieranno i commissari nominati dalla Regione per gestire l'inventario e la sorte dei patrimoni. "Molte comunità hanno acquistato le loro sedi - spiega Giovanni Barbagallo, assessore ligure all'Agricoltura - e bisognerà decidere cosa farne, cominciando a valutare se siano necessarie agli enti cui passeranno le deleghe delle Comunità Montane".

L'addio alle comunità montane provocherà anche una rivoluzione nei paesi: i comuni dell'entroterra sotto ai 3 mila abitanti e i comuni costieri entro i 5 mila abitanti, saranno obbligati a mettersi insieme per gestire servizi come l'anagrafe, i vigili urbani, la pulizia.



Questa la notizia di oggi apparsa sul sito online de La Repubblica edizione di Genova. Mi chiedo: con tutti gli sprechi che ci sono nella politica davvero c'era bisogno di colpire un piccolo spicchio come le comunità montane, che secondo me hanno il vanto di tenere saldi gruppi di comuni minori dell'appennino che potrebbero rilanciarsi con un turismo legato al territorio e le sue tipicità sia geografiche che sociali ed economiche.

Sicuramente ci saranno anche in questi enti casi poco virtuosi ma per il momento rimango abbastanza amareggiato da questa scelta.
Voi che ne pensate?
sandro.raso
00venerdì 29 aprile 2011 21:32
La Pubblica Amministrazione italiana ormai fa concorrenza alla famosa tela di Penelope: si fa e poco dopo si disfa quello che si è appena tessuto.
Intanto, per chi non se ne fosse accorto, continuano gli incarichi ben pagati secondo una perfetta applicazione del manuale Cencelli, che mette perfettamente d'accordo destra e sinistra.
giambo64
00venerdì 29 aprile 2011 23:09
Non si può sempre andare con la logica del meno peggio, mantenendo gli sprechi con la giustificazione che ce ne sono di peggiori.
Le comunità montane non servono a niente, come non servono i comuni con 50 abitanti, non servono le province e non servono le circoscrizioni nelle grandi città.
Io lascerei solo regioni e comuni, accorpando questi ultimi che sono sotto una soglia minima di abitanti.
I costi della politica in Italia sono assurdi, qualsiasi provvedimento per diminurli è benvenuto.
Con questo provvedimento si risparmia oltre i 50% dei costi, e nessuno è stato lasciato a casa.
Giustissimo anche accorpare le varie attività, la frammentazione attuale ha del ridicolo.
AMTGenova4ever
00sabato 30 aprile 2011 08:53
Già negli anni scorsi alcune comunità montane liguri erano state accorpate per ridurre i costi e, in alcuni casi, certi comuni ne erano rimasti fuori.
Personalmente posso parlare della Comunità montana Alta Val Trebbia. Pur conoscendo personalmente il presidente, in effetti il lavoro svolto non è un granchè se non qualche appuntamento dal punto di vista turistico eno-gastronomico e qualche aiuto in materia agricola.
per questo è stata rinominata "comODità monDana" [SM=g11770]
Se oggi cesseranno di esistere saranno ben presto rimpiazzate dalle Unioni di Comuni, come già successo in alta Valle Stura (Mele, Masone, Rossiglione, Campo Ligure e Tiglieto). Occhio però, perchè non si tratta di accorpamenti comunali dal punto di vista degli uffici, con un solo sindaco e una sola sede. Gli attuali comune continueranno ad essere presenti ma su alcuni fronti (polizia locale, Nettezza urbana e Canili) vi sarà collaborazione.
Il Celle
00sabato 30 aprile 2011 09:54
Bah, questo vizio di ridurre sugli enti locali che si occupano espressamente di territorio e sviluppo locale quali comunità montane e province non mi trova affatto d'accordo: nella migliore delle ipotesi queste funzioni passano ad altri enti (senza quindi una reale diminuzione delle spese ma solo uno spostamento da un bilancio ad un altro), nella peggiore invece si perdono funzioni fondamentali per la prevenzione (vedi PdB) e per la gestione di territori difficili.
Per altro in Francia (e non stiamo parlando di Burundi, Zambia o altri paesi del quarto mondo) la divisione amministrativa prevede 22 regioni, 96 dipartimenti, 329 arrondissement che sono organismi sub-provinciali che racchiudono anche qualche centinaio di comuni, 3879 cantoni (divisioni inter o intra comunali con una popolazione intorno ai 30.000 abitanti) e infine 36682 comuni (1 gennaio 2009).
A queste si possono aggiungere i 45 arrondissemente municipali dei tre comuni più grandi (Parigi che ne ha 20, Marseille 16 e Lyon 9)

Inoltre, dal 1º gennaio 2005 esistono 2510 unioni intercomunali, che raggruppano 32223 comuni, divise come segue:
14 Comunità urbane
156 Comunità di Agglomerazione
2334 Comunità di Comuni
6 Nuove agglomerazioni (categoria in via di eliminazione).

Per un piccolo confronto, a fronte di una popolazione simile ed una superficie francese che è maggiore di due terzi, le province in Italia sono 110 (e qui sono state fatte un po' di porcherie vedi Prato, Monza, Fermo, le 8 province sarde, Vibo Valentia, ecc) ma i comuni sono appena 8094!




lucamax-ge
00sabato 30 aprile 2011 10:38
Re:
giambo64, 29/04/2011 23.09:


Io lascerei solo regioni e comuni...



Ha già risposto in parte IlCelle, aggiungo che non solo la Francia, ma quasi tutte le nazioni escluse le più piccole hanno almeno 3 livelli amministrativi (come l'Italia) e in diversi casi 4 (vedi Spagna e in parte Germania)

Il problema semmai è fornire gli strumenti e le competenze agli enti territoriali per fornire un buon servizio
titoit
00lunedì 2 maggio 2011 10:48
Ovviamente lascio da parte i facili populismi e gli slogan sugli sprechi della casta.
La questione secondo me è questa.
Dal punto di vista contabile le CM, almeno in Liguria, non costano molto: hanno poco personale e pochissime risorse. Per contro, in un territorio come il nostro, caratterizzato da un’orografia difficile e da un alto numero di Comuni piccoli, sarebbero utili.
Il problema è, secondo me, decisionale. Questi Enti creano un livello ulteriore nei complessissimi e iper-burocratici iter amministrativi che riguardano ogni cosa: dalla più importante (localizzazione di una discarica) alle più insignificanti per la collettività (materiale da usare nella ristrutturazione di un fienile).
Togliere un livello significa togliere carta che gira, tecnici di ogni ente che vanno a fare doppi, tripli, quadrupli sopralluoghi e permetterebbe, forse, di ridurre un po’ i tempi di conclusione dei procedimenti amministrativi.
Secondo me, infatti, la vera emergenza della p.a. italiana è questa: non tanto che costa (le riduzioni di organico e di dotazioni hanno diminuito di molto gli sprechi), quanto è che non decide perché si ha la pretesa di mettere d’accordo tutti oppure non c’è nessuno che si prende le responsabilità dovute. E questa inefficienza si paga in termini di immobilismo per gli investimenti alle imprese e per i servizi ai cittadini.
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