Come vivevamo le nostre vecchie credenze come viviamo il nostro nuovo credo

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Leargalad
00sabato 11 febbraio 2006 18:40
Per chi prima era agnostico ora e cristiano o pagano o buddhista ecc.
Per chi prima era ateo ora e cristiano o pagano eccl.

e così via . raccontatevi
Ratzigirl
00sabato 11 febbraio 2006 19:03
L'agnostica che ero
Interessante topic! [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]
Inrealtà abbiamo parlato tante volte delle nostre esperienze, però magari, mai in modo approfondito.
Personalmente non devo fare grandi salti temporali per tornare al periodo del mio agnosticismo...si tratta infatti di circa 10 mesi orsono.Diciamo che ero molto tendente all'ateismo.Vivevo la vita nell'assenza di una presenza confortante.Dopo la cresima ho perso quasi totalmente i contatti con la mia parrocchia, sono rientrata per far parte del coro, ma mi sono resa conto ben presto, che cantare soltanto, senza sentire dentro il significto delle parole che si cantavano era del tutto inutile, perciò alla prima stanchezza, al primo ostacolo (oppure pretesto ) in cui mi sono imbattuta ho lasciato perdere del tutto e sono ripiombata in quella condizione per cui ogni giorno è un giorno che ti guadagni da solo.Le cose belle che ti capitano sono frutto del caso, le cose brutte sono frutto della malizia delle persone,niente nella vita di un uomo è collegato se non dal logico combinarsi di un azione che ne scaturisce un'altra, oppure, come dicevo prima solo per merito del caso.
In questa ottica, si rischia di perdere il sapore delle cose belle(ma questo lo dico dal punto di vista attuale).Si prova certo piacere delle cose piacevoli che ci capitano, ma sono limitate ad essere esperienze a sè.Sono esperienze formative ugualmente, certo, ma rimangono sempre limitate in una sfera non catalogabile.
Faccio un esempio che sicuramente presenterò alcune lacune di esposizione...Un'esperienza che può essere piacevole può essere una bella azione gratuita di un amnico in tuo favore.L'ateo, o l'agnostico, questo lo vive in maniera positiva, certo, ma rimane lì.L'amico è stato gentile con te, è degno di considerazione, di gratitudine, di riconoscenza.Con il tempèo però, se questa azione non è supportata da un moto di spirito che può essere ad esempio la Carità cristiana, l'amore per il prossimo, l'insegnamento di Dio, spesso si tende a dimenticare quell'esperienza, si hanno ricordi sfumati, specie se adesso con l'amico si ha qualche attrito...
Con l'esperienza cristiana invece che un credente porta con sè, l'attrito ci può essere comunque, ma questa forza che porti dentro ti reindirizza verso l'unità con il prossimo, non disgiunge, ma riunifica...
Quando ho trovato la fede? Un giorno che mi sentivo persa.Avevo già intenzione di aprire il forum, o comunque era in nuce l'idea, ho chiesto semplicemente aiuto.Avevo bisogno di una cosa che da sola, dissi a me stessa, non avrei mai potuto risolvere.Una questione di spirito.Ed ecco che mi sono sentita toccare l'anima.Guardando Cristo, nel Duomo, ho capito che quelle braccia erano allargate sulla Croce per accogliere tutti,anche coloro che per un po' di tempo avevano preso una via diversa.Anche prima vedevo fisicamente il crocifisso, ma per me quelle braccia, per il mio modo di vedere, che fossero state aperte o chiuse, aveva lo stesso significato.
Con la Fede, ho scoperto quanto bello possa essere rifugiarsi in quelle braccia.Quanto calore possa dare un pensiero a Gesù, a Dio, all'Angelo, allo Spirito...è una presenza che si sente dentro, e non è descrivibile a parole, così come non è descrivibile nè quantificabile la Fede.
Ci sono cose, che grazie a Dio non si possono descrivere, così come non si può descrivere l'amore.
Pensandoci bene, mentre per l'odio si possono scrivere libri e si riempiono i muri delle nostre città di messaggi violenti e incisivi, o ci si costruiscono i dialoghi di tanti film e spettacoli televisivi, dell'amore si parla poco anche perchè l'amore è Ineffabile così come è ineffabile per gli ebrei il nome di Dio....sarà un caso che ultimamente si sente dire che Dio è Amore? [SM=g27833] [SM=g27833] [SM=g27833]
Leargalad
00sabato 11 febbraio 2006 20:16
Ratzi sono contento che ti piaccia questo topic, trovo che il cammino dall'agnosticismo al credere sia sempre meraviglioso
Leargalad
00sabato 11 febbraio 2006 22:41
Sono sempre andatoin scuole cattoliche fino al 5 ginnasio, da bambino ero un appassionato di miti greci ed egizi studiavo le divinità e avevo una passione per Artemide, ovviamente però non credevo in lei. Andavo tuute le mattine a messa dove mi sentivo rigenerato e in pace con il mondo, mi sono preso la prima comunione sentendo Cristo in me ed essendo felice per questo, pregavo spesso S.Agata e la Madonna e parlavo con il mio anelo custode e dei tre aspetti di Dio mi sentivo particolarmente vicino a Cristo perchè era sempre buono e dolce, mentre l'aspetto del padre lo sentivo lontano e mi incuteva un pò di timore, del resto il modo in cui e vendicativo nel vecchio testamento può intimorire un bambino.
Andavo ai convegni degli studenti cattolici iytaliani, prima chierichetto e poi ministrante amavo moltissimo Cristo e camminavo nel suo sentiero.........poi mentre stavo guardando nella libreria di mia madre trovai delle foto dell'irlanda, avevo rimosso l'anno di vita " dai 4 ai 5 anno" passato li guardando le foto i senti pieno di gioia studiai l'irlanda e più la studiavo più l'mavo, poi trovai un libro sui miti itlandesi in una libreria con il testo a fronte gaelico italaliano, imparai tutto e mi appassionai a questa mitologia, quell'estate andai in irlandae dsvanti agli antichi templi mi senti pieno di gioia, continuaia a studiare il paganesimo celtico,condividevo molti punti cercavo legami con i boschi assavo molto tempo i campagna, nelle lezioni di storia lo difendevo a morte e piano piano presi la loro visuale del mondo( ancora andavo a messa ma già nno pregavo più tranne raramente)poi trovai un saggio storico sul paganesimo e scoprì che ancora esisteva, la cosa m iincuriosì e scopri la wicca la studia nel dettaglio incontrai persone meraviglose e vidi le loro cerimonie non divenni wiccan ma continuai a studiare il druidismo........e mi accorsi un goirno che ero pagano, che dentro di me non vi era più nulla di cristiano, poi incontrai gli Dei e in un rituale mi consarai a loro.
Ratzigirl
00martedì 14 febbraio 2006 01:37
??
Scusa la curiosità..... [SM=g27833] [SM=g27833] [SM=g27833] che genere di rituale? [SM=g27819] [SM=g27819] [SM=g27819]
Il Mendicante
00martedì 14 febbraio 2006 01:51
Re: L'agnostica che ero

Scritto da: Ratzigirl 11/02/2006 19.03

Con la Fede, ho scoperto quanto bello possa essere rifugiarsi in quelle braccia.Quanto calore possa dare un pensiero a Gesù, a Dio, all'Angelo, allo Spirito...è una presenza che si sente dentro, e non è descrivibile a parole, così come non è descrivibile nè quantificabile la Fede.




Ecco! E' questo il senso di stupore che intendo! [SM=g27811]

Grazie Ratzigirl.

E ora buonanotte.

[SM=g27838]

Leargalad
00venerdì 17 febbraio 2006 22:09
Un rituale si consacrezione lungo da descrivere, che premetterebbe conoscenze di magia da parte tua.
Ti basti sapere che non comprende sangue, armi parole malvagie lingue sconosciute.
fufi2290
00venerdì 28 aprile 2006 10:33
Mia testimonianza
Bellissima testimonianza Ratzigirl!!! Sono rimasto colpito dal fatto che una agnostica possa aver guardato così profondamente il crocifisso ed essersi convertita totalmente. Complimenti!!!
Posso farti una domanda? Quanti anni avevi "al momento della conversione"???

Ora vorrei raccontarvi la mia esperienza.
Io non sono mai stato agnostico perchè mi hanno educato sin da piccolo ad andare alla messa e inoltre ho sempre fatto il chierichetto, o meglio (come ha definito il Concilio Ecumenico Vaticano II) il ministrante, nella mia parrocchia fino a diventarne attualmente il Responsabile del gruppo. Andavo tutte le Domeniche e le festività in Chiesa per celebrare il Signore ma essendo bambino non capivo fino in fondo il vero senso della religione. Solo adesso sto realmente capendo il gusto di essere cristiano aiutato da varie persone che lavorano in parrocchia che mi danno anche molto materiale da leggere per approfondire la mia fede e sto inoltre scrivendomi via e-mail con il Vescovo di Palestrina (Diocesi Suburbicaria di Roma) che avevo già conosciuto durante la settimana pastorale della mia Diocesi in cui lui era un ospite e dopo averlo conosciuto ho notato il suo grande carisma di trasmettere la fede ai giovani in modo molto semplice ed efficace ed è così che ho deciso di scrivergli per rivolgergli alcune domande. Naturalmente in questo mio cammino di fede un grande contributo è anche Papa Benedetto XVI come lo era Giovanni Paolo II. Proprio di Benedetto XVI sto notando che ci assomigliamo molto sia come carattere che come modo di fare; proprio durante un incontro con i giovani in preparazione della XXI GMG del 2006 (tenutasi poco prima della Domenica delle Palme e trasmessa in diretta da Rai 1) il Papa ha risposto ad alcune domande dei giovani e soprattutto una mia ha colpito.
Ve ne scrivo il testo:

Santità, mi chiamo Vittorio, sono della Parrocchia di San Giovanni Bosco a Cinecittà, ho 20 anni e studio Scienze dell'Educazione all'Università di Tor Vergata.

Sempre nel Suo Messaggio Lei ci invita a non avere paura di rispondere con generosità al Signore, specialmente quando propone di seguirlo nella vita consacrata o nella vita sacerdotale. Ci dice di non avere paura, di fidarci di Lui e che non resteremo delusi. Molti tra noi, anche qui o tra chi ci segue da casa questa sera tramite la televisione, sono convinto che stiano pensando a seguire Gesù per una via di speciale consacrazione, ma non è sempre facile capire se quella sarà la via giusta. Ci vuol dire come ha fatto Lei a capire quale era la sua vocazione? Può darci dei consigli per capire meglio se il Signore ci chiama a seguirlo nella vita consacrata o sacerdotale? La ringrazio.

Quanto a me, sono cresciuto in un mondo molto diverso da quello attuale, ma infine le situazioni si somigliano. Da una parte, vi era ancora la situazione di "cristianità", in cui era normale andare in chiesa ed accettare la fede come la rivelazione di Dio e cercare di vivere secondo la rivelazione; dall’altra parte, vi era il regime nazista, che affermava a voce alta: "Nella nuova Germania non ci saranno più sacerdoti, non ci sarà più vita consacrata, non abbiamo più bisogno di questa gente; cercatevi un’altra professione". Ma proprio sentendo queste voci "forti", nel confronto con la brutalità di quel sistema dal volto disumano, ho capito che c’era invece molto bisogno di sacerdoti. Questo contrasto, il vedere quella cultura antiumana, mi ha confermato nella convinzione che il Signore, il Vangelo, la fede ci mostravano la strada giusta e noi dovevamo impegnarci perché sopravvivesse questa strada. In questa situazione, la vocazione al sacerdozio è cresciuta quasi naturalmente insieme con me e senza grandi avvenimenti di conversione. Inoltre due cose mi hanno aiutato in questo cammino: già da ragazzo, aiutato dai miei genitori e dal parroco, ho scoperto la bellezza della Liturgia e l’ho sempre più amata, perché sentivo che in essa ci appare la bellezza divina e ci si apre dinanzi il cielo; il secondo elemento è stata la scoperta della bellezza del conoscere, il conoscere Dio, la Sacra Scrittura, grazie alla quale è possibile introdursi in quella grande avventura del dialogo con Dio che è la Teologia. E così è stata una gioia entrare in questo lavoro millenario della Teologia, in questa celebrazione della Liturgia, nella quale Dio è con noi e fa festa insieme con noi.

Naturalmente non sono mancate le difficoltà. Mi domandavo se avevo realmente la capacità di vivere per tutta la vita il celibato. Essendo un uomo di formazione teorica e non pratica, sapevo anche che non basta amare la Teologia per essere un buon sacerdote, ma vi è la necessità di essere disponibile sempre verso i giovani, gli anziani, gli ammalati, i poveri; la necessità di essere semplice con i semplici. La Teologia è bella, ma anche la semplicità della parola e della vita cristiana è necessaria. E così mi domandavo: sarò in grado di vivere tutto questo e di non essere unilaterale, solo un teologo ecc.? Ma il Signore mi ha aiutato e, soprattutto, la compagnia degli amici, di buoni sacerdoti e di maestri, mi ha aiutato.

Tornando alla domanda penso sia importante essere attenti ai gesti del Signore nel nostro cammino. Egli ci parla tramite avvenimenti, tramite persone, tramite incontri: occorre essere attenti a tutto questo. Poi, secondo punto, entrare realmente in amicizia con Gesù, in una relazione personale con Lui e non sapere solo da altri o dai libri chi è Gesù, ma vivere una relazione sempre più approfondita di amicizia personale con Gesù, nella quale possiamo cominciare a capire quanto Egli ci chiede. E poi, l’attenzione a ciò che io sono, alle mie possibilità: da una parte coraggio e dall’altra umiltà e fiducia e apertura, con l’aiuto anche degli amici, dell’autorità della Chiesa ed anche dei sacerdoti, delle famiglie: cosa vuole il Signore da me? Certo, ciò rimane sempre una grande avventura, ma la vita può riuscire solo se abbiamo il coraggio dell’avventura, la fiducia che il Signore non mi lascerà mai solo, che il Signore mi accompagnerà, mi aiuterà.



Mi sono subito riconosciuto nelle sue parole, amando anch'io la liturgia e dirigendo il gruppo di ministranti, in cui diceva di amare la liturgia perchè "in essa ci appare la bellezza divina".













Ratzigirl
00sabato 3 giugno 2006 13:24
Un film che fa riflettere
Nel thread del CODICE DA VINCE ho raccontato le mie impressioni a caldo sul film. Qui vorrei discutere su un punto che ieri sera mi ha fatto riflettere. Mentre guardavo il film (probabilmente durante uno dei punti "morti" della sequenza) mi sono soffermata a pensare.
Come ha fatto un tipo che ha messo su un'accozzaglia di informazioni ,alcune delle quali sono leggende, altre versioni stereotipate di detti e miti...come è possibile che un "falso" del genere abbia potuto sconvolgere delle coscienze?
Quanto è poca profonda la Fede se si fa travolgere dall'inusuale!
Ero, ieri sera con degli amici che non sono proprio praticanti (alcuni di loro sono già inseriti nell'ambito agnostico- ateista). A loro il film non è piaciuto, ma non per lo stesso motivo mio. Il film , in sostanza, mette in dubbio la Resurrezione. E per un cristiano vedere una multimedialità del genere su una menzogna è francamente repellente. Non che voglia boicottare un film che reputo tale e basta. La mia preoccupazione va soprattutto mirata a far prendere coscienza che, credenti o meno, le prove che Dan Brown ha portato sono fasulle. Come credente però non ho nessun problema a lasciarmi alle spalle la teoria proposta dal film. Non c'è scrittore, nè attore Hollywoodiano che può scalfire la vera fede.
Sybella
00sabato 3 giugno 2006 14:44
Re: Un film che fa riflettere

Scritto da: Ratzigirl 03/06/2006 13.24
Come credente però non ho nessun problema a lasciarmi alle spalle la teoria proposta dal film. Non c'è scrittore, nè attore Hollywoodiano che può scalfire la vera fede.



...QUOTO [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] ! Per fragile e personalissima cosa che sia, la fede cristiana non può venire scalfita da un film o da un libro (o da un film e da un libro messi insieme), neanche se si coalizzassero tutti i mass-media del mondo!!
Sybella
Sihaya.b16247
00domenica 4 giugno 2006 16:07
Re: Un film che fa riflettere

Scritto da: Ratzigirl 03/06/2006 13.24
Nel thread del CODICE DA VINCE ho raccontato le mie impressioni a caldo sul film. Qui vorrei discutere su un punto che ieri sera mi ha fatto riflettere. Mentre guardavo il film (probabilmente durante uno dei punti "morti" della sequenza) mi sono soffermata a pensare.
Come ha fatto un tipo che ha messo su un'accozzaglia di informazioni ,alcune delle quali sono leggende, altre versioni stereotipate di detti e miti...come è possibile che un "falso" del genere abbia potuto sconvolgere delle coscienze?
Quanto è poca profonda la Fede se si fa travolgere dall'inusuale!
Ero, ieri sera con degli amici che non sono proprio praticanti (alcuni di loro sono già inseriti nell'ambito agnostico- ateista). A loro il film non è piaciuto, ma non per lo stesso motivo mio. Il film , in sostanza, mette in dubbio la Resurrezione. E per un cristiano vedere una multimedialità del genere su una menzogna è francamente repellente. Non che voglia boicottare un film che reputo tale e basta. La mia preoccupazione va soprattutto mirata a far prendere coscienza che, credenti o meno, le prove che Dan Brown ha portato sono fasulle. Come credente però non ho nessun problema a lasciarmi alle spalle la teoria proposta dal film. Non c'è scrittore, nè attore Hollywoodiano che può scalfire la vera fede.



La Fede Vera non può essere scelfita nè dai libri, nè dai film, nè dai dettratori. Tuttavia il marketing ha una potenza spropositata, altrimenti non si spiegherebbe perchè veniamo condizionati a comprare, mangiare e bere cose di cui potremmo fare bene a meno e che addirittura fanno male alla salute.
Siamo un pubblico bambino da rincitrullire con le favole, il cibo spazzatura, i giocattoli. Siamo un pibblico che vive di paure e deresponsabilizzazione.
Quanti sanno che il Codice fu "pompato" negli Stati Uniti quando il Vaticano si pronunciò contro la guerra in Iraq?
C'è poi da dire che ci protesta contro è accurato dai Capezzoni vari di oscurantismo e bigottismo.
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