Cina: Giochi Olimpici 2008, razzi per disperdere la pioggia

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centrosardegna
00martedì 17 luglio 2007 12:19
Un sistema per avere bel tempo nelle giornate di apertura e di chiusura della XXIX edizione dei Giochi Olimpici che si terra' a Pechino dall'8 al 24 agosto 2008. Si tratta di razzi usati per disperdere le nuvole cariche di pioggia. E' questo l'ultimo rimedio annunciato ieri da Zheng Guoguang, direttore della China Metereological Administration. ''L'estate e' una stagione piovosa - ha commentato Zheng Guoguang - questa pratica costituira' l'obiettivo principale dei servizi meteorologici per i Giochi Olimpici che si terranno l'estate prossima''.
centrosardegna
00domenica 12 agosto 2007 15:35
Contro-proposta del vice presidente
dell'Europarlamento: «Ritiriamoci»
«Chi protesta contro la Cina via dai Giochi»
L'Associazione olimpica britannica: «Ai nostri atleti vietato manifestare»






Edward McMillan- Scott è inglese, e vicepresidente del Parlamento europeo: e chiede al primo ministro Gordon Brown di ritirare la squadra britannica dalle prossime Olimpiadi di Pechino, poiché in Cina «esistono le prove di una persecuzione e perfino di un genocidio ».
Anche Simon Clegg è inglese, ex militare di carriera e capo dell'Associazione Olimpica del suo Paese, ma sostiene esattamente il contrario: non solo gli atleti britannici devono partecipare alle Olimpiadi, come già è stato scontatamente deciso da tempo, ma devono anche evitare qualsiasi gesto pubblico di protesta contro la politica cinese sui diritti umani, pena la possibile espulsione dalla squadra; «La nostra è un'organizzazione apolitica, lo sport non c'entra con queste cose». Del resto, lascia capire Clegg, è già accaduto molti anni fa con due atleti chiamati Tommie Smith e John Carlos: alle Olimpiadi di Città del Messico nel 1968, i due vincitori americani dei 200 metri salirono sul podio con il pugno levato in alto, nel saluto rituale del Black Power o Potere Nero; e furono prontamente espulsi dalla loro squadra. «Ma che c'entra? — ribattono altri —. Negli Usa c'erano sì molti problemi ma quello non era certo uno Stato così repressivo...». «E poi — aggiunge dal canto suo Amnesty International — i diritti umani non sono neppure un tema politico, ma una questione basilare, di principi fondamentali per l'uomo. È stata la Cina a collegare i due temi delle Olimpiadi e dei diritti umani, promettendo che avrebbe usato le prime per proteggere i secondi. Ma non l'ha fatto».
A Londra, questi pareri raccolgono già molti seguaci, su fronti opposti, e così si discute molto. Ma con evidente imbarazzo, da ambo le parti. Messi insieme nella stessa pentola, la secolare tradizione democratica della Gran Bretagna e il delicato rapporto economico- politico con Pechino sono ingredienti che garantiscono già un minestrone ribollente. Per esempio: c'erano anche due cittadini inglesi, fra gli 8 attivisti della campagna «Per un Tibet libero» arrestati poco tempo fa, dopo una manifestazione sulla Grande Muraglia. Simon Clegg non è nuovo a certe uscite clamorose: prima delle Olimpiadi di Atene, aveva minacciato di ritirare la squadra se non fossero migliorate le condizioni della sicurezza. Stavolta, ha parlato durante una visita a Pechino, con un'intervista al Daily Telegraph. Chefarete, gli è stato chiesto, se gli attivisti vi chiederanno di esprimervi pubblicamente contro l'arresto di dissidenti cinesi? «Resisteremo alle loro pressioni — è stata la replica —. Qualunque gruppo è libero di esprimere la propria opinione. Riceverà una risposta cortese, che però chiarirà a tutti una cosa: siamo concentrati sui risultati sportivi. Per la maggioranza dei nostri atleti, le Olimpiadi rappresentano il punto più alto della carriera, se non della loro vita». Poi, un richiamo alla cronaca che riguarda un altro Paese ex comunista: nel 1980, quando Margaret Thatcher decise un boicottaggio contro l'Urss per la sua occupazione dell'Afghanistan, il comitato olimpico britannico si batté perché venisse confermata la partecipazione ai Giochi di Mosca. E così fu (fra l'altro, la gara maschile dei 1.500 metri fu vinta dall'inglese Sebastian Coe, che oggi capeggia il Comitato per l'organizzazione delle Olimpiadi del 2012 a Londra). Per Edward Mc Millan-Scott, che ha salde radici fra i conservatori del Parlamento inglese ed europeo, questi sono argomenti vaghi o astuti: «Il mondo civilizzato deve prendere in considerazione l'idea di punire la Cina. E di mandare attraverso le Olimpiadi un chiaro messaggio: certi abusi sui diritti umani non possono essere tollerati».

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