Camel - Mirage [1974]

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Asgeir Mickelson
00mercoledì 21 marzo 2007 23:44
Artista: Camel
Titolo: Mirage
Anno: 1974
Genere: Rock-progressive
Etichetta: DERAM
Sito ufficiale: Camel Productions



Copertina ufficiale



Copertina per il mercato USA


MUSICISTI:
Andrew Latimer: chitarra; flauto; voce
Peter Bardens: tastiere; cori
Doug Ferguson: basso
Andy Ward: batteria; percussioni


LISTA TRACCE:
1. Freefall [05:54]
2. Supertwister [03:23]
3. Nimrodel / The procession / The white rider [09:18]
4. Earthrise [06:41]
5. Lady Fantasy: Encounter / Smiles for you, Lady Fantasy [12:45]

TEMPO TOTALE: 38:03 (minuti:secondi)



Nonostante Camel sia stato un discreto lavoro, la MCA non rinnovò il contratto ai quattro inglesi.
La delusione delle 5.000 copie vendute in un anno e il quasi totale anonimato nella scena progressive (la concorrenza con pezzi da novanta come Yes, Genesis, King Crimson era spietata), convinsero i dirigenti a non rinnovare la fiducia ai cammelli.

I quattro musicisti allora se ne andarono in ritiro per riflettere e comporre qualcosa di musicalmente migliore.
Due anni dopo si presentarono alla Deram (diretta dipendente della Decca, creata apposta per le nuove promesse) con un nuovo lavoro.
Appena dato alle stampe, il magazine britannico "Beat Instrumental" li premiò con il "premio disco del mese", e scrisse che "i musicisti sono eccellenti e il gruppo sarà uno dei punti di riferimento per il suo genere musicale", mentre altri addetti ai lavori lo definirono "una pietra miliare del rock-progressive".
I Camel avevano raggiunto il duplice obiettivo di sfornare un album degno di comparire stabilmente nel Gotha del rock e di farsi rimpiangere dalla MCA, la loro prima etichetta.

La ricetta del successo era semplice: basta canzoni dalla struttura classica (strofa-strofa-ritornello...), un taglio deciso alla voce di Latimer per relegarla a pochi passaggi. Largo spazio ai pezzi strumentali e alle lunghe cavalcate musicali, in modo da dare libertà alla fantasia dei compositori.
Oltretutto, a far parlare di loro fu anche la causa intentata dall'omonima azienda produttrice di sigarette, per sfruttamento dell'immagine: oltre al nome della band uguale, la copertina di "Mirage" richiama il cammello che si vede sui pacchetti di sigarette. In realtà, il disegno è leggermente differente, in quanto l'animale è disegnato ondulato, una "distorsione" dovuta agli effetti dei miraggi desertici.
Negli Stati Uniti, invece, la copertina raffigura un drago nel deserto con un cristallo in bocca.

Il primo disco aveva deluso le aspettative perchè mancava di personalità, un suono proprio in cui riconoscere immediatamente i quattro inglesi, un diverso approccio al rock-progressive tipico della Scuola di Canterbury (Soft Machine, Caravan, Gong per citare i più famosi).
Un lavoro abbastanza buono ma che spariva senza lasciare traccia di fronte a capolavori come Foxtrot dei Genesis, Fragile e Close to the edge degli Yes, Thick as a brick dei Jethro Tull, per rimanere nell'ambito progressive.
I quattro allora decisero d'imprimere un marchio sulle prossime incisioni, un simbolo fatto di note per renderli unici.
Bastarono cinque canzoni, quaranta minuti scarsi di durata e i Camel firmarono il gran colpo.

Mirage è una vetta altissima che gli stessi riusciranno a doppiare con il successivo The Snow Goose, altro lavoro interamente strumentale, a conferma del fatto che la musica del cammello si esprima meglio facendo parlare gli strumenti.

Supertwister è la prima strumentale, la più corta delle cinque, è quasi un antipasto delle canzoni che verranno dopo, la preparazione al trio delle tracce più lunghe e complesse.
In questa canzone, Latimer sfoggia anche una buona tecnica da flautista, suonando lo strumento a fiato dall’inizio alla fine.
La chitarra e il flauto sono sovraincisi, in modo da permettere al cantante di suonarli entrambi.
Earthrise è l'altra: dopo un minuto di musica di preparazione, un brevissimo assolo di batteria spiana la strada ai dialoghi a due tra la chitarra e la tastiera, sino a scendere di tono nel finale che riprende il tema iniziale.

Ma sono le suite a fare la parte del leone: la terza traccia, divisa in tre parti, il cui titolo, Nimrodel, deriva da un episodio del libro di J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli e l'ultima canzone, Lady Fantasy, anch'essa divisa in tre movimenti.
In entrambe, dopo un breve intervallo cantato, i Camel partono felici verso territori musicali da esplorare in compagnia dei loro strumenti.
I compositori di tutti i pezzi, Latimer e Bardens, si danno da fare a colpi di assoli e dialoghi a due, mentre la sezione ritmica impreziosisce le melodie con un lavoro eccellente.

C'è però il rovescio della medaglia: i Camel non poterono (o vollero) mai correggere l'errore di arruolare un vero cantante.
Andrew Latimer è un ottimo compositore, un valevole chitarrista e una piacevole sorpresa al flauto, ma la prova offerta alla voce è appena sufficiente, quasi si può dire che canti meglio sul disco d'esordio.
Se la band avesse sfruttato le proprietà vocali di un vocalist, Mirage sarebbe stato perfetto. Ma non tutte le ciambelle riescono col buco...

I Camel, ad ogni modo, riuscirono ad assicurarsi un posto nel firmamento del progressive-rock, guadagnandosi la stima di band, pubblico e critica.
Il cammello era partito, e se ne andava in giro per lunghi tour e importanti festival musicali.
Mirage fu un'occasione persa per la MCA che si mangiò le mani a lungo e rappresentò la rinascita dei quattro, che da lì a poco sfornarono altri importanti dischi, il primo dei quali fu The Snow Goose.

[Modificato da Asgeir Mickelson 21/03/2007 23.45]

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