[ Fortezza Ancestrale ] - [ Fortuna e Desideri ]

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00martedì 24 maggio 2016 10:09
Danae, Alexandra.

DANAE { . Esterno Fortezza . }*{ Quasi fortuitamente le è capitato di mettere gli occhi su un messaggio lasciato alla Rocca, nel quale veniva annunciato il bisogno di lavoratori alla Fortezza. “ Non è un incarico per una persona qualunque” veniva specificato, qual buon modo per attirare l’attenzione della Normanna se non pungolare il suo orgoglio? Eccola, dunque, dinnanzi al portone del meraviglioso maniero, in procinto di bussare. Indossa una veste bordeaux stile impero e dalle rifiniture dorate lungo gli orli; i capelli castano scuro sono raccolti in una treccia morbida che permette ad alcune ciocche di incorniciare il viso niveo. Sulle spalle ha buttato un manto scuro, il cui cappuccio cela i lineamenti della Contessa da sguardi indiscreti, quasi non volesse proprio essere notata dagli sporadici passanti che popolano le vie della Cittadella. Eccola dunque a torturarsi le labbra con la dentatura, ansiosa di essere ricevuta. Quasi si vergogna di dover cercare un lavoro, eppure un titolo nobiliare da sé non basta per procurarsi denari, non se la famiglia di appartenenza la vuole morta. Con un enorme sospiro, drizza le spalle, preoccupandosi di mostrarsi al meglio. }

ALEXANDRA {{ Sala Comune }} § [[ Fuori dalla finestra, che s’affaccia sul giardino interno ben allestito ormai già da più d’un anno, si scorge un cielo sereno, cosparso di stelle che vengono velate non solo dall’umidità, m’anche dalla luce incredibile di quella luna a un passo dal trionfo della sua pienezza. La prediletta delle Gocce se ne sta lì, appoggiata a sedere sulla balaustra, con la schiena adagiata sul muro e la base fissa della finestra totalmente spalancata. Il vento non la schernisce, anzi in quella posizione, protetta com’è dalle alte e solide mura della sua dimora, ne percepisce a malapena il respiro sulla pelle. I lunghi capelli ramati son stati raccolti in una semplice treccia che scorre lungo la linea sottile del collo e si perde sul seno sinistro, come se fosse il suo giaciglio favorito. Stasera le membra son agguantate da un abito color zaffiro, come i suoi occhi, in raso di seta un po’ spesso. La veste ha un cappuccio, ch’è appoggiato lungo le spalle, doppie maniche, quelle più interne aderenti e a punta, quelle esterne svasate e lunghe tanto da lambire i polpacci. Passamaneria color oro, posti qua e là, rendono il capo accurato, adatto per una serata in dimora senza peccare in eleganza. Un taccuino giace aperto sul suo grembo, insieme ad una lapis. Sembra aver scritto molte cose. Nomi, per lo più. In latino e in lingua corrente. Chi ha un minimo di conoscenza può riconoscere nella parola oleandro e pino una specie di vegetale, così come nelle rose e glicine. Ma sono solo pochi i nomi noti, il resto sono paroloni, di conoscenza solo a chi studia o ha studiato erbologia. Sembra così immersa nei suoi pensieri la fu Eletta, che apparentemente non pare aver udito gli echi dei rintocchi del portone d’ingresso. Ma la vecchia Dierna sì, e sapeva dell’arrivo di un’ospite, che ben presto si ritroverà l’anta sinistra del massiccio portone schiuso, e un’anziana donna a invitarla a presentarsi e, successivamente ad entrare, facendole segno di salire le scale *la signora vi attende nella sala comune*. ]]

DANAE { . Sala Comune . }*{ Ben presto, il portone di legno si schiude ed il volto rugoso di un’anziana si affaccia per chiedere alla Contessa le sue credenziali. } Danae d’Eu { Replica in fretta le ventiduenne, umettandosi in fretta le labbra e sorridendo a Dierna quando questa si fa da parte per permetterle di entrare; la serva la guida lungo i corridoi della Fortezza che si schiudono dinnanzi agli occhi cerulei di Danae in tutta la loro ricca beltà. Avendo passato giorni e giorni china su libri d’arte a studiare le minute fattezze di colonne e capitelli, quadri ed affreschi, alla Normanna par di essere entrata in Paradiso. Si affretta a scacciare quella reminiscenza cristiana dalla mente giusto in tempo per udire la serva indicarle la via per la Sala Comune, ove l’autrice del messaggio la sta aspettando. Eccola indi percorrere in fretta le scale che la separano dalla Sala, facendo serpeggiare gli occhi chiari sulla figura che lì l’attende. Mai si sarebbe aspettata di incontrare nuovamente la donna rossa, verso cui la Nordica indirizza un inchino non appena l’altra si sarà accorta di lei. } Madame, ci incontriamo di nuovo { Proferirebbe sorridendo. } Sono Danae d’Eu, non so se Vi ricordate di me { Danae sì che si ricorda, come potrebbe essere altrimenti? Postula poco distante dall’ingresso, in attesa di ulteriori disposizioni. } L’oste della bettola mi ha avvisata che qui alla Fortezza stavano cercando un lavoratore o una lavoratrice. Beh.. eccomi qua! { Allarga le braccia prima di portarsele vicino al grembo, là ove le mani si uniscono in una morsa nervosa. }

ALEXANDRA {{ Sala Comune }} § [[ C’è una pace innaturale. Il silenzio là fuori è interrotto solo da qualche delicato, costante, verso animale. Non sembra quasi che da lì a poco scoppierà una battaglia che la coinvolgerà, forse più di chiunque altro, in prima linea. Eppure è così. Il momento presto giungerà, la fatidica notte non è molto distante. Manca poco. Respirerebbe a fondo la prediletta, riempiendo i polmoni di quell’aeree fresco e umido che le ha raffreddato la porzione di pelle non coperta dall’abito. Tornerebbe a osservare il taccuino, quindi afferrando la lapis fra pollice e indice andrebbe ad aggiungere qualcos’altro alla fatidica lista, altre piante. Alcune sono acquatiche, sia idrofite che elofite, altre ancora amano più l’ombra che non l’esposizione diretta della luce. Tutto ciò che sta stendendo entrerà a far parte d’un progetto piuttosto ampio e che al momento manterrà segreto, tranne con chi ha personalmente deciso di coinvolgere. Ma la stesura verrà interrotta all’approssimarsi dei passi su per le scale, che finalmente la scuotono e schiodano dal suo ‘lavoro’, se così si può definire. Si solleverebbe in piedi, avanzando di mezzo passo e chiudendo così la finestra con una sola mano –dato che l’altra sorregge l taccuino-, ed è forse in quest’azione che verrà vista dall’Ospite. Si volge verso l’ingresso della sala e la riconoscerebbe quasi istantaneamente. Bene, pensa fra sé. Dev’essere il destino a farle incrociare così spesso ultimamente. E col destino si può fare ben poco, o quasi. Annuisce in suo indirizzo, facendole cenno di accomodarsi su una delle poltroncine poste in semicerchio dinnanzi un immenso focolare. La giovane potrà notare che la stanza è enorme, con lungo i lati delle statue alternate ad armature ornamentali, cinque colonne di granito scuro che circondano un grande mosaico figurante un pentacolo con in grembo un occhio fiammeggiante e in fondo degli archi che conducono chissà dove. Sterile, eppure perfetta. Mistica. Tirando fuori una pergamena piegata dal suo taccuino, scriverebbe qualcosa, che verrebbe consegnato alla donna mentre raggiunge il fondo della sala. Sul biglietto v’è scritto quanto segue: ‘Quali sono le vostre referenze? E i vostri studi, sia eseguiti che desiderati?’ ]]

DANAE { . Sala Comune . }*{ Alexandra l’accoglie come di consueto: bella e silente. Con un gesto elegante le indica ove sedere e Danae non se lo fa ripetere due volte, appropriandosi di una delle poltroncine poco distanti dal focolare. Si sistemerebbe la veste, lisciando le arricciature formatesi in prossimità dei fianchi, quindi si guarderebbe attorno: gli occhi paiono farfalle svolazzanti sulle meraviglie celate nella stanza, carezzando le colonne sino ad arrivare al mosaico raffigurante il pentacolo. Su di esso lo sguardo della Nordica indugerebbe, almeno sino a quando fra le sue mani non finirà un biglietto vergato personalmente dall’Arcimaga. Il suo contenuto è chiaro e breve, delle domande a cui Danae sa certamente rispondere. } Ho studiato in un monastero in Normandia e ho avuto modo di apprendere la bellezza della storia dell’arte, di conoscere i rudimenti del latino e la storia e le dinamiche politiche della mia terra d’origine. { Le parole sgorgano fluentemente come un ruscello limpido, almeno sino a quando non si interrompe per pensare alla seconda parte della domanda. Già, che cosa desidererebbe apprendere? Ancora una volta, lo sguardo vola inconsciamente sul pentacolo, dalle fattezze così perfette da rapire Danae ancora e ancora. } Beh, Madame.. Non ho un desiderio preciso ora come ora. Posso dirVi che sono una persona molto curiosa e appassionata della conoscenza: amo far mio tutto ciò che gli altri mi dicono e adoro imparare tutto quello che mi è concesso conoscere. Dalle mie parti, una donna non è libera di inseguire i suoi sogni, il suo compito è semplicemente quello di figliare e tenere occasionalmente pulita la casa se non si possiede la servitù. Mi sembra già incredibile di essere qui, dinnanzi a Voi, senza un marito a controllarmi, senza qualcuno che tenti di tarparmi le ali. { Con un sospiro, scaccia l’emozione che le fa vibrare la voce, quindi sarebbe il suo turno di porre domande. } Perdonate la scortesia.. che cosa simboleggia quel pentacolo? E’ davvero squisito.

ALEXANDRA {{ Sala Comune }} § [[ Annuisce alle sue parole, di cui si imbeve e sazia come fosse un’arida spugna ch’è permasa giorni interi nelle profondità dei più inospitali deserti. Un altro biglietto verrebbe trascritto: ‘qui vige una semplice legge, Danae. Quella del più forte. E il sesso, o la religione, o la provenienza di una persona contano ben poco. Tutto ruota intorno al valore e alla forza –non è detto che sia fisica- di una persona’. Poi la lascia leggere, gli dona le spalle, avvicinandosi al fuoco e protendendo le mani sulle fiamme che divorano la legna in modo continuo, senza mai una pausa. Si bea di quel calore, che le penetra con la morbida e implacabile sensualità d’un amante. Lascia che legga. Che comprenda. Che assorba quello che vi è scritto. Barrington è un araldo, così come Avalon, alla libertà. Non c’è la tirannia che vige nel resto del mondo perché il potere di chi abita in quelle terre tanto luminose quanto oscure è incommensurabile e ancora imbattibile. Ci han provato, in passato, ma non ci riuscirono. La lascerebbe ribattere a quanto scritto, in pace. E solo quando avrà finito, appoggerà il taccuino con la lapis sul tavolinetto, posto fra caminetto e poltroncine, e tornerà ad osservare dritto in volto la donna. E quindi lascerà fluire via ogni pensiero, ogni percezione, smembrandosi d’ogni epitelio di superficialità, ogni muscolo di insipidezze di cui non abbisogna al momento, e via ancora, ogni brandello d’organi e carni, fino a lasciare lo scheletro della sua mente, vuoto e inviolato. In quel vuoto interiore, perciò, modellerebbe un pensiero, un discorso, che proietterebbe per la seconda volta nella mente della donna. °.O.o. “Quello è il pentacolo, l’emblema pulsante dei Maghi Ancestrali.” Sboccerebbe questo pensiero sibilante nel suo spirito, mentre la mano farebbe scorrere fuori dalla veste il pentacolo con uno zaffiro incastonato, per farglielo vedere “Il pentacolo è il simbolo dell’equilibrio, cinque linee uguali che si intrecciano, cinque punte, in rappresentanza degli elementi fondamentali del nostro mondo: terra, aria, acqua e fuoco. E la punta, in rappresentanza della luce e dell’oscurità, del bene e del male… Dell’anima dell’Essere Umano o Vivente che sia. E’ questo ciò che siamo, Danae D’Eu, noi siamo Araldi dell’Equilibrio, Perni della sua Bilancia, e da esso ne traiamo Potere, e a esso siamo legati come schiavi e amanti”. .o.O.° ]] – [[ Telepatia lvl.5 ]]

DANAE { . Sala Comune . }*{ Un nuovo messaggio viene posizionato fra le dita affusolate della fanciulla, la quale si appresta a far suo il contenuto di tale biglietto. Ed ecco che un sorriso illumina il viso pallido, un sorriso sincero che spunta come un arcobaleno dopo la tempesta. Non è fisicamente troppo forte ma la volontà non le manca, quella no. Non risponde ad Alexandra, limitandosi a rigirarsi il foglio fra le mani ed osservando pigramente il crepitio delle fiamme sino a riempirsi il cervello col movimento del fuoco. Indi succede nuovamente ciò che accadde qualche sera fa nella bettola: la sua mente si carica di parole non sue, di concetti che non scaturiscono da ragionamenti di Danae. Questa lascia scivolare il suo sguardo di nuovo sul mosaico, quindi lo pentacolo con tanto di zaffiro incastonato, un oggetto dalle fattezze belle ed eleganti. La spiegazione di Alexandra è fluida ed ineccepibile e le inebria la mente sino a farle provare un brivido che le percorre la schiena. Rapita dagli arcani Misteri svelati a poco a poco dalle labbra della donna rossa, la Normanna si ritrova a ripensare alla Banshee e alla sera in cui le tre si sono incrociate. Le sovviene la disquisizione sull’Equilibrio che sicuramente ad Alexandra non sarà sfuggita. } Madame.. { Farebbe fatica a cercare il viso dell’Arcimaga, ma poi sfodera tutto il suo coraggio e la forza di volontà che appartiene alla sua orgogliosa personalità; le mani poggiate sui braccioli si stringono in due pugni e la schiena si drizza, facendo scivolare la treccia fra le scapole. Ci ha riflettuto ed ha deciso, ora è tempo di mostrare la sua fermezza. } Invero un desiderio ha toccato il mio cuore. L’Equilibrio è un concetto a cui tengo, come forse sapete, ed io difendo sempre ciò in cui credo. Il mio sogno è quello di essere un Mago Ancestrale!

ALEXANDRA {{ Sala Comune }} § [[ L’angolo sinistro delle labbra verrebbe flesso in un sorriso sghembo. Quante volte l’ha sentito dire, non basterebbero le dita delle mani di tutti gli abitanti della Fortezza, e non solo, per contarli. Ma quanti ci riescono, soprattutto, quanti rimangono fedeli e ancorati alla dimora ancestrale? Non si risponde, preferendo rimanere lì a osservare il fare della donna. Quanto sarà forte la sua volontà? Quanto aguzzo il suo ingegno? Ebbene sì, può tastare tutto ciò, per farsi un’idea di che tipo di spirito dimori in quelle carni giovani ma provate dalla vita, dura, e cruda. Ancora una volta depurerebbe la sua mente da ogni pensiero superfluo, spogliandosi d’ogni sensazione ed emozione che sgorgano dall’interno e s’insinuano nel suo spirito dall’esterno. Toglierebbe, di petalo in petalo, tutto ciò che può ostracizzare la sua concentrazione e fine ultimo, e solo quando di lei sarà rimasto poco più ch’il verde gambo, sol a quel punto modellerebbe con l’abilità d’una artista un pensiero, che verrebbe trasmesso nella mente di danae con la delicatezza d’un fiocco di neve, ed ivi sboccerà, come un fiore di mezzanotte. °.O.o. “Non tutti sono portati alla vita ancestrale. E’ molto dura. Qui non esistono titoli. Ci si allena, molto. Si studia, anche di più. E i compiti da svolgere sono innumerevoli, v’inghiottiranno inesorabilmente, allontanandovi di molto dalla vita d’un comune vivente. E’ un processo inesorabile. Sarete una pedina dell’Equilibrio, parte di una catena che dev’essere indistruttibile in ogni suo anello. Ci saranno obblighi, doveri, regole da seguire a menadito. E’ molto, molto dura. Sicura di essere predisposta a tutto ciò?” una breve pausa, anzi, no, rimarrà silente per lungo tempo. Le vuol dare tutto il tempo possibile. “Siete qui per un lavoro, e io lo voglio trasformare anche in una prova…” infilerebbe le mani in una tasca, estraendo una fialetta contenente chissà quale liquido, che emana un bagliore argenteo inusuale. “Questa è una pozione magica. Nuova, appena studiata e creata. Mai nessuno l’ha bevuta… Ecco la vostra prova, di volontà. Dovete berla e saggiarne gli effetti, e anche poi le successive conseguenze, di cui non posso avere la minimamente idea. Ed ecco dove sta l’astuzia e l’intelligenza. E’ una pozione che implementa la fortuna di una persona.. Come sperimentereste una pozione simile? Bisogna ‘misurare’ di quanto l’accresce, e se si presta in modo assoluto in tutto ciò che si fa. Come faresti, Danae?” o.O.° ]] – [[ Telepatia lvl.5 ]]

DANAE { . Sala Comune . }*{ Le parole dell’Arcimaga fluiscono nella sua mente come un fiume argentato e limpido, carezzato dai mille pensieri di Danae che si formano attorno ad esse. Dal canto suo, la ventiduenne non sembra realmente intimorita dalle avvertenze della donna rossa, essendo abituata allo studio e al rispetto delle regole grazie alla severa formazione in monastero. Per quanto riguarda il suo titolo, questo non par avere molta importanza qui a Barrington, ove invece che inginocchiarsi, la gente le riderebbe in faccia o le sputerebbe sulle vesti pizzate se ella dicesse di essere una Contessa. Prende un bel respiro, quindi cerca le iridi chiare di Alexandra con le sue: entrambe si annoverano fra le tonalità dell’azzurro, solo che quelle della Normanna sonopiù cerulee che simili all’acqua di mare. } Sì, Madame. Sono sicura { Il suo accento francese pregna l’aere circostante, ostentando la fermezza e la sicurezza che sono proprie della Contessa d’Eu. Ella è in cerca di un posto in questa società bislacca di cui ora fa parte e la Fortezza Ancestrale le è ben più congeniale della tremenda bettola. L’attenzione della giovane si sposta poi sulla fialetta fatta oscillare dalle dita di Alexandra, al cui intero bascula un liquido argenteo che par estratto dalla superficie della luna stessa. Sembra quasi che la Maga sappia come abbacinare la Nordica, punzecchiando il suo ego smisurato e sfidandola più e più volte. Annuisce Danae, intenzionata a non tirarsi indietro; certo, in sé cova il timore di cosa una pozione neofita possa fare al suo corpo, eppure l’ardore di raggiungere i propri obiettivi soffoca le sue paure. Riflette sul quesito ultimo posto dalla sua interlocutrice, umettandosi le labbra e dando fiato ai suoi pensieri solo quando è sicura di averne formulati di intelligenti. } Beh, potrei sottopormi a vari giochi d’azzardo prima e dopo averla ingerita, così da verificare in diverse situazioni la sua efficacia; potrei provare più volte, così ogni tentativo ci permetterebbe di capire l’intervallo in cui essa opera… avete dei dadi o delle carte? { Questa volta attende che la donna invada nuovamente la sua mente col suo dire o che le passi l’ennesimo bigliettino da ghermire con la sua presa. }

ALEXANDRA {{ Sala Comune }} § [[ La fresca brezza serale, malgrado la finestra chiusa, raggiunge le sue membra non esposte al calore del focolare e ne solletica i sensi tanto quanto il fuoco ch’arde incessantemente dietro di sé, consumando spicchi su spicchi di legna che vengono ridotti in cenere e braci ardenti. Ma lei è così. Ghiaccio e Fuoco. Figlia di sangue e carne delle gelide terre del nord e nel contempo, in quanto ancestrale, legata all’elemento distruttore e purificatore, il fuoco, che l’ha scelta in quanto custode dei suoi segreti. Rimarrà in silenzio, in un certo senso obbligato dal sigillo che le blocca la voce, ma anche mentalmente non pensa un solo istante a disturbarla mentre espone le sue motivazioni, piuttosto forti se si soppesa il tono e la seria espressione facciale ch’ostenta senza falsità. E così, tacitamente, avvolta dall’aura del suo elemento e dal suo chiarore che tanto vivacizza una parte del suo volto quanto ottenebra quei brandelli di carne che non può raggiungere, ascolta ogni sua favella, al di più si prende tempo per riflettere sulla sua proposta. Dadi e carte. Specialmente i primi sono quanto di più alla totale mercé della Fortuna. Sì, pensa fra sé. Quindi annuisce alla sua suggerimento, lo approva vivamente, e con un gesto gli indicherà una scatola di legno intagliato ch’è stata poche ore prima appoggiata sul tavolinetto posto dinnanzi alle poltroncine. Al suo interno, Danae, troverà ciò che ha richiesto. Non che gli ancestrali giochino a carte, anzi, è un passatempo deplorato, data la sua futilità, ma vengono tenuti per allietare il soggiorno degli ospiti. Riprenderebbe perciò in mano un altro pezzo di pergamena, ed ivi con la lapis vi scriverebbe un nuovo messaggio *Quindi, per stasera, facciamo l’esperimento base senza pozione. Al prossimo incontro invece testeremo la pozione della Fortuna* la scrittura è chiara, decisa, femminile. Leggermente flessa verso destra, una curvatura costante, che viene rispettata da ogni lettera, parola, frase. Poco sotto, su d’un nuovo rigo, una nuova frase. Lo fa per non stare sempre a telepatizzare, arte che a un certo punto sovviene stancante per la mente, se deve abusarne come fa in questo periodo. Ma poi, riflettendo, aggiunge un’altra frase, nell’attesa che la donna prenda in mano gli strumenti adatti. *Perciò, se siete davvero interessata. Mostratemi fino a qual punto siete disposta a spingervi… Devo rinnovare i giardini dove ci siamo conosciute, dovrai partecipare al progetto. Dissestare il terreno, interrare e seminare piante, dar loro la giusta quantità d’acqua, e magari anche alla costruzione di una serra e altro. Siete disposta a sporcarvi le mani, per raggiunger i vostri obiettivi?*]]

DANAE { . Sala Comune . }*{ Osservare il volto della donna rossa che s’alza e si abbassa con fervore per annuire alla sua idea le gonfia il petto d’orgoglio e di gaiezza. Seguendo con gli occhi chiari le movenze di Alexandra, si impossesserebbe della scatola di legno minuziosamente intarsiata nella quale sosta tutto l’occorrente per dar vita al loro esperimento. I dadi correrebbero fra le dita affusolate della ventiduenne, curiosa di dar vita agli studi sulla pozione. Le parole dell’Arcimaga questa volta arrivano tramite carta. } Perfetto! { Trilla con voce soddisfatta, apprestandosi a svuotare il contenuto della scatola per darsi da fare. } Con che cosa posso cominciare? Potrei lanciare i dadi per un paio di volte e tentare di ottenere dodici. Che ne dite? { Forse anche questa volta la Maga risponderà con un cenno del capo. Un nuovo foglio finisce fra le mani di Danae, un’ennesima sfida a cui Alexandra la sottopone. Per alcuni istanti la Nordica non dice nulla, ammutolita al solo pensiero di insozzarsi le mani e il viso di terra, indi si rende conto che se vuol far parte dei Maghi Ancestrali, se desidera appropriarsi di una nuova fetta di sapere così arcana e recondita e se vuol avere il suo posto all’interno della Cittadella, le toccherà far un poco a meno dei suoi modi altezzosi da nobildonna. } E sia { Proferisce in direzione della sua interlocutrice, del tutto inconscia che Danae pur di arrivare ai suoi scopi è stata anche in grado di uccidere. }

ALEXANDRA {{ Sala Comune }} § [[ Dal fondo del salone giunge l’anziana Dierna, ch’avanza con un passo un po’ sciancato, dovuto alla sua età ormai avanzata, ma pieno di dignità, poiché cerca di mantenere una postura eretta e volitiva, fiera del suo impiego. Le mani si stringono attorno alle prese del vassoio di legno intagliato, molto antico e dagli intarsi che rappresentano nodi nordici piuttosto comuni. Sul portavivande si potrà notare una piccola caraffa di ippocrasso, un fiaschetto di idromele e un piattino con delle fette di crostate e gallette infornati in mattinata, insomma, la vecchia non fa mai mancare nulla agli ospiti della Fortezza, neanche a quelli che son lì per un singolare colloquio di lavoro. L’inserviente appoggia il tutto sul tavolinetto, in un angolo per non occupare troppo spazio, quindi con un cenno di capo prende congedo e se non vi sono ulteriori richieste s’allontanerebbe dal grande salone, per raggiungere le cucine o la sua stanza per godere finalmente del suo giaciglio. La prediletta delle gocce rimarrà di nuovo ad ascoltare l’ormai aspirante maga nelle sue proposte e nella sua rinnovata disponibilità anche in quel progetto per cui ci sarà molto da lavorare, manualmente s’intende, poiché la lista delle erbe sarà più semplice di quanto non sia mai stato in passato. Ha già un’idea precisa in mente, e la sua esperienza con l’allestimento del giardino interno, inclusa la serra, le sovvengono in aiuto. Indi annuirà alla donna, che propone di lanciare qualche dado, e le farà un cenno con ambedue le mani, dopo aver opportunamente riposto la lapis nel taccuino e quest’ultimo sotto il braccio sinistro. Una mano aperta, l’altra con l’anulare e mignolo richiusi, le altre dita distese. Otto. Otto, cosa? Magari lanci di dadi? Sì, potrebbe esser la risposta più adatta. ]]

DANAE { . Sala Comune . }*{ I pensieri che ronzano e s’accavallano nella sua mente sciamano come un’orda di api impazzite non appena le iridi abbracciano la figura composta di Dierna, la quale incede seppur sofferentemente per donare all’Arcimaga e alla sua ospite prelibatezze senza precedenti. Con movimenti rapidi, la ventiduenne si appropria di una fetta di crostata alla frutta, portandosela alle labbra senza remore, gustandosi l’intenso sapore dei pomi che si appresta ad invaderle il palato. } Merci { Proferirebbe in direzione dell’anziana in procinto di congedarsi, colpita dalla fierezza dello sguardo della serva sebbene il suo stato di salute non sia ottimale. I gesti di Alexandra riconducono l’attenzione di Danae sul compito che ha da svolgere: otto tiri, dunque. Con la mano libera dal gustoso dolcetto, la Contessa afferra entrambi i dadi custoditi nella scatoletta finemente decorata, appropinquandosi al primo lancio. Questo viene effettuato con rapidità ed i dadi impattano contro la lignea superficie del tavolo mostrando una delle loro facce: tre e due. } Cinque { Riferisce la ventiduenne alla sua interlocutrice, storcendo il naso poiché non è riuscita ad ottenere il dodici tanto sperato. Ci riprova in fretta e furia. } Nove { Difatti, un dado reca sulla sua faccia superiore quattro pallini, mentre il gemello ne ha cinque; terzo lancio. } Dieci, ci stiamo avvicinando { Commenta la Contessa sorridendo, mostrando i cubi che recano rispettivamente tre e sette pallini sulla facciata presa in considerazione. } Otto { Serra le labbra Danae, questa volta il numero è sceso ed i dadi mostrano il medesimo numero di piccoli cerchi sulla facciata. Il quinto tiro dà i suoi frutti. } Dodici! { Finalmente! Sei cerchietti spiccano su entrambi i piccoli oggetti; eppure, l’esperimento non è ancora finito. } Sette, tre, quattro. { Gli ultimi tre lanci sono separati da meno tempo e, una volta terminata la sequenza di otto tiri, la Normanna si appresterebbe a tirar le somme del risultato. } Dunque, abbiamo ottenuto il risultato sperato solo una volta, precisamente al quinto tentativo. Ricapitolando, sono usciti i numeri cinque, nove, dieci, otto, dodici, sette, tre e quattro. { Tace indi, attendendo un responso da parte di Alexandra. }

ALEXANDRA {{ Sala Comune }} § [[ Osserva le movenze dell’anziana che se ne và, e sol dopo che sarà sparita oltre il passaggio segreto che conduce sull’altra sezione della Fortezza, si servirà un po’ d’ippocrasso, una bevanda a base di vino speziata con miele, cannella e molte altre spezie, alcune delle quali piuttosto esotiche, frutto di odierne ricette che provengono direttamente dalle terre mediterranee. S’avvicinerebbe, quindi, alla francese, con piccoli passi, così da non rischiare di sbattere contro l’angolo del tavolo e rovinare l’esperimento, tantomeno deconcentrarla dal suo obiettivo. Prende posto accanto a lei, alla sua destra, ed aprendo il taccuino, andrebbe a trascrivere i risultati dell’esperimento con molta cura, annotando anche il nome dell’aspirante sulla pagina. Avrà molto cura di quei dati, pensa fra sé, sorseggiando un po’ di quel liquido freddo che, tuttavia, scende lungo la gola come lava, dato ch’è molto più forte d’un semplice vino. Indicherebbe perciò le carte da gioco e, intenzionata a proseguire nella sperimentazione, chiuderebbe il taccuino, tenendo il segno della pagina con la lapis che verrà poggiata al suo interno a mò di segnalibro improvvisato, e prenderebbe a giocare con la donna. Non importa quanto tempo potranno durare quelle partite, l’importante è concentrarsi e mantenere la sua attenzione e capacità sempre stabili, costanti, così da avere risultati quanto più attendibili possibili, e di registrare tutto. ]]

DANAE { . Sala Comune . }*{ Con la coda dell’occhio, di tanto in tanto getta fugaci occhiate in direzione dell’Arcimaga, intenta ad appuntare accuratamente ogni risultato ottenuto da Danae col lancio dei dadi. Ben presto quell’esperimento finisce ma non è il solo cui verrà sottoposta le ventiduenne nel corso della serata: difatti, Alexandra le porge delle carte; dal mazzo la ragazza ne estrae dieci, attendendo che l’altra faccia lo stesso. Le due si posizionano una di fronte all’altra separate dalla lignea superficie del tavolo e pronte a darsi battaglia in nome del progresso. La prima partita comincia e si conclude rapidamente con la vittoria di Alexandra ma Danae non si lascia abbattere e, una volta richiesta ed ottenuta la rivincita, la Normanna riesce a pareggiare. } Aha! { Esclama sorridendo, preparandosi all’incontro finale e decisivo; gli occhi chiari si riducono a fessure mentre la mente si mette in moto per escogitare strategie vincenti. Dopo uno scambio di turni durato almeno dieci minuti, la Contessa d’Eu ne esce vincitrice ma non può perder tempo in sciocchi festeggiamenti, anzi: dopo aver ingurgitato un paio di gallette, la ventiduenne si appresta ad attendere nuovamente disposizioni da parte della Maga, pronta a sottoporsi ad innumerevoli altri giochi finché gli occhi di entrambe le donne non si chiuderanno per la stanchezza. } – GDR end -

mikyy=))
00martedì 24 maggio 2016 10:16
Riassunto: Danae, attirata da un annuncio in Rocca, raggiunge la Fortezza Ancestrale per un colloquio di natura lavorativa. Qui vi incontrerà l'Arcimaga, con cui inizierà a dialogare, anche se quest'ultima potrà farlo solo tramite lapis e telepatia. E così si parlerà delle aspirazioni della Normanna e del motivo per cui Alexandra ha affisso la pergamena alle due Rocche.

Commento:
Grazie mille della giocata, è sempre un piacere poter giocare con una player con un così alto livello di gioco. Alla prossima eh!

P.S.
quando la giocata è stata iniziata il collo di Danae era ancora casto, incorrotto dai dentoni di Xarmoth, perciò abbiamo continuato su questa linea e chiuso la giocata considerandola precedente a quella approvata ieri!
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