[Foresta Luce] Per il Cielo e per le Stelle!

Rastal30
00venerdì 24 giugno 2016 13:22
Herualdar - Draugceleb
Riassunto: Il Cavaliere viene invitato dal Silvano in Foresta per discutere di ciò che ha mostrato loro il Medaglione. Herualdar propone a Draugceleb di prendere la guida degli Elfi Areldar ed il Cavaliere accetta. Ma non finisce qui. Draugcebeleb racconta al Falco dei Rangers del fatto che un Elfo di passaggio un giorno gli raccontò di un Reame Elfico nascosto, il cui ingresso è sconosciuto. I due si riprometteranno di cercare l'ingresso di questo Reame, a costo di battere ogni singolo anfratto delle terre emerse.

Commento: Role di indiscutibile gradevolezza. Piacevole, fluida e ricca di spunti. Un grazie alla player di Draug.

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HERUALDAR [Radura - Volto Coperto] Esce dal folto, silente come di consueto. Esce per sedersi su di un tronco nei pressi della fonte, in attesa di qualcuno o qualcosa. Veste il completo Foresta, con una sciarpa di seta che copre il volto fino al naso. Colorato, di tutte le sfumature naturali di verde. Ai fianchi nei foderi le due lunghe gemelle, alla cintura un pugnale nel fodero ed in spalla arco e faretra. Al collo il nuovo ospite: il Medaglione del Drago. Le gambe sono distese e le braccia incrociate. E' una posizione d'attesa e di studio quella del Falco dei Rangers di Avalon. Gli occhi attenti sono puntati sul sentiero, ma i sensi sono all'erta per percepire tutto ciò che accade intorno. Deve essere ed è vigile, ora che in maniera ufficiale egli è una delle ultime sentinelle dei Boschi.

DRAUGCELEB [radura] Morgor è tornato alle stalle della magione per ora, deve riposare dopo quella notte diversa dalle altre per motivi semplici o probabilmente completamente complicati. Tuttavia l'areldar si dirige a passo sicuro e veloce verso la fonte, non ha molto tempo, la regina e le sue sorelle non sono ancora tornate e il tempio necessita di maggiore protezione adesso, che lui non gli farà di certo mancare, lui e gli armigeri che con l'aiuto di Vormusser ha scelto perchè spesso pattugliassero il perimetro e la zona circostante. Usa il sentiero, non gli interessa arrivare inatteso o per altre vie e la figura d'argento, ammantata di blu e di fili della lucentezza delle stelle continua a muoversi con la lunga elfica ben fissa in vita. Dovrà andare sulla terra ferma prima o poi o riprendere maggiormente i contatti che in questo periodo ha lasciato correre più per insofferenza che per indolenza. Non gli ci vuole molto per percepire la presenza di Herualdar, con i sensi, mentre nel respirare le frecce dalla faretra e l'arco stridono sulle vesti e nel legno e con l'anima, con la sua coscienza. Un legame particolare che solo quelli della stirpe eletta posseggono e che gli lasciano individuare il silvano prima ancora di avercelo di fronte. Poi infine, quel legame diviene immagine, colore, suono e ha di fronte a se chi deve incontrare, chi Iluvatar ha scelto. Un sorriso leggero increspa le labbra e il viso di cicatrici. [Mae govannen.] L'accento è marcato e le parole sincere.

HERUALDAR [Radura] Entrambe le mani scivolano alla sciarpa, per portare la stessa più in basso, all'altezza del collo e per far sì che i lineamenti del Silvano siano ora completamente visibili. Punta entrambi i piedi a terra e con grazia naturale si solleva, per fare incontro al parirazza e fermarsi ad una distanza di circa un metro da lui. [ Nae saian luume’. E' passato troppo tempo. ] Abbozza un sorriso, sottile, come le labbra che campeggiano sul suo volto. [ Sono contento di rivederti. Non c'è bisogno che io parli: tu hai sentito. Così come tutti i nostri fratelli Immortali, vicini e lontani. ] Incrocia ancora le braccia al petto, mentre ora l'espressione si fa definitivamente seria. Gli occhi scuri e profondi, spettro d'una Eterna coscienza, vorrebbero fissarsi in quelli dell'Areldar. [ Ho ben chiaro il da farsi. Ma ho bisogno di te. ] Introduce l'argomento, pronto a saggiare la reazione del Cavaliere. Gli interessa particolarmente che vi sia accettazione, vi sia complicità, armonia e comunione d'intenti. C'è troppo in gioco, c'è la razza più nobile delle terre emerse, i suoi ultimi esponenti, un filo sottile che collega il suo passato, presente e futuro.

DRAUGCELEB [radura] Ascolta le parole del silvano e il viso già affilato di per se' lo diventa ancora di più mentre congiunge le mani dietro la schiena quasi affrontando con la propria figura quella dell'altro e per chi li vedesse da lontano sembrerebbe così, come così è sempre stato quando figure regali di elfi si trovano a confronto ma non è una sfida, è solo il suo modo di fare retaggio antico di qualcosa che porta nei ricordi antichi di una regalità di figlio di signore degli elfi e se nulla fosse mai accaduto, adesso sarebbe ancora lì, senza colpe a tormentarlo, senza doveri a cui far fronte per mondare la propria coscienza, ma oramai sono eventi passati. [Ho visto cosa è successo, molto tempo fa e c'eri anche tu.] Parla di una riunione, finita con la divisione che già serpeggiava tra gli immortali e che li ha portati alla rovina attuale. Le parole sono profonde, pesanti e le movenze eleganti e potenti. [Non deve ripetersi.] E' così che parla, per enigmi forse o per frasi ben comprensibili ma se il silvano voleva il suo aiuto adesso, da queste parole potrà trarre le giuste conclusioni mentre l'areldar aspetterà che parli per ascoltarlo sul da farsi.

HERUALDAR [Radura] Una cosa è certa: di fronte ha un Areldar ben diverso. Più sicuro di sè, sei suoi mezzi. Consapevole. L'esperienza nei Cavalieri deve averlo formato, deve aver accentuato in lui quei tratti di rigidità ed asservimento al dovere che sono propri del sangue Immortale. [ Empatia I ] No, non intende certo cogliere quelle sue parole come un rimprovero. Non lo sono. Se lo fossero, la reazione del Silvano sarebbe ben diversa. Invece il Falco è pacato, serafico, come di consueto. [ Non deve ripetersi. ] Annuisce, lentamente, rafforzando quel concetto con una esatta ripetizione delle parole del Cavaliere. [ Affinchè non si ripeta, tu ed io faremo fronte comune. Io sono un Ranger di Avalon. Un custode dei Boschi. Un elfo Silvano. Qui vige la mia legge. Qui s'allarga lo spettro del mio controllo. Ma ho bisogno di qualcuno che sia i miei occhi e le mie orecchie dove io non posso arrivare. Ho bisogno di qualcuno che raccolga i fratelli che sono lontani, che si spingono oltre questi luoghi ameni. Ho bisogno di qualcuno che sia una guida ed un punto di riferimento per coloro che sono più simili a te che a me. Degli Areldar, tu sarai il primo. Lo vuoi? ] Parla in maniera serena. Il suo è un invito sincero. E s'aspetta che Draugceleb lo colga. Diversamente, resterà molto sorpreso.

DRAUGCELEB [radura] No non è un rimprovero, questo è certo ma si è diverso da quando è arrivato ad Avalon. Ha ripreso se stesso, ha ripreso la propria indole dopo tempo che l'aveva annegata nel mondo umano perdendovisi forse irrimediabilmente ma arrivando qui era riuscito a recuperarla quasi del tutto. Osserva il silvano, lo osserva e pensa rimanendo tuttavia concentrato sulle sue parole, sul loro significato e solo quando finisce di parlare chi si muove sulla propria destra verso la fonte, ad osservarne immoto e glaciale le acque pensando a cosa fare, e potrebbe essere interpretato come incertezza il suo comportamento ma così non è. [Sarò la loro guida se così vuoi.] Si gira a osservarlo dopo avergli dato le spalle per tutto questo tempo, qualcosa che non fa con tutti, è il secondo a potergli osservare le spalle senza che l'areldar provi diffidenza o non lo faccia affatto. Fiducia, questo gli accorda, con i gesti ben posati e eleganti e con le parole nascoste ma dal profondo significato. [Tempo fa ho incontrato un elfo, ma anche lui forse ha preso la via per Valinor. Mi parlò di un regno elfico, se dare credito alle sue parole ora non lo so.] Lo informa su questo aspetto, sciogliendo la posa delle braccia per ristorare la gola con l'acqua della fonte aspettando una sua reazione alla notizia se già lui non ne sia a conoscenza vista la sua prolungata presenza ad Avalon.

HERUALDAR [Radura] Annuisce, apprezza quella risposta, non poteva essere diversamente. [ Così sia. ] Non servono ulteriori parole. Non sono necessarie raccomandazioni o ammonimenti. Se non fosse stato certo che il Cavaliere ha la stoffa per riuscire nell'impresa, non glielo avrebbe nemmeno proposto. Ne osserva dunque prima le terga e poi di nuovo ne incrocia lo sguardo. Quelle ultime parole accendono una speranza ormai immota nell'animo del Silvano. [ Chi? ] Chiede immediatamente. Ritiene di conoscere quasi ogni elfo passato per queste lande. Ritiene di essere in grado di discernere una menzogna da una verità. Un'illusione da una speranza. [ Non escludo che possa esistere un simile luogo. Se esistesse, di certo sarebbe completamente celato e segreto al mondo. Dunque non mi stupisce il fatto che noi non se ne abbia contezza. Dimmi di più, se puoi. ] Si mostra molto interessato. Inclina leggermente il capo verso destra, curioso. Se fosse vero, questa potrebbe essere la rinascita, definitiva, del popolo Eletto.

DRAUGCELEB [radura] Ritorna a osservarlo dopo aver bevuto dalla fonte e risponde. [Elrohir, ma non lo vedo da molto.] Tutto ciò che sa è effettivamente poco su questo luogo, sa solo che esiste e nota l'interesse del silvano, cosa che lo rallegra in parte distendendo semplicemente il volto ma che non lascia che si elimini la malinconia e l'incertezza su quel luogo. Se mai è esistito, cosa di cui è certo, potrebbe non essere quello mostratogli e potrebbe avere un altro luogo. [Sono certo che esista un luogo dove chi non si è unito ad alcun aspetto pubblico di Avalon, abbia trovato rifugio e abbia costruito un reame beato, ma guarda tu stesso.] Parla con calma e nel mentre la propria coscienza si espande verso il silvano trovandone i legacci antichi e simili ai propri ma allo stesso tempo molto diversi e li afferra incanalandovi quella stessa sensazione, quella stessa immagine che a lui era stata mostrata tempo addietro. [sussurro di Manwe] ( frpnet.net/wp-content/uploads/2016/01/Ellcrys-768x432.jpg) Poi così come avrà trovato i legacci della sua mente e vi si sarà insinuato, velocemente ritirerà la propria coscienza. [Solo questo mi ha mostrato, nient'altro.]

HERUALDAR [Radura] Scuote il capo, lievemente, a destra ed a sinistra. Quel nome non gli dice assolutamente nulla. Tutto ciò va ad incrementare l'alone di mistero. Ciò che dice Draugceleb tuttavia non è privo di fondamento. Le sue assunzioni sono oggettivamente plausibili ed è dunque ora di darsi da fare. Resta immobile quando l'Areldar gli dice di guardare. Lo accoglie nella sua coscienza, gli permette di percepire il profumo dei Boschi e l'armonia del sottofondo. Osserva quell'immagine. Quella visione. La cattura, la fa sua e continua ad osservarla anche quando il Cavaliere si ritrae dalla sua mente. [ Ed’ i’ear ar’ elenea! Manke? ] Per i Cielo e per le Stelle! Dove? Un interrogativo che si pone, un flusso di coscienza volutamente ad alta voce, cosìcchè anche Draugceleb possa partecipare alla sua riflessione. Respira, ritrova la pace. [ Molto bene. Se questo luogo esiste davvero, noi lo scopriremo. Ma sono sincero: se l'istinto non m'inganna, l'ingresso deve trovarsi su Avalon. La Foresta, questa Foresta, potrebbe contenere un passaggio. Ma il fatto che io non lo abbia ancora trovato, pur conoscendone a memoria ogni anfratto, affievolisce le nostre speranze. Forse adesso che il Medaglione ha parlato, qualcosa cambierà. Organizziamo una spedizione. Insieme. Battiamo il territorio intero. ] E' anch'esso un invito, una domanda retorica che non ha bisogno di risposte. E' certo che il Cavaliere sia entusiasta della proposta o quantomeno che accetti di buon grado.

DRAUGCELEB [radura] Sorride bonariamente alle parole di stupore di Herualdar, è la stessa domanda che si era posto e che aveva cominciato a porsi da quella sera quando gli era stato detto che un luogo come quello esisteva. Gli si riporta frontale allontanandosi dalla fontana. [E' da tempo che mi porto alle pendici del monte Calvo per trovare qualcosa, ma nulla è ancora mutato però forse...] Probabilmente si, adesso che il medaglione ha scelto il suo portatore, qualcosa forse potrebbe mutare. [E' molto probabile che alberi siano la nostra casa, o un luogo nascosto sotto la terra come le grandi aule di Mandos o ancora come la bella Imladris. Le possibilità sono molte e dovremo sondare ogni più piccolo anfratto.] Accetta la proposta, elencando le diverse possibilità, belli e particolari sono i reami elfici, partendo da Lorien per Imladris e arrivare poi a Nargothrond ma questo lo sanno entrambi e sarà difficile trovarlo nonostante le loro doti ma è arrivato il tempo di andare, il tempio chiama. [I miei dovere di cavaliere mi chiamano, quelli di areldar sono rinviati ma aspettano una tua chiamata figlio dei boschi.] Aspetterà una risposta e poi si incamminerà lì dove è richiesto. E' sempre stato attento a separare le due parti che è e sempre lo farà preferendo l'areldar al cavaliere ma dovranno prima organizzarsi per questo e per ora è l'esploratore che può prendere il posto nel suo comportamento.

HERUALDAR [Radura] Ascolta con interesse le ultime parole di Draugceleb. Si perde nella sua rievocazione di tempi e luoghi lontani. Per poi riaversi, per poi riaprire gli occhi ad una nuova via, una nuova possibilità. [ Va', Cavaliere. E parla al tuo Supremo. Fagli sapere che i Custodi dei Boschi sono tornati e che l'Isola ed i suoi alleati possono nuovamente contare su di loro. ] Un'ultima comunicazione quella, poichè il Silvano e l'Areldar potrebbero costituire un ponte fatto di solide fondamenta per un futuro di cooperazione anche tra le due Congreghe, non solo per quanto riguarda ciò che è affine al popolo Eletto. [ Tenna’ ento lye omenta, aa’ menealle nauva calen ar’ malta ] Fino a che non ci rivedremo di nuovo, possa il tuo cammino essere verde e dorato. E' un saluto di congedo ed un augurio sincero. Presto tuttavia si rincontreranno. Presto l'Areldar riceverà un nuovo messaggio dal Falco. Attende che scompaia la sua figura per poi risollevare la sciarpa a protezione del volto e sparire nel folto. Potrebbe forse chiedere al Signore dei Boschi dell'esistenza di qualche zona inesplorata che possa nascondere l'ingresso verso il Reame. Ammesso che esista.

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