-Diario lisbonese-

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n9p
00lunedì 10 settembre 2007 17:50
I GIORNO

Può un tasso soffrire il mal di mare?
So che magari questa frase alquanto sibillina non vuol dire (e forse per i amanti del controsenso letterale vorrà dire qualcosa di oscuro del tipo sono alto due metri e mi chiamo Alvarez!) nulla ma non sapevo effettivamente come incominciare questo mio diario (o pseudo tale!) lisbonese calcolando che la mattina del primo giorno è passata noiosamente tra un orribile panino (acquistato [maneggia a me!] all’autogrill di Malpensa anche se a dirla tutta è alquanto illogico trovare un autogrill in un aeroporto!) e una sigaretta!
L’Easy Jet è una compagnia low coast (ovvero paghi anche per andare in bagno!) e come tale tutto ha un prezzo dall’acqua al caffé ma la cosa che continua e che probabilmente continuerà fino alla fine dei miei giorni a stupirmi è che il passeggero si siede dove vuole e quindi chi prima arriva meglio alloggia ed è proprio in questo specifico frangente che appare il primo straordinario personaggio che molto probabilmente era filippina!
Una buffa nanetta vestita con più marche lei che la rinascente (di cui ignoro bellamente la razza anche se qualche dubbio lo già scritto qui sopra!) ha fatto di tutto (e quando dico di tutto intendo sia lecito che illecito!) per entrare per prima sull’aereo peccato per lei che era dietro di noi (e soprattutto dietro di me ed è in questi frangenti che divento l’essere più stronzo dell’universo e che piuttosto di farla passare avanti camminavo zizagando sulla scaletta!) e che noi non eravamo sicuramente i primi visto e considerato (un’altra cosa incomprensibile!) che la compagnia Easy Jet assegna delle lettere quando compri il biglietto in aeroporto e a seconda della lettera Sali per primo o per ultimo!
Fin dal mio primo viaggio in aereo (quasi dieci anni fa!) mi sono chiesto: ma chi è che ha deciso la grandezza fisica dei posti a sedere degli aerei di seconda classe?
Hitler che probabilmente pensava che tutti gli ebrei e gli zingari e quant’altro avrebbero preso solamente la seconda classe?
Oppure il nano Bagonghi che essendo nano pensava che tutti i nani volassero solamente in seconda classe?
Io sono abbastanza alto (non sono un giocatore di basket per soli venti centimetri!) e farmi quasi tre ore di volo con le ginocchia in bocca è alquanto fastidioso come sono altamente fastidiosi i berciatori (e questo non solo sui voli ma nel mondo se non nell’universo!) che ad ogni mio viaggio sia via terra (treno e quant’altro per non parlare dei mezzi pubblici milanesi che tra odori mefistofelici e bercio fa un bel mix di ulcera per me!) sia via cielo mi becco puntali come le tasse e la morta; dopo tutti i miei personalissimi resoconti dei miei “avventurosi e non viaggi” mi sembra giusto nei vostri confronti cari lettori occasionali e non descrivervi l’archetipo tipico (che orripilante gioco di parole!) dei berciatori da viaggio e non!
Questi strani esseri (che a mio avviso vengono creati in qualche fabbrica di un pianeta lontano, lontano da sadici alieni nati solo per rompermi le palle!) se presi singolarmente e soprattutto in uno spazio fisico ristretto sono assai timidi (i tipici nerd come gli chiamano in America!), calmi e quasi (e dico e lo ripeto quasi!) buoni ma appena si riuniscono in un gruppo superiore a due berciatori si trasformano in feroci e urlanti (per non ripetere sempre berciatori incalliti!) esseri; per comunicare tra loro devono assolutamente e inesorabilmente urlare facendo si che ogni essere vivente presente in un raggio di un chilometro quadrato possa sentire le loro “perle di estrema saggezza!”, devono assolutamente e manco a dirlo inesorabilmente elencare punto per punto (sempre e inesorabilmente urlando!) cosa faranno e cosa potranno e non potranno vedere nell’arco temporale di un anno ma secondo me la cosa peggiore tra tutte sono le battute che anche in programmi che hanno fatto la storia della televisione comica in Italia (DRIVE IN per citarne uno!) negli anni ottanta si rifiutavano di dirle perché troppo vecchie ma soprattutto senza il minimo senso dell’umorismo… ecco questi sono i berciatori e se gli incontrate evitateli come la morta, purtroppo per me gli avevo di fianco durante tutto il viaggio aereo che da Milano mi ha portato a Lisbona.
Oltre a questi due meravigliosi personaggi (e al pessimo panino mangiato a Malpensa che ancora a oggi porto i suoi devastanti effetti sia sul mio fisico sia alla mia mente già fin troppo turbolento!) mi pare doveroso parlare delle zuppe in stile (o almeno credo!) CALDO-CALDO (quelle orribili bevande che basta scuoterle per farle diventare calde in pratica il caffé dei tifosi di calcio che vanno allo stadio e non solo loro per esempio in Giappone la maggior parte delle bevande calde sono così!) che si potevano comprare (guarda un po’!) sull’aereo, sinceramente non so di cosa o di non cosa sanno poiché mi sono guardato ben bene dall’acquistarle e quindi di berle ma dalle luminose immagini nel pseudo menù davano tutta l’idea di essere cose immangiabili buone solo per qualche inglese o francese o tedesco e con il pessimo e disgustoso pensiero delle orripilanti zuppe siamo atterrati in quel di Lisbona!
Già dall’aeroporto mi sono accorto con mia sorprendente meraviglia di quanto sia kafkiana questa città (il primato di kafkaniaggine c’è Gerusalemme seguita a ruota da [ovviamente parlando!] da Praga!) per esempio appena scendi dall’aereo te né puoi uscire come se niente fosse questo denota che se una persona è riuscita a passare i controlli dalla partenza (e con passare intendo dire uno che si porta una bomba nucleare di plastica nella valigia!) può benissimo fare un attentato come se nulla fosse… la città è calda (ovviamente direte voi col cazzo dico io visto che a capo Horn nonostante s’affacci sull’oceano fa un freddo della madonna con ciò non voglio dire che io sia stato a Capo Horn ma presumo che sia così!) ma quel bel caldo che non fa appiccicare le cose alla pelle insomma il perfetto contrario del caldo soffocante e altamente umido di Milano!
Arrivati a questo punto (quale punto se ho appena incominciato a scrivere? Mah!) potrei parlare della storia e della politica portoghese (per queste domande aspettate la fine e il bonus che inserirò per voi miei cari lettori occasionali e non!) ma non lo farò calcolando poi che un paese che ha avuto sei golpi, quarantatre governi in sedici anni (e poi ci lamentiamo del nostro governo… si lo facciamo e abbiamo anche ragione!) e un dittatore (Salazar un nome che a me personalmente fa venire in mente un prestigiatore nano e albino!) che era inizialmente il ministro dell’economia (vi immaginate Pablo Scoppia o Tremonti o Visco che diventano dittatori? Sto ancora ridendo!) e che è stato dittatore per trentasei e ripeto trentasei anni (altro che Benito Mussolini o Adolf Hitler direi!) parli da solo non trovate?
Se qualcuno (non fatelo per favore!) mi chiedesse una parola per descrivere Lisbona risponderei senza ombra di dubbio Ottovolante, praticamente Lisbona è un altalenante città dove esistono solamente salite e discese e questo soprattutto sui marciapiedi… non esiste una e dico una strada dritta è assurdo ma è così però in fin dei conti basti pensare che Lisbona è costruita su una collina sembrerebbe logico che non esistano strade piatte e dritte!
Arriviamo (Io e la Zarina e chi se no?) verso sera all’albergo e appena depositati i bagagli nella nostra stanza (una delle stanze più belle dove sono mai stato ospitato in tutta la mia vita e al primo posto [per chi lo volesse sapere!] c’è la stanza a Londra del mio soggiorno solitario e per la cronaca la stanza s’affacciava dove hanno fatto l’attentato terroristico!) decidiamo di andare a cenare all’Hard Rock Caffé ma naturalmente la coda e7o la lista d’attesa era troppo lunga (praticamente dovevamo aspettare dall’ora e mezza fino a un due ore buone!) e quindi optiamo per un ristorante tipico del centro (o presunto tale visto che non ho ancora ben capito dove diavolo sia [o cosa considerano i portoghesi per tale!] il centro!) e qui in questo ristorante incontriamo un altro personaggio meravigliosamente fantastico, un personaggio che sembrava (e spero per lui che sia proprio così!) un personaggio uscito da un film di David Lynch!
Il cameriere di questo ristorante (ovvero il personaggio lynchiano!) è l’uomo più gentile del mondo (a parte quando si è abilmente dimenticato di portarci ciò che avevamo ordinato da bere!) ma ciò che lo ha fatto rientrare nell’empireo dei meravigliosi personaggi è la sua fintissima postura, sembrava gobbo ma non lo era, sembrava semi paralizzato ad un braccio ma non lo era e infine sembrava orbo ma non lo era… insomma un genio di cameriere e un cameriere geniale anche se non ho ancora ben capito perché facesse così, forse per attirare più clienti ma né dubito; inoltre oltre al cameriere siamo riuscito (nostro malgrado direi!) ad assistere ad una sfuriata di un gruppo di lesbiche spagnole contro un cameriere perché aveva osato d’aggiungere il contorno al loro menù (in Portogallo il contorno come il pane lo paghi separatamente, per capirci se ordini una pietanza con al suo interno un contorno il contorno lo paghi a parte ma alle spagnole questa cosa probabilmente hanno fatto finta di non saperlo nonostante la dicitura in novanta lingue a fondo menù!) alla fine della fiera il povero cameriere (non il cameriere lynchiano!) ha dovuto togliere due euro dal conto!
Con l’immagine del meraviglioso cameriere negli occhi e la sfuriata delle spagnole nelle orecchie concludo il resoconto della primissima giornata lisbonese di questo mio diario lisbonese anche se non sono riuscito a scoprire se un tasso può o meno soffrire il mal di mare!

II GIORNO

Dopo (come minimo!) un’attesa estenuante di quattro anni tra cui due anni buoni a rompere le palle alla Feltrinelli International per trovarlo finalmente posseggo l’Ulisse di Joyce in portoghese, so che ora moltissimi di voi carissimi lettori occasionali e non vi starete chiedendo perché volevo tanto questa traduzione (e anche se la risposta è assai assurda e l’origine di questa mania è dovuta ad un articolo su un pazzo e ho voluto imitarlo vi devo dare una spiegazione abbastanza logica!)… colleziono traduzioni dell’Ulisse (infatti, né ho in inglese, italiano, francese, spagnolo, tedesco e in ebraico!) e questa traduzione in portoghese era l’ultima traduzione (in una lingua europea!) che mi mancava e ciò vuol dire che da oggi in poi cercherò le varie traduzioni in lingue pseudo asiatiche (il greco per esempio!)… ma bisogna dire per correttezza di cronaca che questa edizione è brasiliana ma non fa niente visto che in Brasile parlano in portoghese!
Questo secondo giorno lisbonese ha due caratteristiche fondamentali una distruttiva sotto tutti i punti di vista (si anche quelli!) e l’altra meno distruttiva ma assurda, la pizza lisbonese e Arturo ma per questi due tragici avvenimenti ci sarà tempo e luogo per parlarne approfonditamente!
Abbiamo deciso in questo secondo giorno di andare per parchi (Lisbona a vederla su una cartina [anche la più scacciona!] si nota che le abitazioni sono tre per il resto è un’immensità di verde!) e così è stato nel primo parco siamo andati a un museo che aveva tutta l’aria (da fuori!) di stare per sprofondare nel laghetto annesso al parco (ho una foto a provarlo e devo dire che secondo me quel laghetto è altamente artificiale visto che i portoghesi adorano gli specchi fermi d’acqua!), in questo parco ci sono papere e piccioni allo stato brado ovvero (a parte i piccioni che sono l’evoluzione geneticamente evoluta e compromessa di Satana!) che si fidavano dell’uomo oltre a queste creature con le ali i sono dei pesci enormi e quindi abbiamo dedotto (e forse a ragione!) che i suddetti pesci siano stati modificati geneticamente… il museo che a vedere bene è una fondazione dal nome “Fondazione Calauste Gulbenkin” (che guarda caso e senza farlo apposta è armeno per la seria che la storia Armena mi perseguita ovunque vado… mi sa che dovrò andarci in Armenia prima o poi!) e più che un museo è una raccolta allargata di tutto ciò che si possa considerare arte, c’è dell’arte greca fino ad arrivare ai quadri più vicini ai nostri tempi… per intenderci i primi del novecento e roba moderna ma solo portoghese!
Una cosa alquanto affascinate che mi ha lasciato altamente basito è che in Portogallo il caffé (ed io né sono uno sviscerato amante!) non è quella brodaglia schifosa che ti servono in tutti i paesi del mondo (escludendo per l’appunto l’Italia e il Portogallo… in Spagna non lo so visto che non ci sono mai andato in vita mia!) e che chiamano candidamente caffé ma in Portogallo ti servono del caffé espresso, esatto, avete letto bene… ti servono il caffé come lo facciamo in Italia al bar, naturalmente la qualità del caffé non è paragonabile alla nostra ma almeno è realmente un caffé e non quella sbobba annacquata dal retrogusto di caffé!
Per pranzo ho commesso il fatale errore (e qui posso dire con il capo ricoperto di cenere che devo sempre e assolutamente seguire i consigli della Zarina!)… visto e considerato che vicino al famoso parco/museo non c’era un luogo dove mangiare leggero bensì una caffetteria con pietanze fin troppo pesanti (ma leggerete più in là nella pseudo narrazione a cosa mi riferisco!) e visto e considerato che volevamo mangiare leggeri (in Portogallo non esistono bar come in Italia dove si può entrare tranquillamente a prendersi un panino gustoso servono solamente cibi da ristorante e le famose “birrerie” portoghesi sono ristoranti tipici o presunti tali!) decido d’andare a mangiare una pizza (forse dopo l’ebbrezza del caffè espresso non so!), la Zarina non era del tutto d’accordo (e aveva ragione per Dio”) ma alla fine ci siamo andati lo stesso… errore iper fatale!
La pizza o presunta tale era piena zeppa d’origano (che non digerisco neanche con l’acido fenico!), la pasta era un preparato freddo fatto scaldare nel forno elettrico e quindi potete immaginare voi che fragranza e alla fine sia io che la Zarina ci siamo ritrovati con un bolo di cemento armato nello stomaco e qui ho capito due cose fondamentali per rimanere in vita fisicamente e abbastanza mentalmente almeno fino al duemiladieci:
1. La pizza e ogni piatto tipico italiano va mangiato unicamente e solamente (senza se e senza ma!) in Italia e basta!
2. All’estero mai e poi mai mangiare in un presunto ristorante che porta le insegne tipicamente italiane (per intenderci le foto di Totò e il tricolore a festa appesi al muro!)!
Dopo il fatale errore arriva il turno di Arturo!
Arturo (è con questo nome che si è presentato anche se credo che non si chiama così!) è un personaggio strano, un personaggio che è riuscito ad affascinare la Zarina con una manciata di parole tra il portoghese, lo spagnolo e l’italiano, un personaggio che parlava tre o quattro lingue tra cui l’Italiano (“Un pochito chico” sue parole testuali!) ma entriamo nel dettaglio… immaginate Hunkberry Finn cresciuto dentro una cannoniera leggermente unta, dei pantaloncini leggermente sporchi di uno sporco non ben definito, un paio di ciabatte infradito dal colore indefinito e per finire (e direi immancabile!) due sigarette in mano e una accesa in bocca pendente dal lato destro della bocca, ecco Arturo è così fisicamente la cosa assurda (e per cui è entrato a pieno titolo nella schiera di personaggi [che prima o poi dovrò stilarne una lista con tutti i personaggi assurdi che ho incontrato o visto in vita mia e non è detto che non lo farò!] meravigliosi!) è che ha cercato di comprendere le varie desinenze e tempi dei verbi italiani il verbo più gettonato è stato “fare” (naturalmente la Zarina gli ha spiegato con calma e molto pazienza tutto ciò che ottenebrava la sua mente sul magico mondo dei verbi!) e credo fortemente che non abbia capito un beneamato cazzo di niente; questo personaggione lo abbiamo incontrato (sembrerà assurdo ma è la verità!) salendo le scale per uscire dalla metropolitana che portava al quartiere che pressubilmente credo sia quello dei giovani o il centro… dopo tutto questa specie di monologo su Arturo (che non è affatto un nome inventato ma è come [giusto per ribadirlo!] si è presentato!) si è proposto da farci da guida spontanea per il meraviglioso quartiere e nonostante che la Zarina voleva io ho declinato l’invito e poi lui è sparito (forse in un buco nero!) in quel dedalo di vie che è il Bairo Alto!
Visto che non né ho mai parlato di droghe nei miei vari resoconti dei miei vari e assurdi viaggi mi sembra giusto parlarne in questo ennesimo “Diario”, noi europei che non siamo strettamente a contato con la “fauna” del nord Africa siamo abituati a cercare droghe e quant’altro in zone ristrette (A Pigalle in Parigi per esempio e leggermente fuori dalla City a Londra per intenderci!) e altamente specifiche per così dire… a Lisbona non è così (sinceramente parlando non so che leggi antidroga ci siano in Portogallo ma non so perché ma credo fortemente che non esiste nessunissimo legge antidroga!) a Lisbona in ogni via o meglio in quel caos controllato che sono le vie di Lisbona ci sono almeno (e come minimo ma ho appurato che in certe vie il numero aumenta!) tre o quattro spacciatori che alla luce dei lampioni (qui la notte è veramente oscura ma veramente tanto!) ti offrono qualsiasi cosa dal fumo alla coca, non mi stupirei se commerciassero in organi umani, questa cosa strana sarà un carosello costante per i restanti giorni di vacanza e non capisco come mai ma quando capiscono che siamo italiani ci offrono subito cocaina e con questo resoconto degno della Digos e con il dilemma se un tasso può soffrire di vertigini concludo questo secondo giorno di resoconto del diario lisbonese!


III GIORNO

Mi sono accorto che non ho ancora parlato o meglio scritto nulla sul mangiare portoghese (ma più avanti nella narrazione approfondirò meglio questo discorso, ciò che segue quindi cari lettori occasionali e non consideratelo un “assaggio”!), bisogna dire che in Portogallo la cucina si basa su due elementi e basta, il pesce e la carne di maiale ed io odio sia il pesce che il maiale, cosa assai strana visto e considerato che potrebbero avere una varietà maggiore di piatti e invece è tutto basato su questi due elementi altra cosa strana è che sulla carne di manzo ci piazzano perennemente sopra un uovo al burro e guarda caso io odio anche l’uovo al burro, quindi a parte il caffè il mangiare per me (la Zarina è esonerata poiché lei ama il pesce!) è un compito assai difficoltoso ma non impossibile e quindi fin dal primo giorno mi sono arrangiato alla meno peggio!
Chiusa questa parentesi assaggiosa sui piatti tipici portoghesi devo dire che sono un perfetto coglione, lo dico (e a ragione!) perché per questo viaggio mi sono portato dietro due macchine fotografiche digitali (digitali poiché sono un perfetto idiota nell’inserire il rullino in una macchina normale e finisce sempre che lo brucio ancor prima di scattare una foto!), una nuova che funziona principalmente quando vuole e non vuole quasi mai e l’altra anteguerra che funziona bene ma è assai limitata a una decina massimo tredici foto (funziona con una memory card gigantesca e girava su windows 98!)… la Zarina che voleva fare foto (infatti il novanta per cento delle foto le ha fatte lei le mie sono quelle più assurde!) e mi ha saggiamente consigliato di cambiare pile alla macchina nuova e stranamente ha ricominciato a funzionare (io le avevo già cambiate tre volte ma non funzionava!), io non c’avevo pensato poiché credevo che la macchina nuova funzionasse unicamente e solamente con pile della marca della macchina evidentemente (visto che ha ricominciato a funzionare!) non è così e evidentemente sono un perfetto e lucido coglione!
Cambiate le pile e dopo aver preso coscienza della mia situazione abbiamo assistito ad una specie di concerto itinerante di tamburi suonati da dei ragazzi (il concerto si è fermato nella piazza dove è finita la dittatura ed è tornata la democrazia in Portogallo magari questa notizia non vi farà né caldo né freddo ma a me sì e quindi lo inserita!) ed erano assai bravi visto e considerato che il ritmo che producevano era terribilmente e inesorabilmente coinvolgente, so che magari a voi cari lettori occasionali e non, non vi importa un beneamato cazzo dei suonatori ma a me sì e lo inserito!
Finito d’ascoltare i suonatori abbiamo preso armi e bagagli e siamo andati a visitare il castello di S. Jorge dove si può ammirare un bel novantanove per cento di Lisbona dall’alto (i portoghesi sono fissati con le visuali dall’alto e non né capisco la motivazione… mah!) la cosa meravigliosa e kafkiana allo stesso tempo è che per raggiungere il castello c’è un solo tram (molto ma molto corto!) senza finestrini che correva come un pazzo (ho un filmato a provarlo!) in viuzze strettissime e dove due bercianti mocciosi hanno scroccato abilmente (attaccandosi alla porta di fondo [dall’esterno!] del piccolo tram!) un passaggio senza che la giunonica (e mangiatrice folle dei panini di Mc Donalds!) guidatrice facesse alcunché per farli scendere!
Il castello è una vera e propria meraviglia, soprattutto la torre di Ulisse che proprio torre non è (leggenda alquanto surreale vuole che fu proprio Ulisse a fondare Lisbona, surreale perché la domanda sorge spontanea… che cazzo ci faceva Ulisse in Portogallo?) dove un clone portoghese di Trent Reznor ma con meno ciccia ci ha fatto ammirare attraverso un complesso gioco di specchi e lenti tutta Lisbona!
Mi è tornato in mente che prima della visita del castello e prima del pranzo abbiamo visitato la torre panoramica di Lisbona (giusto per rimanere in tema del visionare Lisbona dall’alto!), una costruzione Art Deco sorretta da piloni (che fungono tra le altre cose da passaggio tra le rovine della vecchia cattedrale distrutta durante il terremoto del settecento e la torre per l‘appunto!) di cemento e acciaio orizzontali posti tra il palazzo adiacente/cattedrale/case e la torre, praticamente con la torre e il passaggio si vede una L rovesciata dove la stanghetta più breve è in alto e la più lunga è la torre!
Una cosa altamente affascinante dei portoghesi è il loro fluente e sciolto (senza la minima inflessione linguistica del caso e non scolastica come l’inglese parlato bene da noi italiani!) inglese lo parlano quasi meglio degli americani (che nel migliore dei casi sembra che abbiano perennemente una patata in bocca e nel peggiore dei casi sembra che stiano mangiando qualcosa!), calcolando che il portoghese è molto SGE SGE SENGIU mi suona mentalmente difficile che una lingua agli antipodi dell’inglese come il portoghese favorisca il parlare l’inglese in modo così corretto e fluente… Cristo sentir parlare un portoghese (il clone di Trent Reznor è la prova matematica di ciò che sto dicendo!) in inglese sembra un inglese che parla l’inglese di Oxford… e dopo questa digressione letterale/labiale che è servita a ben vedere a ben poco è giunto il momento di introdurre Satana nel mio resoconto!
Chi è Satana?
Semplice a dirsi, eravamo in metropolitana quando la Zarina mi sussurra nell’orecchio:”Scendiamo!” ed io:”Perché?” e lei:”E’ salito Satana!”, ora Satana non è il principe degli inferi (anche perché è Lucifero nella mitologia cristiana e non Satana che è una specie di provocatore al soldo di Dio nella mitologia ebraica!) ma bensì un barbone cieco di un occhio con ovviamente un bastone di pseudo legno in una mano, al collo porta a mò di collana una scatola dalle medie misure di cartone e nell’altra mano una penna, tutto normale direte voi, sarebbe tutto normale se non fosse che dopo aver detto quattro parole (che a me personalmente sembravano parole recitate al contrario ma probabilmente Satana avrà detto una cosa del tipo:”Sono povero e cieco un piccolo aiuto!) incomincia a battere aritmicamente la penna sui pali (quelli che servono per appendersi per non cadere durante la marcia sui vagoni!) creando un ritmo molto simile ad un:PEPEPE PEREPEPE, finito il suo meraviglioso show (che comprendeva l’inserimento cosante sotto il naso dei viaggiatori della scatoletta con battito di penna incorporato!) ha ringraziato tutti (o almeno credo anche se sono più propenso a pensare che ci abbi detto una cosa del tipo:”Vi maledico tutti luridi taccagni di merda!”!) e sceso e a preso un altro vagone; purtroppo non lo abbiamo più visto e questo addolora tantissimo sia me che la Zarina ma non ci diamo per vinti come non mi do per vinto nel scoprire se un tasso può soffrire di emorroidi!

IV GIORNO

Logicamente parlando una persona che conosce un po’ il mondo viene normale pensare che il Portogallo essendo confinante con la Spagna (che è a detta di tutti quelli che ci sono andati è rinomata per le fieste e per Ibiza che a sentire c’è una fiesta tutto il giorno tutti i giorni dell’anno!) sia un crogiuolo di feste e felicità, sembrerà strano ma non è propriamente così… Lisbona a mio avviso è alquanto malinconica, tra i dedali di vie ci si può imbattere i vecchi decrepiti che chiedono l’elemosina o che più semplicemente dormono sui marciapiedi a volte senza un cartone come coperta, vecchi con le facce estremamente tristi che esprimono in uno sguardo tutto il male ricevuto nella loro vita (una cosa che non c’entra nulla ma Lisbona sembra il set naturale per il mio N9P prima parte!) e anche i giovani non sono da meno, anzi, si divertono sicuramente ma non sembrano molto felici al tal più si vedono come costretti ad essere felici solo per il semplice fatto d’essere giovani e vivi!
Un’altra piccola nota (perché cazzo ho usato questo termine? Mah!) prima d’incominciare la stesura di questo quarto giorno lisbonese… la birra (mi sembra alquanto logico parlarne dopo aver parlato del cibo!), la birra in Portogallo e poco alcolica (e né esistono solo due marche una venduta maggiormente l’altra un po’ meno e fuori dal Portogallo queste birre non si trovano!), per capirci fa solamente e unicamente pisciare e basta, al confronto la Moretti sembra la Du Demon ciò nonostante visto che non voglio pasteggiare perennemente e per sette giorni a Porto o a vino la bevo ma c’è un piccolissimo problema, Lisbona essendo costruita o fondata su colline è un cosante salita e discesa e questo fatto aiuta in modo considerevole la diuresi aggiungendo la quantità di birra portoghese ingerita potete solamente immaginare gli effetti devastanti di questi due fattori uniti!
La grande marcia… è così che ho ribattezzato questa quarta giornata lisbonese lo fatto poiché (praticamente era meglio di poiché!) ho camminato (e la Zarina con me!) per tutto il santo giorno ho camminato per due valide motivazioni:
1. Trovare una spiaggia dove i surfisti vanno a surfare!
2. Visitare una splendida insenatura oceanica che porta il suggestivo nome di Baia del Diavolo (o un nome molto similare a questo ma ora come ora non me lo ricordo affatto!)!
Per quanto riguarda il secondo punto non ci sono stato nessunissimo problema, anzi, direi l’inverso il luogo (geniale come posto e se mi gira [non lo so ancora!] metterò la foto su internet!) è assai pubblicizzato, basti pensare che sul lungo oceano (si dirà poi così? Mah!) sopra a questa insenatura ci sono tre bar, due bagni pubblici tra cui uno non funzionante e un bazar (bazar del genere negozietto italiano che vende cianfrusaglie tra cui la maglietta con su scritto:”A Lisbona sono andato e a te ho pensato e questa maglietta ti ho comprato” che è una delle cose più tristi al mondo ciò nonostante questo in ogni città del mondo questa maglietta c’è e mi chiedo come mai!) che vende paccottiglia da vendere a tedeschi, inglesi, francesi e italiani sprovveduti… il problemone della giornata è sorto quando volevamo andare a fare il bagno alla spiaggia dei surfista ma praticamente era come trovare Troia o Atlantide ai giorni nostri!
Praticamente abbiamo camminato per tutto il pomeriggio sotto il sol cocente agostino del Portogallo in un territorio assai inospitale un territorio che nulla aveva da invidiare ai vari set di qualche spaghetto western (mancava solo la balla di polvere e fieno che rotolava portata dal veto e il quadretto era perfetto!), non abbiamo trovato la spiaggia in compenso siamo quasi finiti dentro ad un set fotografico con modelle anoressiche e maschi iper muscolosi, come ben si sa se si cammina al sole si finisce per scottarsi ed è ciò che è successo a noi (io mi sto completamente squamando da ieri che è il sesto giorno e questa mattina non mi sembro migliorato molto!), il mio famoso bagno nell’oceano comunque è solamente rinviato di un giorno, infatti, al sesto giorno (ovvero ieri!) sono finalmente riuscito a farlo ma è ancora presto per parlarne visto e considerato che devo ancora scrivere il quinto giorno e il sesto giorno ma parlerò di questo fatto a tempo debito e comunque neanche al quarto giorno qualcuno mi ha illuminato sul se un tasso può soffrire di febbre celebrale!

V GIORNO

Questo quinto giorno lisbonese (scritto [negli appunti!] in fretta e furia il settimo giorno lisbonese poiché volevo a tutti i costi scrivere l’ottavo giorno lisbonese sull’aereo e non so il perché!) è stato all’insegna delle visite a musei e chiese, praticamente si può dire una giornata zeppa, zeppa di cultura ma sono due i fatti che mi hanno profondamente colpito (a segnare tutte e sei le chiese che abbiamo visitato tra cui una chiusa [e sinceramente parlando non so la motivazione logica di questa chiusura!] mi ci vorrebbe troppo, ma troppo ma davvero troppo tempo e poi per i vari habituè dei miei resoconti [o diari per chi li vuole considerare così!] sui miei viaggi sanno come si snoda la scrittura e visto che sono io a scriverli sanno che non mi passerebbe neanche per l’anticamera del cervello di trasformare un mio resoconto in un manuale turistico per questo ci sono parecchie librerie che vi sapranno soddisfare se cercate un manuale [per che cazzo ho scritto questa pappardella? Mah…!]!) uno di questi fatti è successo in una chiesa (di cui non ricordo il nome… ma forse era San Rocco!) e l’altro al museo d’arte moderna del Chado!
Come ben si sa le chiese cristiane (che uno sia ateo o no poco importa!) sono luoghi di culto e come tali bisogna portare rispetto per chi crede in quel culto (io personalmente non credo in nessuna religione ma non mi sognerei mai e poi mai di fare ciò che sto per narrarvi!)… nella chiesa che abbiamo visitato è apparso un personaggione della madonna (scusate cari lettori occasionali e non di questo stupidissimo gioco di parole!), come ben si sa nelle chiese ci sono delle “pie donne” da non confondersi con le perpetue, le “pie donne” aiutano a pulire la chiesa le perpetue aiutano il prete a svolgere le sue mansioni giornaliere… in poche parole sono delle cameriere, in questa chiesa c’è né erano due ma solo una è alquanto interessante (l’altra a dirla tutta non voglio sapere in cosa era eccelsa me né basta una!), infatti, in una conversazione con la sua collega (e ricordo che eravamo in una chiesa e più precisamente la discussione si è svolta a due passi [due di numero!] dall’altar maggiore!) questa “pia donna” ha lanciato un fragoroso e assordante rutto finito il rumore demoniaco e ritornata come se nulla fosse alla sua interessantissima conversazione, detto questo una persona intelligente non si inalbererà nel vedere delle persone che s’accendono una sigaretta sui scalini della chiesa (ovvero io e la Zarina!) e invece la donna ruttatrice (si proprio lei e non la sua collega in opere pie!) è uscita di corsa manca gli avessero sparato nel culo berciando sempre in modo fragoroso un “No smoking! No smoking!”, praticamente è come se una vacca d’asse del cornuto ad asino!
La seconda cosa (e qui non c’entrano i personaggi per mia fortuna visto e considerato che sono ancora sconvolto oggi [ovvero l’otto settembre!] da ciò che ho visto e sentito in quella chiesa!) è il museo del Chado (che ricordo sempre ai cari lettori occasionali e non che è la zona giovane o presunta tale di Lisbona [che è andato distrutto da un incendio negli anni ottanta giusto per fare un po’ di storia!] dove uno spacciatore appena è venuto a conoscenza che io e la Zarina siamo italiani ci ha offerto della cocaina tralasciando tutto il resto e asserendo che era veramente ottima se la volevo provare!) che tra le altre cose è segnato in più guide e soprattutto è segnato sul lenzuolo che usavamo come cartina come visita obbligatoria da fare ASSOLUTAMENTE, bene, questo museo è minuscolo sia come è collocato nella zona (in una stradina in discesa manco a dirlo!) sia per le opere (tra cui una che nessun museo al mondo voleva prendersi!), infatti, sono profondamente convinto di possedere più opere d’arte moderna nella mia piccola ma accogliente casa che in quel museo… una delusione che verrà presto disarcionata dal più grande, kafkiano e a mio avviso importante museo d’arte moderna del Portogallo che si trova a Belem ma di questo museo né parlerò nel famigerato e già fin troppo citato sesto giorno lisbonese!
Il quinto giorno lisbonese è passato così senza fama né gloria ma la donna ruttatrice e soprattutto antitabacista è stato il giusto ripagamento dopo giorni nella più totale assenza (o quasi… non ho scritto per esempio [e non so il perché!] delle due fameliche nonne che sempre in una chiesa stavamo mangiando a mò di orango tang due gelati facendo rumori che mi ricordavano tanto il tipico rumore che si sente negli zoo!) di personaggi e avvenimenti curiosi o buffi… bisogna dire per concludere questo giorno che fuori dalla famosa chiesa delle “pie donne” c’è una statua raffigurante un uomo che chiede la carità… e nessuno mi ha detto nonostante che sono a Lisbona da cinque giorni se un tasso può soffrire di schizofrenia!

VI GIORNO

Prima di incominciare questo terzultimo giorno del mio resoconto lisbonese (ovvero il sesto giorno di otto anche se a dirla tutta l’ottavo giorno si può considerare come il giorno del ritorno in Italia!) voglio sprecare qualche goccia d’inchiostro nel parlare nuovamente del cibo portoghese, allora in Portogallo esistono solamente tre piatti nazionali: Sardine, Baccalà e Maiale tutti questi tre piatti sono cotti nel metodo asado che sarebbe il nostro arrosto ma in Portogallo non è così, la cosa che lascerebbe basito anche Bigazzi ( se non lo conoscete vuol dire che non vedete il programma rai della Clerici dove due poveretti devono cucinare!), infatti in ogni ristorante di Lisbona ci sono solamente questi tre alimenti e basta, sembra assurdo ma è realmente così, naturalmente se una persona con un fegato e degli intestini normali non può ASSOLUTAMENTE mangiare per una settimana di fila questi tre prodotti cotti nel metodo asado portoghese sono fortemente convinto che una persona che volesse mangiare così per sette giorni rischierebbe di morire tra atroci dolori e inimmaginabili agonie visto e considerato che l’alimento di base dell’asado è il burro!
Adesso che ho scritto dell’asado posso incominciare con il resoconto del sesto giorno lisbonese che lo abbiamo passato quasi per intero nella zona/paese (lo scrivo così perché non so come altro definirlo, visto che ci si arriva in treno ma che non si nota la differenza con Lisbona ma sono propenso a pensare che sia come Monza!) di Belem ed è una delle zone /paese che va assolutamente visitata almeno una volta nella vita per tre fondamentali e importantissimi punti:
1. La torre di Belem
2. Il monastero davanti alla torre di Belem
3. L’immenso museo d’arte moderna
Ma andiamo per ordine soprattutto calcolando che ho inserito i punti nell’ordine di come gli abbiamo visitati!
La torre di Belem non è propriamente (nel modo più classico nel termine!) una torre ma un monumento IMMENSO raffigurante le persone nell’ambito della navigazione e nelle scoperte geografiche più importanti del Portogallo, inoltre nella piazza che ospita (si dirà così? Mah!) il monumento c’è un pavimento decorato (e decorato decisamente bene a dirla tutta!) di tutte le scoperte marittime di nuovi paesi effettuate dal Portogallo tra cui le Filippine (dove Cook quasi ci lascia le penne visto e considerato che erano cannibali e detto questo si può capire perché i filippini adorano andare a mangiare da Mc Donald!)!
Il monastero fa rimanere obbiettivamente parlando senza fiato per quanto è immensamente (scusate cari lettori occasionali e non per la ripetizione ma non saprei proprio come definirlo, lo so che ci sarebbero altri termini ma in questo momento non me né vengono in mente!) grande ed è pieno zeppo d’opere d’arte tra cui la tomba di Vasco De Gama forse (e non vorrei dire un’eresia scrivendo ciò che sto per scrivere!) dopo San Pietro e la cappella Sistina (a Roma per chi non lo sapesse!) viene a pieno diritto questo monastero è veramente grandiosamente geniale!
Devo ammetterlo… dopo la pessima esperienza avuta al museo d’arte moderna avuta qualche giorno prima ero assai riluttante nell’andare a visitare un nuovo museo d’arte moderna ma come mi capita spesso mi sono dovuto ricredere è alquanto geniale come museo basti pensare che ci siamo rimasti dentro come minimo come una cosa come tre/quattro ore e devo ammetterlo, nonostante io non capisca un beneamato cazzo di niente d’arte questo museo (alquanto kafkiano archittetonicamente parlando!) lo visitato come un bambino in un negozio di dolciumi!
Dopo Belem e dopo un bel po’ dal pranzo siamo ritornati al paese della baia del diavolo (o come diavolo si chiama!) e finalmente sono riuscito a fare un veloce ma intenso bagno nell’oceano (veloce poiché l’acqua è perennemente ad una gradazione che sfiora lo zero assoluto ed è umanamente impossibile per un essere umano non munito di muta fare un bagno più lungo di qualche minuto per non rischiare l’assideramento di ogni arto del proprio corpo!) ed è proprio in questa spiaggia libera che ho potuto constatare la mia teoria che vede gran parte dei portoghesi come titini ed ecco caro lettore occasionale e non il perché!
Come tutti sapranno sulle spiagge libere (ovvero quelle spiagge dove non si deve pagare nulla ma si va con i propri asciugamani e si prende il sole e si fa il bagno per intenderci!) ci vanno maggiormente le famiglie che non hanno molti soldi da spendere per prendere il sole e per passare una giornata al mare divertendosi senza dover per forza di cose sborsare una cifra paurosa per un ombrellone e per una sdraio ma a tutto c’è un limite… la famiglia che abbiamo visto e a nostro estremo malgrado sentito (senza capirci un acca di ciò che dicevano ma capendo il senso delle frasi!) era l’ennesima potenza della mancanza totalitaristica d’umanità… erano su per giù in quindici e ogni singolo componente di questa famiglia (compreso i pupi di un anno o poco più!) o per meglio dire di questa truppa berciava come non mai (non so se avete mai visto su una spiaggia le famiglie che portano una sotto specie di banchetto di natale per pranzo… ecco loro erano di gran lunga peggio!) e quando dico berciare intendo esplicitamente urlare a squarciagola ma l’apice della deficienza umana è giunto quando il patrono (o chi diavolo era, so solo che comandava tutti a bacchetta e quindi lo ribattezzato patrono!) della truppa uscendo dall’oceano dopo un bagno aveva pensato bene di usare un’insalata d’alghe come una parrucca alla moda… quest’ultima successivamente è stata usata come potenti, micidiali e omicida proiettile contro i figli (senza risparmiarne nessuno, e intendo proprio nessuno e per loro fortuna non mi hanno colpito se no a quest’ora ero in carcere a Lisbona per pluri omicidio!)… e fu allora che ho deciso di farmi giustamente il porto d’armi… inoltre la truppa aveva adottato un piccolo e innocuo (ma presto psicopatico e omicida pure lui!) riccio di mare da usare pressubilmente come animale di compagnia alla stregua di un cagnolino o di un gattino!
Il pomeriggio al mare si è concluso nella più totale tristezza d’intenti quando uno stormo di gabbiani voraci hanno banchettato (ho una foto molto esplicita e molto vietata ai minori di quanto sto dicendo!) voracemente i vari avanzi e non lasciati dalla truppa (per l’esattezza hanno banchettato anche con mozziconi di sigaretta!) ma l’apice della giornata è arrivato alla sera con un gradito e fin troppo atteso e ricercato ritorno!
Per chi ha letto i giorni precendenti sa di sicuro che io e la Zarina abbiamo incontrato un vero e proprio genio in metropolitana e quindi potete solamente immaginarvi in nostro stupore quando in metropolitana ecco che riappare come per magia Satana in persona che cambiandosi camicia (forse aveva guadagnato parecchio calcolando poi che forse aveva cambiato anche penna!) ha incominciato il suo meraviglioso e pirotecnico show accelerando e modificando notevolmente la canzone che ci aveva deliziato una prima volta per non parlare della meravigliosa (e a dir poco geniale!) aggiunta di un fischio sincopato per darsi (pressubilmente!) meglio il tempo della sua meravigliosa canzone… credo, anzi né sono convinto che questo personaggio mi rimarrà addosso come una pulce bastarda assetata di sangue sta addosso ad un cane bastardissimamente randagio… Satana, un nome, un personaggio reale, un genio ma soprattutto un mito ma anche lui non mi ha saputo dire se un tasso potevo ammalarsi d’ebola!

VII GIORNO

Ultimo (o presunto tale diciamo ultime ventiquattro ore che è meglio!) giorno in Portogallo e domani (ovvero il trentuno agosto duemilasette per chi non avesse visto bene la copertina di questo diario lisbonese sul mio sito di foto!) pomeriggio ritorneremo a casa ciò nonostante concluderò o almeno ci proverò (ho scritto sull’aereo due paginette striminzite che dovrò allungare oggi!) a concludere questo diario lisbonese in aereo!
Mattinata al Cristo Rei, un monumento raffigurante (in maniera notevolmente ridotta!) la famosa statua del Cristo in Brasiliano, sinceramente parlando volevamo salire sul monumento (e si può fare solamente fino ai piedi e tanto per cambiare si poteva vedere tutta Lisbona dall’alto!) ma costava cinque euro a testa e sfortunatamente non avevamo abbastanza soldi contanti dietro e l’unica banca era in paese ma soprattutto ci siamo fermati dal salire quando alla casa ci siamo accorti di un ritratto alquanto vampiresco di Ratzingher e sembrerà strano a dirsi ma quel ritratto assomigliava in maniera impressionante all’Andreotti disegnato da Forattini!
Oltre al monumento in questo settimo giorno lisbonese ho fatto due cose che non facevo da secoli e secoli:
1. Ho preso un battello una cosa che non facevo da almeno diciasette-sedici anni ed è stato grandioso visto e considerato che io adoro fare viaggi via mare anche se non ho quasi mai la possibilità di farli!
2. Ho mangiato un gelato confezionato e per essere precisi ho mangiato un calippo… un'altra cosa che non facevo da secoli basti pensare che l’ultima volta che ho mangiato un gelato confezionato non ero ancora entrato nella pubertà!
Il resto della settima giornata è passata all’insegna delle visite a chiese e parchi e nonostante le visite ho capito cosa s’intende per siesta, infatti, questo settimo giorno lisbonese era una tipica giornata da siesta totalitaristica c’era nell’aria questa sonnolenza diffusa che rendeva tutto altamente stancante!
Per concludere questo settimo e pseudo penultimo giorno lisbonese mi sembra logico elencare i vari e assurdi controsensi che esistono in Portogallo:
1. Le chiese in Portogallo chiudono alle cinque in punto del pomeriggio e non si sa per quale motivazione logica visto che le3 varie messe incominciano verso le sette in compenso in chiesa è possibile ruttare rumorosamente e mangiare avidamente un gelato in più ogni chiesa è munita d’internet dove i fedeli e non solo possono leggersi le e-mail e guardarsi i siti preferiti (infatti noi in una chiesa abbiamo visitato il sito dei Nine Inch Nails!)!
2. A Lisbona e in Portogallo (credo!) vige la legge del:”Se non è scritto si può automaticamente farlo!”,infatti, gli unici posti dove non ho visto fumare sono i mezzi pubblici, le chiese, i traghetti e i musei, l’assurdo è che in certi luoghi (un ristorante annesso ad un cinema su via Roma per esempio!) c’è il cartello con il divieto di fumare ma ci sono anche i posaceneri e tutti fumano!
3. Lisbona come ho già scritto è stata costruita su una collina e quindi è logicamente giusto pensare che le strade siano in salita e in discesa ma a Lisbona anche le case seguono questa logica bislacca, infatti ho potuto costatare (sempre in via Roma… che tra le altre cose è la via dove stava il nostro albergo ma questo non c’entra nulla?) che un condominio pericolosamente pendente, era stato costruito in diagonale e non dritto e i balconi erano realmente in diagonale, sembra una bufala ma è la sacrosanta verità!
4. Il Portogallo non è propriamente una nazione ricca come lo può essere la Francia o l’Inghilterra ma ho potuto costatare che a Lisbona (forse costano poco ma non ci metterei la mano sul fuoco!) tutti indossano magliette griffate Lacoste e hanno tutti cellulari ultima moda!
5. I portoghesi (come i francesi e credo anche gli spagnoli!) doppiano pochissimo e sulla rete nazionale (escludendo i telegiornali e la roba tipo l’eredità e altri programmi d’intrattenimento!) mettono sempre e comunque i sottotitoli, infatti ho potuto vedere un film dei fratelli Marx (di cui ora non mi ricordo affatto il nome ma ho il DVD e la videocassetta a casa!) in inglese (e quando parla Graucho non si capisce un beneamato cazzo di niente!) sottotitolato in portoghese!
6. I portoghesi sono molto credenti (infatti Salazar era iscritto ad un partito molto simile alla nostra D.C.!) ma in Portogallo (che in questo periodo sono in fase di elezioni!) c’è una netta e pesante divisione tra stato e chiesa basti pensare che non esiste un partito come la D.C. ma solo un partito di centro-destra come unico partito cattolico!
7. In Portogallo non c’è molta varietà nei liquidi da bere, infatti, esistono due marche d’acqua naturale imbottigliate in bottigliette che sono la metà delle nostre bottigliette e due sole marche di birra che hanno tra le altre cose lo stesso identico sapore!
8. La cosa più assurda tra tutte è che in proporzione costa di più l’acqua (un euro e cinquanta!) che la birra (un euro e sessanta!)!
9. Il Portogallo è l’unico paese al mondo (o almeno credo che sia così, in Ighilterra o in Giappone non è così!) che invece d’alzare dalla notte al giorno il prezzo delle sigarette lo diminuisce, infatti, l’altro giorno la marca di sigarette che fumo costava due euro e ottantacinque e ieri costava due euro e sessanta.
10. In Portogallo non esistono tabaccai ma edicole (il più delle volte sono specie di camper aperti su un lato!) che vendono anche sigarette!
Per concludere questo settimo giorno lisbonese devo dire che ieri (ovvero il trenta agosto duemilasette!) ho visto un uomo o presunto tale con la faccia o presunta tale piena zeppa di cellule tumorali (o presunte tali non siamo ancora a oggi riusciti a capire cosa avesse di preciso!), praticamente non aveva più una faccia ma un ammasso senza forma di carne violacea e tumefatta… non si riusciva a vedere né gli occhi né il naso né tanto meno la bocca, vedendo questo pover’uomo mi sono chiesto se in questo paese esiste una sanità pubblica visto e considerato che l’ottanta per cento dei vecchietti che ho visto gli mancavano parecchi denti davanti e con questa domanda posso concludere questo settimo giorno ma non ultimo giorno lisbonese e nonostante che manchi poco alla nostra partenza da Lisbona nessuno e ripeto nessuno mi ha ancora detto se un tasso può ammalarsi d’A.I.D.S.!


VIII GIORNO

Prima d’incominciare la così chiamata stesura di questa ottava mattina del mio diario lisbonese devo avvisare i vari e cari lettori occasionali e non che sto scrivendo su un aereo da qualche parte sopra l’Europa, che sono seduto in una specie di loculo e quindi la mia calligrafia (già pessima di suo!) sarà alquanto pessima!
Visto che dovevamo partire nel pomeriggio alla mattina abbiamo deciso di visitare il meraviglioso e immenso acquario di Lisbona e non un acquario qualsiasi ma bensì il più grande acquario d’Europa (quindi mica pizza e fichi!) e osservando i vari pasci multicolore e le varie creature acquatiche (tra cui le Mante e le Razze per non parlare delle Lontre!) mi sono accorto d’avere uno strano e meraviglioso attaccamento a tutto ciò che è acquatico e dico questo perché ogni volta che vedo una superficie acquatica sento il irrefrenabile desiderio di buttarmici dentro è successo per l’oceano ed è successo anche all’acquario ma per mia fortuna non ho osato tuffarmi in acqua anche se né avevo una voglia pazza; un’altra cosa che m’accade (e forse è proprio per questo che possiedo un pesce blu a casa!) è che quando fisso un pesce mi calmo e mi sento in pace con il mondo e forse è proprio per questo la spiegazione della mia fissazione per fare un tuffo nell’oceano e la mia fissazione (l’ennesima!) nel preferire il bagno alla doccia, chi sa forse in una vita precedente ero un pesce o quant’altro e con questo micro pezzo semi filosofico seduto al posto dodici E dell’airbus Easyjet A319 concludo il mio diario lisbonese a meno di un ora dall’atterraggio e nonostante questo non so ancora se i tassi usano i preservativi!

NOTA FINALE

Con questa mia nota finale voglio chiarire subito (in forma di domande!) il perché io scrivo i miei resoconti così!

D) Perché non metti mai i nomi dei musei o delle chiese?
R) Perché i nomi di chiese e musei si possono trovare benissimo su una qualsiasi guida seria o su una cartina scacione!
D) Perché non metti mai i vari itinerari?
R) Perché nessuno mi paga per farlo!
D) Perché ti sei fissato con i tassi?
R) Non lo so!
D) Perché alcuni resoconti non gli intitoli Diario ecc… e altri si?
R) I Diari sono i resoconti dei miei viaggi con la Zarina o solo invece la saga dei due imbecilli sono i resoconti dei viaggi in compagnia del Sultano!
D) Perché fai i resoconti?
R) Perché amo scrivere!

Spero di avervi accontentato con queste risposte se c’è né dovrebbero essere altre fatemele e vi risponderò o almeno credo!






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