Creatore di tutte le cose: il Dio cosmico, universale
“Creatore di Tutte le Cose: il Dio cosmico, universale”
-Geova, Jhvh, Enki, Enlil, Aton, Ahura Mazda, Allah ecc. ….-
Quarta parte
Analizziamo prima le tre religioni principali monoteiste con il loro esclusivo libro sacro ispirato da Dio.
Religione Islamica:
Il loro libro sacro è il Santo Corano. Nell’introduzione sta scritto: “L’arcangelo Gabriele sul monte Hira detta le sure al profeta Maometto…Più che l’arcangelo Gabriele suo messaggero, è Allah stesso a pronunciare il discorso, come altrove in prima persona”.
L’Islam chiama Dio con il nome Allah, l’unico Dio esistente, e il Profeta Muhammad disse:”Allah ha novantanove Nomi: cento meno uno; tutti coloro che li riterranno nella memoria entreranno in Paradiso”.
La religione ebraica:
L’ebraismo divide l’Antico Testamento in la Torah Orale e Torah Scritta, Kabballah e Talmud. Anche per loro è Dio che ha rivelato lo scritto del loro libro sacro. Si limitano a chiamarlo o scriverlo con le consonanti Jhvh.
Religione Cattolica:
Per il cattolicesimo il libro sacro è la Bibbia. L’ispirazione è stata dettata direttamente da Dio ai suoi profeti. E’ degno di nota l’introduzione della Bibbia della CEI: “La Sacra Tradizione e la Sacra Scrittura costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio alla Chiesa… L’ufficio poi d’interpretare autenticamente la parola di Dio scritta o trasmessa è affidato al solo Magistero vivo della Chiesa… per sapientissima disposizione di Dio”.
Chiamano Dio, semplicemente Dio, Padre o Signore.
A questo punto sorge spontanea la domanda: Chi ha ragione tra le tre principali religioni monoteiste? E’ corretto chiamarlo soltanto Dio? Oppure Allah? O come si fa a chiamarlo Jhvh?
Dobbiamo anche tener conto di libri considerati sacri e ispirati, scritti prima della Sacra Bibbia e del Sacro Corano, o delle tavolette cuneiformi sumeriche. Come chiamavano Dio, con quale nome? Non dobbiamo trascurare questo aspetto dal momento che sono testimonianze storiche reperibili e originali come lo sono le tavolette di argilla sumeriche, si possono trovare nei musei, nei siti archeologici, e nelle biblioteche di tutto il mondo. E a detta dei massimi studiosi sono più attendibili o affidabili della Bibbia e del Corano.
L’Avestà, il libro sacro più antico della Torah, del Vangelo e del Corano.
Non possiamo trascurare il libro sacro della religione Mazdaica “l’Avestà”. E’ un libro conosciuto e letto da pochi interessati, io ritengo che molti sono gli aspetti interessanti. Fanno luce non solo sulla religione Ebraica ma anche sul Cristianesimo, questo ultimo aspetto lo tratterò in un altro capitolo. Citerò note dal libro di Arnaldo Alberti “Zarathushtra, La vita e gli insegnamenti del primo grande saggio dell’umanità”, Edito da Piemme. Sempre dallo stesso scrittore”l’Avestà”, libro ritenuto sacro per gli appartenenti alla religione Mazdaica, edizioni UTET.
Arnaldo Alberti è un noto slavista. Prosegue da decenni ricerche etnologiche, linguistiche e religiose sulle reciproche influenze tra le culture slava, turca e iranica dell’Asia Centrale e del Medio Oriente.
Del libro viene detto che è di ispirazione divina, il cui nome è Ahura Mazda, e sta scritto:
“Ahura Mazda, il “Signore Saggio”, era l’unica divinità e che merita d’essere adorata e ascoltata. Che egli solo è il vero Dio, creatore di tutti gli uomini”.
Sabatino Moscati, professore ordinario all’Università di Roma, ha promosso e organizzato missioni archeologiche in Palestina, a Malta, in Tunisia, in Sicilia, in Sardegna. Nel suo libro “Antichi imperi d’Oriente”, riporta questi riferimenti:
Al capitolo i “Persiani” mette in risalto un’iscrizione che narra la conquista di Babilonia. Nella lingua del paese vinto, Ciro afferma che il dio babilonese Marduk, vilipeso dal re locale Nabonedo, lo ha prescelto ed inviato a restaurare la fede, riassumo in breve l’iscrizione per poi confrontare quello che sembra lo stesso racconto trasmesso dalla Bibbia. Secondo le iscrizioni trovate, il nome del dio della terra, del cielo e dell’umanità è Ahura Mazda e non Geova, e secondo le tavolette d’argilla sumeriche è il dio Enki.
Il racconto nell’iscrizione che narra la conquista di Babilonia :
“(Marduk) scrutò e cercò in tutte le terre, per trovare un giusto principe che lo prendesse per mano. E pronunziò il nome di Ciro, re di Anshan, dichiarandolo sovrano di tutto il mondo … Marduk , il grande signore, il protettore del suo popolo, considerò con gioia le sue buone azioni ed il suo giusto cuore; lo pose sulla via della città, procedendo al suo fianco come amico e compagno. Le sue numerose truppe, incalcolabili come le acque del fiume, andava innanzi, con le armi riposte. Senza alcuna battaglia (Marduk) lo fece entrare nella sua città, Babilonia, salvandola dalla sciagura. Nelle sue mani consegnò Nabonedo, il re che non lo aveva adorato. Tutti gli abitanti di Babilonia, come pure quelli di tutta la Mesopotamia, principi e governatori inclusi, s’inchinarono a lui e baciarono i suoi piedi, giubilanti per la sovranità, coi volti illuminati. Come il signore per l’ausilio del quale erano tornati alla vita dopo la morte ed avevano scampato la rovina, felici lo salutarono; il suo nome adorarono”.
(PRITCHARD, Texts, pp. 315-316)
Il racconto dell’unto di Geova Ciro e della cattura di Babilonia, scritto nella Bibbia:
Isaia 44:28 – 45: 1 – 3 “28 Colui che dice di Ciro: ‘È il mio pastore, e tutto ciò di cui mi diletto adempirà completamente’; perfino nel [mio] dire di Gerusalemme: ‘Sarà riedificata’, e del tempio: ‘Saranno gettate le tue fondamenta’”. 45 Questo è ciò che Geova ha detto al suo unto, a Ciro, di cui ho preso la destra, per soggiogare davanti a lui le nazioni, affinché io sciolga anche i fianchi dei re; per aprire davanti a lui gli usci a due battenti, così che nemmeno le porte saranno chiuse: 2 “Davanti a te andrò io stesso e raddrizzerò le scabrosità del paese. Spezzerò le porte di rame, e taglierò le sbarre di ferro. 3 E di sicuro ti darò i tesori nelle tenebre e i tesori nascosti nei nascondigli, affinché tu conosca che io sono Geova, Colui che [ti] chiama per nome, l’Iddio d’Israele.
Daniele 5: 1, 25 – 30 “ Riguardo a Baldassarre il re, fece un grande banchetto per mille dei suoi grandi, e di fronte ai mille beveva vino. …26 “Questa è l’interpretazione della parola: MENE, Dio ha contato [i giorni del] tuo regno e vi ha posto fine.27 “TECHEL, sei stato pesato nella bilancia e sei stato trovato mancante.28 “PERES, il tuo regno è stato diviso e dato ai medi e ai persiani”.29 Allora Baldassarre comandò, e vestirono Daniele di porpora, con una collana d’oro intorno al collo; e proclamarono riguardo a lui che doveva divenire il terzo governante nel regno. 30 In quella medesima notte Baldassarre il re caldeo fu ucciso, 31 e Dario il medo stesso ricevette il regno, avendo circa sessantadue anni”.
Interessante vero?
L’iscrizione dice, del dio Marduk che: “prende per mano Ciro; sarà al suo fianco come amico e compagno; e senza alcuna battaglia prenderà Babilonia”.
La Bibbia dice, del dio Geova che: “a, Ciro, di cui ho preso la destra; davanti a te andrò; e nemmeno le porte saranno chiuse e ti darò in mano Babilonia”.
Dopo aver letto queste dichiarazioni e messo a confronto le iscrizioni storiche con la Bibbia, e le testimonianze di archeologi che dicono di avere tanti oggetti, testimonianze e scritti di antichi imperi, ma quando gli archeologi parlano dell’impero Ebraico, non ci sono testimonianze di nessun genere.
Viene logico porsi delle domande:
E’più attendibile la Bibbia o lo sono le testimonianze di reperti dell’archeologia?
Fino dove deve arrivare la fede riposta nelle cosiddette “Sacre Scritture”?
Si può considerare razionale, intelligente e ragionevole una persona che accetta esclusivamente e senza obiettare solo quello che la Bibbia racconta?
E’ stato scritto prima il “Vecchio Testamento”, o le iscrizioni e incisioni sono state scritte prima?
Gli scrittori del “Vecchio Testamento”, hanno copiato, trascritto e poi riprodotto secondo i loro criteri, le loro regole, i loro principi, le loro leggi e i loro parametri su documenti già esistenti scritti da altri imperi?
La storia antica e le varie testimonianze sembrano dare ragione di più alla scienza che alla fede. La scienza è: disciplina scientifica, è cultura, è sapere, è studio e istruzione. La fede invece è: religiosità, dottrina e dogmi. Spesso non vanno d’accordo.
Che cosa si può sapere e conoscere ancora del popolo persiano? Voglio sottolineare ancora qualche aspetto di questo antico popolo e cito ancora il libro di Sabatino Moscati, “Antichi Imperi d’Oriente”.
“Il figlio di Ciro, Cambise, estende ancor la conquista i direzione dell’Occidente, ma muore. Prende il potere Dario, discendente di un altro ramo achemenide. Ma vi è ancora, nell’iscrizione, un elemento che in particolare interessa, e cioè il porsi del problema religioso: Dario fa ripetuto richiamo alla protezione accordatagli da Ahura Mazda; e questo è il dio predicato da Zarathustra”.
Dice, dunque, l’iscrizione.
“Io sono Dario, il gran re, re dei re, re di Persia, re delle terre, figlio di Istaspe, nipote di Arsame, achemenide. Così dice il re Dario: Col favore di Ahura Mazda sono re. Ahura Mazda mi ha conferito il regno…Ho ristabilito le fondamenta della nazione, in Persia, in Media e nelle altre provincie. Ho riportato que che era stato asportato. Col favore di Ahura Mazda ho fatto ciò”.
(R.G. Kent, cit., pp. 116-120; §§ 1, 5, 14)
Dario sembra qui l’instauratore della religione di Zarathustra nell’impero: se si pensa che il profeta menziona nell’Avesta un suo protettore di nome Istaspe, e che questo nome è uguale a quello del padre di Dario, si comprende come molti studiosi inclinino a tale ipotesi.
Un’ altra iscrizione del successore di Dario, Serse, emerge dalle fonti greche, che ne descrivano la gigantesca spedizione e la dura sconfitta a Salamina.
Questa iscrizione dello stesso re, scoperta a Persepoli dice:
“Ahura Mazda è il gran dio, che ha creato la terra, il cielo, l’umanità, la pace per gli uomini; che ha fatto Serse re, solo re di molti, solo legislatori di molti…Ahura Mazda mi diede aiuto…assoggettai regioni che si rivoltarono e le ridussi alla loro antica condizione”.
(PRITCHARD, Texts, pp. 316-317)
Dopo aver letto queste testimonianze, dobbiamo ricordare quello che la Bibbia riporta dopo la conquista di Babilonia: Il popolo Israelita era prigioniero da 70 anni e sicuramente avevano imparato molto dal sistema religioso di Babilonia. Il popolo ebreo fu liberato per tornare in patria. Che cosa hanno portato con loro le nuove generazioni, quali insegnamenti, cosa dicono gli studiosi?
Vi ricordo che la maggioranza di studiosi sono d’accordo con la stesura del Vecchio Testamento, il VI secolo a. C. E gli ebrei scrissero il Vecchio Testamento dopo la liberazione da Babilonia avvenuta nel 538 a.C.
Inoltre molti libri sono stati scritti sul patrimonio letterario dell’antico Iran, e sul loro libro sacro l’Avestà, sulla figura del profeta dell’Iran Zarathustra, o Zoroastro in lingua greca. La vita del profeta è attendibile tra il VII ed il VI secolo a.C..
Assomiglia in maniera sorprendente alla figura di Gesù Cristo, solo che lui venne circa 700 anni dopo. Tratterrò questo aspetto nel capitolo che riguarda la figura di Gesù e sarà considerato, come il Mitraismo influenzò molto l’impero romano durante il primo secolo, ma già nel terzo e quarto secolo il dio Mitra era conosciuto tra i primi soldati romani giunti in Palestina.
Dopo questa esamina e avere analizzato testimonianze storiche, sono solo una piccola parte del materiale disponibile, riscontriamo che dare un nome specifico a Dio è impossibile se non addirittura irrealizzabile. Eppure gli unici nel mondo che continuano a chiamarlo Geova in tutta la terra è soltanto una minoranza religiosa che hanno adottato il nome “testimoni di Geova”.
Ci si chiede ancora come fanno a esserne così sicuri e dire che Dio ha rivelato soltanto a loro il termine e la pronuncia del suo nome. Inoltre condannano alla distruzione eterna tutti quelli che” non invocheranno il suo nome”. Tutti i massimi studiosi ed eruditi, tutti i libri considerati sacri dalle altre religioni non sono tenuti in considerazione dai testimoni di Geova, anzi, sono libri blasfemi, pericolosi per la salute spirituale e non si devono leggere.
Come fanno i testimoni di Geova a eliminare tale fonte di conoscenza e non tenere in considerazione lo studio, le ricerche di eminenti scienziati che hanno dedicato la loro vita per portare a noi la conoscenza antica.
Pur sapendo che al testimone di Geova, membro di tale organizzazione è escluso l’approfondimento della conoscenza superiore. Quando decidono di scrivere le informazioni sulle loro pubblicazioni e dire che il nome di Dio è Geova o che Dio ha “scelto un popolo per il suo nome”, quali sono le loro fonti? Chi sono gli studiosi che hanno dedicato l’intera vita per arrivare a simili conclusioni? Perché si servono di archeologi, di reperti antichi, di iscrizioni cuneiformi, di esperti di lingue antiche come l’aramaico e lingue semitiche, quando tutto questo a loro fanno comodo?
Non certo da fonti geoviste, dal momento che non possono studiare, per conseguire una laurea. Possiamo concludere che tutte le informazioni scientifiche le ricavano da persone che loro condannano alla distruzione, perché non sono testimoni di Geova. Confermano tale giudizio, come venisse da Dio direttamente, citando le Sacre Scritture, più precisamente dalla loro personale Bibbia dal titolo “Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture”. Ecco alcuni versetti che sostengono la loro pretesa o presunzione:
Atti 15:14: “Simeone ha narrato completamente come Dio per la prima volta rivolse l’attenzione alle nazioni per trarne un popolo per il suo nome”.
Sofonia 3:9: “Poiché allora darò in cambio ai popoli una lingua pura, perché tutti invochino il nome di Geova, perché lo servano a spalla a spalla”.
Romani 10:13: “Poiché “chiunque invoca il nome di Geova sarà salvato”.
Estrapolo solo alcuni versetti dalla loro “Traduzione”, molti altri versetti rendono l’idea che se non si invoca il nome di Geova, ad Armaghedon “il gran giorno dell’Iddio Onnipotente”, sarà la nostra totale distruzione, saranno salvati solo i suoi testimoni che invocano il suo nome Geova. Non importa se lo chiami Allah, Jhvh, Enki, Ahura Mazda o Dio soltanto, devi testimoniare il suo nome e distinguerlo, separandolo da tutti gli altri falsi dei. Non importa se sei il massimo studioso di lingue antiche e hai dedicato l’intera vita nei siti archeologici, frequentato per motivi di studio tutti i musei e le biblioteche del mondo, per scoprire o aprire strade della conoscenza riguardo a Dio e il suo nome. Se non lo invochi chiamandolo per nome e non rechi testimonianza in tutta la terra che il Dio che ha creato l’Universo ha un nome e si chiama Geova, da Lui sarai distrutto.
Consoliamoci per il semplice fatto che i testimoni di Geova predicano la fine del mondo o Armaghedon da più di cento anni non azzeccando nessuna data, tutte si sono dimostrate una bufala e sicuramente è una bufala anche il testimoniare il nome Geova per essere salvati alla fine del mondo.
Penso che tutte le teologie, le credenze religiose, i dogmi, la fede e il voler dare a tutti i costi la soluzione sulla conoscenza di Dio e del suo nome, siano nate per alleviare la sofferenza nelle risposte sagge e intelligenti e che sin da bambini siamo bombardati dalle istituzioni da menzogne espresse a ogni livello dell’esistenza (psichico, interiore, affettivo, religioso, fisico, scientifico…).
Ancora oggi la nostra mente è in difficoltà e incapace di andare oltre le risposte date da sempre. Da millenni ci si chiede: Chi è l’artefice dell’ universo? Chi è l’Iddio onnipotente che ha creato tutto ma che non è stato creato da nessuno, solo e sperduto nell’universo? Con quale nome lo dobbiamo chiamare? E inoltre ci si chiede: Noi da dove veniamo? Chi siamo? E dove andiamo? Che senso ha la vita? Perché si esiste?
I testimoni di Geova sono in grado di dare le risposte a tutte le domande che da millenni come esseri umani ci poniamo. Riescono perché come hanno detto in molti, “la fede è cieca”, e la caratteristica principale di una mente condizionata è la presunzione, il credere di sapere tutto.
Voglio ricordare ai testimoni di Geova (per quelli che non lo sanno o lo dimenticano), che nell’universo si stima che ci siano 100 miliardi di galassie, il nostro piccolo pianeta fa parte di un piccolo sistema solare all’interno di una piccola galassia composta da un numero di stelle che varia tra i 400 miliardi e i 200 miliardi…Questo è scientificamente provato, non è fede. Ora chiediamoci: ma quanti sistemi solari simili al nostro ci sono? E quanti pianeti simili al nostro? E quante civiltà?
Poniamoci ancora qualche domanda: è sempre lo stesso Dio chiamato Geova che governa tutti questi mondi se mai esistono? Ha lo stesso metro di misura, gli stessi comandi, la stessa Bibbia (Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture), gli stessi obblighi a chiamarlo e testimoniare che il suo nome è Geova, con questi alieni? Se non lo fanno saranno tutti distrutti ad Armaghedon? Quanti secoli o millenni avrà aspettato prima di scegliere un “popolo per il suo nome” in questi altri mondi? Se lo ha fatto, avrà avuto lo stesso interesse e lo stesso modo come lo ha rivelato a Rutherford, definendolo “il miglior lampo di genio”? Questo “lampo di genio”, lo avrà fatto in contemporanea nella stessa notte in tutto l’universo, in tutti gli altri mondi, nell’anno 1931?
Sono quindici anni che non frequento l’organizzazione dei testimoni di Geova, e mi chiedo, chissà se sanno darmi una risposta e soluzione a tali domande. Penso proprio di sì, perché come ho detto prima, nella loro mente condizionata, la loro presunzione e il credere di sapere tutto di Dio e del suo nome, siano anche in grado di soddisfare anche questo tuo desiderio. Altrimenti la risposta che danno è: I disegni di Geova non si possono conoscere, ma se fai la sua volontà sino alla fine sarai salvato, e solo in questo modo adempi la scrittura di Romani 10:13: “Poiché “chiunque invoca il nome di Geova sarà salvato”.
Non voglio aggiungere altro, ma sono d’accordo e condivido certe espressioni di studiosi ed eruditi che hanno fatto storia e che si sono sentiti liberi di commentare la religione praticata dagli uomini attraverso migliaia di anni. Si potrà notare che gli aspetti, effetti, esiti e risultati sono più negativi che positivi, se non disastrosi.
Fine