[Basket] L'addio di Gianmarco Pozzecco

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il rat-man
00domenica 18 maggio 2008 11:20

"Son contento solo se... vedo giocare Gianmarcooo...". Così cantavano i tifosi varesini ogni volta che Pozzecco metteva piede sul parquet di Masnago nel riscaldamento pre-partita. E con tanti altri cori, durante una carriera in serie A lunga oltre quindici anni, il playmaker più amato d'Italia è stato salutato dagli appassionati di basket a Udine, Livorno, Bologna e Capo d'Orlando, le città italiane in cui è andato in scena il Pozzecco-show. Ieri, quando gara-3 tra Avellino e Capo d'Orlando ha sancito l'eliminazione dai playoff della Pierrel, Poz è stato richiamato in panchina da coach Sacchetti a pochi minuti dalla sirena. E' uscito dal campo in lacrime, abbracciando tutti, accolto da un'ovazione di amici e avversari. Gianmarco non gioca più. E non sono soltanto i tifosi varesini (già gravati dall'onta della retrocessione in Legadue) a essere meno contenti. Senza Poz, che basket sarà?
LE SQUADRE - Poz che debutta in A (anzi, in A1) con Livorno. Poz che vince lo scudetto della stella di Varese. Il piccolo Poz coi capelli rossi che tira in faccia al gigante Tim Duncan nella sfida agli Spurs. Poz che tenta l'avventura Nba (Toronto, sei sicura di aver fatto un affare preferendogli Arroyo?) e torna indietro dopo la Summer League. Poz che strappa la lavagna dalle mani di coach Repesa e chiude l'avventura fortitudina. Poz che in Nazionale fa imbufalire Tanjevic, fa arrabbiare persino l'amico Recalcati, ma vince lo stesso un argento olimpico ad Atene. Poz che si sposa, anzi, non si sposa più. Poz zar di Mosca, coperto di soldi dal Khimky. Poz che torna in Italia e gioca in Sicilia la sua ultima grande stagione. Scegliete voi il Poz che preferite: queste sono solo alcune immagini, alcuni flash di una vita sportiva che è impossibile riassumere in poche righe. Come non avrebbe senso snocciolare un elenco di cifre: Pozzecco chiude la sua carriera in serie A con quasi 5.700 punti segnati (13,8 di media, ma anche una stagione da top scorer a 27), uno scudetto vinto con Varese e una finale di Eurolega persa con la Fortitudo. E 4.2 assist (7.8 da quando è alla Pierrel) non rendono giustizia al miglior passatore visto in Italia negli ultimi anni.
POLIEDRICO - Ma non è questione di punti, assist e trofei: il Poz giocatore è stato emozione vera, genio in attacco e sregolatezza in difesa. Passione allo stato puro. E' stato personaggio televisivo con la De Grenet, lo è di nuovo sulla Rai con la trasmissione Screensaver. E' stato collaboratore della Gazzetta dello Sport in una seguitissima rubrica della posta. E' stato marachelle, gag esilaranti, anche errori. Ma lui è così: non si discute, si ama. L'hanno amato, alla fine, anche tutti i tifosi avversari che l'hanno fischiato per anni. A Cantù, in questa stagione, l'hanno salutato e celebrato come "miglior peggior nemico". In Italia, è roba che non si vede mai.
DI' LA TUA - Vedere Pozzecco che lascia il basket è qualcosa che ti fa arrabbiare con il tempo che passa. E' ingiusto, innaturale, non sembra neanche vero. Verrebbe voglia di fermarlo, il tempo, per divertirci ancora un po' insieme a Gianmarco. Verrebbe voglia di chiamare un time-out. Ma non si può, purtroppo. E allora, tanto vale ringraziare questo pazzo ragazzo triestino, che ha unito gli sportivi italiani come forse nessun altro.



un grande del basket italiano, artefice del meraviglioso Scudetto della Stella di Varese
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nick the quick
00mercoledì 21 maggio 2008 11:37
grande Poz, ci mancherà [SM=x967832]

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