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Jimmy s’avvicina troppo a me, sono convinto che minimo, minimo mi spaccherà le poche ossa che mi rimangono intatte, devo recuperare le poche forze che mi rimangono, le trovo e incomincio a fare ciò che penso mi venga meglio, lo colpisco e Jimmy cade come un sacco di patate… i mafiosi si voltano all’unisono e mi fissano, esco dalla stanza e mi dirigo come un fulmine sulla strada!
Mi guardo intorno in cerca di una possibile via di fuga… ragioniamo un attimo, sono vestito come un barbone, il mio odore non dovrebbe essere molto piacevole all’olfatto, zoppico e una pistola in mano rubata a Jimmy… nessuno si fermerà, nascondo la pistola alla meno peggio e cerco un taxi, né vedo uno ma purtroppo per me una vecchia, grassa e ricca signora lo vuole prendere prima di me e questa cosa non va affatto bene, corro come posso al taxi, spintono la signora che ruzzola sull’asfalto e mi bestemmia dietro arrivo al taxi e ordino al taxista d’incominciare a correre, è reticente, lì punto la pistola alla faccia… ingrana la quinta e in pochi secondi sono lontano dall’albergo.

“Ok… amico… non spararmi… vuoi soldi? Eccoli ma lasciami in vita!”

Il taxista mi da un bel gruzzolo e gli chiedo gentilmente di portarmi in un albergo dotato di boutique… esegue gli ordini, ha una paura folle di me.
Sono nella hall di un albergo e ordino una stanza e chiedo al ragazzino della reception se può mandarmi in stanza un’addetta della boutique dell’albergo e se mi può portarmi qualcosa di decente da mettermi addosso, il ragazzino esegue gli ordini.
Salgo al quinto piano ed entro nella stanza cinquecentoquarantasei, mi spoglio e mi faccio una doccia… suona il campanello, indosso un asciugamano e impugno la pistola, apro leggermente la porta e vedo una ragazza con dei vestiti in mano.

“Un attimo…”

nascondo la pistola e vado ad aprire.