Che cosa avevo da sorridere?
E da succhiare quel lecca lecca
Cantavo pure...
qualcosa mi tocca
quando per raggiunti limiti
di sopportazione
il cielo diventa una prigione
per chi non sa volare.
Che due parole quelle mie
che non devono mai uscire,
come due palpebre che non
devono mai aprirsi al sole
per non restare cieche,
come se non aprendosi
potessero vedere poi chissà
quale mistero
occasione, respiro
sorpresa e orizzonte lontano.
Come se l'orizzonte potesse mai
essere vicino...
eppure ci spingiamo oltre
a volte
quasi l'avessimo lì a portata
di mano,
di bocca, d'istinto e coraggio.
Che avevo da sorridere a quel punto?
Il punto ferma un periodo
invece che sospenderlo...
separa o unisce quel che non
va perso,
la virgola?
Lei quieta si concede qualche
pausa,
certo tra sole due parole
non è facile,
esiste solo un posto dove metterla.
Senza importanza.
Non cambia il significato
per così poco,
non è che un ricciolo richiuso
su se stesso,
la virgola distingue il modo
in cui quell'emozione prende
il volo
per ritornare al punto più vicino.
Che due parole quelle mie...
come un inizio che non sa mai
da dove cominciare,
che non finisce mai tutta la frase.
Come giurare di mantenere fede
solo a se stesse
per non tradire un sogno che
non muore.
Croce sul cuore.
[Modificato da Kantarella 12/08/2011 19:00]